sabato 21 maggio 2011

L'eredità della Guerra Fredda in Italia e le attuali conseguenze politiche



Questo bellissimo sketch di Corrado Guzzanti, andato in onda qualche anno fa su Rai Tre, sintetizza simpaticamente in due minuti l'essenza della vera anomalia politica Italiana.

In Italia s'è combattuta la Guerra Fredda. Tutto il mondo l'ha combattuta, ma, data la sua importanza strategica e le sue peculiarità, nonostate le apparenze il combattimento in Italia è stato più duro che altrove. Non ci sono stati golpe militari, guerre d'occupazione o cose del genere. Com'è noto ci sono state "solo" alcune stragi nonchè la strategia della tensione. L'Italia è stata flagellata al motto di "destabilizzare per stabilizzare". Gli Stati Uniti d'America, dopo averci invasi, hanno fatto esattamente quello che l'URSS ha fatto dalla parte opposta: hanno cercato in ogni modo di preservare ed accrescere il loro potere all'interno della propria area d'influenza. Può darsi che la parola "invasi" suoni oltraggiosa per alcuni ed è senz'altro una definizione poco romantica, ma è certamente più realistica ed onesta della canonica "liberati", dal momento che l'Italia era fascista e schierata con Hitler. Ciò nonostante, ancor prima della conclusione del conflitto, i servizi segreti statunitensi avevano già allacciato rapporti con i fascisti in chiave anti-comunista, presagendo quel che sarebbe seguito: la Guerra Fredda appunto. Questa visione strategica, per ovvi e scontati motivi, non poteva prevedere l'elezione di un partito Comunista, benchè moderato e filo-NATO qual'era il PCI, all'interno di un paese dell'Alleanza Atlantica. Per quanto possa essere doloroso per un convinto democratico qual'è il vostro affezionato Panda, va detto che l'eslusione forzata del PCI dalle leve del governo e l'appoggio americano a qualsiasi forza anticomunista per più di quarant'anni hanno permesso all'Italia di evitare colpi di stato militari, dittature varie o persino vere e proprie invasioni da parte di truppe statunitensi. Il PCI stesso, per altro, essendo ben conscio della situazione assecondo tale linea proponendosi quasi esclusivamente come forza d'opposizione. La propaganda anticomunista, le mafie, la corruzione politica e sociale, la strategia della tensione ed i terroristi hanno garantito una sorta di convivenza semidemocratica. Una semidemocrazia non è una democrazia vera e propria, ma certamente fu il minore dei mali data la situazione internazionale. Quella semidemocrazia inoltre fu più che sufficiente a far esplodere il benessere in Italia nonostante i difetti e le inevitabili complicazioni e nonostante quelli che oggi verrebbero chiamati "danni collaterali" e che sarebbe meglio chiamare semplicemente vittime. Tante vittime.
La caduta del muro di Berlino è stata una vera e propria tragedia per chi aveva fatto della propria ragion d'essere, in termini di potere e ricchezza, l'anticomunismo. La caduta del Muro ha comportato la quasi immediata rimozione della protezione USA sui suoi referenti politici locali. la caduta del muro è quindi stata il preambolo della caduta in Italia di Dc, Psi e compagnia bella ed ha significato l'inevitabile fine della cosiddetta Prima Repubblica.

Se le conseguenze delle azioni non avessero mai un seguito, l'Italia sarebbe dovuta trasformarsi in una democrazia piena con la fine della Guerra Fredda. Purtroppo va riconosciuto che così non è stato. Oltre al fatto che gli USA non sono scomparsi e nemmeno la loro forte influenza sul nostro paese, decenni di feroce e a volte ridicola propaganda anticomunista hanno lasciato e come un seguito. Un seguito fatto di corruzione e delinquenza diffuse artificialmente e soprattutto un seguito fatto da un immaginario comune ed una cultura decisamente anticomunista. Le logiche propagandistiche della Guerra Fredda hanno deformato irrimediabilmente la struttura sociale, criminale e politica del Bel Paese, lasciando tracce indelebili nella cultura profonda e popolana del paese. E' stato quindi fin troppo facile ed ovvio per chi aveva a disposizione sufficienti mezzi di comunicazione parassitare quel cronico anticomunismo italico per ricavarsi una nicchia di potere personale basato su un facile consenso popolare. Un consenso non basato sull'apprezzamento quanto piuttosto su paure pateticamente esasperate e fuori dal tempo dell'istaurazione di un improbabile "regime di stampo stalinista" da parte degli ex-PCI.

Tutto quanto detto fin qui non ha nulla a che fare con simpatie di sinistra, di centro o di destra, certamente non ha nulla a che fare con l'essere o meno filo-Sovietici oppure filo-Americani. Ha a che fare unicamente con la nostra cultura, con la nostra storia del dopoguerra e con noi stessi in quanto italiani. La storia italiana, dalla Seconda Guerra Mondiale ad oggi, non ha generato un'interpretazione condivisa. Non può farlo. Non perchè in Italia siano mancati o manchino storici ed intellettuali di tutto rispetto, ma più semplicemente per precisi e diffusi interessi economici che usano l'ormai vetusto e grottesco anticomunismo come scusa per autosostenersi. Si tratta di una vera e propria forma di parassitaggio propagandistico che non fa che perpetuare un clima da eterna Guerra Fredda. In un mondo frenetico e competitivo all'esasperazione, la classe politica italiana è rimasta fossilizzata in una sorta di cattiva messa in scena di una perenne ed improbabile crisi missilistica cubana in versione domestica. Un teatrino grottesco e comicissimo, se non fosse per i 60 milioni di ostaggi che fa ogni anno: noi tutti.


Un saluto sincero dal Panda agli italiani di destra, centro e sinistra, senza distinzioni nè condizioni, perchè, piaccia oppure no, l'Italia è fatta così e se le si vuole bene non lo si può fare a compartimenti stagni.

4 commenti:

  1. ecco come calza a pennello:- questa è stata la situazione dell'italia dal dopoguerra ad oggi e dalla quale ha preso piede tutto quello che è stata ed è oggi l'Italia (clientelismo,corruzione,mafia poteri occulti stragi,il Berlusconismo e chi più ne ha più ne metta

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    1. Ciao Diego,

      speriamo che l’Italia riesca a sorprenderci piacevolmente, come ha saputo fare a più riprese in passato (e mi riferisco, certo, ad un passato lontano, ma anche molto glorioso). Siamo purtroppo la patria natia del Fascismo, ma anche del Rinascimento. Siamo stati il centro di comando di fenomeni oscuri come l’inquisizione, ma anche la culla di Galileo e di tantissime altre menti eccelse che, come lui, sono riuscite letteralmente a squarciare millenni di oscurità con la sola forza del proprio pensiero. Siamo il paese della Mafia, ma anche delle arti, della dolcezza e della bellezza. Abbiamo ispirato secoli di pensatori e poeti. Siamo una strana amalgama di opposti attributi. Bisogna sempre vigilare su ciò che non va senza remore e senza minimizzare, ma bisogna anche ricordare e celebrare tutto il bello e il giusto. Non si tratta di un processo “consolatorio”, si tratta di metodo per coltivare e diffondere ciò che merita d’essere coltivato e diffuso.

      Non si tratta neppure di dire guardate quanto e brutto questo e bello quest’altro; le due cose dovrebbero coincidere; si dovrebbe cioè dire guardate quanta bellezza c’è sotto lo sporco, guardate quanta forza dietro alla debolezza e quanta saggezza dietro all’errore; liberiamoci di sporco, debolezze ed errori e gustiamoci tutti quanti insieme il bello ed il dolce della vita!

      L’eredità della Guerra Fredda è un pesantissimo fardello, per nulla bello e dolce. Come il bellissimo sketch di Corrado Guzzanti insegna, tuttavia, in Italia anche la speranza pare non morire mai al di là delle apparenze. Si può veder quel che di male hanno portato gli Usa a casa nostra senza per questo scordarsi anche di quel che di buono hanno donato al mondo intero. Credo che il meglio che si possa fare, in ogni circostanza, sia indagare senza mai scambiare l’acutezza d’analisi e la critica aspra con la rabbia o il rancore (non è mai uno scambio proficuo!). Se saremo in gradi di rivedere pacatamente e serenamente la nostra storia comune spogliandola della retorica e del filo-americanismo stucchevole ed ipocrita, credo sarà tanto di guadagnato non solo per l’Italia, ma anche (e forse soprattutto) per gli Usa. Gandhi e Martin Luther King hanno dimostrato che per vincere una “guerra” non è indispensabile essere violenti (neppure in forma minimale) e men che meno serve avere nemici odiati “a cui farla pagare”. Quando si è disposti a combattere le guerre in quel modo così “strano” e le si vince, la vittoria è sempre dolce e benevola per entrambi i fronti (cioè accade esattamente l’opposto di quel che avviene quando si è disposti a combattere le “guerre” in modo tradizionalmente violento, dove, com’è noto, tutti perdono sempre e comunque).

      In Italia spero tanto ci sia ancora la voglia e la freschezza di combattere questa pacifica guerra di giustizia e verità, per amor di tutti, per il bene di tutti e per il rispetto che si deve verso tutti (indipendentemente dal fatto che si trovino nel giusto o nell’errore). Una storia realistica e condivisa renderebbe giustizia ai morti (di ogni fazione) e anche ai vivi (rendendo un po’ migliore il loro presente e magari anche il loro futuro).

      Non credo sia chiedere troppo. E se lo è, allora voglio strafare.

      ;-)

      Saluti a Diego e a tutti voi dal Panda

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  2. SERVIZZI?
    S E R V I Z Z I ?

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    1. Ops! Eh sì, in effetti "servizi" suona parecchio meglio di "servizzi". Su questo non c'è dubbio. Correzione apportata. Grazie per la segnalazione!

      Saluti dal Panda

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