martedì 29 dicembre 2015

RIVOLUZIONE POSSIBILE


"Impossibile" è una parola pericolosa per intelligenze dalle facoltà e dalle conoscenze limitate come le nostre. L'esplorazione del possibile richiede un certo grado di libertà, senza il quale la discrezione rischia seriamente d'essere solo auto-limitazione. Il problema è che la libertà è tremendamente difficile. Difficile non scadere nell'auto-compiacimento o in un opposto ma altrettanto sterile auto-castrazione. Ancor più difficile non finire per rinunciare alla libertà in cambio di un po' di comodità.

La conoscenza richiede un alto grado di libertà. La libertà richiede a sua volta un alto grado di impegno e di consapevolezza.

Un preambolo piuttosto astratto, ma necessario per introdurre il vero argomento di questo manifesto: salvare questo mondo è possibile.

La cosa non è banale. Il tempo dell'abbondanza e dell'ingenuità del genere umano volge al termine. Siamo diretti su binari culturali, militari ed economici che ci spingono ad ogni sospiro un passo più vicino al baratro. Non dico questo per gusto retorico. Ci sono validi e consistenti motivi razionali per sostenerlo.

Il tempo sta per scadere. Non c'è più tempo per le riforme graduali e i piani a lungo termine. O abbracciamo una rivoluzione radicale oppure abbracciamo la nostra fine e, probabilmente, quella dell'intera biosfera per come la conosciamo oggi.

Molti hanno intuito o compreso la necessità di una rivoluzione, ma la domanda rimane sempre la stessa: di cosa diavolo stiamo parlando? Abbandonare il modo di condurre i nostri affari così come siamo abituati a fare ora comporta il presupposto di avere un idea di come iniziare a condurli in modo veramente nuovo.

E qui viene la parte interessante. Se stiamo parlando di una vera Rivoluzione credete forse che se qualcuno ve ne parlasse per la prima volta voi la trovereste immediatamente ragionevole e credibile? Dopo aver speso un'intera vita a fare e a pensare in un certo modo, se ci riusciste sareste pazzi o sciocchi. Se invece siete persone ragionevoli ed intelligenti, come spero voi siate, di certo trovereste il racconto del mondo possibile di un vero rivoluzionario qualcosa di assolutamente pazzesco ed irrealistico. Forse persino fastidioso ed irritante.

Dimenticavo: se siete persone veramente oneste, oltre che ragionevoli ed intelligenti, allora lo sconcerto ed il disappunto iniziale non vi fermeranno dal considerare un po' più attentamente la cosa. Ma se siete solo oneste, ragionevoli ed intelligenti vi fermerete solo a questo: a considerare astrattamente la cosa. Arriverete ad un gioco intellettuale, magari tremendamente serio, ma non vi spingerete oltre.

Per andare oltre serve un incredibile coraggio.

Per sperimentare quel genere di libertà che porta a cambiare il mondo serve un pizzico di pazzia che Dio o il destino riservano a quei rarissimi fortunati che fanno della propria vita ciò che vogliono sapendosene prendere gli oneri sulle proprie spalle.

Se volete essere dei rivoluzionari, allora, dovete ambire all'eccellenza richiedendo da voi stessi (e da voi stessi soltanto) il massimo. Un rivoluzionario vero non chiede nulla agli altri. la rivoluzione non si può né appaltare né delegare. Non è così che funziona.

Non serve essere in tanti, anzi, da che mondo è mondo le vere rivoluzioni sono sempre partite da piccoli o piccolissimi gruppi di persone. Serve invece essere determinati. La violenza non fa parte né mai lo farà di quello di cui sto parlando ora. A differenza della compassione e dell'amore verso il prossimo (anche e soprattutto se quel "prossimo" in realtà è molto distante nello spazio, nel tempo o nelle apparenze).

La libertà, il buon senso, l'intelligenza, il coraggio e l'empatia che essere rivoluzionari veri richiede possono essere sostenuti per lunghi periodi di tempo solo grazie all'amore e alla passione. Le idee ed i progetti da soli non bastano.

Detto questo possiamo passare al punto della questione: se salvare questo pianeta è possibile, come? Qual'è la rivoluzione che dobbiamo alimentare? O per dirla più schiettamente: di cosa diavolo stiamo parlando?

A domanda schietta, una schietta risposta: parliamo di abbandonare l'uso del denaro e delle logiche mercantilistiche e di scambio per regolare le attività economiche.

Avete presente la serie classica di Star Trek?

Non parlo della parte fantascientifica fatta di motori a curvatura, siluri fotonici e teletrasporto. Parlo della parte riguardante i rapporti sociali ed umani. Parlo di un'economia basata sulla cooperazione al posto della competizione, basata sulla passione per quel che si fa anziché sul fatto di dover portare a casa uno stipendio per pagare mutui e/o bollette.

Lo so, lo so. Ora la mente abituata a questa realtà vi suggerisce idee quali "ma che cavolo sta dicendo questo?!". O almeno lo spero, perchè, se è così, allora siete persone intelligenti ed equilibrate. Non vi chiedo quindi di cambiare opinione (almeno per ora) ma solo di non fuggire, di non ritrarvi intellettualmente.

Se siete arrivati fin qua vi chiedo solo di valutare accuratamente la cosa. Di valutarla in modo razionale. Lasciate stare quello che credete e quello che io credo. Vediamo quello che la scienza ci dice in merito a ciò che motiva le persone nel svolgere compiti complessi e che richiedono alte doti di creatività (ciò la parte del lavoro che conta nella civiltà in cui ora viviamo). Valutate quello che la scienza antropologica ed archeologica dicono in merito al mito del baratto ossia all'assurda credenza priva di ogni fondamento che vuole che prima dell'uso del denaro fosse il baratto a dominare l'economia. Valutate poi quello che la moderna psicologia ed antropologia hanno stabilito in merito ai comportamenti anti-empatici alimentati dall'accumulo del denaro. Valutate poi le considerazioni scientifiche riguardanti gli studi sulla felicità umana ed il denaro.

Fate qualche ricerca sul uso del PIL quale indicatore di benessere su cui basare le scelte collettive. Fate qualche piccola ricerca sulla disoccupazione tecnologica ed in particolare sulla prossima ondata di disoccupazione dovuta ai moderni sviluppi della robotica e dell'intelligenza artificiale. Fate qualche ricerca sulla obsolescenza tecnologica, sull'usa-e-getta, sul sovra-sfruttamento delle risorse planetarie e sul conseguente inquinamento. Quindi chiedetevi quale sia la vera causa di queste aberrazioni economiche.

Considerate come, storicamente, tutti moderni tentativi politico/economici di "migliorare il mondo" siano essi stati capitalistici, comunisti o d'altra natura abbiano sempre dato il denaro per scontato. E considerate le evoluzioni e gli esiti di questi tentativi così appassionatamente e tenacemente coltivati fino ad oggi.

Ragionate sulla moderna ed encomiabile sete di uguaglianza e di meritocrazia e su come queste caratteristiche sociali possano coesistere con l'irrinunciabile diritto ad ereditare beni e ricchezze dai propri parenti defunti.

Infine considerate i rapporti che legano concetti quali la disuguaglianza, lo sfruttamento di persone e/o di risorse naturali limitate, la violenza sistemica, la criminalità (organizzata o meno) e la corruzione con l'uso del denaro.

Fate queste ricerche e queste riflessioni da soli e da soli datevi le risposte che meglio credete.

Una volta fatto questo lavoraccio (e solo allora), tornate a porvi le domande iniziali: salvare questo mondo è possibile? E se sì come? Un'economia senza l'uso del denaro e senza scambi mercantilistici può essere la soluzione? Può essere fattibile? Se non lo è, perché? Se invece lo è, come può essere realizzata?

A questo punto, se vorrete, potrete anche considerare le mie valutazioni in proposito: qui.

Se farete veramente tutto questo e se avrete il coraggio di raccontarlo ad altri senza temere il ridicolo e lo sdegno che gli altri potrebbero rivolgervi, allora siete dei veri rivoluzionari e poco importa che siate d'accordo o meno con le mie idee.

Grazie.


Un saluto a voi tutti dal vostro affezionato Panda

domenica 27 dicembre 2015

Vaccinofobia

Il Panda consiglia a tutti il seguente link:

http://graphic-news.com/stories/vaccinofobia/#

Buona visione e, spero, divulgazione da parte del vostro sempre affezionatissimo Panda.


giovedì 24 dicembre 2015

Natale con l'Isis - Il Terzo Segreto di Satira




Buon Natale a tutti dal Panda!

Ben conscio che in quei "tutti" ci stanno pure un miliardino di islamici, un altro miliardino di induisti, mezzo miliardino di buddisti, ecc... ecc... senza scordare atei e agnostici (come il sottoscritto) a cui, tecnicamente parlando, del Natale potrebbe importare assai poco (per così dire). Un paradosso?

No! Solo... un buon Natale!

In fin dei conti siamo tutti uguali. Piaccia oppure no, apparteniamo tutti ad un unica grande famiglia.
La grande famiglia dei capitalisti e dei consumisti. Ed il Natale è indubbiamente la nostra festa per eccellenza in questo senso. Il resto sono solo trascurabili caratterizzazioni frutto di un lontano ed insignificante passato.

Certo, al posto di "buon Natale" si potrebbe cercare un augurio meno "caratterizzato" in senso cristiano e un po' più attuale e moderno (in fin dei conti Natale è ormai vecchiotto con i suoi 2.000 anni). Si potrebbe allora tentare con qualcosa di più frizzante e, non dico contemporaneo, ma almeno più moderno.

Ah ecco! Ci sono!

In quest'era "globale" si potrebbe augurare a tutti un felice... "Arbeit macht frei!",  come dicevano quei "simpaticoni" dei nazzi, ovvero il "Il denaro rende liberi"... o qualcosa del genere. Lo so, lo so a qualcuno usare uno slogan nazzi potrebbe far storcere il naso. Per quella storiucola dei 70 milioni di morti e dei campi di concentramento ecc...

Beh, ma perché essere tanto schizzinosi?

I nazzi avranno pur perso la Seconda Guerra Mondiale militarmente, ma hanno vinto culturalmente e pure alla grande. certo, nessuno "in vista" ama fregarsi del marchio nazzista, ma a parte qualche svastichina, qualche ridicola marcia a passo di papera e qualche assurdo baffetto...

Voglio dire: guardatevi in giro. Vedete molta tolleranza? Vedete democrazia (quella vera, non quella da "esportare")? Vedete fratellanza e amore e rispetto per la cultura? Vedete integrazione? Vedete solidarietà verso chi soffre?

Il nazzismo ha stravinto.

E, ammettetelo, la maggior parte di voi non se n'è nemmeno accorta!

Non poteva che andare così. La Seconda Guerra Mondiale è stata combattuta sostanzialmente da tre parti:

1) quella germanica apertamente nazzista;

2) quella occidentale che la pensava più o meno uguale a quella germanica, fatta eccezione per qualche folkloristico aspetto secondario, ma che se l'era presa a morte perchè, quel fetente di Hitler, aveva attaccato i suoi territori -alias mercati e mezzi di produzione - anziché aggredire direttamente ed esclusivamente quelli sovietici come pareva implicito nei generosi aiuti concessi dal capitalismo al regime nazzista ante-guerra;

3) in fine c'era la parte sovietica (appunto), ideologicamente già estinta all'epoca della ascesa al potere di quel despota assoluto di Stalin ed estinta poi in ogni possibile senso con la caduta del muro di Berlino.

Tre contendenti e tre diverse forme di dispotismo. Poteva finire in modo diverso? Ha prevalso il nazismo discreto del liberismo consumistico attuale. I campi di concentramento sono scomparsi ed interi continenti hanno finito per assomigliarvici in modo impressionante grazie a strani aiuti umanitari internazionali dal fortissimo retrogusto acido della peggiore usura concepibile.

Ed eccoci qua!

70 anni dopo. Non cerchiamo più "sporchi ebrei" e gli "sporchi negri" (o per lo meno la maggior parte di noi ha smesso), ma stiamo allegramente iniziando a cercare gli "sporchi islamici"! Beh, sì, per ora la maggioranza parla ancora di "sporchi terroristi islamici", ma date tempo al tempo. In fin dei conti non abbiamo nemmeno mai veramente smesso di dare la caccia agli "sporchi zingari" e agli "sporchi omosessuali".

70 milioni di morti, una guerra fredda costantemente in bilico verso l'oloccausto nucleare (ancora possibilissimo), la devastazione ambientale e culturale dell'intero pianeta, ecc... ecc... tutto per cosa?

Per far finta di dare la caccia prima ad al-Qaeda ed ora all'ISIS?

Un gran passo avanti, non c'è che dire.

Decenni di democrazia ininterrottamente esportata in posti come il Vietnam, la Cambogia, tutto il Sud America, l'Afghanistan  e l'intero Medio Oriente. Decenni di "danni collaterali", di "sacrifici duri ma necessari", di "tasse ben spese", di "necessità militari plurimiliardarie", di "servizi segreti deviati", di "strategia della tensione", di "operazioni ombra", di "diritti civili sacrificati all'altare della crescita economica" oppure della "sicurezza nazionale", ecc... ecc... ecc...

E ancora ci caschiamo!

Perché non essere sinceri? Almeno una volta. Almeno sotto Natale!

Perché non salutarci con un genuino e veritiero "Arbeit macht frei" ?

Non sarà carino, ma almeno ci rappresenta per quello che siamo diventati. E se siamo troppo spaventati per vedere quello che siamo diventati o se anche solo abbiamo il sospetto che quel che ho detto possa essere vero, allora un problemino direi che lo abbiamo ugualmente, no?


Un saluto affettuoso e sincero a voi tutti dal Panda