mercoledì 29 dicembre 2010

Picco del Petrolio & Co.


Ecco un interessante intervento del prof. Ugo Bardi dell'Aspo sui limiti della crescita economica.
Il professor Bardi ha tenuto questo suo intervento nel 2007, quindi il video è vecchio ormai di tre anni, ma haimè attualissimo. Il professor Bardi sostiene che fin dagli anni '60 era stato compreso il picco del petrolio e che, soli pochi anni dopo, si sarebbero svolte delle previsioni piuttosto precise in merito alle catastrofi che, volenti o nolenti, ora stiamo per dover affrontare. Il riferimento ovviamente è al Club di Roma e al suo celebre "I limiti dello sviluppo" del 1972.
Se ciò fosse vero, penserà però qualcuno di voi, allora non ci dovremmo trovare a questo punto. Se fossero state effettivamente svolte delle previsioni scientifiche attendibili e soprattutto verificabili fin dagli anni settanta, penserete infatti, di certo non ci troveremmo oggi a dover penare come matti per accordi mondiali sulla riduzione della CO2 oppure a vedere il petrolio a 90 $ al barile nonostante la più grave crisi economica dal dopoguerra in corso. Ebbene...

martedì 28 dicembre 2010

Kite gen



Ecco qua un brevissimo filmato che riprende il prototipo quasi ultimato del Kite gen, la tecnologia tutta italiana dell'eolico d'alta quota. Così, solo per il gusto di vedere che c'è! Per il gusto di sapere che ce la farà nonostante l'Italia sbraitona e casinara che strilla "al nucleare! al nucleare!" (non per convinzione sincera, ma solo perchè l'ha ordinato il capo).

Buona visione a tutti dal Panda

La Russa ministro fascista, l'analfabeta ed il "vizietto" degli italiani

Durante la puntata del 16 dicembre di Annozero, l'attuale ministro della Difesa Ignazio La Russa, ha regalato ai telespettatori uno spettacolo che definire inquietante è dir poco. Tanto per iniziare, il ministro ha ripetutamente offeso e zittito un giovane rappresentante dei movimenti studenteschi che si stava per l'appunto lamentando proprio della totale e completa chiusura del governo (e più in generale del mondo politico) alle richieste del mondo giovanile. Di fronte al montante malcontento studentesco (e non solo), l'attuale governo ha infatti contrapposto una "originale" strategia politica. Anzichè aprire un dialogo serio che tolga ossigeno a chiunque tenti di infiammare lo scenario politico italiano col fuoco della violenza, che ti combina il governo? Irride, insulta, fomenta con un lessico ed una retorica squadrista. Il governo sembra, con tale atteggiamento, incoraggiare ogni schieramento estremista che voglia approfittarsi delle tensioni in atto a causa della crisi economica e della cosiddetta "riforma" Gelmini. Un governo che sostiene "seriamente" che "Gli studenti veri stanno a casa a studiare", d'altra parte, è un governo pericoloso. Il rifiuto di un dialogo alla pari è infatti il principio con cui si abbandona la via democratica. La democrazia si nutre del dialogo ed il dialogo del rispetto. La democrazia senza dialogo nè rispetto è una scatola vuota. Il governo attuale non solo si rifiuta di aprire un qualsiasi dialogo costruttivo con gli studenti, i sindacati, i disoccupati, i terremotati, i "discaricati" ed "ovviamente" l'opposizione, ma, di fronte ai gravi episodi di violenza di piazza di questi giorni, si permette perfino di ignorare totalmente anche le parole del Presidente Napolitano. Parole che invitavano calorosamente il mondo politico a non lasciare inascoltato il crescente malcontento dei giovani. purtroppo paole al vento...

venerdì 24 dicembre 2010

"Global Warning" vs. "Negazionismo"

Internet sembra diventato un aspro terreno di scontro tra opposte fazioni. Da una parte ci sono i sostenitori del "Global Warning" che lanciano appelli ad una massiccia mobilitazione mondiale per tentare di arrestare o per lo meno limitare il "Riscaldamento Globale" in atto. Dall'altra parte sono schierati i cosiddetti “Negazionisti” ossia coloro che, a secondo dei casi, negano che ci sia un "Riscaldamento Globale" oppure che, pur ammettendolo, negano con forza che dipenda dall'attività umana.

giovedì 23 dicembre 2010

"Kite gen" vs. "L'Italia che si arrangia"


Kite gen, l'ambizioso ed innovativo progetto di Massimo Ippolito sta crescendo. Avanza, lentamente, ma inesorabilmente, facendosi largo tra mille avversità. Per chi non lo sapesse, il Kite gen è una tecnologia eolica di nuova generazione che ambisce ad intercettare e sfruttare i veloci e costanti venti d'alta quota usando appunto i kites (ossia aquiloni a profilo alare simili a quelli usati nel kite surf, ma molto più tecnologici). Pur essendo una tecnologia sperimentale, Kite gen rappresenta a livello mondiale la punta di diamante dell'eolico d'alta quota ed è una tecnologia tutta italiana.
Per maggiori informazioni sul progetto ecco il link al sito del Kite gen. E' anche possibile vedere al riguardo uno dei tanti video su YouTube. Chi fosse invece interessato a sostenere finanziariamente il progetto come piccolo investitore può contattare la WOW S.p.A. (che sarebbe poi la sigla per Wind Operations Worldwide S.p.A.). Chi volesse infine approfondire gli aspetti tecnici legati alle potenzialità del progetto, può leggere l’interessantissimo articolo del 2009 scritto dal professor Ugo Bardi su TheOilDrum  .

E l’Italia cosa fa? Sostiene il progetto con fondi pubblici? No! Peggio ancora, lo fa solo a parole (ossia non stanzia i soldi che aveva promesso). L’Italia allora sta a guardare senza far nulla? Nemmeno! L’Italia si oppone

martedì 21 dicembre 2010

La Pop Economy

Chi l'ha detto che l'economia ha bisogno di soldi? Internet, ancora una volta, sovverte tutte le regole prestabilite, dimostrando coi fatti che un'altra economia non solo è possibile, ma esiste già.
Molti di voi avranno probabilmente sentito parlare delle banche del tempo con cui è possibile scambiarsi competenze e servizi senza scambiarsi moneta. Internet certo le ha favorite e rese più visibili, ma ha fatto molto, molto più di questo. Internet ha permesso una assai più larga visione di cosa sia effettivamente possibile fare senza l'intermediazione monetaria e più in generale Internet sta fornendo una assai più larga visione del concetto stesso di economia. La versione italiana della rivista Wired, l'ha efficacemente chiamata Pop Economy, ossia l'economia fatta direttamente dalla gente, senza l'intermediazione delle stutture socio-economiche tradizionali. Non si tratta solo di economia senza la moneta come nel caso del revival del baratto in salsa ".com", ma anche di modi completamente nuovi di intendere l'uso stesso della moneta e dei rapporti economici. Una nuova concezione dell'economia basata sullo scambio diretto, creativo e condiviso, ma anche organizzato ed efficente...

venerdì 17 dicembre 2010

Pace

Una breve storiella araba per voi dal vostro affezionato Panda.

Tre fratelli si incontrano dopo la morte del loro amato padre per dividersi il patrimonio secondo le sue ultime volontà. Il vecchio padre, prima di morire, si era raccomandato che alla sua morte spettassero la metà dei suoi cammelli al primo figlio, un terzo dei cammelli al secondo figlio ed un nono dei cammelli al terzo ed ultimo figlio. I figli però si trovano subito in difficoltà perché i cammelli del padre erano 17 e 17 non è divisibile per 2, né per 3 e neppure per 9. I tre fratelli discutono senza sosta, ma non trovano soluzione. Gli animi si scaldano fino al litigio. Le cose degenerano ed i tre fratelli decidono di rivolgersi alla vecchia saggia del villaggio. La vecchia saggia ascolta il loro problema attentamente, ma alla fine dice loro che è dispiaciuta: neppure lei sa come risolvere la situazione, l’unica cosa che può fare lei è donare ai tre fratelli un suo cammello sperando che loro possano risolvere pacificamente i loro problemi. Il giorno dopo il primo dei fratelli si accorge che 18 è divisibile per 2 e si tiene 9 cammelli. Il secondo dei fratelli si rallegra perché 18 è divisibile per 3 e si tiene 6 cammelli. L’ultimo dei fratelli si tiene 2 cammelli, ossia un nono di 18, ma si accorge che i suoi 2 cammelli più i 6 del fratello maggiore ed i 9 del primogenito fa 17 e non 18. I tre fratelli decisero quindi di regalare il cammello in più alla vecchia saggia.

Il vostro Panda è rimasto affascinato da questa bella storia. Sembrerebbe un gioco matematico (e lo è), ma a ben guardare è molto di più di questo...

mercoledì 15 dicembre 2010

C'è modo e modo



Arieccoci con un altro video di TED, direte voi. Ebbene sì, il vostro Panda lo ammette: è letteralmente innamorato di quel sito, così come di Wikipedia o del neonato Ovo. Inoltre questo filmato (visibile con sottotitoli in italiano), è strettamente correlato con il precedente post. Benché il video di oggi, infatti, non tratti esplicitamente di Permacultura, esso potrebbe tuttavia essere visto come un analogo acquatico di quanto accennato nel post precedente.
Per chi non avesse letto il post precedente, la Permacultura è un modo più organico, intelligente ed efficiente di produrre cibo, ma, una delle numerose cose che ho tralasciato di dire in quel post, è che c'è un motivo se si chiama Permacultura e non Permacoltura. Il motivo è che la Permacultura trae il suo nome dalla contrazione di "coltura permanente", ma anche di "CULTURA permanente". Non solo agricoltura quindi, ma anche economia, architettura, estetica, etica, filosofia, ecc...

martedì 14 dicembre 2010

Darwin, il complotto delle piante commestibili e la Permacultura



Salve a tutti. Ancora una volta il vostro Panda vi propone un filmato tratto da TED (come al solito è possibile vederlo con i sottotitoli in italiano). Nel video, Michael Pollan spiega alcune cose molto interessanti sull'agricoltura. Pollan, in particolare, mostra l'agricoltura da un punto di vista molto insolito, ossia quello delle piante. Nella parte conclusiva del suo intervento, inoltre ci racconta un piccolo, ma bellissimo esempio concreto del tipo di interazioni complesse che avvengono all'interno di una fattoria basata sulla Permacultura.
Questo intrigante filmato genera infiniti spunti di riflessione.
Eccovi quella del vostro Panda.

Il delirio di onnipotenza tecnofila dovuta alla temporanea abbondanza di petrolio, ha partorito una cultura drogata, che ha reinterpretato l'agricoltura in chiave acritica ed ignorante. La cultura dominante considera solo gli aspetti industriali del processo agricolo, a scapito di tutti gli altri, compresi quelli evoluzionistici. Il consumismo ha permeato l'agricoltura in profondità, tradendone la natura. Così si è passati da un'attività rinnovabile, basata sulla conoscenza pratica, ad consumo aggressivo (di pesticidi, diserbanti, concimi sintetici, acqua, energia, trattori, ecc...) che, proprio grazie alla forza bruta, si può permettere di ignorare completamente il patrimonio di conoscenze accumulate nei decenni dalla scienza. L'agricoltura moderna, rispecchiando il resto della società, è divenuta usa-e-getta.
La Permacultura, una materia troppo vasta e complessa per poter essere qui sintetizzata, si oppone a quella visione aggressiva e consumistica del rapporto uomo-piante-animali. La Permacultura reinventa tale rapporto in modo più equilibrato, solidale e produttivo. Se non avete mai sentito parlarne, è solo perchè la Permacultura soffre del peccato mortale (per il consumismo): quello di incrementare la produttività abbassando l'intensità di lavoro ed azzerando completamente l'acquisto di prodotti industriali (quali trattori, concimi sintetici, diserbanti, ecc...). Tale peccato, come sempre, è punito con l'oblio mediatico totale.
Non si creda che l'argomento sia marginale o di nicchia. Se siamo ciò che mangiamo, allora siamo petrolio. Se sapete qualcosa del picco del petrolio, sapete anche che, lungi dal riguardare "solo" l'energia e i trasporti, esso riguarderà anche la produzione di cibo. Se hanno ragione quelli che dicono che siamo già giunti al picco e se ha ragione chi sostiene che ci vogliono almeno 10 anni per ripristinare la normale fertilità del suolo dilavato dall'agricoltura moderna, allora abbiamo seri motivi per preoccuparci tutti di argomenti come questi. Quando si parla di inquinamento, inoltre, l'immaginazione corre subito allo smog automobilistico, a paesaggi colmi di ciminiere e discariche. Raramente però, parlando di inquinamento, si pensa all'agricoltura. La così detta agricoltura moderna, fatta di monoculture, sfruttamento intensivo del suolo, enormi sprechi idrici, concimi chimici non-rinnovabili, diserbanti, ecc... è invece una delle principali, se non la principale fonte di inquinamento ed alterazione del clima. Non tutti, ad esempio, sanno che l'allevamento ed il consumo della sola carne bovina ha un'impronta ecologica di proporzioni bibliche. Ecco quindi la necessità di parlare di agricoltura con un'ottica che va molto oltre quella della "semplice" agricoltura biologica. Ecco la necessità di iniziare a parlare di Permacultura anche in Italia. Sperando sinceramente che se ne parli e se ne pratichi sempre di più.

Un saluto a tutti dal Panda.

domenica 12 dicembre 2010

E io cosa ci posso fare?

Quante volte, discutendo con qualcuno sui mali del mondo, abbiamo sentito pronunciare quella domanda? Troppe volte, vero?
"E io cosa ci posso fare?", a ben guardare, non è una vera domanda, è una scusa. Se veramente non si sa cosa fare, allora la risposta alla domanda sgorgherebbe spontanea: devo capire, informarmi e riflettere per arrivare a sapere, finalmente, cosa dovrei fare. Se quella banale risposta non sgorga, è perchè con quelle parole, chi le pronuncia, non sta ammettendo il proprio spaesamento e la propria incertezza, ma la propria innocenza. "E io cosa ci posso fare?" potrebbe essere tradotto in un linguaggio più sincero con "Non è colpa mia, quindi non chiedetemi di fare nulla!" oppure "Qualsiasi cosa io faccia non servirà a nulla, quindi non chiedetemi di fare un bel niente". Scuse per non far nulla mal camuffate da stoica e virile rassegnazione.
A questo punto, di solito qualcuno si sente profondamente offeso da questo ragionamento...

sabato 11 dicembre 2010

Viva l'azione ed il co-coraggio

Siamo a dicembre e fra qualche settimana diremo addio anche al 2010. E' tempo di bilanci. Il primo anno di vita di questo piccolo blog è stato per chi scrive un'esperienza unica. Un'esperienza incredibilmente positiva che il vostro dilettantesco ed affezionato Panda desidera protrarre il più a lungo possibile. Un'esperienza da consigliare a chiunque. Nei pochi mesi trascorsi sono stati toccati numerosi argomenti in questo angolino di Internet: la Singolarità Tecnologica, i problemi ambientali, la giustizia sociale, le questioni culturali, il Picco del Petrolio, i problemi della libertà d'informazione, ecc...
Un sacco di argomenti, apparentemente distanti tra loro, ma accumunati da un'unica visione del futuro. Una visione preoccupata, ma non rassegnata. Una visione del futuro che si tramuta in un presette fatto d'azione. Una visione che congiunge presente e futuro all'interno di una solidarietà che non si lascia scoraggiare facilmente. Una visione che vuole spingere all'azione prima che convincere qualcuno.

venerdì 10 dicembre 2010

HOME



Qualcuno ha recentemente ricordato al vostro affezionatissimo Panda che in Internet si trovano gratuitamente perle di rara bellezza come Home (il video qui sopra, in edizione italiana). In omaggio allo splendore ed allo spirito meravigliosamente altruistico di questo film, ma anche all'anonimo amico che l'ha giustamente ricordato ed infine in omaggio a voi tutti, il Panda ha deciso di dare immediato rilievo alla questione, con questa pubblicazione flash.

Buona visione ed un saluto a tutti dal Panda.

Iraq, global warning, picco del petrolio ed infelicità

"Mi rattrista che sia politicamente sconveniente riconoscere quello che tutti sanno: la guerra in Iraq riguarda in gran parte il petrolio."

Chi pensate abbia detto queste parole? Un'attivista di Greenpeace? Gino Strada? Amnesty International?
Eh no! Le ha dette Alan Greenspan, ex-presidente della Fed ossia la Federal Reserve, la banca centrale degli Stati Uniti. Non un presidente della Fed qualunque, ma quello che è restato in carica per più tempo (dal 1987 al 2006) di ogni altro presidente della Fed. Quello che, da strenuo difensore del "laissez-faire" qual'è sempre stato, è probabilmente uno dei principali responsabili della crisi finanziaria con cui tutti dobbiamo fare i conti ogni giorno. Lo stesso Alan Greenspan che, dopo aver finalmente lasciato la sua poltrona alla Fed è stato assunto da un Hedge Fund famoso per aver scommesso sullo scoppio della bolla che il buon Alan aveva precedentemente contribuito a gonfiare. Il "fortunato" Alan che si è ritrovato nell'unica azienda al mondo ad aver guadagnato dallo scoppio della bolla, per la cronaca poco meno di 4 miliardi di dollari. 3,7 miliardi di dollari succhiati dalle vene esangui dell'economia reale, mentre la gente comune perdeva (negli Usa e nel resto del mondo) il lavoro e la casa. Perdeva? Diciamo che, ormai a distanza di anni, la gente comune continua a perdere il posto di lavoro e la casa. Un oceano di disperazione su cui i fondi speculativi continuano tutt'oggi a guadagnarci sopra cifre folli. Grazie Alan!

"Se hai una così misera considerazione di Alan Greespan, perchè lo citi?" vi domanderete voi. Beh, lo cito proprio perchè non vi sono dubbi. Nonostante le sviolinate passate dei mass media, non v'è alcun dubbio su ciò che ha combinato. Nonostante l'attuale silenzio dei mass media, non v'è dubbio su chi sia. Voglio dire quel tizio è stato quello che è stato e ha potuto fare quello che ha fatto solo ed esclusivamente grazie all'appoggio incondizionato di presidenti degli Stati Uniti come Ronald Reagan e George W. Bush. Definirlo un comunista o anche solo vagamente di sinistra sarebbe un'impresa anche per il nostro attuale Presidente del Consiglio dei Ministri. Non che l'essere di destra o di sinistra voglia dire molto per gente come Alan. L'unica cosa che persone come lui capiscono sono i soldi. Soldi e null'altro. Soldi, tanti e subito.

Mi domando: ma vi ricordate quando, per decidere sull'intervento in Iraq, si parlava di Armi di Distruzione di Massa? Vi ricordate quando si parlava di esportare la democrazia con i B52 e i missili intelligenti? Vi ricordate quando a milioni scendemmo in piazza in tutto il mondo per chiedere la Pace? Vi ricordate il silenzio assordante che è seguito?

E' stato un lungo silenzio, interrotto di quando in quando dall'ennesima news di un sanguinoso attentato suicida avvenuto in una qualche sconosciuta piazza irachena. Una strage dietro l'altra, letta con rassegnazione e senza inflessioni da un anonimo ed annoiato speaker. Poi è giunto l'Afganistan e poi, se non ci si metteva di mezzo la più catastrofica alluvione che si sia mai vista prima, ci si poteva mettere dentro anche il Pakistan.Sempre per tacer della Cecenia e della Nigeria ovviamente.

La Storia è passata con il suo carico di morti e distruzione ed è ora di dire chiaramente che sull'Iraq c'era chi aveva torto marcio e chi ragione da vendere. Chi aveva torto marcio è chi quella guerra l'ha voluta o appoggiata. Chi aveva ed ha ragione da vendere sono coloro che avevano tentato di avvisare che la storia delle Armi di Distruzione di Massa puzzava. Aveva ragione chi aveva detto (e tuttora dice) che i terroristi si combattono diffondendo il benessere e non spargendo bombe a tappeto sulla popolazione civile. Aveva ragione chi aveva detto che in Iraq ci si andava per il petrolio e non per motivi umanitari (strano proprio come Alan?! Ma a differenza di lui, ciò fu detto da persone comunissime sfruttando il buonsenso e non la conoscenza diretta di qualche amico petroliere).  L'Iraq non era l'unico regime sul pianeta purtroppo, eppure lì ci siamo andati con i carri armati mentre altrove non solo non ci andiamo, ma continuiamo a stringere nuovi e robusti legami economici pur sapendo perfettamente di stringerli con dittature feroci.

Si è andati in Iraq per rubare il petrolio agli iracheni. Si è invaso l'Iraq per nascondere temporaneamente  l'avvicinarsi del picco del petrolio. E' stato facile nascondere un fatto epocale come il picco del petrolio. Si è riusciti con mass midia ammaestrati, tramite operazioni facilmente occultate dal black-out informativo della guerra stessa e oviamente grazie della politica dei giornalisti "embedded". Le democrazie occidentati sono state totalmente scippate della libertà di stampa senza neppure accorgersene. Si è andati in Iraq per difendere il Dollaro tramite falso petrolio saudita e per speculare sugli armamenti e sulla "ricostruzione" dell'Iraq. Le democrazie occidentali non hanno saputo fermare le bramosie dei loro governanti ed hanno così ulteriormente aggravato un processo di massiccio riarmo che era già in atto su tutto il pianeta. Così si è data voce e linfa vitale a qualsiasi organizzazione terroristica sul pianeta. Le democrazie occidentali non sono state in grado di tenere a bada le proprie lobby ed ora il mondo è più povero, più inquinato e più pericoloso. Per tutto questo e molto altro ancora dobbiamo ringraziare gente che potremmo definire gli amici di Alan Greespan.

La stessa gente che ha spudoratamente mentito al mondo creando la guerra in Iraq è la stesso tipo di persone che ora nega il global warning con le stesse motivazioni con cui anni fa le case del tabacco negavano la pericolosità del fumo di sigarette. Quelle persone sono le stesse che parlano delle energie rinnovabili come se fossero ancora tecnologicamente immature e perfino potenzialmente dannose per l'ambiente ed il paesaggio. Quelle sono le stesse persone che dicono che il picco del petrolio è una frottola, che è tutta colpa della speculazione finanziaria. Sono le stesse persone che, curiosamente, dicevano e tuttora dicono che il mercato libero si autoregola ed è in assoluto il miglior sistema economico che l'uomo abbia mai creato. Sono le persone che sostengono che bisogna quindi lasciar fare tutto al mercato. "Sì è vero,"-  essi dicono -" il mercato ha generato la crisi economica, ma troverà miracolosamente anche la cura, quindi bisogna lasciarlo fare ed evitare a tutti i costi di porrgli dei limiti come ad esempio ratificare accordi internazionali sulle emissioni di CO2 oppure adottare una regolamentazione finanziaria saldamente anti-speculativa". Questi sono gli stessi che dicono che le compagnie petrolifere devono essere lasciate libere di trivellare dove e come cacchio vogliono questo povero pianeta anche se il disastro del Golfo del Messico e della BP è tutt'altro che finito. Queste sono persone del del "laissez-faire" ossia del "lascir fare" che però sottintende sempre il "losciar fare a loro, senza porre limiti o regole civili di sorta". Sono persone che hanno fatto della menzogna un'arte e una scienza oltre che una ragione di vita. In quanto tali sanno che per vncere non occorre convincere tutti che le proprie menzogne siano vere. Per vincere a loro basta insinuare il dubbio. Basta anche solo distrarre. Sono persone pronte a tutto...
Ma che persone sono?

Beh, non saprei?! L'unica cosa che le accomuna tutte quante è quella di essere plurimiliardari legati a doppia mandata alle lobby del petrolio e delle armi. Brave persone, vestite sempre elegatemente anche nei momenti più difficili (per noi). Ma se devo dirla tutta, sono soprattutto gente triste. Triste come chi passa la sua intera esistenza a truffare il prossimo accumulando sempre più soldi di cui non ha assolutamente bisogno. Triste come chi distrugge il mondo intero nel tentativo di rimpiazzare la felicità che ha perso (o mai provato) con il potere. Triste come gente che inganna se stessa come i suoi simili, schiava delle proprie ossessioni. Triste come gente che prova ad annegare nel lusso e nell'ostentazione del potere la più banale e comune delle paure: quella della morte. Persone che amano il potere, il sesso, il lusso ed i soldi non in quanto tali, ma come temporanee distrazioni dalla propria tristissima natura. Persone da compatire e non da odiare, nè tantomeno invidiare.

A noi tutti (loro compresi) il vostro affezionato Panda augura, fin da ora, un avvenire ed un mondo migiore.

giovedì 9 dicembre 2010

La de-desertificazione, la pil-pigrizia ed il co-coraggio

Prima di tutto precisiamo che la de-desertificazione non ha nulla a che fare con la balbuzia. Ma procediamo con ordine. Molti di voi avranno sentito parlare del tremendo problema della desertificazione. Gli ecologisti è da anni ormai che lanciano i loro appelli per far fronte a tale catastrofe planetaria. Nè mancano progetti grandi e piccoli per tentare di opporsi all'avanzare apparentemente innarrestabile di deserti e zone aride. Alcuni di voi forse avranno sentito parlare del mega-progetto proposto in tal senso dallo studente Magnus Larsson per trasformare le dune di sabbia in grotte abitabili e ricche di vegetazione sfruttando "semplicemente" la singolare capacità di alcuni batteri di solidificare la sabbia. Si tratta del sogno di trasformare vastissime zone del deserto più infuocato in una successione infinita di oasi.
Pochi di voi probabilmente sanno che il problema della desertificazione tocca anche l'Italia direttamente già da alcuni anni. C'è però un'altro aspetto della questione ancora meno nota...

sabato 4 dicembre 2010

Wikileaks raccontata da Julian Assange



In questi giorni più che mai, si fa un gran parlare di Wikileaks e dei dossier segreti da essa pubblicati. Prima di prendere posizione, qualunque essa sia, è però bene essere informati su ciò che si è chiamati a valutare. Il bello dell'era di Internet è che, a differenza del passato, il web ci permette sempre più spesso di avere un contatto non mediato con le informazioni che ci interessano. Il web ci consente cioè di trovare e saggiare alcune fonti di informazione scavalcando il circo, spesso grottesco, dei mass media tradizionali. Un circo pericoloso, fatto di stupidità gridate e ripetute ossessivamente. Per capire (o più onestamente, per farsi un'opinione che sia veramente propria) serve invece calma e serenità. Fedele a questa logica, il vostro Panda vi offre l'ennesimo video (tratto anch'esso da TED e visibile con i sottotitoli in Italiano). Nel video potete ascoltare cosa abbia da dire lo stesso Julian Assange sul fenomeno Wikileaks. Il video è per altro precedente alla tempesta dei cablogrammi diplomatici resi pubblici.

Ringrazio i curiosi, la cui ricerca condurrà a scoprire nuove strade, nonostante la tempesta.
Ringrazio i calmi, la cui moderazione permetterà a tutti di percorrere strade più sicure, nonostante la tempesta.
Ringrazio più di tutti i curiosi dall'animo moderato che, sorprendendo tutti, condurranno il mondo fuori dalla tempesta.

Buona visione a tutti dal vostro affezionato Panda.

P.S. - Se poi volete vedere com'è fatto uno dei tanto discussi cablogrammi, potete cliccare qui. Il link (stranamente snobbato dai più) è stato rintracciato grazie al prezioso lavoro di Debora Billi nel suo blog  Petrolio. Se avete tempo, il Panda vi consiglia di non perdervi il suo post sagacemente intitolato "Berlusconi non è Mattei, è il taxi." , che allude alla celebre frase di Mattei ossia: "i politici sono come i taxi: mi faccio portare dove voglio, pago la corsa e scendo". Se siete interessati alla politica energetica dell'Italia e vi incuriosiscono/preoccupano gli oscuri rapporti ENI-Gazprom, allora quel post è proprio ciò che fa per voi.
Saluti a tutti dal Panda.