venerdì 30 settembre 2011

TED sbarca in Italia !

Notizia flash della giornata n°2. Questa volta un’ottima notizia! L'immagine qui a fianco dice quasi tutto, comunque, il vostro affezionato Panda preferisce essere un po' più preciso.

Sabato 8 ottobre 2011, sul palco del teatro della Cavallerizza di Reggio Emilia, si terranno le popolarissime mini-"lectio magistralis" inventate in California negli anni novanta e rese successivamente celebri grazie al rilascio su Internet delle registrazioni video dei vari interventi. Parliamo ovviamente di TED (che sta per “Technology Entertainment and Design”), i cui video, per altro, hanno trovato spesso un posto d’onore qui su Pandemica-mente (e sicuramente continueranno a trovarlo in futuro). Gli interventi, dal carattere informale e dalla durata massima di 18 minuti, si susseguiranno a partire dalle ore 11.00 fino alle ore 20.00 e vedranno protagonisti imprenditori, registi, scrittori, funzionari, liberi pensatori. Si tratta però in tutti i casi di persone selezionate tenendo conto dell’alto livello di eccellenza raggiunto nei propri settori oppure per essere riusciti a mostrare col proprio operato che cambiare le cose in meglio, è possibile (l'elenco dei relatori lo trovate qui).

L’edizione di TED che si terrà a Reggio Emilia, tecnicamente, è una TEDx, ossia una versione organizzata in maniera indipendente, ma che ripropone a livello locale lo stesso format della versione madre.

Per saperne di più si veda direttamente sul sito http://www.tedxreggioemilia.com/ . Da lì, infatti, oltre a poter ottenere tantissime informazioni e chiarimenti, è possibile anche registrarsi, cosa utilissima per chi volesse assistere all’evento, dato che la partecipazione sarà GRATUITA, ma i posti a disposizione sono limitati ad un massimo di 100 partecipanti. Per chi rimanesse escluso, in ogni caso, rimarranno, come sempre, le registrazioni video su Internet.

Nota non di poco conto: il TEDx di Reggio (che, non a caso, cade nell'anno delle celebrazioni del 150° anniversario dell'unità d'Italia) è esplicitamente volto a ridare fiducia e speranza al paese in un momento di gravi difficoltà come quello che attualmente stiamo attraversando.


Buon futuro a tutti dal Panda

Petrolio a go-go!

Notizia flash: hanno ragione le compagnie petrolifere, di petrolio al mondo ce n’è ancora tantissimo. Sfortunatamente non tanto da evitare l'ormai sorpassato picco d'estrazione, ma abbastanza per devastare l’oceano Atlantico.

Cosa c’entra l’oceano Atlantico?

Semplice, perché la notizia riguarda ancora la famigerata Deepwater Horizon , la piattaforma petrolifera della BP al largo delle coste americane che ha devastato il Golfo del Messico con uno dei più mastodontici sversamenti di petrolio della storia dell’umanità. Come intuirete, purtroppo, non si tratta di buone notizie.

Nonostante la disgustosa cappa di silenzio piombata sulla vicenda (data prematuramente per risolta), la realtà sta dando ragione a quei soliti eco-catastrofisti che nei mesi scorsi parlavano di forti sospetti sull’effettiva situazione “idilliaca” descritta da BP ed autorità statunitensi. Oggi c’è l’evidenza di una nuova chiazza di petrolio e non si sa neppure da dove sta filtrando. Le ricerche sono ancora in corso.

Per chi volesse saperne di più si veda qui.


Un saluto a tutti dal Panda

giovedì 29 settembre 2011

Un altro mondo è possibile. Parola di... ...falsario?!



Questo video, tratto da TED e con sottotitoli anche in italiano, merita d'essere visto e meditato.
Al mondo ci sono eroi silenziosi che, senza eserciti nè violenza, riescono a cambiare il mondo.
Sono eroi armati solo della propria risolutezza ed intelligenza.

Se avete dei dubbi che un altro mondo sia veramente possibile, pensate questo: se un solo "normalissimo" uomo può far tanto quanto il breve video qui sopra lascia intendere, cosa possono fare tanti uomini e donne insieme?


Buon futuro a tutti dal Panda

mercoledì 28 settembre 2011

La fine della fede money-teistica è imminente! Convertitevi!

La globalizzazione e l’ultraliberismo degli ultimi anni sono riusciti dove nessuno aveva avuto successo: riunire il mondo sotto una sola fede. Certo non si tratta di una religione qualsiasi, ma sempre di religione si tratta. Parliamo del money-teismo ovvero del culto del Dio Denaro. Ne abbiamo già parlato altre volte su Pandemica-mente, ma c’è qualcosa da aggiungere. E non è una constatazione di poco conto: il money-teismo ha raggiunto la sua apoteosi, il punto di suo massimo splendore. Buon per lui e molto male per noi, viene da pensare, ma il nocciolo della questione è che, avendo toccato l’apice, d’ora in poi al Dio Denaro non resta che l’agonia il declino, quindi l’agonia ed infine la morte. Prima di morire si ammalerà, avrà sussulti e convulsioni, ma alla fine, come ogni altra cosa nel creato svanirà lasciando il posto a qualcos’altro (non necessariamente di migliore).

Non si creda che questa ipotesi poggi sulla speranza che ciò avvenga...

martedì 27 settembre 2011

DDL intercettazioni, alias “legge bavaglio”, alias delibera Agcom, alias “ammazza blog”...

Premesso che, per il Panda, la difesa della Costituzione viene molto prima del fair play politico…

Si fa presto a dire "un po' di smog"...

Di tanto in tanto escono notizie statisticamente sconvolgenti. Quasi sempre queste notizie vengono comunicate dai mass-media tradizionali sottotono e, ancor più spesso, non vengono comunicate affatto. D’altra parte la statistica, si sa, non appassiona molto. Forse però quel che le statistiche hanno da dirci dovrebbe interessarci maggiormente a volte. E’ questo il caso dei dati sullo smog a livello planetario rilasciati di recente dall’OMS (l’Organizzazione Mondiale della Sanità). La statistica in questione, per fortuna, è di quelle immediatamente comprensibili per tutti, perché risponde ad una domanda semplice semplice: quanti morti provoca lo smog, ogni anno, a livello mondiale?

La risposta dell’OMS, trattandosi di numeri, è a dir poco telegrafica: più di 2 milioni ed in aumento.

Per avere dei termini di confronto basti pensare che il consumo di alcol (la droga pesante più diffusa la mondo) uccide ogni anno 2,5 milioni di persone secondo l’OMS.

Qualcuno potrà dire: sì va beh, ma, sempre secondo l’OMS, i morti per il fumo da sigarette sono ben 6 milioni all’anno. Verissimo, ma la casistica più sensata per un confronto con lo smog, ossia i morti per il fumo passivo sono “appena” 600.000. In altre parole, per l’OMS, lo smog, ogni anno, uccide più di 4 volte tanto rispetto al fumo passivo! Si tratta di una realtà sanitaria che definire allarmante è decisamente riduttivo. Perché? Perché vuol dire che, raffinatezze scintifiche a parte, viviamo tutti letteralmente immersi nel veleno. Questa, che una volta sarebbe potuta apparire come un’esagerazione in stile chiacchiere da Bar o una sparata “eco-terrorista”, oggi è, di fatto, una banale constatazione derivante da informazioni assodate e convalidate dal massimo organismo sanitario al mondo.

C’è altro da dire?

No, ma solo perchè, forse, è giunta l’ora di agire. Dopo l’attacco terrorista del 11 settembre 2001, in cui persero la vita circa 3.000 persone, il mondo (a torto o a ragione) ha intrapreso almeno 2 guerre, è vissuto come fosse sempre sotto assedio per più di 10 anni e si sono persino ridotti i diritti civili delle persone. Se gli attentati avessero causato più di due milioni di morti tutti gli anni (e ogni anno più di quelli precedenti), cosa sarebbe successo? Il vostro affezionato Panda, non ne ha idea, ma dubita che si sarebbe risolto tutto facendo spallucce e continuando come se nulla fosse. Forse quella “strana” tolleranza per centrali a carbone, trasporti su gomma ed inceneritori che tanto sollazza i grandi capitali andrebbe ridimensionata almeno un poco. Prima che il mondo intero vada in fumo, si spera.


Buon futuro a tutti dal Panda

lunedì 26 settembre 2011

Petizione per ridurre gli stipendi ai parlamentari

Che altro aggiungere? Il titolo sembrerebbe dire già tutto quel che c’è da dire. Rimangono però da fare un paio di doverose precisazioni.

La prima è che il vostro affezionato Panda, sostenendo questa petizione, non desidera affatto un ritorno al passato (quando fare il parlamentare era cosa riservata esclusivamente a chi era già ricco e sosteneva di propria tasca le ingenti spese connesse al ruolo col solo scopo di escludere i meno abbienti dalla carica). Oggi, quel rischio di esclusione economica è ormai ampiamente scongiurato. Le elargizioni di varia natura agli onorevoli sono cresciute a dismisura, cosicché, con la crisi economica in atto, si deve riconoscere che ad essere seriamente a rischio è soprattutto la credibilità della politica nel suo complesso. Questo è un problema non di poco conto per la nostra democrazia. Chi può dirsi, infatti, veramente democratico se non partecipa attivamente alla politica e, contemporaneamente, non si fida neppure dei suoi stessi rappresentanti? La democrazia è ancora tale senza partecipazione né fiducia dal basso e senza decenza né credibilità dall’alto?

La seconda precisazione da fare è che questo genere di richieste popolari non possono essere semplicisticamente tacciato di anti-politica. E’ vero che la responsabilità di una diffusa partecipazione alla vita democratica del paese spetta solo ed esclusivamente alle persone comuni che lo abitano. Tuttavia, sul piano pratico, è altrettanto vero che aumentare la partecipazione politica dal basso (e non mi riferisco solo al voto) sarà difficile finché la politica continuerà ad essere intesa e rappresentata come uno spregevole “magna-magna” e ancor più difficile fintantoché la politica si paleserà essa stessa come tale con infiniti ed ingiustificati privilegi auto-assegnati. La decenza e la credibilità politica non è più un vezzo legato alle buone maniere, come i mercati finanziari ci hanno più volte ricordato. La petizione quindi non può essere definita neppure moralistica. E’ una necessità: la credibilità dei nostri rappresentanti ha toccato il fondo proprio quando ci sarebbe bisogno di autorevolezza. Si tratta di un’esigenza democratica ed economico/finanziaria, ma anche strategica: senza autorevolezza come si riuscirà mai ad infondere alle persone la fiducia necessaria ad oltrepassare questa crisi? Senza come si potranno intraprendere innovazioni all’altezza degli ostacoli attuali?

Pandemica-mente sostiene quindi la petizione per richiedere la riduzione degli stipendi dei parlamentari. Lo fa per contribuire a mandare un segnale forte all’attuale classe politica (per intero), per riscoprire e far riscoprire il valore della partecipazione politica dal basso e persino per riassaporare il gusto della coesione sociale. Il vostro Panda, infatti, ha il forte sospetto che questa richiesta metta d’accordo, una volta tanto, proprio tutti gli italiani, indipendentemente dallo schieramento d’appartenenza.

Per chi desidera sottoscrivere la petizione cliccare qui.


Saluti a tutti dal Panda.

mercoledì 21 settembre 2011

Kitegen, critiche, repliche e meritocrazia in Italia

Ecco le critiche:


Vola Alto - quello che non si dice sul kitegen from Mattia Butta on Vimeo.

E qui la replica della Kitegen


Vola Alto 2 - La replica della Kitegen research s.r.l. from Mattia Butta on Vimeo.

Il vostro affezionato Panda non condivide lo scetticismo dell'intervistatore, ma apprezza grandemente un caso di giornalismo in cui si da ampio spazio alle informazioni e ai diretti interessati. Si noti che i due video risalgono ormai a circa un anno fa. Nonostante tutto, sembra che ancor oggi la politica continui a latitare ed i privati ad approfittarne. E' molto triste vedere l'eccellenza pubblicamente punita anziché premiata (o per lo meno incoraggiata).

Si finge di stupirsi che l’agenzia internazionale di rating Standard & Poor’s abbia deciso di tagliare il voto di affidabilità all'Italia. Certamente le agenzie di rating non sono sante e, dopo tutto quel che è successo in questi anni, la loro credibilità è ai minimi storici, ma l'Italia ha servito loro il declassamento su un piatto d'argento (e continua a farlo, cosicché il FMI si sta già leccando i baffi pregustandosi un lauto banchetto con la nostra carcassa).

Perché il Panda dice tutto ciò? Perché, nonostante le impressioni, le risorse per risollevarsi l'Italia ce le avrebbe, ma i parassiti, gli ignoranti e gli incompetenti sono davvero troppi. Serve più dinamismo. Trascurare progetti come il Kitegen (ma lo stesso vale per il solare a concentrazione di Rubbia e tantissimi altri casi meno noti) è follia, non politica né economia. Quando si parla di meritocrazia in Italia sembra di parlare di un UFO, ma la meritocrazia non è un optional di cui si può far a meno. Non in tempi come questi. O lo si capisce ed accetta o si fallisce (e non in senso figurato).

Un saluto a tutti dal vostro affezionato Panda

lunedì 19 settembre 2011

Good News pure dai... ...videogiochi?!

Ci sono moltissimi videogiochi online. Ce n'è per tutti i gusti. Foldit è uno di loro. Si tratta però di un videogame molto, molto particolare. Procediamo però con ordine. Va detto che tutto ebbe inizio nel 2005, negli Usa, quando l'Università di Washington decise di imitare/emulare il sistema di calcolo distribuito del famoso progetto http://it.wikipedia.org/wiki/SETI@home. L'Università di Washington, però , a differenza del SETI, non era interessata a decifrare eventuali messaggi di civiltà aliene, ma, più "banalmente", a comprendere le proteine. Nacque così il progetto Rosetta@home, con cui i ricercatori statunitensi chiedevano aiuto alle persone comuni permettendo a chi volesse di scaricare sul proprio pc un software che, nei momenti di inattività del computer domestico, sfruttasse il potere di calcolo inutilizzato dello stesso per tentare di determinare la forma tridimensionale di proteine ancora sconosciute. Fu un successo tale che i ricercatori statunitensi si domandarono se non fosse possibile coinvolgere le persone direttamente, utilizzando non più solo la capacità di calcolo dei loro pc, ma anche le capacità logico-spaziali dei loro proprietari. Coinvolgendo attivamente le persone nella soluzione dei puzzle strutturali delle molecole proteiche, infatti, spesso si può riuscire a risparmiare molto tempo. Per quanto elevata sia la potenza di calcolo dei pc, infatti, essi mancano totalmente del normale intuito umano. Da questa intuizione, nel 2008, è nato Foldit, un videogioco online in cui i partecipanti manipolano strutture proteiche in modo da aiutare i ricercatori a risolvere complessi quesiti scientifici. Quanto può essere utile un “giochino” alla ricerca medica? Beh, basti pensare che, in appena tre settimane di gioco, è stato risolto un rompicapo con cui i ricercatori erano alle prese da ben 15 anni!

Il Puzzle in questione riguardava una particolare classe di enzimi chiamati protesi retrovirali. Come il nome stesso fa intuire si tratta di molecole che hanno a che fare con i virus (e più in particolare con la loro replicazione e propagazione). Quegli enzimi non riguardano però dei virus qualunque, ma alcuni della stessa famiglia dell'HIV. Tutto ciò quindi aiuterà anche la ricerca contro l’AIDS! I ricercatori avevano tentato a lungo, ma inutilmente, di risolvere il mistero tramite la cristallografia a raggi X (il metodo d’indagine più comune, ma anche più lento e costoso). Il mistero aveva retto anche all’attacco dei potenti algoritmi di Rosetta@home. Ma si è sgretolato dinnanzi a un gioco collaborativo in cui persone comuni, divertendosi, hanno contribuito a far luce su un importante meccanismo biologico. Raffinando il modello ottenuto grazie ai videogiocatori, infatti, i ricercatori sono finalmente riusciti a determinare la struttura della proteina sconosciuta, la quale, inoltre, si è rivelata sensibile all’azione di farmaci antiretrovirali. Grazie a uno di quelli che una volta si chiamavano con disprezzo “giochini elettronici”, ora lo studio che descrive questo importante enzima è stato persino pubblicato su Nature Structural & Molecular Biology!

Se l’intera comunità scientifica ed i super computer falliscono, dove arriva invece rapidamente la collaborazione gratuita di persone comuni e la loro voglia di giocare, cosa è impossibile?

A ben pensare è persino meglio di così: chi l’avrebbe mai potuto dire che un progetto per tentare di intercettare messaggi alieni avrebbe fatto scuola al punto da ispirare la ricerca biologica e che i frutti di quell’ispirazione avrebbero portato un giorno, tramite il gioco ed il divertimento, ad un importante contribuito alla lotta contro l’AIDS? Quante volte si sono sentite critiche come: perchè sprecare soldi e tempo per cercare gli omini verdi?

Eh no, gli sprechi sono altri! Non certo nella ricerca scientifica e nell'innovazione!

In fondo è il bello della ricerca: si sa da dove si parte e dove si vorrebbe arrivare, ma non dove si finirà effettivamente e quindi neppure quale utilità si potrà ottenere. Al di là delle apparenze, la ricerca scientifica, la creatività, la passione e la solidarietà, sono il vero motore economico ed umano del capitalismo e chi li taglia, opprime ed ignora non sa dove vive, figuriamoci poi se sa come risolvere i nostri problemi. Servono politici più seri, ossia politici che osino mettersi in gioco (e visti i risultati in biologia…). Grazie Foldit! E grazie anche a voi che avete letto fin qui!

Buon futuro a tutti dal vostro affezionato Panda

sabato 17 settembre 2011

In memoria di Randy Pausch, ovvero grazie Randy!



Il vostro affezionato Panda è felice di condividere con voi l'ultima conferenza del prof. Randy Paush. Il video (con sottotitoli in italiano), è una grande lezione di vita. Un'incredibile esaltazione della felicità e del valore di una buona vita. Un fantastico viaggio incentrato sul valore dei sogni infantili e l'importanza di realizzarli attraverso una vita spesa bene.

Il vostro Panda ha guardato questo video diverse volte e crede di aver ricavato tre allegri insegnamenti:

1) Se persino un uomo in procinto di morire può farci ridere, ispirarci e farci sognare (e addirittura ridere lui stesso nel farlo), cos'è veramente impossibile? Niente! Niente è impossibile con un pizzico di bontà.

2) "Volere è potere" è un detto tanto vecchio quanto vero, ma lo è solo ad una condizione: se ci si ricorda che è altrettanto vero che non si otterrà mai esattamente quel che si desidera. O, per lo meno, ciò è quel che ci tocca se siamo veramente fortunati. Tanto fortunati da godere di una vita piena di sorprese, sfide e tesori inaspettati.

3) Combattere e faticare per quel che si ritiene giusto e per le persone a cui vogliamo bene è molto più importante che vincere. E', infatti, perfettamente possibile arrivare sempre primi, avere tutto ed essere comunque infelici ed insoddisfatti. Far del bene alla parte più profonda e sincera di noi stessi ed alle persone che amiamo, invece, è totalmente incompatibile con l'infelicità e l'amarezza. Tutti sogniamo di vincere, ma, con un pizzico di bontà, si scopre che la vita può regalarci molto più di quel che la nostra fantasia più sfrenata può concepire.

Grazie Randy!

Buon futuro a tutti dal Panda

venerdì 16 settembre 2011

Poveri ministri

Son tempi duri. Persino per i ministri della Repubblica! Guardate il video qui sotto se non ci credete.



Per capire come si sono ridotti ad essere, anche questo non è male...



E cosa gli tocca sopportare a questi poverelli...



Beh, sì, non c'è che dire, i ministri italiani ultimamente sono proprio dei poverini. E, in un momento di crisi come questo, di poverini così proprio non ce ne sarebbe bisogno. A proposito, ma non dovevamo diventare tutti ricchi? Mah, sarà uno scherzo della misera memoria del vostro Panda. Comunque sia, quel che è certo è che ora siamo tutti più poveri, persino i ministri!

Fuor d'ironia, si può comprendere fino in fondo l'estrema miseria di costoro solo confrontandola con l'incredibile ricchezza che emerge dal video del post successivo (vedi qui). Come si diceva una volta: vedere per credere!

Buon futuro a tutti, ricchi e non, dal Panda.

giovedì 15 settembre 2011

La crisi del credito


La Crisi Del Credito - con sottotitoli in italiano from Oreste Attanasio on Vimeo.

Questo simpatico cartoon di Jonathan Jarvis (sottotitolato in italiano), spiega in modo sufficientemente esaustivo, ma comprensibile e divertente, i retroscena della crisi del credito. Comprendere la crisi del credito, tuttavia, è solo un primo passo, poiché essa altro non è che una delle componenti dell'attuale crisi economica. La crisi economica nel suo complesso, infatti, si devono coinvolge anche le gravissime conseguenze (economiche e non) derivanti dal picco del petrolio e, più in generale, dall'esaurimento delle risorse, come pure dai cambiamenti climatici (in atto e futuri) e alla sovrappopolazione. In definitiva la crisi economica cui tutti stiamo assistendo non ha nulla a che fare con una comune recessione. Non sono solo le dimensioni o la durata o le forme tecniche della voragine finanziaria ad essere differenti rispetto al passato, ma anche la natura stessa della crisi. Quella che stiamo vivendo, difatti, è solo la fase iniziale di una crisi di sistema, ossia una crisi che mette in discussione non solo il mondo della finanza, quello del lavoro e della politica, ma tutto il nostro stile di vita.

Qualcuno forse si domanderà: a che serve saperlo?

Beh, come disse una volta il buon vecchio Albert Einstein: “Non si può risolvere un problema con la stessa mentalità che l'ha generato”. Il ché vuol dire che non è tempo di correggere o smussare gli angoli, è tempo di cambiare, cambiare profondamente. Per farlo però occorre consapevolezza e coraggio, perché senza l’una o l’altro non si va da nessuna parte e non si può veramente cambiare mentalità, né tanto meno risolvere i problemi del mondo.


Buona mentalità e futuro a tutti dal Panda

mercoledì 14 settembre 2011

Mox = grossi guai ; Cattiva politica = ...

L'impianto nucleare di Marcoule in Francia, dove è avvenuto l’esplosione di cui parlano in questi giorni giornali e telegiornali, non è un reattore nucleare, ma più precisamente un impianto per il trattamento dei combustibili nucleari. In pratica l’esplosione è avvenuta in un forno per la produzione del MOX (Mixed Oxide Fuel). Sfortunatamente per noi, questa è una pessima notizia, perché il Mox non è un combustibile fissile tradizionale, ma viene ricavato dal riprocessamento delle testate nucleari dismesse. In altre parole il MOX è una lega di plutonio ed uranio la cui elevata pericolosità deriva dal tasso di radiotossicità drasticamente superiore a quella dell’uranio utilizzato nei reattori tradizionali. Nel caso francese, quindi, si tratta di un incidente potenzialmente molto pericoloso. Per stabilire l’effettiva gravità però bisognerebbe conoscere i dettagli dell’incidente, ossia cosa è stato coinvolto nell’esplosione (nessun combustibile, una parte, un semilavorato o il prodotto finale cioè il MOX appunto). Questo purtroppo è proprio il genere di notizie che il governo francese non sta fornendo, ricalcando apparentemente la pantomima del governo nipponico: minimizzare, rassicurare, censurare. Questo, va da sé, non significa automaticamente che sia avvenuto il peggior caso ipotizzabile a Marcoule, ma, altrettanto certamente, non rassicura affatto gli animi.

Al di là delle ovvie questioni di sicurezza ed ambientali, comunque, è avvilente vedere come, in caso di incidenti nucleari, paesi che si suppone democratici seguano ormai di routine la “migliore” tradizione sovietica, ossia uno stile comunicativo del tipo: “Incidente? Quale incidente?”

La questione si fa ancora più avvilente, se si tiene conto del livello giornalistico medio, diviso equamente tra sensazionalismo, superficialità ed ignoranza gratuita. In altri termini, gli incidenti nucleari, oltre ad essere una fonte di preoccupazione in quanto tali, mettono in luce un pericoloso indebolimento dei regimi democratici occidentali. Lo si vede con istituzioni governative che si screditano pubblicamente pur di proteggere i soliti interessi forti e lo si vede con mezzi d’informazione viscidamente servili in bilico tra complicità presunte ed incompetenze manifeste. Come si può biasimare, in questa situazione, chi viene additato come vittima della sindrome di NIMBY (Not In My Back Yard, letteralmente "Non nel mio cortile")? In questo clima di discredito generalizzato e diffuso a livello patologico, come biasimare chi non vuole i lavori della TAV, dell’ennesimo inceneritore o discarica oppure di una centrale nucleare dietro a casa propria? Il problema, infatti, non è più se le tecnologie adottate da questi mega-progetti siano effettivamente sicuri o meno, ma se lo siano le classi dirigenti che li propongono. Tecnologie pericolose potrebbero essere concesse sotto stretta sorveglianza ad una classe dirigente responsabile, ma tecnologie pericolose in mano a gente pericolosa è un po’ troppo. Non si da una bomba a mano a Giamburrasca! Con un sistema politico screditato e tanto vicino alle esigenze dei big della finanza da renderlo praticamente indistinguibile da quel mondo e con un sistema di mass-media pateticamente propagandistico e servile, chi può sinceramente fidarsi di quel che dice questo o quel politico? Perché d’altra parte ci si dovrebbe fidare di istituzioni cosi solerti nel “lisciare il pelo” ai grandi capitali e contemporaneamente così fulminee a sottostimare e minimizzare sistematicamente qualsiasi rischio ambientale, economico e di salute pubblica?

Il vostro affezionato Panda si rende conto che qualcuno potrebbe considerare questi dei pericolosi discorsi da anti-politica. Di fatto però non sono altro che una triste constatazione della situazione della politica. La democrazia, quella vera, non ammette paraocchi. La democrazia, quella vera, non ammette nemmeno la rassegnazione o l’ipocrisia. C’è una questione morale più che evidente che riguarda non solo la politica, ma più in generale l’intera classe dirigente a livello planetario. Alla corruzione, all’affarismo ed alla degenerazione dei rapporti sociali si deve aggiungere una sempre più manifesta incompetenza tecnica e disattenzione verso tutto ciò che rappresenta un vero pericolo per la società nel suo complesso. In questo clima si giunge al paradosso in cui non solo il trattamento del MOX diventa un pericolo insostenibile, ma persino quello della comunissima spazzatura urbana. La democrazia, se non vuol soffocare sotto montagne di rifiuti (radioattivi e non) deve assolutamente trovare il modo di rinnovare e migliorare la propria classe dirigente.

La triste realtà è che la sindrome di NIMBY, semplicemente non è più una sindrome. La sindrome vera, al contrario, si annida nel capitalismo senza freni che passa sulle nostre vite come una nube tossica. Non è un problema tecnologico. Il MOX (francese o nipponico che sia) non è il guaio principale del nucleare. Il guaio vero per il nucleare come per ogni altra cosa è una classe dirigente grottescamente asservita alla lobby di turno, tanto da preferire un suicidio politico piuttosto che rischiare uno “sgarro” verso tali potenti gruppi di pressione.

C’è qualcosa più tossico del MOX e sta prendendo decisioni cruciali per il futuro di tutti noi. Saranno buone decisioni? Il vostro Panda crede di no e crede anche che non siano decisioni che competano a quei decisori. Quelle decisioni riguardano noi tutti, quindi competano a noi tutti. Serve perciò più consapevolezza, più attivismo, più partecipazione. Ripigliamoci il nostro futuro e…

…buon futuro a tutti dal Panda

lunedì 12 settembre 2011

Deserto? Quale deserto?



Nel post precedente si è detto che, se è posibile portare un giorno di pace e non-violenza (il 21 settembre) in un paese come l'Afghanistan (ed è già stato fatto), allora è possibile farlo ovunque e che se è possibile creare pace per un giorno all'anno in tutto il mondo (ed è possibile), allora è possibile anche farlo per tutti i restanti giorni dell'anno.

Il video qui sopra (sottotitolato in italiano) parla di un caso esemplare di permacultura in pieno deserto. Anche se il video parla di agricoltura, anzichè non-violenza, il concetto rimane identico: se è possibile coltivare il deserto in modo sostenibile (e con risultati persino molto migliori rispetto alle tecniche industriali ad alto impatto ambientale), allora è possibile farlo ovunque. In altri termini: non abbiamo scuse. A dircelo sono i fatti.

Fatti, non semplici teorie o buoni propositi per il futuro. Eppure anche i fatti possono non bastare a cambiare le cose, se nessuno (o quasi) li conosce. Serve un mondo dell'informazione meno asservito ai grandi poteri economici, ma soprattutto meno pigro, banale e sciatto. In mancanza di quella serietà giornalistica anche il passaparola va benissimo. Il semplice passaparola può far miracoli. Per chi si vuole informare, infatti, sarà chiaro che un altro mondo è veramente possibile. Sarà chiaro che un altro mondo è conveniente e necessario. Per chi si vuole informare,è chiaro che un altro mondo è già tra noi e convive con quello, assai meno attraente, che noi tutti conosciamo e di cui quasi tutti si lamentano. E' ora di cambiare, quindi...

...buon futuro a tutti dal vostro affezionato Panda.

venerdì 9 settembre 2011

Il 21 settembre si avvicina

Anche se siamo a ridosso del decimo anniversario del terribile attentato del 11/09/2001, qui non si parlerà affatto delle torri gemelle. Non c’è quindi nessun errore nel titolo di questo post. Qui si parlerà proprio del 21 settembre. Una data storica. Di cui andare fieri e da far conoscere a tutti. Perché? Perché c’è chi, da tempo, sta tentando in ogni modo di far divenire questa data una ricorrenza di pace, non-violenza e di cessate il fuoco su scala mondiale. Il vostro affezionato Panda non può far altro che sostenere con tutte le proprie energie questo progetto (PEACE ONE DAY). Lo farà dando spazio all’ideatore stesso de progetto (Jeremy Gilley) tramite il video qui sotto (tratto da TED e sottotitolato anche in italiano). Jeremy è una persona qualunque, ma con una forza eccezionale. Una di quelle persone che non si tira in dietro. E’ andato all’ONU, ha scritto e parlato con le persone più importanti del pianeta, ha girato un film, ha coinvolto celebrità, ha parlato con giovani, ONG, scuole ed istituzioni di mezzo mondo per tentare di portare almeno una giornata di pace e tregua al mondo. Jeremy è uno che non molla. Un sognatore?

Beh, non deve essere l’unico, dato che è già riuscito a far calare del 70% la violenza in Afghanistan nella giornata del 21 settembre. E , come lui stesso sostiene, se è possibile in Afghanistan, allora è possibile ovunque. E se è possibile per un giorno, allora lo è anche per i restanti 364 giorni dell’anno.

Va notato che Jeremy ha inizaito questa sua battaglia diversi anni fa. Pochi giorni prima dell’attentato alle torri gemelle, Jeremy è riuscito a far approvare la giornata del 21 settembre come giornata mondiale della non-violenza all’ONU. Sono passati dieci anni da allora, 10 anni tremendi per chi ama la pace, ma Jeremy ancora si batte affinché il 21 settembre divenga effettivamente un giorno di pace conosciuto e rispettato da tutti. Jeremy non molla. D’altra parte, il 21 settembre è qualcosa per cui vale la pena combattere con ogni mezzo (fuorché le armi ovviamente). Il Panda ha notato che in Wikipedia la pagina dedicata a PEACE ONE DAY appare in appena 3 lingue (tra cui non figura l’italiano). A questo punto il vostro affezionato Panda lancia un appello: sarebbe veramente bello se chi conosce le lingue si offrisse di tradurre e completare questa imperdonabile mancanza sull’enciclopedia più letta e completa del mondo. Chiunque può scrivere su Wikipedia e chiunque può aiutare il buon Jeremy diffondendo come può il suo messaggio di pace.

Buona visione e (anche se in anticipo) buon 21 settembre 2011 a tutti dal Panda.

giovedì 8 settembre 2011

Le tasse ed il destino del mondo

No, no! Questo post non ha nulla a che fare con manovre finanziarie e dispute tra destra e sinistra. Il vostro affezionato Panda non parlerà di Berlusconi o dell’opposizione. Il titolo stesso del post, “Le tasse ed il destino del mondo“, non deve essere inteso in senso ironico, ma letterale. Ciò detto…

Good News

Il Rocky Mountain Institute, un prestigioso centro di ricerca statunitense, pensa sia tecnicamente fattibile trasformare l'attuale economia più inquinante del mondo (quella made in USA) in modo radicale, ossia rendendola completamente indipendente dai combustibili fossili (si veda qui). Della serie volere è potere.

Si stanno facendo progressi nel tentativo di produrre carne in vitro (vedi qui). Perché questa dovrebbe essere una good news? Perché, se ci si riuscisse veramente (in modo sostenibile ovviamente), si potrebbero evitare le atrocità e le sofferenze connesse agli allevamenti di massa. Soprattutto però si potrebbero avere due enormi vantaggi: liberare una quantità sconfinata di terre agricole immediatamente convertibile ad alimentazione umana e ridurre enormemente le emissioni di gas serra a livello mondiale. Queste due ultime prospettive sono particolarmente allettanti perché avrebbero un ruolo fondamentale nel salvataggio del pianeta se si considerano l’enorme impatto ambientale dell’attuale consumo di carne, la sovrappopolazione planetaria e l’esaurimento delle risorse non rinnovabili (in particolare petrolio e sostanze ad uso agricolo).

L’MIT (il Massachusetts Institute of Technology di Boston) avrebbe sviluppato un antivirale polivalente e forse universale (vedi qui). Occorreranno anni per testarlo, ma i presupposti sono entusiasmanti. HIV, Ebola, epatite, H1N1, influenza, ecc… Sono tutti virus. Il possibile impatto sulla salute mondiale, ma anche sull’economia, sulla demografia e quindi persino sull’ecologia sono impressionanti. Basti pensare che il tasso di natalità esasperato di molti paesi del terzo mondo è strettamente collegato alla percezione del rischio di morire: più si vive in ambienti in cui è facile morire, più si tende a fare molti figli. Ridurre la mortalità generale ed infantile, paradossalmente, riduce fortemente la pressione demografica e ridurre quella vuol dire ridurre pure la pressione sugli ecosistemi. Il bene genera il bene.

Di notizie come queste ne è pieno il mondo. Dar loro visibilità vuol dire rendersi conto di quel che è possibile fare, se solo si volessero cambiare le cose. Dar visibilità alle good news, non ha quindi valore consolatorio. Serve a spingere le persone a cambiare. Il cambiamento, si sa, è psicologicamente e socialmente faticoso. Non si può pretendere di smuovere le masse verso il cambiamento del proprio stile di vita e del proprio modo di vedere il mondo prospettando solo apocalissi e devastazioni. Una popolazione impaurita e/o depressa tenderà ad essere apatica e conservatrice e, oggi, questo non possiamo proprio permettercelo.

Un mondo diverso è possibile e necessario: dobbiamo cambiare il nostro stile di vita o saranno guai seri per tutti. Se invece saremo in grado di cambiare staremo molto, molto meglio, infatti, quando si parla di “cose buone”, due più due non fa quattro, ma ventidue. Il bene genera bene e, pure questa, non è altro che una delle tante good news dimenticate.


Buon futuro a tutti dal vostro affezionato Panda

martedì 6 settembre 2011

Oggi: Sciopero Generale di 8 ore


 Il vostro affezionato Panda aderisce allo sciopero generale di 8 ore indetto dalla CGIL per oggi. Qui sotto potete vedere un video con le motivazioni sommarie della manifestazione.




Un saluto a tutti dal Panda

domenica 4 settembre 2011

Fotovoltaico, eolico e la nuova Frontiera

C’è chi dice che tra tanti, tanti, tanti anni si potrebbe forse arrivare a coprire perfino il 20% del fabbisogno energetico tramite energie rinnovabili. Queste “illuminate” persone, ovviamente, non sono tedesche. Perché? Beh, per il semplice motivo che in Germania si è già oltrepassato il fatidico 20% (vedi qui). Il tanto criticato fotovoltaico, lì, tanto criticato non lo è per niente. Come si è sempre detto, infatti, la Germania è terra o’sole! Niente a che vedere con la nostra buia, fredda e tetra Italia. No?!

sabato 3 settembre 2011

Perma-che? Permacultura!


UNA FATTORIA PER IL FUTURO - PERMACULTURA from spirito intelligente on Vimeo.

Questo stupendo documentario della BBC con sottotitoli in italiano il Panda lo aveva già pubblicato (qui). Si tratta senz'altro di una ripetizione. Ci sono però casi in cui ripetersi è un pregio. Questo è uno di quelli. Perché? Innanzi tutto perchè il video proposto è propio ben fatto, poi perchè nella versione Vimeo, a differenza di quella precedente (di YouTube), il filmato scorre senza interruzioni, non essendo stato spezzettato in vari capitoli. Soprattutto però vale la pena ripetersi, perchè il messaggio di "Una fattoria per il futuro" è semplice e comprensibilissimo per tutti, ma rigoroso e serissimo. Inoltre questo video consente a chi non ne sa nulla di farsi un'idea equilibrata, affiancando ai giusti timori per i guai che il picco del petrolio potrà comportare, la bellezza delle possibili soluzioni (la permacultura appunto!).

Buona visione a tutti dal vostro affezionatissimo Panda

Il messaggio in bottiglia di Antonio Turiel

Message in the bottle
Immagine di Dasha Bondareva

Questo post (o per meglio dire quanto segue a questa breve premessa) non è opera del Panda, ma di Antonio Turiel (ricercatore dell’Istituto per le Scienze Marine di Barcellona). E' un articolo apparso su “The Oil crash”  il 25 Agosto 2011 ed è stato tradotto dallo Spagnolo da Massimiliano Rupalti. Pandemica-mente si limita qui ad offrire il proprio piccolo contributo affinché questo importante messaggio possa attraversare l'oceano d'indifferenza che lo circonda. Il Panda coglie inoltre l'occasione per ringraziare ancora una volta il prof. Ugo Bardi, fonte inesauribile di riflessioni ed informazioni interessanti. Infine il vostro affezionato Panda invita voi tutti a collaborare nella diffusione, con ogni mezzo (voce, carta, mail, blog, facebook, ecc...), del messaggio in bottiglia del buon Antonio. Non è più tempo di negare, scappare, deprimersi o rinviare.
E’ tempo d’agire.

Buona lettura.
--- o ---

Caro lettore...


venerdì 2 settembre 2011

L'Essenza della permacultura by David Holmgren

La Permacultura (di cui il Panda si è già occupato più volte, ad esempio qui e qui) è stata inventata da Bill Mollison e David Holmgren. Per chi desiderasse farsi un'idea iniziale, oppure di sintesi, su questa vasta ed affascinante materia, qui sotto potrà trovare un ottimo testo scritto da David Holmgren stesso. Si tratta di un agevole sunto (in italiano) di appena 16 pagine.

Per una lettura più agevole, si consiglia di utilizzare il tasto "Fullscreen" che si trova in fondo al riquadro di lettura qui sotto (sulla sinistra). In alternativa è possibile cliccare il seguente link : Essenza-della-permacultura . Il link rimanda allo stesso testo, direttamente da Scribd, un bellissimo sito ricolmo di articoli e testi interessanti sui più disparati argomenti, una buona parte dei quali in italiano.

Questo è tutto.
Il vostro affezionato Panda vi augura una buona lettura.

giovedì 1 settembre 2011

Rubano il futuro, lo vendono nel presente e lo chiamano PIL



Avendo saccheggiato il buon Paul Hawken per trovare un bel titolo per questo post, il vostro affezionato Panda si sente in dovere di riportare le parole di Hawken con maggior precisione, dato che sono parole che meritano d’essere ripetute con precisione. Quel che Paul Hawken ha detto, in effetti, è che: “Al momento stiamo rubando al futuro, vendendolo nel presente, e questo lo chiamiamo Prodotto Interno Lordo”. Probabilmente non esiste un modo più sintetico e preciso per descrivere l’attuale sistema economico in cui noi tutti viviamo. Eppure quel sistema economico, come qualsiasi altro complesso sociale, non è un monolite perfettamente coerente a sé stesso. Anche all’interno di questa folle economia che vorrebbe il PIL in eterna crescita in un pianeta dalle risorse limitate, c’è qualche crepa e qualche disomogeneità. Alcune parti di questo sistema, in altri termini, non sono affatto così diabolicamente truffaldine, stupide e catastrofiche come il resto del sistema nel suo complesso, anzi!

Il video qui sopra (sottotitolato anche in italiano) riporta un intervento a TED di Alex Steffen ed è volto proprio a dare maggiore visibilità alle prospettive che quelle “parti disomogenee” del nostro attuale sistema economico ci stanno offrendo.

Fuori dalla soffocante e suicida visione PIL-centrica in cui siamo immersi, esistono nuovi ed invitanti orizzonti. Infinite possibilità ed opportunità tutte da scoprire, vivere e gustare. Più passa il tempo e più quelle possibilità saremo costretti a realizzarle comunque, a meno che non si voglia finire il resto della propria esistenza in un inferno costruito con le nostre stesse mani. Prima è e meglio sarà per tutti. Quindi...


...buon futuro a tutti dal Panda!