mercoledì 28 dicembre 2011

Il Kite Gen ancora nell’occhio del ciclone

Il Kite Gen, l’avveniristico ed ormai famoso progetto tutto italiano per lo sfruttamento energetico dei venti d’alta quota non riesce a trovar pace. Dopo le numerose ed assurde complicazioni burocratiche, dopo le difficoltà finanziarie (in termini di promessi e mai consegnati finanziamenti pubblici), è ora il tempo delle strampalate opposizioni accademiche. Il vostro affezionato Panda si riferisce all’uscita di alcuni studi che prevedrebbero pesanti ripercussioni ambientali in caso si diffondesse l’eolico d’alta quota. Il Panda, da ignorantone qual è, preferisce che siano le parole dello stesso Massimo Ippolito, fondatore del progetto Kite Gen, a confutare queste “stramberie” scientifiche (si veda qui). Quel di cui intende invece parlare il vostro Panda è...

martedì 27 dicembre 2011

Non siamo più la settima economia del mondo!

Il tanto venerato PIL, sta tradendo l’occidente. Quello del Brasile, ad esempio, ha appena sorpassato quello inglese. La cosa non vi tocca? Beh, se considerate che l’economia inglese, prima di questo sorpasso era la sesta al mondo e noi la settima, forse è il caso di ripensarci su, non trovate? Ebbene sì, non siamo più la settima nazione per prodotto interno lordo (quella, infatti, l’è diventata il Regno Unito): ora siamo ottavi e di due posizioni dietro al tanto "disprezzato" Brasile. Non sarà certo il vostro Panda a perorare la causa del PIL in eterna crescita e neppure a parlar male dei paesi emergenti (mai e poi mai!), ma qui la questione è un’altra…

venerdì 23 dicembre 2011

Automobili? Se le conosci le eviti!

Tagliare del 60% le emissioni di CO2 sembrerebbe un obiettivo troppo ambizioso eppure basterebbe che tutti gli europei usassero la bicicletta quanto i buon danesi, per dimezzare l’impatto dei trasporti urbani. L’obiettivo previsto dall’Unione europea, in altri termini, sarebbe raggiungibile semplicemente usando di più la bicicletta. A sostenerlo è l’European Cyclists’ Federation, ossia la federazione europea dei ciclisti ( cui l’Italia aderisce tramite la Federazione amici della bicicletta). I dati degli ultimi anni, purtroppo, mostrano che, le emissioni prodotte dai trasporti su scala locale sono aumentate di ben un 36%. Se la popolazione europea percorresse almeno 5 km al giorno in bicicletta, anziché usare l’auto o i bus, si eviterebbe di immettere in atmosfera tra i 33 ed i 72 milioni di tonnellate di CO2.

Questa constatazione, già di per sé stessa incredibilmente positiva, non tiene inoltre conto dei consistenti benefici per la salute pubblica che un tale cambio di stile di locomozione comporterebbe.

Date queste premesse...

martedì 20 dicembre 2011

Il Panda intervista il presidente degli Stati Uniti d’America

Il vostro affezionato Panda lo ammette: quanto leggerete è frutto di una conversazione un po’ datata e ripescata ad hoc in un momento di crisi. Il tempo da dedicare a questo blog, purtroppo, è sempre meno , così, il vostro Panda, si è visto costretto a ripiegare su questi miseri mezzucoli (come farsi gentilmente aiutare dall’Amministrazione Americana e ripescare interviste che riposavano da tempo nel cassetto).
Parole datate però non vuol dire parole inutili e logore.

Ecco quindi a voi, senza ulteriori indugi, l’intervista al Presidente degli Stati Uniti d'America...


lunedì 19 dicembre 2011

Un'Italia a cemento zero è possibile



Essere concreti non dovrebbe significare essere privi di sogni, fantasie ed aspirazioni, anche se, purtroppo, questa è proprio la visione più comune del significato che si attribuisce al concetto di concretezza. Al di là di ipocrisie e fair play, essere concreti, nella nostra società e cultura, equivale spesso a dire essere spietati. Essere concreti, invece, dovrebbe implicare semplicemente il rimaner concentrati sulla realizzazione dei nostri sogni, anziché sull’accontentarsi di viverli nella propria immaginazione. Una sana immaginazione è un semenzaio in cui germina il nuovo. Quando diviene una cella in cui rinchiudercelo, rimane immaginazione, ma non certo sana. Anche il cemento è frutto della creatività e dell’immaginazione di qualcuno. Non esiste in natura, qualcuno l’ha sognato e poi inventato, creato e perfezionato. Anche l’uso del cemento può essere molto creativo (chi ama l’architettura lo sa). Il suo abuso, come qualsiasi altro abuso, è invece un atto distruttivo per definizione, ossia un atto che nulla ha a che fare né con l’immaginazione, né con la concretezza, ma solo con la debolezza umana.

Annegare il mondo nel cemento per ricavarne qualche soldo in più, non è essere concreti, è essere deboli, codardi, pigri, sciocchi ed imprevidenti. I dissesto idrogeologico e le bare che ha riempito lo gridano a squarciagola dinnanzi ad una nazione che ha fatto del lutto l’unica svolta culturale possibile (a stento). La logica del “vabbé, così fan tutti!” ha devastato l’Italia per decenni, annegandola sotto milioni di tonnellate di cemento privo di aspirazioni e frutto di un unico sogno: l’arricchimento facile. Così fan tutti? A parte il fatto che non è affatto vero che “così fan tutti” come i soliti sciacalli di turno ci ripetono con ossessiva monotonia dalla notte dei tempi, il fatto di essere in molti a commettere un determinato errore, dovrebbe preoccupare, anziché tranquillizzare chi lo compie. Perché? Perché le conseguenze degli errori cumulati sono sempre molto peggiori delle colpe condivise. Diciamocelo: l’ossessione umana per l’attribuzione della colpa, benché comprensibile, è un’attività per lo più inutile, fuorviante e patetica. Nessun fiume è tornato pulito scoprendo chi l’aveva inquinato, nessuna casa si è ricostruita da sola dopo aver scoperto chi l’aveva incendiata e nessuna persona è resuscitata dopo aver saputo chi l’aveva uccisa. La verità e la giustizia sono buone ed utili solo quando sono reali, ovvero quando sono volte a porre rimedio alla menzogna e all’ingiustizia. Quando invece sono comode maschere dietro cui dar libero sfogo a frustrazione, odio e rancore divengono, nei fatti, l’opposto di quel che le parole indicano: non verità, ma menzogna, non giustizia, ma ingiustizia.

C’è chi sogna un’Italia libera dal cemento? Aiutiamolo a realizzare quel suo particolare sogno. Facciamolo crescere dentro le coscienze ed i cuori degli italiani. Trasformiamo l’intuizione di uno, nel desiderio di molti e quindi nel godimento di tutti. Godere mentalmente e fisicamente dei nostri ed altrui sogni è la più bella forma di condivisione che il vostro affezionato Panda riesce ad immaginare ed augurare a tutti (italiani e non).

Buon futuro dal Panda

venerdì 16 dicembre 2011

Riconsiderare la crescita della popolazione tenendo conto dell'effetto dei limiti ecologici.

Premessa del Panda


L'articolo che segue è stato pubblicato il 13 ottobre 2011 su Environment 360 nella sua versione originale (in lingua inglese). La versione in italiano (che il vostro affezionato Panda vi riporta di seguito) è frutto della traduzione di Luca Pardi ed è apparsa il 14 dicembre 2011 su Risorse, Economia e Ambiente (uno dei blog di Aspo-Italia).

Informazioni sull'autore dell'articolo: 

Robert Engelman è presidente del Worldwatch Institute, un'istituzione di ricerca sull'ambiente e la sostenibilità che ha base a Washington, D.C. Il Population Institute (http://www.populationinstitute.org/) ha premiato il suo libro, More: Population, Nature, and What Women Want, con il Global Media Award for Individual Reporting nel 2008. Tale libro non è stato ancora tradotto in italiano. Engelman è stato alla Yale University come visiting lecturer all'inizio degli anni 2000s ed è stato il segretario della Society of Environmental Journalists dalla sua fondazione.


Al vostro affezionato Panda non resta altro che augurarvi buona lettura...

martedì 13 dicembre 2011

La finanziaria, l’Apocalisse e molto peggio ancora, ma…

Viviamo tempi difficili e il governo Monti non sembra in grado di poterli migliorare. Inizialmente si parlava di rilancio dell’economia e di sviluppo, criticando il governo Berlusconi per essersi concentrato solo sulla tenuta dei conti (per altro discutibili) e non abbastanza sul rilancio dell’economia del paese. Poi, come per incanto, si è parlato solo di “lacrime e sangue”, indorando un po’ la pillola con l’aggiunta “ma con equità”. Ora che si incomincia ad intravvedere la reale linea di condotta montiana, la parte “ma con equità” si è sciolta come neve al sole, lasciando gli attoniti (e sempre più poveri) cittadini italiani con l’amaro in bocca. Un amaro pungente e sgradevole, per un’illusione durata troppo poco persino per valer come cura palliativa. Ora, ai poveri ed all’intera classe media italiana, non rimane più nulla, fuorché la certezza che il meglio è alle spalle.

E' tutto? Non direi...

venerdì 9 dicembre 2011

Il miglior investimento di questi tempi? Si chiama Resilienza!

Molti oggi sono spiazzati dagli accadimenti in corso. Molti restano sbigottiti dalle drastice misure che schiacciano le classi sociali bassa e media. Questo sbigottimento è aumentato dal fatto che contemporaneamente vengono mantenuti sostanzialmente inalterati i privilegi per le classi agiate (i ricchi e i ricchissimi). Nonostante lo sbigottimento e i malumori, tuttavia, molti acconsentono a questi sacrifici nella speranza che ciò possa contribuire a superare le avversità ed i rischi di una situazione internazionale tanto drammatica quanto l'attuale.

Il problema è che a molti, a troppi, sfugge il quadro generale della situazione, ossia le ragioni profonde che ci hanno condotti al punto in cui siamo.
Vale la pena di adottare quindi  una visione più ampia per tentare di interpretare lo scenario che ci circonda in questi giorni di crisi. Proviamoci...

martedì 6 dicembre 2011

Lacrime e sangue? No, grazie!

Mario Monti, BCE, FMI, Banca Mondiale, società di rating, spread BTP-Bund, mercati finanziari… in questa crisi tutti possono dire la loro. Anzi, chiunque può imporre la propria visione, purché sia una diretta espressione dell’iper-liberismo finanziario che ci ha condotto a questo disastro. Il ragionamento di fondo è talmente puerile ed assurdo da essere oltraggioso: “Siete o state diventando poveri? Rassegnatevi, avete fatto i monelli negli anni scorsi e ora vi tocca!”. Eppure è proprio questo che tg e talk-show propagandano 24 ore su 24.

Peccato che i “monelli”, per così dire, è già da diversi anni PRIMA dell’inizio della crisi che arrancavano, mentre i soliti “nuovi”, pii e savi cultori del libero mercato, fin da allora, ci raccontavano di un futuro dorato e perfetto grazie alla perfetta-perfezione-sberluccicante di sua Maestà in persona, ossia il Mercato. Ora che quel favoloso futuro ci è piombato addosso insieme ai mercati che l’hanno generato, tutta quella “perfezione” mercatofila dovrebbe aver un po’ stancato. Non vi pare? E invece no! Tutto il contrario...