lunedì 31 ottobre 2011

4 anni di Open Source Ecology condensati in 4 Minuti


4 Years of Factor e Farm in 4 Minutes from Open Source Ecology on Vimeo.

Eccovi un video su Open Source Ecology (di cui il Panda si era già occupato qui e qui) che mostra i risultati di 4 anni di sperimentazioni di questa splendida realtà. Buona visione.

Un saluto a tutti dal vostro affezionato Panda

mercoledì 26 ottobre 2011

Good News: salvare il pianeta è un gioco da ragazzi!




Leggendo il titolo di questo post, forse qualcuno avrà pensato ad una provocazione. Ascoltando (attentamente) il bambino del video qui sopra (sottotitolato in italiano) si può però ben capire che così non è. Il titolo potrà anche essere provocatorio, ma ha una profonda base di concretezza. Quella che dipende dall’essere una persona che, a soli 9 anni, ha deciso di fare qualcosa di buono per il pianeta ed il proprio futuro. La concretezza di chi, ancora bambino, si è lasciato ispirare dalle parole e dall’esempio di persone come la premio Nobel per la Pace ed attivista keniota Wangari Maathai (recentemente scomparsa). La concretezza di chi, a soli 9 anni, non ha pensato “quando sarò grande…” o “se solo qualcuno ci ascoltasse…”. La concretezza di chi ha agito fin da subito, senza se e senza ma. La concretezza di chi, ad appena 13 anni, può già vantare il merito di aver fondato un movimento globale (di suoi pari) che ha piantato 1 milione di alberi. La concretezza di chi, a 13 anni, dopo aver piantato un milione di alberi ha ancora una gran voglia di piantarne molti altri. La concretezza di chi si è meritato di parlare alle Nazioni Unite a quella stessa età ed ha avuto il coraggio, in quella occasione, di rinfacciare giustamente, a chi di anni ne ha qualcuno in più, di parlare troppo ed agire poco. In rispetto della campagna “Stop talking. Start planting” il vostra Panda invita chiunque ne abbia la possibilità, a smettere di parlare e basta del problema dei cambiamenti climatici ed ad iniziare a piantare degli alberi e delle piante, a ridurre le proprie emissioni di CO2 e a fare tutto il possibile per garantire a sé stessi, ai propri cari ed alle generazioni a venire un futuro più sicuro e sereno. Il Panda sostiene ugualmente la concretezza di un’organizzazione mondiale di bambini che si prefigge, tra l’altro, lo scopo di combattere la povertà climatica con l’azione diretta e non più solo con le parole. Per saperne di più si veda qui.

Si sente spesso dire che, in fondo, siamo tutti dei bambini. Beh, dopo notizie come questa, vien voglia di dire che sarebbe proprio l’ora di dimostrarlo: coi fatti!

P.S. – Per tutti quegli “adulti” che sono ancora fermi al “Chi sa se il global warning sarà vero?” o, peggio ancora, al “Il global warning è falso!" o "E' solo uno spregevole complotto!”, ecco qui (in italiano) e qui (in inglese) delle bruttissime notizie per loro (e per noi tutti).


Buon futuro a tutti, giovani e meno giovani, dal vostro affezionato Panda

martedì 25 ottobre 2011

La scienza da ragione agli indignados

Ebbene sì, pure la scienza da ragione a chi protesta in piazza contro lo strapotere economico di multinazionali e banche. Il vostro affezionato Panda, con ciò, non intende dire che scienziati e ricercatori si sono uniti in piazza con i manifestanti.
La notizia va interpretata in modo assai più letterale: il più vasto ed approfondito studio scientifico finora condotto per dipanare le intricatissime relazioni societarie a livello globale parla chiaro!
E sostanzialmente dice che il mondo è effettivamente nelle mani di pochissime società. Non si tratta di opinioni o timori, ma di dati pubblici rielaborati (risalenti al 2007) rielaborati con sofisticate tecniche algoritmiche per dipanare la matassa di relazioni societarie che avvolge il pianeta. La notizia è uscita nientemeno che su New Scientist. Per chi volesse saperne di più ecco qui un bel articolo che spiega nel dettaglio, ma senza troppi tecnicismi il succo di questa notizia con un sacco di link utili per eventuali approfondimenti.

Giusto per curiosità, eccovi qui sotto la top list mondiale delle prime 50 super-multinazionali, come risultante dallo studio in questione che, come si ricordava innanzi, ha utilizzato dati risalenti al 2007, il che risulta particolarmente evidente dando uno sguardando alla 34° posizione (*):

1. Barclays plc
2. Capital Group Companies Inc
3. FMR Corporation
4. AXA
5. State Street Corporation
6. JP Morgan Chase & Co
7. Legal & General Group plc
8. Vanguard Group Inc
9. UBS AG
10. Merrill Lynch & Co Inc
11. Wellington Management Co LLP
12. Deutsche Bank AG
13. Franklin Resources Inc
14. Credit Suisse Group
15. Walton Enterprises LLC
16. Bank of New York Mellon Corp
17. Natixis
18. Goldman Sachs Group Inc
19. T Rowe Price Group Inc
20. Legg Mason Inc
21. Morgan Stanley
22. Mitsubishi UFJ Financial Group Inc
23. Northern Trust Corporation
24. Société Générale
25. Bank of America Corporation
26. Lloyds TSB Group plc
27. Invesco plc
28. Allianz SE 29. TIAA
30. Old Mutual Public Limited Company
31. Aviva plc
32. Schroders plc
33. Dodge & Cox
34. Lehman Brothers Holdings Inc*
35. Sun Life Financial Inc
36. Standard Life plc
37. CNCE
38. Nomura Holdings Inc
39. The Depository Trust Company
40. Massachusetts Mutual Life Insurance
41. ING Groep NV
42. Brandes Investment Partners LP
43. Unicredito Italiano SPA
44. Deposit Insurance Corporation of Japan
45. Vereniging Aegon
46. BNP Paribas
47. Affiliated Managers Group Inc
48. Resona Holdings Inc
49. Capital Group International Inc
50. China Petrochemical Group Company


Un saluto a tutti dal Panda

lunedì 24 ottobre 2011

Il Centro Riciclo Vedelago su TEDx



Poco tempo fa avevamo parlato del TEDx di Reggio Emilia (qui). L'evento è passato, ma le registrazioni video rimangono (on line per di più!). Si tratta di un'opportunità irresistibile: l'opportunità di ricordare a tutti che l'Italia è molto più di quel di cui ci si lamenta di solito (per lo più giustamente). Il vostro affezionato Panda non ama l’ottimismo spicciolo volto a negare i problemi che la realtà ci pone dinnanzi. Ciò che serve è piuttosto il mantenere un atteggiamento positivo, inteso come costruttivo e propositivo. Come ben sanno i più poveri tra i poveri, infatti, la rassegnazione ed il disfattismo sono un “lusso” da ricchi. Un lusso almeno quanto l’ottimismo ignorante ed ottuso, che fa tenere la testa nella sabbia allo struzzo. Lussi come questi, effettivamente gli italiani non possono più permetterseli. Quando le cose vanno veramente male, o ci si dà da fare, oppure si sprofonda. Gli esempi positivi, costruttivi, intelligenti od innovativi sono la linfa del futuro che ci toccherà re-inventarci, sono il nuovo oro…

…e il vostro Panda è ben felice di condividere con voi questa ricchezza così copiosamente e generosamente offerta dal mare magnum di Internet.


Buona visione e buon futuro a tutti dal Panda

giovedì 20 ottobre 2011

Meno cose, più felicità





Eccovi l'ennesimo filmato tratto da TED (con sottotitoli anche in italiano).

Questo breve filmato tenta di diffondere un semplice concetto: la felicità non si compra, si sceglie. Quest'idea, lungi dall'essere moralistica, parrebbe a prima vista una versione alternativa del tanto noto quanto contestato (e persino odiato) motto secondo cui ”i soldi non rendono felici”. E in effetti lo è. Quel che non viene quasi mai ricordato, tuttavia, è che la scienza ha dimostrato da moltissimo tempo che le cose stanno esattamente così: i soldi non rendono felici. Più precisamente tanti soldi e tante cose tra cui poter scegliere non rendono affatto felici. Questa cruda realtà scientifica, tanto controintuitiva per gli aficionados del consumismo da apparire patetica e risibile se non se ne conoscesse l’origine, dovrebbe far riflettere tutti. I ricchi dovrebbero domandarsi se val veramente la pena di mettere il mondo a ferro e fuoco e la propria coscienza al confino per l’ennesimo miliardo di euro. I poveri dovrebbero valutare meglio quel che comprano, considerato quanta fatica e tempo gli costa prender lo stipendio che salderà quei conti. Eppure, nessuna riflessione scuote le masse (ricche o povere che siano). I tremiti del pianeta morente che abbiamo il privilegio di infestare hanno a stento fatto venire qualche dubbio ai più giovani, ma nulla più. Ovvio quindi che neppure decenni di serissimi studi e dati scientifici possano minimamente scalfire il principale diktat della cultura dominante, ossia quello secondo cui l’infelicità si sconfigge solo con lo shopping.

Senza entrare nel merito di quegli studi e quelle statistiche...

martedì 18 ottobre 2011

Il complottista, la luna ed il link


Il vostro affezionato Panda non vorrebbe mai apparire un “complottista” (che orribile parola!). Questo desiderio non nasce però dal rifiuto di accettare la possibilità che le proprie convinzioni possano essere semplici elucubrazioni strampalate e prive di consistenza. Errare è umano ed il vostro Panda, in questo, è un vero campione d’umanità. Esiste una ragione ben più consistente per desiderare di non apparire complottista. Quale? Il non ritenere giusta né accettabile la storpiatura di linguaggio e, con esso, del buonsenso. La parola “complottista”, infatti, indica...

domenica 16 ottobre 2011

Roma: la democrazia presa a manganellate 3 volte

Gli scontri di Roma, come quelli del G8 di Genova! La storia si ripete? Sembrerebbe di sì. Siamo di fronte all'ennesima, oscena pantomima in cui le vittime sono di due tipi: i manifestanti pacifici e la democrazia tutta. I mass-media tradizionali, in massa, stanno tentando di addossare la responsabilità (o parte di essa) della guerriglia urbana avvenuta a Roma agli organizzatori dell'evento, per via della mancanza di un servizio d'ordine. Questa idea è semplicemente rivoltante ed offensiva del buon senso comune, per lo meno di quello democratico. La Costituzione italiana...

sabato 15 ottobre 2011

Oggi si protesta in tutto il mondo!

Pandemica-mente aderisce alla giornata mondiale di protesta unendosi agli 'indignados' di tutto il mondo.
Perché?

Perché così non può continuare. Semplicemente non funziona più.
Un altro mondo è possibile: ora!

Buon futuro a tutti dal vostro affezionato Panda

giovedì 13 ottobre 2011

Sabato 15 ottobre 2011: viva la rivoluzione!

Il vostro affezionato Panda, oggi oserà cimentarsi in un’attività che non gli compete e che per di più oggi è considerata al limite tra l’inutuile ed il criminale: un po’ di satira. Per questo motivo Pandemica-mente ha deciso di dar spazio e voce ai tanti poveri plurimiliardari, ignorati ed ingiustamente oltraggiati in questi tempi per loro così difficili. Ecco di seguito il pacato appello alla calma e alla serenità sociale che proviene da quelle istanze tanto sensibili e premurose.

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Cari concittadini,
stimati elettrici ed elettori,
squisitissimi consumatori ed amatissimi risparmiatori...

mercoledì 12 ottobre 2011

Good news: Desertec c'è!

Desertec è un consorzio nato nel 2009 per volontà di grandi gruppi finanziari ed industriali tedeschi con lo scopo di realizzare un mastodontico progetto energetico volto a sfruttare su larghissima scala l’energia solare ed eolica nei deserti dell’Africa settentrionale. L’obbiettivo è quello di rifornire i paesi della regione, ma anche dell’Europa, dell’energia di cui avranno bisogno in un futuro molto prossimo in cui il ruolo dei combustibili fossili sarà necessariamente ridotto a causa del loro progressivo esaurimento.

Un paio di precisazioni prima di proseguire...

martedì 11 ottobre 2011

Grazie Antonio Turiel !

Il vostro affezionato Panda lascia volentieri che sia ancora una volta il buon Antonio Turiel a parlare al posto suo. Se "Il messaggio in bottiglia di Antonio Turiel " vi era piaciuto, non perdetevi "Il perché di tanto spreco" pubblicato, nella sua bella traduzione in italiano, sull'intramontabile "Effetto Cassandra" del prof. Ugo Bardi.

Eccovi il link: http://ugobardi.blogspot.com/2011/10/il-perche-di-tanto-spreco.html


Buona lettura ed saluto a tutti dal Panda

lunedì 10 ottobre 2011

Picco del Petrolio, abbiamo voluto la bici e allora...

Si parla sempre più spesso di Picco del Petrolio e delle sue tremende conseguenze, ma poco delle possibili soluzioni o strategie per mitigare quantomeno la discesa che ci attende. Pandemica-mente ha parlato più volte della Permacultura, dell’epopea del Kitegen e di varie nuove tecnologie “verdi”.

Oggi però parleremo di pedali.

Può sembrare uno scherzo, ma non lo è affatto. All’alba dell’industrializzazione i macchinari azionati a forza umana erano la regola, a partire dall’arcolaio a pedale in poi, l’industria ha avuto a che fare con una gran moltitudine di macchine utensili a forza umana (torni, trapani, frese da arrotini, telai, ecc…).

Attenzione, vanno però poste due importanti precisazioni.

La prima è che non si sta parlando di produzione elettrica a pedali, ma di utilizzo diretto della forza meccanica.

La seconda precisazione è che, ovviamente, non si tratta di aumentare o mantenere stabile la produzione tramite macchine utensili a pedale, ma più realisticamente di limitare il crollo/collasso verticale della capacità produttiva conseguente alla fine dei combustibili a basso costo.

Date queste premesse, si può constatare pacificamente che le macchine ad attivazione manuale, quando ben congegnate, non sono affatto da sottovalutare sul piano pragmatico. Le vecchie macchine da cucire a pedali, ad esempio, sono spesso ancor oggi utilizzate a distanza di un secolo dalla loro costruzione. Ebbene quelle macchine da cucire hanno avuto il successo che hanno avuto basandosi su una progettazione risalente ad oltre un secolo fa. Oggi, con computer e supercomputer, conoscenze approfondite di meccanica, ergonomia e fisiologia, centri di ricerca ovunque, nuovi materiali, ecc… Cosa sarebbe possibile realizzare?

Purtroppo non lascia ben sperare la scarsità di ricerca scientifica in questo settore. Meno ancora la scomparsa quasi totale di questo genere di prodotti dalla produzione e vendita. Il rischio, continuando a perder tempo così, è di giungere alle fasi più critiche della discesa economica senza essere più in grado né di escogitare soluzioni tecnologicamente evolute, né (cosa ancor più grave) di poter costruire su vasta scala questo tipo di strumenti (ossia ad una scala adatta alle esigenze dell’attuale popolazione mondiale).

Una comunissima bicicletta è in grado di trasportare una persona allenata a distanze di centinaia di kilometri in giornata. L’efficienza di macchine di questo tipo, abbinata ad un approccio di stampo permaculturale, di risparmio energetico, di energie rinnovabili e di decrescita felice, può fornire un contributo significativo per un'era post-petrolifera in cui potrebbe perfino essere piacevole vivere.

Per chi fosse scettico al riguardo (posizione comprensibile e legittima) consiglio di dare un’occhiata a questo sito qui (in italiano) oppure a questo qui (in lingua inglese).


Un saluto a tutti dal Panda

venerdì 7 ottobre 2011

Banda larga, Green economy, PIL e tante domande curiose

Un rigoroso studio pubblicato da Ericsson in cooperazione con la Chalmers University of Technology ha dimostrato che, dati alla mano, ad un raddoppio della velocità della banda larga corrisponde un incremento dello 0,3% del PIL. Vale la pena essere chiari su questa notizia: gli autori del report hanno dimostrato che esiste una correlazione diretta tra crescita della rete e PIL. Uno 0,3% potrebbe sembrare poco, ma, tradotto in soldoni, si tratta di cifre stratosferiche. Per dare un’idea dell’ordine di grandezza, un raddoppio all’interno dei soli paesi dell’Ocse porterebbe ad un incremento di circa 126 miliardi di dollari. La notizia, già buona di per sé, è ancor più interessante considerato che i dati dello studio in questione provengono proprio da 33 nazioni dell’area Ocse (Italia compresa) e riguardano il biennio 2008 / 2010 (cioè un periodo assolutamente terribile dal punto di vista economico).

Ora, qualcuno potrebbe pensare che...

giovedì 6 ottobre 2011

Capire la CRISI SISTEMICA

Pandemica-mente aveva segnalato poco tempo fa il bel sito http://www.indipendenzaenergetica.it/ . Oggi il vostro Panda ritorna sull’argomento poiché i traduttori volontari di indipendenzaenergetica.it hanno compiuto un piccolo miracolo: hanno tradotto e sottotitolato il CRASH COURSE, ossia l’intero videocorso online per capire la crisi sistemica ideato da Chris Martenson (che nella versione inglese ha riscosso notevole successo). Si tratta di un corso approfondito, ma comprensibile per tutti, che permette di formarsi una conoscenza di base dell'economia, in modo da poter comprendere meglio i rischi che purtroppo stiamo correndo. Per chi si occupa di Picco del Petrolio e/o di Transizione, basti dire che la visione è suggerita da Rob Hopkins, il fondatore di Transition Towns.

Eccovi il link che vi rimanda direttamente all’intero videocorso (capitolo per capitolo) su YouTube:

http://www.youtube.com/playlist?list=PLB048101DAAD68046&feature=viewall


Buona visione a tutti dal Panda

mercoledì 5 ottobre 2011

La versione italiana di Wikipedia stroncata dal DDL intercettazioni

Il titolo appare così assurdo da sembrare una provocazione, ma purtroppo non lo è. Il Panda desidera quindi spendere 3 parole sull'argomento:

Neppure in Cina!

Vista l'estrema gravità della situazione italiana e la delicatezza della vicenda lascio che siano gli utenti di Wikipedia stessi a spiegare l'accaduto: qui.

P.S. - Non lasciamo che il diritto d'opinione si dissolva come neve al sole. Decreto Romani, delibera AGCOM, sentenze oltraggio, DDL intercettazioni... è mò basta! L'Italia non è questo!

Saluti a tutti dal Panda

martedì 4 ottobre 2011

Good News: Il mondo annega nei rifiuti? Attacchiamoci alla spina!

Per ogni cosa che compriamo, c'è sempre una o più confezioni che gettiamo nel cestino dei rifiuti senza trarne alcun vantagio. E' una seccatura ed uno spreco di spazio, denaro e risorse. Per non parlare della personalizzazione! Chi l'ha detto, ad esempio, che una confezione da 250 gr, 500 gr o 1 Kg di pastasciutta deve per forza essere la quantità di spaghetti che mi serve acquistare?

Anziché comprare prodotti preconfezionati, dove possibile, è ben meglio comprarli sfusi, non trovate? E' meglio per i nostri portafogli (che non sono costretti ad acquistare inutili confezioni), meglio per l'ambiente (che quelle confezioni non è costretto ad ingoiarsele a forza) e certamente è meglio per noi (raccolta differenziata o meno, buttar via tutte quelle confezioni non è poi questo gran divertimento). Pensate a tutte quelle buste, lattine, fusti, scatole, flaconi, ecc... che ogni settimana acquistate ed ogni settimana gettate via, in uno osceno spreco di tutto (compreso il vostro prezziosissimo tempo)!

Negli ultimi anni si sono diffusi negozi specializzati nella vendita sfusa o alla spina, una realtà che comincia ad apparire anche all'interno di alcuni negozi della grande distribuzione organizzata. Ecco quindi che il vostro affezionato Panda vi segnala un interessantissimo articolo di Wired, che dice con semplicità (e diverse informazioni utili) quel che c'è da dire al riguardo: qui. L'articolo di Wired già lo cita, ma il vostro Panda preferisce mettere ben in evidenza anche questo sito: http://www.washmaps.com/

Si tratta di una cartina dell'Italia interattiva che vuole idealmente raccogliere l'indicazione di tutti i punti vendita che offrono ai propri clienti la vendita alla spina di qualcosa. Il bello è che si possono liberamente segnalare i negozi che eventualmente ancora mancassero o apportare correzioni. Se ne conoscete qualcuno che non appare, quindi, non siate timidi, segnalatelo (potrebbe tornare utile a qualcuno). E se avreste sempre voluto provare questo genere di shopping ma non sapevate dove rivolgervi, questa può essere la vostra occasione per scoprire finalmente dove andare. Se infine vorreste provare, ma nella vostra zona non siete serviti, potreste sempre far circolare l'idea, chissà che, in questi tempi di crisi, qualche negoziante non colga lo spunto.

P.S. - La raccolta differenziata dei rifiuti ed il porta-a-porta vanno benissimo, ma se si può sradicare il problema alla radice e risparmiare anche qualche soldo meglio ancora! Una cosa non esclude l'altra ovviamente.

P.P.S. - Per rimanere in tema ecco un bel video per voi (su Youtube ne potete trovare tanti) :




Buona spesa e buon futuro a tutti dal Panda

lunedì 3 ottobre 2011

Internet mon amour

Ogni sito appare come un piccolo ed insignificante frammento, un granello quasi monoatomico, se confrontato alla vastità informativa di Internet. Questo strabordio di notizie è a stento rallentato dalla frammentazione linguistica presente sulla rete. Indiani, cinesi, giapponesi, i greci, gli arabi, i russi, ecc… scrivono non solo con lessici e grammatiche differenti, ma persino con alfabeti diversi dal nostro. Internet, sarà la rete globale di cui tutti parlano, ma ciò vale per i pc, non per gli utenti. Eppure, nonostante la babele linguistica, il flusso di notizie che la rete veicola è semplicemente incredibile. Se non ci fosse nemmeno questo grave impedimento, cosa avverrebbe? Chi lo sa...