giovedì 31 marzo 2011

L'eroico pompiere ha un consiglio da darvi



Eccovi l'ennesimo video tratto da TED (come sempre provvisto di sottotitoli in italiano). E' un vero gioiellino di appena 4 minuti. Per la gioia delle signore, si tratta della storia di un eroico salvataggio raccontato in prima persona da colui che l'ha compiuto. Il vostro affezionato Panda vi avverte però che il finale sarà piuttosto inaspettato.


Buona visione ed un saluto a tutti dal Panda

mercoledì 30 marzo 2011

Ab… Ab… Ab… News! Ab-chè? Ab-normal News!

Possiamo definire, a puro scopo ludico, una “ab-normal news” come una notizia giornalistica tanto demenziale quanto tragicomicamente vera.

Cosa ve ne pare, quindi, di quella (ormai celebre - vedi qui) sulla donna che, partecipando ad una puntata di Forum (la nota trasmissione televisiva di Mediaset condotta da Rita Dalla Chiesa) ha accettato, dietro il compenso di 300 euro, di fingersi una terremotata aquilana entusiasta della ricostruzione e dell’intervento governativo post terremoto? Merita o no il titolo di notizia ab-normal? Che dire poi della notizia (altrettanto celebre) del vicepresidente del CNR, il signor Roberto De Mattei che, non contento di una precedente polemica che lo vedeva protagonista per le sue posizioni fortemente anti-darwiniane, per tener alto il buon nome della ricerca scientifica nazionale, durante un’intervistare a Radio Maria ha pensato “bene” di calmare gli animi sostenendo che i terremoti sono un “segno della bontà di Dio”? Il commento del signor De Mattei, nemmeno a chiederlo, si riferiva a quanto sta accadendo in questi giorni in Giappone ovviamente. E’ rincuorante sapere che in Italia si licenziano premi Nobel come Carlo Rubbia, ma si ha comunque il “buon cuore” di tenere ed anzi mettere ai massimi vertici della più importante struttura di ricerca nazionale uomini della sensibilità umana, mediatica e scientifica del calibro del signor De Mattei, non trovate?

Se ancora non siete sazi di ab-normal news...

martedì 29 marzo 2011

Benvenuti a bordo


Immaginatevi di essere costretti a stare su una nave in mezzo all’oceano, insieme ad un sacco di persone. Immaginatevi che il vostro mondo sia fatto solo di mare e di quella solitaria e fragile nave. Anche se quel mondo è un unico sconfinato oceano, spostarsi è comunque fondamentale per la nave su cui vivete, per evitare le tempeste peggiori, gli iceberg, i detriti galleggianti e soprattutto per seguire il pesce di cui ci si nutre. Immaginatevi poi che quella nave sia un’enorme nave ottocentesca, completamente in legno, con gli alberi per le vele ed un imponente motore a vapore. Immaginatevi infine che si debba decidere se usare il motore a vapore (che necessita di carburante) oppure le vele (ossia la propulsione fornita dal vento). Il Capitano della nave decide di usare...

lunedì 28 marzo 2011

In difesa di Julian Assange

Forse non tutti sanno che le imputazioni mosse dal tribunale di Stoccolma a Julian Assange, l'ormai famoso fondatore di Wikileaks riguardanti presunte molestie sessuali ai danni di due donne sono avvenute alla vigilia di una grossa trance di rivelazioni scottanti da parte proprio di Wikileaks. Ancora meno persone però sono al corrente che, per la Svezia, il reato contestato ad Assange è quello di essersi rifiutato di sottoporsi ad accertamenti medici in merito a malattie sessualmente trasmissibili. In pratica si sta parlando, anche qualora le tesi dell’accusa fossero pienamente confermate, di rapporti sessuali non protetti ma consenzienti tra persone maggiorenni, non stupro o molestie fisiche come lasciato intendere e pensare dai mass-media tradizionali. Grazie a questa particolarità della legge svedese, ora Assange rischia molto grosso perché, oltre alla Svezia, su di lui vorrebbero mettere le mani in parecchi e non certo per questioni di consueto ordine pubblico. Assange dopo essere andato nel Regno Unito, si è infatti presentato spontaneamente agli uffici di Scotland Yard ed è stato arrestato in seguito al mandato di cattura internazionale su quella vicenda. Il tribunale inglese ha immediatamente respinto la richiesta di libertà provvisoria su cauzione, nonostante fosse appoggiata e caldeggiata da diverse celebrità. Gli Stati Uniti, a questo punto, sembrano essere intenzionati a chiedere a loro volta l’estradizione di Assange alla Svezia con l’imputazione di spionaggio. Inutile dire che i rapporti tra Wikileaks ed il Pentagono, per più che ovvie ragioni, non sono mai state buone.

Di cose nel frattempo ne sono però accadute parecchie nel resto del mondo: dalle rivolte del nord Africa al terremoto in Giappone con triste seguito di maremoto e catastrofe nucleare. Wikileaks ha avuto a che fare con entrambe le vicende a causa, come da consueto, delle sue pubblicazioni di dossier segreti. Data la portata storica dei suddetti avvenimenti, era tuttavia prevedibile e perfino inevitabile che l’attenzione mediatica sulle sorti di Julian Assange si allentasse. Tale disattenzione, tuttavia, è tanto comprensibile quanto pericolosa e non solo per Assange. Per i diritti civili, la libertà e la democrazia è come per i beni preziosi: se non si vigila attentamente su di essi, si rischia di venirne scippati in breve tempo e di rimanere con null'altro che l'amaro in bocca.

Questo piccolo post è il microscopico contributo di Pandemica-mente per tenere viva l’attenzione sulla vicenda di Assange, perché un mondo dove a chi dice il vero tocca rischiare la vita o l’ergastolo (non perché non gli si creda, ma proprio perché veritiero) mentre a chi dice il falso spettano potere, onori e gloria (anche se tutti sanno e si apettano che menta) è un mondo che il vostro affezionato Panda non augurerebbe neppure al suo peggior nemico, ma sfortunatamente è proprio il mondo in cui noi tutti viviamo. Questo è un mondo pericoloso, ma anche meraviglioso, bellissimo e delicato, un mondo che meriterebbe molto di più rispetto, molta più attenzione, la nostra attenzione.


Saluti vivissimi dal Panda a tutti quanti voi.

domenica 27 marzo 2011

Desertec e la "Fukushima" del 2007



Ecco una valida dimostrazione del perchè un filmato vecchio fa buon brodo. In questo breve video (in italiano) un relatore del Convegno organizzato dal Kyoto Club (tenutosi il 16 Luglio 2009 a Roma) parla delle prospettive delle rinnovabili a confronto con i combustibili fossili ed il nucleare. Ormai siamo nel 2011! Che ci sarà mai di interessante in un filmato di quasi 2 anni fa? Anche il vostro affezionato Panda in effetti stava ascoltandosi il video piuttosto distrattamente, quando una parolina magica ha attratto la sua curiosità. Quella parolina, scandita distintamente dal relatore, era...

venerdì 25 marzo 2011

Tutta la verità sulla Guerra, ovvero thank you very much Arkhipov !

Ieri sera il vostro affezionato Panda stava svogliatamente e distrattamente guardando la trasmissione di AnnoZero dedicata alla guerra in Libia, quando le parole di Gino Strada hanno destato la sua curiosità. Il volto noto di Emergency, infatti, ha giustamente ricordato che la crisi missilistica di Cuba del 1962 è andata un po' diversamente dalla storiella che la maggior parte di noi ha studiato sui libri di scuola o visto nei vari documentari e film su quel tema. Oggi, infatti, sappiamo che, nonostante gli eroici sforzi diplomatici e tutto l'acume politico dei fratelli Kennedy da una parte e di Nikita Krusciov dall'altra, il mondo sarebbe ugualmente saltato in aria al suon di testate nucleari se...

giovedì 24 marzo 2011

Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci.

Non è per vantarmi, ma credo proprio che questa volta il vostro affezionato Panda abbia trovato un titolo stupendo per questo post. Certo, qualcuno ora dirà che quelle parole sono di Gandhi, ma chi l'ha detto che, per essere bello, un titolo deve pure essere originale?

Comunque sia, gli amici della campagna referendaria volta rendere nuovamente pubblica l'acqua, devono aver pensato lo stesso, dato che, sul loro sito, quella bella citazione del Mahatma capeggia subito sotto alla scritta a caratteri cubitali "L'ACQUA NON SI VENDE".

Inutile dire che Pandemica-mente è schierata a favore della nobile causa promossa dal Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua. L'acqua, come l'aria, non è un bene privato e non può essere trattato come tale. La sua privatizzazione comporta pesanti ripercussioni sul modo stesso di concepire la società oltre inaccettabili rischi economici.

La differenza tra libero mercato e barbarie è assai labile in casi come questo. Casi in cui cioè un bene vitale viene reso disponibile solo ad una ristretta cerchia di persone a scopo di lucro. Quel che è peggio è che, a fronte di una tale rinuncia collettiva, non si riesce neppure a scorgere una qualsiasi utilità o convenienza pubblica credibile. Piantare un cartello con la dicitura "proprietà privata" sulle correnti dei fiumi o sopra le nuvole sarebbe assurdo quanto il pensare che una privatizzazione del genere possa condurre ad un qualsiasi vantaggio. Una tale colossale "ingenuità" della politica dinnanzi a interessi privati di questa portata fa temere la malafede e/o l'incompetenza più totale. L'acqua è un bene comune, per sua stessa natura, da gestire e proteggere collettivamente. Averla privatizzata è stato un grave errore e i 3 referendum promossi dal forum per renderla nuovamente pubblica sono sacrosanti. Pensate che il Panda stia esagerando, pensate che sia solo retorica, un inutile enfatizzazione di un problema tutto sommato secondario visto i tempi che corono? Dal momento che tutti i ghiacciai del mondo sono in ritirata il problema non è per nulla secondario e in un futuro non troppo lontano rischia di essere perfino cruciale. Le cellule che compongono il corpo umano sono composte da un 65% ad un 90% d'acqua, detto ciò, cosa ha significato la sua privatizzazione?

Ci sono battaglie in cui il proprio contributo è una goccia in mezzo al mare, eppur preziosissimo. Ci sono battaglie che meritano di non lasciar trascorrere troppa acqua sotto i ponti prima di iniziare ad agire. Ci sono battaglie che non sono facili come bere un bicchier d'acqua, ma meritano d'essere combattute lo stesso. Insomma, ci sono battaglie per cui vale la pena di rischiare d'essere ignorati, derisi e persino combattuti, perchè la loro vittoria è una vittoria di tutti. La battaglia civile per rendere nuovamente pubblica l'acqua è una di quelle.


Un saluto a tutti dal vostro affezionato Panda.

mercoledì 23 marzo 2011

Kite gen 2011



Eccovi un video, tratto dal canale di alexbrown1969 su YouTube, che mostra il cantiere del prototipo di Kite Gen StemSommariva Perno, in provincia di Cuneo. Il filmato ritrae alcuni spezzoni di una visita al cantiere guidata dall'Ing. Massimo Ippolito che il Kite Gen l'ha brevettato. Ancora una volta, quindi, stiamo parlado del più avanzato progetto di eolico d'alta quota al mondo.

Per chi non lo sapesse, l'eolico d'alta quota è una branca delle energie rinnovabili che differisce dall'eolico convenzionale per due aspetti: il primo è che è ancora in una fase sperimentale ed il secondo è che, ambendo a sfruttare i venti forti e costanti presenti ad alta quota anzichè quelli lenti ed intermittenti presenti alle quote intercettabili con le tradizionali torri eoliche, comporta una potenzialità energetica senza eguali nel settore. In poche parole l'eolico d'alta quota, se riuscisse a trasformarsi in una realtà industriale, porrebbe fine ai due principali limiti del eolico: la forte intermittenza dei venti e le restrizioni imposte dal fatto che, al di là delle questioni estetiche, non tutti i luoghi sono sfruttabili con l'attuale tecnologia basata sulle torri eoliche. La sfida ovviamente sta proprio nel trasformare questo sogno in realtà. Si tratta di una sfida tecnologica tutt'altro che semplice, una sfida che il Kite Gen tenta di vincere per mezzo di aquiloni ipertecnologici (kite, in inglese, vuol dire per l'appunto aquilone).

Il video è relativamente recente (la data in sovraimpressione riporta la data del 6 marzo 2011) ed è particolarmente interessante soprattutto per la spiegazione che lo stesso Ing. Massimo Ippolito fornisce in merito alle cause dei tanti problemi burocratici e finanziari in cui purtroppo il progetto è incappato finora.


Il vostro affezionatissimo Panda augura a questo brillante progetto tutto "Made in Italy" e a tutti voi un futuro ridente.

martedì 22 marzo 2011

Crisi finanziaria? Ma per favore...



Certamente molti di voi avranno già visto questo piccolo capolavoro di Annie Leonard (qui nella versione sottotitolata in italiano). Che voi l'abbiate già visto oppure no, è sempre bene ripetere certi concetti. Il mondo in cui viviamo è largamente definito dalle scelte che ciascuno di noi fa. Essere consapevoli aiuta a scegliere con accortezza ed il mondo, oggi più che mai, ha disperatamente bisogno di un po' di accortezza. Vi è un aspetto importante tuttavia da considerare: non si può acquistare consapevolezza con i soldi, nè con carte di credito o bancomat, nè con rapidità, nè senza fatica. La consapevolezza si può solo impararla. Da qui la necessità di "ripassare" cose che già si sanno.

Sì, va beh, ma che caspita c'entra la crisi finanziaria con tutto questo?

sabato 19 marzo 2011

L'Italia è in guerra

Pochi mesi fa omaggiavamo Muammar Gheddafi con imbarazzanti onori di stato e oggi prestiamo le basi militari per andare a bombardarlo. Qualcuno ha avuto il coraggio di chiamarla real politik, ma il vostro affezionato Panda la chiama in modo diverso: fare affari. Abbiamo promesso miliardi di euro ad un pazzo dittatore in un periodo in cui anche la carta igenica nelle scuole italiane è un serio problema, consentendogli oltretutto di acquistare un ruolo azionistico predominante in una delle due più grandi banche italiane ossia Unicredit. Ci vantiamo di essere amici di Putin che fa quel che fa in Cecenia. Con che coraggio parliamo di andare ad aiutare i civili libici? Siamo diventati più che ridicoli. Siamo pericolosi. La Pace non si costruisce quando piovono le bombe, ma prima che inizino a cadere. Ora è tardi: l'Italia è in guerra.

Alla cosiddetta real politik di destra, di centro e di sinistra, il vostro Panda non può che rispondere che con insulti infuocati. Ma come? Il giorno prima voi "grandi statisti" politici parlate di prudenza diplomatica, di salvaguardare gli interessi nazionali presenti in Libia, le imprese, l'Eni; parlate della necessità ed inevitabilità di tristi compromessi con il dittatore, compromessi in nome dei quali noi comuni cittadini dobbiamo accettare per fede di dare miliardi di euro ed importanti aiuti statali italiani al regime di Gheddafi in un momento in cui ci ripetete ossessivamente che non ci sono soldi neppure per gli asili dei nostri figli; ci ventite belli beati, o "sommi" statisti, a raccontarci queste cose ed il giorno dopo ci dite altrettanto belli e beati che l'Italia è in guerra e che dovremo spendere altri miliardi per bombardare quel pazzo che, chissà come, si è messo a bombardare la popolazione civile?
Non una parola sul petrolio, sul gas, sul traffico d'armi o sugli interessi privati di parte del governo italiano, non una sola parola sulle scalate azionarie libiche ad Unicredit nè sugli interessi privati delle cosiddette IOC (International Oil Companies) contrapposte a quelli delle NOC (National Oil Companies). Un sacco di cose taciute, ma soprattutto (e come sempre) un sacco di soldi, in nome dei quali si ammazzeranno un sacco di persone. A proposito di armamenti: avete notato come i carri armati ed artiglieria pesante di Muammar Gheddafi siano spuntati tutto di un colpo? Avete mai visto un dittatore pazzo che bombarda le piazze con gli aerei ma non con i carri armati se li ha? E le tv-filo-insorti dove sono nel Bahrein? La popolazione civile in Bahrein non merita lo stesso tipo di attenzione di quella Libica?
Chi ha favorito per anni il regime libico e chi lo ha armato non parli ora di "missione di pace" o intervento "umanitario". Parli pittosto dei soldi italiani che, in barba alla Costituzione, verranno spesi per bombardare bambini libici invece che per costruire asili d'infanzia italiani.

Non mi si chiami pacifista. Io conto solo i soldi e guardo in quali tasche vanno e non sono quelle degli italiani.


Un saluto ed un augurio di tempi migliori a voi tutti dal vostro affezionato Panda.

venerdì 18 marzo 2011

Good News ovunque!

Oggigiorno guardare un telegiornale o sfogliare la carta stampata è un esperienza alquanto deprimente. Tra atroci e perversi fatti di cronaca nera arricchiti con sfilze di macabri dettagli, crisi economica dilagante, mega-truffe finanziarie, profezie maya, omicidi-suicidi, terremoti, maremoti, fughe radioattive, alluvioni, sommosse popolari e venti di guerra un po’ ovunque, ecc... ecc... ecc... Vien da pensare che il mondo sia veramente impazzito. Si ha l’impressione di una profonda decadenza e la tendenza è senz’altro quella di lasciarsi prendere dallo sconforto, dalla rabbia, dalla rassegnazione oppure dal cinismo più cupo. Guardiamo, ascoltiamo e leggiamo con tristezza, perfino con stupore, di avvenimenti che sembrerebbero più il parto della fantasia malata di un megalomane paranoico e visionario, piuttosto che reali notizie giornalistiche. Dopo qualche giorno o un paio di settimane ci si scorda tutto o quasi travolti da un nuovo deprimentissimo scoop e quel che rimane è semplicemente un vago e fastidioso senso di angoscia e uno scetticismo atavico che spinge a diffidare di tutto e di tutti.

Per carità, lasciamo perdere le varie interpretazioni e profezie di Nostradamus o dei maya o di non so quale teoria complottista. L’apocalisse può attendere, nonostante l’umanissima e comunissima smania di profetizzarne una.

Prima di tutto il vostro umile Panda si pone una semplice, ma non banale domanda: le notizie positive, che fine hanno fatto? Le cosiddette Good News si sono forse estinte?

Beh, bisogna dire che l’essere umano si è evoluto per porre maggior attenzione ai pericoli piuttosto che ai possibili guadagni. Questo spiegherebbe in parte l'ossessione per le notizie cupe. In natura, infatti, se interpreti un fruscio tra l’erba alta come una possibile preda e hai ragione mangi una volta in più, ma se ti sbagli e nell’erba c’è un leone ti estingui. Un certo pessimismo atavico perciò fa parte di noi biologicamente. Si tratta di una rozza, ma naturalissima forma di principio di prudenza. Non è detto che debba essere per forza un male, dipende dalle circostanze e dall’intensità con cui si manifesta quel pessimismo: se sentite un fruscio nel vostro giardino e pensate subito che probabilmente verrete sbranati da un leone è probabile che stiate esagerando col pessimismo; se attraversate le strisce pedonali senza guardare ami, tanto meno il camion che sopraggiunge a tutta birra, perché intanto avete la precedenza voi, forse state esagerando all’opposto. Se state giocando con delle centrali nucleari un po' di prudenza certo non guasta.

Ovviamente le esigenze commerciali dei giornalisti possono giocare un ruolo importante nella diffusione delle notizie con la corsia preferenziale per quelle più truci ed orripilanti. Sicuramente anche la politica (quella peggiore s’intende) può avere il suo tornaconto nel distrarre ed atterrire i propri concittadini. Per un manipolatore politico, lo stragismo è assai costoso e pericoloso rispetto alla assai più semplice alternativa di caldeggiare linee editoriali che preferiscano soffermarsi lungamente su singoli casi della peggior cronaca nera rispetto ad analisi ponderate su argomenti di interesse generale. Anche le grandi lobby economiche hanno un’ovvia necessità di manipolare l’informazione per sviare l’attenzione del pubblico e distrarre è assai più facile che negare come ha ampiamente dimostrato le vicende dell’industria del tabacco.

Insomma vi sono molti ragioni che spingono verso un giornalismo catastrofista e purtroppo la realtà dei fatti a volte è una di queste. Tuttavia le Good News esistono e sono una panacea. Le Good News, infatti, istillano in chi le recepisce ottimismo, voglia di fare, curiosità, attivismo. Le cattive notizie invece, anche quando toccano le coscienze (e raramente ci riescono), tolgono oltre alle speranze anche la voglia di fare e di migliorare.

Affinché le Good News diano il meglio di sé, serve però che siano accessibili, perché i mass-media tradizionali raramente le forniscono per i motivi di cui si diceva e ancor più raramente ne forniscono di vere. Internet però permette di cercarle e condividerle senza intermediari.

Un uso consapevole di Internet permette non solo di scovare le migliori Good News e di diffonderle, ma anche di creare attorno a loro una massa critica che consenta di dare visibilità a chi la merita davvero. Non sono le Good News a mancare, esse sono ovunque, piccole o grandi che siano. Quel che manca è la consapevolezza e la loro diffusione, quindi…


…buona navigazione a voi tutti da parte del vostro affezionato Panda.

mercoledì 16 marzo 2011

Nucleare alla giapponese, petrolio alla golfo del messico, carbone alla cinese... non si potrebbe avere qualcos'altro?

Disastrosa è la giusta definizione per la politica energetica che il mondo intero sta seguendo. Disastrosa dal punto di vista sanitario, economico ed ambientale. Disastrosa persino nella oscena sequela di devastazione che ultimamente la contraddistingue. Qualcuno però finirà col dire che sono un catastrofista ed un pessimista che favorisce la crisi economica, se continuo a parlare di ciò che è sotto gli occhi di tutti. Sarà bene quindi fare un'analisi un poco più distaccata.

Vediamo un po'...

martedì 15 marzo 2011

Sostituire i pesticidi con gli insetti




Può sembrare un controsenso, un gioco di parole, ma come ben spiega questo simpatico video, in agricoltura è già oggi possibile la sostituzione o quantomeno una drastica riduzione dell'uso di pesticidi con, udite udite, degli insetti! Shimon Steinberg, un entomologo israeliano, ci mostra esempi concreti e dati su un nuovo approccio alla disinfestazione. Un approccio biologico anziché chimico. Si tratta molto semplicemente di utilizzare insetti predatori o parassiti di quelli che creano danni alle coltivazioni. Un’idea tanto semplice quanto efficiente. Che sarebbe bene diffondere ed incoraggiare il più possibile. I motivi per un passaggio alla disinfestazione biologica sono numerosissimi e vanno da ovvie (e meno ovvie) questioni ambientali e sanitarie fino ad aspetti meramente economici. Tra tutte queste numerose ragioni, ve n’è una molto forte e peculiare: gli insetti dannosi all’agricoltura spesso sviluppano, nel giro di qualche tempo, una forte resistenza ai disinfestanti chimici il che comporta l’uso di dosi sempre più massicce e risultati sempre meno entusiasmanti sotto tutti gli aspetti, ma questo vale solo per la chimica. Gli insetti dannosi, infatti, non possono adattarsi altrettanto facilmente ai propri predatori, perché anche quest’ultimi si evolvono. Questo aspetto non è da poco, dal momento che gli insetti sono alla base della catena alimentare e chi vi sta sopra non si adatta a quelle sostanze chimiche con altrettanta rapidità.

Gli insetti sono una fonte economica ed ecologica senza eguali ed il ricco Occidente li ha trascurati troppo a lungo. E’ ora di cambiare e di farlo al più presto possibile: prima di compromettere gravemente le specie impollinatrici con tutto quel che ne conseguirebbe, prima di far collassare a livello planetario processi ecologici di cui non sappiamo pressoché nulla, prima di sprecare inutilmente ciò che ci rimane dei preziosi combustibili fossili e della sempre più scarsa acqua dolce.

Se, a distanza di secoli dall’invenzione del microscopio, siamo ancora al punto di valutare l’importanza delle cose in base alle loro dimensioni fisiche, c’è di ché preoccuparsi seriamente.


Un saluto a tutti, grandi o piccini, dal Panda.

lunedì 14 marzo 2011

Singolarità Tecnologica salvaci tu! Anzi no: forse è meglio far da sé!

Parliamo di nuovo di Singolarità tecnologica, ossia della teoria secondo cui l’innovazione tecnologica procede con andamento esponenziale e tende quindi verso un cuspide, raggiunta la quale il progresso accelera oltre le umane facoltà di comprensione e previsione. A chi si interessa della Singolarità Tecnologica, come nel caso del vostro affezionato Panda, capita spesso di sentire, anche dai massimi esperti in questione, un ritornello piuttosto inquietante. I paladini della Singolarità, infatti, tendono ad additarla come una panacea per ogni male: la terra è inquinata? No problem, ci salverà la Singolarità. Siamo pieni di armi di distruzione di massa ed instabilità geopolitica? Niente panico, ci salverà la Singolarità. Abbiamo alterato (forse irreversibilmente) il sistema climatico di madre Terra? State calmi, ci salverà la Singolarità? Abbiamo sovrappopolato il mondo? Ci penserà…

domenica 13 marzo 2011

La Permacultura spiegata in 2 minuti



Ecco un piccolo grande video (in italiano) che spiega in estrema sintesi, ma con precisione, rigore e chiarezza, cosa sia la Permacultura. Il vostro affezionato Panda non aggiunge altro, se non che la Permacultura è un oceano di conoscenza, un gioiello culturale ancora tutto da scoprire. Una realtà ed un'avventura alla portata di tutti. Un piccolo mistero che merita d'essere svelato e gustato.

I migliori saluti a voi tutti dal Panda con affetto.

sabato 12 marzo 2011

Terremoto e Tsunami in Giappone: solidarietà e un po' di Talmud

In questo tragico momento, Pandemica-mente vuole esprimere tutto il suo cordoglio al Giappone. Al tempo stesso però vuol anche rendere onore a tutti quei giapponesi che si sono impegnati per anni in prevenzione antisismica. Per quanto, purtroppo, la lista dei morti e dei dispersi possa ancora salire, essa sarebbe sicuramente molto maggiore senza il loro impegno. A quei tanti eroi anonimi ed invisibili che tuttavia hanno salvato un nuomero imprecisato di vite va un sentito ringraziamento ed un profondo rispetto.

Per avere un'idea della violenza del fenomeno in questione e delle sue possibili conseguenze, basti pensare a quel che è capitato altrove, soprattutto dove la prevenzione non è stata fatta a causa dell'incuranza e/o della povertà. E' questo, ad esempio, il caso del devastante terremoto che ha colpito l'anno scorso la poverissima isola di Haiti. La magnitudo allora fu di 7,3 gradi della scala Richter e si stima che il terremoto abbia provocato oltre 220.000 morti. Al mostruoso bilancio di morte haitiano si deve poi aggiungere le terribili condizioni di vita dei sopravvissuti in seguito al collassodi tutte le principali infrastrutture haitiane. Al triste elenco di quella catastrofe andrebbero infine aggiunti anche le migliaia di ammalati e le centinaia di vittime dell'epidemia di colera che seguì al terremoto. Se si volesse invece avere un raffronto con l'Italia, si pensi che il terremoto dell'Aquila è stato di magnitudo 5,9 della scala Richter. A questo punto va detto che la scala Richter è una scala logaritmica, quindi a piccoli aumenti del grado si hanno grandissimi aumenti dell'intensità o, per dirla con le parole di Bertolaso a commento dell'attuale crisi giapponese: "Questo terremoto è di circa 20mila volte più potente di quelo dell'Aquila. Credo che dopo aver devastato tutte le province d'Abruzzo, un sisma di questa intensità avrebbe raggiunto Roma e l'avrebbe praticamente rasa al suolo".

Ebbene si consideri che oltre al terremoto di magnitudo 8,9 della scala Richter, sul Giappone si è abbattuta la furia del connesso Tsunami. Come insegna il drammatico caso di terremoto e Tsunami avvenuto a Sumatra nel 2004 (9,1 gradi Richter), in situazioni del genere la conta dei morti, dei dispersi e degli sfolati può divenire veramente astronomica.

Sia chiaro che Pandemica-mente non sta ricordando questa sequela di disastri per stilare una bieca classifica o per dire chi si è comportato bene e chi no. Lo scopo è pittosto di tipo logico-matematico: su una catastrofe che ha la potenzialità di causare, ad esempio, 200.000 morti, ad ogni punto percentuale di vittime in meno ottenuto tramite la prevenzione antisismica, si sta parlando di ben 2.000 vite salvate. Per questo motivo il Panda mostra la più totale ed incondizionata stima per quei nipponici eroi della prevenzione che, diligenti, numerosissimi ed ingiustamente anonimi, meritano il massimo del rispetto e dell'ammirazione. Forse non saranno spettacolari, telegenici e romantici come nei film hollywoodiani, ma un grazie di cuore mi sembra davvero il minimo.

Nel Talmud, uno dei testi sacri dell'Ebraismo, c'è una frase assai bella e celebre che ben riassume quanto il vostro affezionato Panda sta malamente tentando di dire con troppe parole: "Chi salva una vita salva il mondo intero". A chi sente il cinismo e la depressione dei giorni nostri mordergli il cuore chiedo semplicemente: terremoto giapponese incluso, sapresti dirmi quante volte è stato salvato il mondo intero?

Nonostante i morti ed il dolore, questo è pur sempre un mondo che merita di essere protetto in ogni senso. Non servono gesti di epico coraggio, basta una casa ben fatta, basta un lavoro onesto e rispettoso degli altri.


ご挨拶 a tutti dal Panda

venerdì 11 marzo 2011

Bisogna imparare dalle api che ci sanno fare



Nel video qua sopra Rachel Botsman spiega le virtù e la potenza del consumo collaborativo.



Nel video qui sopra Yochai Benkler parla invece dell'economia open-source e dei suoi vantaggi.

Ecco qui sotto, infine, Howard Rheingold che parla della collaborazione e della necessità di studiarla a fondo.



A questo punto forse qualcuno di voi si domanderà cosa cavolo centrano le api con questi 3 video-gioiellini esposti. Vediamo un po'...

giovedì 10 marzo 2011

Transition Town e la fame nel mondo secondo Vandana Shiva



In questo breve video sottotitolato in italiano, Vandana Shiva (vicepresidente di Slow Food) spiega, le connessioni che legano a filo doppio il movimento delle Transition Town all’emancipazione economica del Sud del mondo. Al di là della semplice ed efficace scorrevolezza oratoria che ha contribuito a rendere famosa questa incredibile donna indiana in tutto il mondo, il vostro affezionato Panda trova interessante questo breve filmato soprattutto perché mette in evidenza come il bene richiami a sé il bene.

La Permacultura, nata negli anni ’70 per contrapporsi ad un mondo consumista privo di qualsiasi contegno ecologico, ha fino per dare ispirazione al movimento delle Transition Town. Quest’ultimo, preso atto del Picco del Petrolio e dei cambiamenti climatici in atto, si è posto l’obbiettivo di traghettarci in un modo libero dal petrolio e dalla turpe economia che l’accompagna e di farlo nel modo più dolce e positivo possibile. Transition Town d’altra parte risulta benefico anche per i poveri del Sud del mondo, come ci spiega Shiva. La cooperazione economica (al posto della tanto sbandierata quanto imperfetta competizione) richiama a sua volta una galassia di realtà impegnate nel microcredito, nella finanza etica, nel commercio equosolidale, ecc…
In altre parole, il rispetto per la natura, le energie rinnovabili e il risparmio energetico, la solidarietà e l’identità locale, le rivendicazioni di organizzazioni come Slow Food, Transition Town, il movimento per la Decrescita Felice ed Aspo sembrano solo ad uno sguardo distratto come tante piccole stelle in un abisso d’oscurità. E’ vero che brillano come stelle, ma non sono altrettanto distanti e solitarie come le loro omologhe astronomiche. Anzi. Ad uno sguardo più attento ci si rende conto che rappresentano solo gli aspetti più visibili di una sorta di mondo sommerso, unito e compatto, che tenta disperatamente di emergere. Un mondo fatto di buon senso, cultura, voglia di fare e di condividere. Fatto di positività e realismo.

Un mondo ignorato, emarginato e tartassato senza sosta, con ipocrita noncuranza e calcolato fair-play dal piccolo ed elitario mondo dei mass-media tradizionali, ma anche dai Big dell’economia “convenzionale”, dalla cosiddetta realpolitik, nonché dal pigro e distratto tram-tram dell’uomo comune.

Ciò nonostante, quel universo di empatia e buon senso, lungi dall’essere quella realtà fragile e stentata dipinta dai media, non solo non soccombe né si arrende, ma è addirittura in costante ed incessante ascesa. Si tratta di un mondo a modo suo ambizioso, che aspira a sopravvivere e perfino prosperare nonostante gli immani disastri attuati dal mondo iperconsumista che lo circonda ed assedia. Il mondo del buon senso non si arrende mai, è più vasto di quanto si creda ed è anche più tosto.

C’è chi ha sognato un mondo migliore, un mondo diverso da quello attuale, c’è chi ha detto che "un altro mondo è possibile" e chi ha aggiunto che è pure necessario. Quelle persone sono state le stesse che hanno iniziato a costruirlo quel mondo, senza aspettare che fosse qualcun altro a farlo al posto loro. Per questo stesso motivo, il vostro Panda crede che “un altro mondo” sia già tra noi e che serva solo che vi salga su un po’ più gente.


Un saluto sincero a voi tutti dal vostro affezionato Panda.

martedì 8 marzo 2011

Libia, Libia delle mie brame, chi diventerà il più povero del reame?

La situazione in Libia è drammatica dal punto di vista umanitario. Inoltre, come molti fanno notare, la Libia è un esportatore di petrolio e gas e gli scontri armati di questi giorni possono sicuramente rallentare il flusso di greggio in uscita dai confini libici. Certo, c'è di che preoccuparsi, soprattutto per un paese tanto esposto energeticamente, economicamente e politicamente come l'Italia.

Tuttavia questa situazione non giustifica, da sola, ciò che sta accadendo sui mercati internazionali. Bisogna avere chiare le dimensioni delle forze coinvolte per poter capire. La Libia probabilmente esporta circa 1.6/1.7 milioni di barili di petrolio al giorno (mbg) su un consumo totale a livello mondiale di quasi 90 mbg… il contributo della Libia, in altre parole, è di un misero 2% del totale del petrolio consumato!!

E allora perché? Perché il prezzo del barile è schizzato a 100 dollari ed oltre?

Vediamo un po'...

lunedì 7 marzo 2011

Alla vigilia dell'8 Marzo

La giornata internazionale della Donna si avvicina e Pandemica-mente non può mancare di sottolineare l’importanza del processo di liberazione del gentil sesso. Importanza di tipo etico e morale, ma anche sociale e soprattutto economico. E’ evidente, infatti, che tanto più le condizioni delle donne sono difficili in un determinato paese e tanto peggio sono le condizioni economiche di quello stesso paese. Qualcuno dinnanzi a questa correlazione deduce che condizioni economiche avverse conducono la società che le subisce ad una cultura maschilista. Il Panda condivide solo parzialmente questa visione. Sembra infatti assai più realistico l’esatto contrario, ossia paesi che possiedono una forte discriminazione che penalizzi le donne subiscono una menomazione economica particolarmente severa. I motivi sono molteplici...

sabato 5 marzo 2011

Picco del petrolio, agricoltura e soppravvivenza



Questo bel documentario della BBC (sottotitolato in italiano e visibile per intero su YouTube) spiega con parole semplici la sfida che attende l'agricoltura moderna. Una sfida terribile. Da affrontare fin da subito con tutta la serietà, l'impegno e l'urgenza che la situazione purtroppo richiede.
Purtroppo sono ancora troppo pochi coloro che possiedono la consapevolezza di quanto petrolio (e gas) sia effettivamente coinvolto in ciascun singolo alimento attualmente venduto in un qualsiasi supermercato nel mondo. Questa è un'ignoranza imperdonabile, non perchè sia sconvegnente, nè perchè il vostro Panda sia incline alla severità, ma poichè potrebbe rivelarsi letteralmente catastrofica per tutti. Il Picco del Petrolio sfortunatamente non comporta unicamente problemi a spostarsi in auto. E' molto più di questo. Dovremo rivoluzionare i nostri sistemi produttivi a partire dall'agricoltura e dobbiamo iniziare a farlo subito. Se mancheremo la sfida le conseguenze saranno per tutti inenarrabili.

Volere è potere, ma non si può volere ciò che a malapena si conosce. Spezziamo il silenzio mortale che la politica e i mass-media hanno steso su questi argomenti. Pretendiamo dai nostri rappresentanti (di destra, centro o sinistra che siano) che affrontino con responsabilità ed urgenza questa crisi sistemica che sta per stritolare il nostro intero stile di vita. Continuare a far finta di nulla, continuare a minimizzare, a tranquillizzare e, in definitiva, continuare a non far nulla (come abbiamo fatto finora) è più che sbagliato, è profondamente immorale, umiliante e deprimente. Se continueremo imperterriti su questo cammino ci trasformeremo nostro malgrado nei protagonisti del più devastante suicidio di massa a cui la storia abbia mai assistito.

Non si dica che questo è catastrofismo, questo è semplicemente la situazione catastrofica che noi stessi abiamo creato. Questo è il catastrofico presente in cui noi (convinti e non) stiamo vivendo. Libia, Egitto, Tunisia, Albania, ecc... non sono altro che campanelli d'allarme. Sono purtroppo solo i primi sintomi di una realtà geologica: il petrolio non è infinito. A cui fa seguito un'inevitabile realtà economica: un'economia interamente ed esclusivamente basata sul petrolio non può crescere all'infinito. Aggiungete a questo che abbiamo già sovrappopolato il pianeta ed alterato il suo clima. L'unica conclusione sensata a questo ragionamento è che dobbiamo cambiare e farlo in fretta. Non è più tempo per discussioni filosofiche, è tempo di prendere coscienza ed agire con risolutezza.

Il futuro è pericoloso, ma non è nero. Diventa nero e cupo solo quando non lo si vuole affrontare. Abbiamo le risorse e le conoscenze per farlo, quindi facciamolo.

Per chi non lo sapesse quelle conoscenze e risorse, si chiamano Transition towns, "abbandono del PIL e delle Banche Centrali private", adozione della Tobin TaxPermacultura, istruzione femminile nei paesi in via di svilupp, cura del ferro, fitodepurazione, Desertec, Sahara Forest Project, Kite Gen, mini-idroelettrico, geotermia di nuova generazione, riciclo, riuso, risparmio, biciclette, trattori elettrici, vertical farming, orti urbani, Internet, telelavoro, biocarburanti di seconda generazione (quelli derivati da microalghe coltivate in zone non agricole e in grado di assorbire elevate quantità di anidride carbonica oppure quelli derivanti da scarti non alimentari) e tantissime altre cose ancora.

Non sono le soluzioni a mancare, ma la volontà di lasciar loro spazio per dilagare sul pianeta. In origine l'industria del petrolio era un'idustria ecologista che andò a sostituire quella del grasso di balena. L'abbandono del grasso di balena fu tutt'altro che un sacrificio. L'ecologia non è sacrificio, è equilibrio e un pizzico di lungimiranza. Oggi è il petrolio che deve lasciare il passo a qualcosa di meglio. L'energia a manca, manca la volontà di cambiare, ma dobbiamo iniziare a farlo. Per iniziare, in fondo, basta poco. Basterebbe per lo meno parlarne un po' di più.


Buon passaparola e buon futuro a tutti voi dal vostro affezionatissimo Panda.

venerdì 4 marzo 2011

In difesa della scuola pubblica, per tacer del resto

Condividendo pienamente l'affermazione di Concita De Gregorio secondo cui "è paradossale e inaccettabile che un presidente del Consiglio, chiamato a incarnare e tutelare la cosa pubblica, attacchi frontalmente la scuola statale pubblica", il vostro affezionato Panda, nel suo piccolo, pensa sia opportuno sostenere la raccolta di firme on-line indetta da l'Unità . L'appello è a difendere la scuola pubblica, a viso aperto, apponendo nome e cognome, per far sapere a chi di dovere che alle soffertissime e travagliate conquiste dello stato sociale il popolo italiano non è disposto a rinunciarvi, tra un baciamano e l'altro, in ossequioso silenzio. Se siete a favore della difesa della scuola pubblica, potete farlo sapere: qui.

Se qualcuno volesse andare anche oltre e far presente al nostro Presidente del Consiglio dei Ministri che è venuto il momento di farsi da parte perchè inopportuno e/o indegno della carica che ricopre, ecco qui la possibilità di far parte di quelle tanto criticate 10 milioni di firme che il PD intende raccogliere.

E per chi non desidera firmare un bel niente, non crede in queste cose e ammira il Presidente del Consiglio dei Ministri oggi più che mai?

Un saluto sincero ed amichevole, come a tutti quanti gli altri, dal Panda.

giovedì 3 marzo 2011

Dacci oggi il nostro Kite Gen quotidiano (che al High Tech del futuro ci penseremo quando sarà ora)

La nostra cosiddetta civiltà sta puntando sui cavalli sbagliati. Drogati dai nostri precedenti successi tecnologici, la maggior parte di noi è convintissima che qualsiasi problema attuale sia risolvibile grazie ai futuri progressi tecnologici. Eppure la nostra “civiltà”, nonostante le apparenze, non ama affatto la tecnologia. Più concretamente, la trova ottima come scusa polivalente. Stiamo inquinando oltre ogni limite? Stiamo riempiendo cielo, oceani e terra di ogni “mal di dio”? Stiamo ritardando all’inverosimile investimenti cruciali ed una più generale riconversione delle nostre economie? C’è un’epidemia di tumori, sterilità, depressioni varie, diabete, malattie autoimmuni, leucemie infantili, malattie respiratorie ed alimentari? Nessun problema, ci penserà la tecnologia del futuro con la sua bella bacchetta magica a mettere a posto tutto.

O forse no? …

martedì 1 marzo 2011

Fa la cosa giusta



Barry Schwartz è un famoso psicologo e professore americano, nonché l'autore del libro "The Paradox of Choice" e di diversi articoli per il New York Times. Barry, in questo video spiega come la saggezza pratica aiuti a fare la cosa giusta e ad essere felici. Il video è tratto ancora una volta da TED ed è fornito di sottotitoli anche in italiano.


Buona visione a voi tutti ed un saluto caloroso dal Panda.


P.S. -Se il presente video vi è piaciuto, potete vederne un'altro in cui Barry spiega il paradosso della scelta qui.