giovedì 27 dicembre 2012

Costruiremo un Singolarità Tecnologica Benevola – Parte 4

Nella “Parte 1” di questo ciclo di post di Pandemica-mente abbiamo sostenuto che la situazione globale è grave (se non disperata) e occorre quindi agire tempestivamente.

Nella “Parte 2” abbiamo tracciato un affresco sintetico del concetto di Net-Sfera.

Nella “Parte 3” abbiamo accennato al concetto di catalizzatore.


Oggi il vostro affezionato Panda approfondirà un poco il concetto di catalizzatore, ossia di un’entità in grado di accelerare lo sviluppo del Web spingendolo verso la nascita di una Seed-AI al suo interno. Una volta creata la Seed-AI la Singolarità Tecnologica dovrebbe essere assai prossima anche se è di fatto impossibile prevederne tempistiche, evoluzione e modalità. Se l’idea di fondo è (come in effetti è) quella di costruire una Singolarità Tecnologica amichevole che prevenga la nostra autodistruzione oppure la nascita di una possibile Singolarità ostile, ne deriva che il fattore tempo è un aspetto cruciale. Se il tempo è fondamentale per la riuscita dell’operazione, allora anche il catalizzatore è fondamentale dato che la sua principale caratteristica è proprio quello di ridurre i tempi di sviluppo che portano alla Seed-AI.

Ma cosa dovrebbe essere di preciso il catalizzatore di cui stiamo parlando?
Nella “Parte 3” abbiamo accennato alla difficoltà/opportunità di sconfiggere o ridurre il principale limite alla rete globale che forma il web...

venerdì 21 dicembre 2012

Costruiremo un Singolarità Tecnologica Benevola – Parte 3

Nella “Parte 1” di questo ciclo di post di Pandemica-mente abbiamo sostenuto che la situazione globale è grave (se non disperata) e occorre quindi agire tempestivamente.

Nella “Parte2” abbiamo tracciato un affresco sintetico del concetto di Net-Sfera.



Guardiamo ora cosa serve per poter giungere ad una Singolarità Tecnologica Benevola (od “Amichevole” se si preferisce):


1) Tanta intelligenza.

2) La capacità di auto-miglioramento ricorsivo dell’intelligenza in questione.

3) La capacità di contenere i fini ed i valori di tale super-intelligenza emergente nell’ambito di una qualche forma di empatia che escluda esiti malevoli e potenzialmente apocalittici per il genere umano ed il resto della biosfera esistente.


In presenza dei requisiti 1 e 2, ma assenza del punto 3, si rischia di incappare in una Singolarità Tecnologica ostile od indifferente alle nostre sorti, cioè in un probabile sterminatore anziché in una soluzione salvifica. Bisogna quindi raggiungere tutti e 3 le condizioni contemporaneamente per evitare fallimenti o peggio.

Internet riesce a soddisfare i 3 requisiti per una Singolarità Tecnologica Benevola?

Vediamo:


1) Il web può attrarre miliardi di intelligenze umane nonché un’incredibile potenza di calcolo, memoria ed analisi artificiale. L’intelligenza potenziale non manca.

2) La capacità di miglioramento ricorsivo di tale intelligenza potenziale è implicita nel naturale evoluzione del web in termini tecnologici, ma anche di servizi erogati e in termini organizzativi.

3) L’eticità del web può essere controllata dagli esseri umani dal momento che essi ne sono una componente imprescindibile.


Bene, detto ciò che Internet ha da offrirci, vediamo ciò che attualmente gli manca: un catalizzatore.

In chimica, un catalizzatore è una sostanza che interviene su una reazione aumentandone la velocità, rimanendo inalterato al termine della stessa. Nel caso di Internet, ovviamente, il “catalizzatore” dovrebbe accelerare non tanto una reazione chimica quanto lo sviluppo del sistema stesso. Ce n’è bisogno perché il tempo stringe e i nostri guai divengono sempre più enormi e minacciosi (come si diceva prima). Ce bisogno di un catalizzatore anche per un altro motivo: se il processo di trasformazione coinvolge processi delicati e riguarda un sistema non “schermato” , tempistiche d’attuazione lente rappresentano un rischio, poiché le possibilità di interferenze, guasti e disguidi aumentano all’aumentare del tempo. Nel caso di Internet questi disguidi potrebbero essere rappresentati da deterioramenti derivanti da un aumento vertiginoso dei black-out elettrici oppure dal deterioramento delle condizioni economiche complessive o magari dal collasso infrastrutturale dovuto al calo degli investimenti a causa di guerre, crisi economiche o altro. Le cose che possono far “abortire” il processo di trasformazione di Internet dal livello attuale a quello di vera e propria seed-AI sono numerose e varie. Non essendo un sistema centralizzato, il web, ha un certo grado di resilienza, ma non ci si deve illudere: il web attuale non è la rete di telecomunicazioni militari da cui ha tratto origine inizialmente.

Il catalizzatore sarebbe utile anche per un altro motivo: vi è un ostacolo che limita enormemente le potenzialità di Internet e che ha tempi d’evoluzione totalmente incompatibili con quelli che i nostri guai “globali” ci consentono. Tale fastidioso ostacolo è che il web è un sistema multilinguistico. Se la rete di computer di cui Internet è composto è globale nel senso pieno del termine, la rete di persone fisiche che la compongono è per la quasi totalità di tipo nazionale. Questo fatto meramente culturale spezza la rete in decine (se non centinaia) di reti minori collegate tra loro attraverso imponenti colli di bottiglia costituiti da quei relativamente pochi utenti in grado di effettuare traduzioni (simultanee e non). Si tratta di una menomazione immensa rispetto all’immaginario collettivo alimentato dall’idea della “rete globale”. Per cogliere la piena potenza del web, occorre che gli utenti (ma proprio tutti) fossero in grado di comunicare senza ostacoli linguistici o per lo meno con ostacoli molto contenuti. Quello che è un grave ostacolo è però anche un’enorme opportunità: un catalizzatore che abbattesse anche solo parzialmente questo unico e grave limite linguistico, fornirebbe infatti un’accelerazione impressionante all’intero sistema. In altre parole ci sono ampi margini per imponenti miglioramenti sistemici derivanti da singole migliorie relativamente contenute e specifiche. Ci sono quindi ampi margini di manovra affinché un catalizzatore possa fare quel che ci si aspetta faccia: velocizzare la trasformazione.

Ancora una volta si può considerare il catalizzatore non tanto (e/o non solo) come una nuova tecnologia online, ma piuttosto come un mix di soluzioni ed organizzazioni uomo/macchina che sfrutti le rispettive abilità per oltrepassare i limiti di ciascuna parte. In conclusione, quindi, si può dire che esistono i presupposti per poter trasformare il web (o una sua parte od evoluzione) in una seed-AI che vada ad innescare una Singolarità Tecnologica benevola ed amichevole. Ciò che occorre è solo tantissima collaborazione ed interdisciplinarietà. Strutturare questa collaborazione massiva in una qualche forma di contenuto online è cioè che qui abbiamo definito catalizzatore. L’accumulo progressivo e ricorsivo di informazioni e potenzialità cognitive è già in atto. Benché ciò avvenga a tassi di crescita elevati, essi non sono ancora sufficienti a far emergere comportamenti “sovra-umani”. La presenza di un catalizzatore potrebbe far variare rapidamente la situazione. Visto che la tecnologia di fondo di cui necessitiamo per una rapida implementazione della Singolarità è la collaborazione umana stiamo quindi parlando di un obiettivo ambizioso sì, ma non impossibile.


Buon futuro a tutti dal Panda

martedì 18 dicembre 2012

Costruiremo un Singolarità Tecnologica Benevola – Parte 2

Nella “Parte 1” di questo nuovo ciclo di post di Pandemica-mente abbiamo sostenuto che la situazione globale è grave (se non disperata) e occorre quindi agire.

Ma come?

Senza tempo né risorse sufficienti cosa si può fare? Una risposta razionale e costruttiva, mi pare, sia: evolvere per oltrepassare i nostri attuali limiti cognitivi e/o fisici. Ovviamente l’evoluzione a cui mi riferisco non può essere quella darwiniana: ha tempi d’azione troppo lunghi e sistemi oltremodo brutali. L’evoluzione di cui necessitiamo è di tipo non-biologico. In altre parole ci occorre un balzo tecnologico, scientifico e cognitivo tale da garantirci sufficienti capacità di gestione planetaria (capacità che includano anche l’abilità di auto-moderarsi ed d’organizzarsi in modo consono e vantaggioso). Abbiamo quindi bisogno di sviluppare una seed-AI, ossia un’intelligenza in grado di auto miglioramenti ricorsivi che la possano condurla ad divenire anche massicciamente superiore a quella umana. Una seed-AI è il germe da cui può trarre origine una Singolarità Tecnologica (intesa come un balzo nello sviluppo talmente brusco da oltrepassare di molto le capacità di comprensione e previsione dell’attuale genere umano). La Singolarità Tecnologica, in quanto tale, eliminerà i limiti di tempo e risorse (sia tecnologiche sia cognitive) di cui si parlava prima e che rischiano di trasformarsi nella nostra fine (come civiltà, se non come razza o persino come pianeta vivente).

L’approccio con cui il Panda intende affrontare il tema della Singolarità Tecnologica non è divulgativo, né filosofico, ma, come il titolo di questo post lascia chiaramente intendere, ambisce ad essere un approccio progettuale e “costruttivo”.

A questo punto quindi si pongono due enormi problematiche:


1 – Come creare una super-intelligenza (la seed-AI) dato che l’attuale livello tecnologico e le conoscenze di Intelligenza Artificiale parrebbero insufficienti?

2 – Posto di riuscir a risolvere il punto 1, come controllare un’eventuale super-intelligenza con le nostre limitate intelligenze umane in modo che quella super-intelligenza non diventi ostile?


Parrebbero due problemi gravi ed insormontabili.

Ebbene sono gravi, ma non insormontabili.

Il punto cruciale, come spesso accade, non è tecnico (come sembrerebbe ad una prima impressione), quanto piuttosto il punto di vista che si adotta. Il punto di vista adottato dal Panda, non è quindi strettamente tecnico-scientifico, poiché per quel verso parlare di seed-Ai e Singolarità Tecnologica equivale a parlare di fantascienza o di filosofia o di futurologia, ma non certo di progetti realizzabili in tempi ragionevoli. Allo stato attuale non sappiamo cosa sia la coscienza e non siamo in grado di creare una intelligenza artificiale generale (cioè un’intelligenza in grado di affrontare vari problematiche e non una specifica mansione per cui è stata esplicitamente progettata, come ad esempio il giocare a scacchi). Super-computer ed algoritmi hanno fatto passi da gigante, ma sono ancora molto distanti dal raggiungere un tale traguardo. Il pensare a software ed hardware, quando si parla di intelligenza artificiale, è però un’inaccettabile limitazione mentale derivante più da una sorta di infatuazione creata dall’immaginario fantascientifico anziché da un’effettiva necessità operativa.

Quello che distrae è la parola “artificiale”. Considerare “artificiale” (di intelligenza artificiale) con il significato di “totalmente non naturale” è ancora una volta limitativa. Una automobile non è certo un organismo vivente. La maggior parte delle persone definirebbe un’automobile come qualcosa di decisamente “artificiale” eppure il guidatore non lo è e, senza di lui, il veicolo è decisamente inutile ed inerte. Internet, allo stesso modo, viene concepito dai più come una rete di computer, eppure dietro a quei computer sono seduti milioni di persone in carne ed ossa (senza le quali la rete di cavi e calcolatori sarebbe assolutamente priva di senso e scopo). Quel che intendo dire è che molto di ciò che consideriamo “artificiale” (nel senso di assolutistico del termine), in realtà è una sorta di simbiosi tra artificiale e naturale. Questo ci aiuta a considerare che anche un’intelligenza artificiale, potrebbe essere concepita come simbiosi, anziché come “macchina autonoma” completamente sintetica. Questa intuizione filosofica, può sembrare astratta, ma ha importanti ripercussioni pratiche al fine che il Panda si è proposto: costruire una Singolarità Tecnologica Benevola.

L’intelligenza umana e quella dei pc sono meravigliosamente complementari: plastica e versatile la prima, potente e precisa la seconda. Una accoppiata fantastica per una simbiosi! Sì, sì, vabbè, si dirà, ma anche i cyborg sono fantascienza e non realtà! Ed infatti il Panda non sta parlando di cyborg, ma più banalmente di Internet! Internet o se preferite il web, ha tutte le carte in tavola per consentire una tale simbiosi d’intelletti. L’idea di fondo non è neppure originale. La si trova, ad esempio, magistralmente espressa in un bel articolo di Ugo Spezza intitolato “La Net-Sfera”. Il concetto di fondo è che nel web, la somma di tanti cogni-duo (ossia di elementi fondati da un essere umano ed un pc) rappresenta un moltiplicatore di intelligenza incredibilmente potente. Come è stato detto in tanti ambiti, anche per la Net-Sfera vale il concetto secondo il quale il totale supera la somma delle parti. Wikipedia, Google, Wolfram Alpha, la cultura open source, TED, i servizi di social network, ecc… il web sforna colossi dell’ingegno umano con un ritmo mai visto prima. Trova soluzioni che nessun essere umano aveva concepito. Di fatto si può dire che il web è già una super-mente, ma è in fase embrionale: si sta sviluppando in modo casuale, incoerente, dispersivo. In una parola si sta sviluppando senza autocontrollo né consapevolezza.


Buon futuro a tutti dal Panda.

lunedì 17 dicembre 2012

Costruiremo un Singolarità Tecnologica Benevola – Parte 1

Il titolo di questo post è assai esplicito ed estremamente ambizioso, ma spero non faccia ridere o scappare nessuno. Per scongiurare tale eventualità, chiedo un po’ di pazienza ed attenzione. Giusto quanto basta per spiegare perché non c’è da ridere, né da fuggire dinnanzi ad una tale, apparentemente folle, affermazione.

Il vostro affezionato Panda premette che questo post segnerà una svolta importante per Pandemica-mente. Il blog, d’ora in poi, si focalizzerà sul tema della Singolarità Tecnologica. I motivi di questa decisione, sono maturati ormai da tempo nel cuore e nella mente del Panda. I motivi sono numerosi, coerenti con la precedente impostazione ed importanti. In effetti più che una svolta si tratta di una fioritura a cui, spero, possa seguire in un futuro non troppo lontano un frutto generoso e dolce.

Procediamo con ordine e iniziamo con la domanda fondamentale: Perché? Perché si dovrebbe voler creare una Singolarità Tecnologica benevola, al di là di facili entusiasmi o insane manie di onnipotenza? Beh, i motivi sono numerosi quanto le tante, troppe, nubi minacciose che si stanno velocemente addensando all’orizzonte di un futuro assai prossimo a noi tutti. L’andamento sempre più catastrofico dei cambiamenti climatici e l’incapacità della politica (a qualsiasi livello) non solo di porvi un freno, ma anche solo di trasmettere alla popolazione un vago sentore della gravità e dell’urgenza della situazione è di per sé stessa una sorgente rilevante di tale preoccupazione, ma sfortunatamente non è l’unica. Le questioni climatiche si sommano e si incastrano in modo tremendamente intricato con altre gravi questioni come:


- le crisi alimentari

- la crisi idrica (quella che fa preveder guerre per l’acqua dolce sempre più numerose ed estese)

- la crisi energetica del millennio (alias il picco del petrolio)

- la depletion (ossia l’esaurimento delle risorse naturali, o per lo meno di quelle di più facile estrazione)

- l’acidificazione degli oceani

- il crollo della biodiversità

- la crisi economico/finanziaria

- la corsa agli armamenti

- la sovrappopolazione

- l’emergere di tecnologie dagli sviluppi potenzialmente letali (bio e nano tecnologie, robotica, cyber war, ecc…)


La preoccupazione complessiva che deriva da questa lunga (e non esaustiva) lista di “complicazioni” globali può essere riassunta dal seguente dubbio:

- Abbiamo il tempo e le risorse necessarie per risolvere tutto questo groviglio prima di venirne travolti e devastati?

La risposta del vostro Panda è: forse sì, ma probabilmente no!

In un mondo perfetto, la risposta del Panda sarebbe: sicuramente sì!
Purtroppo però viviamo tutti sul pianeta Terra, quindi la risposta “probabilmente no” pare la più verosimile date le circostanze.

E, purtroppo, questa pare essere anche la risposta che sempre più persone informate tendono a darsi (o quanto meno a temere).

Se continuiamo come se nulla fosse (cioè come abbiamo fatto finora), le probabilità di eventi catastrofici di portata globale saranno elevatissime. I possibili esiti di tale “generico” rischio oscillano da un drastico peggioramento del tenore di vita dell’intera razza umana ad una sua estinzione, fino ad una nuova estinzione di massa o persino, nella peggiore delle ipotesi, alla morte planetaria intesa come irreparabile distruzione dell’intera biosfera. È evidente che qualsiasi opzione all’interno di questo ventaglio di possibili esiti è troppo drastico e drammatico per poter essere accettabile. Rimanere a guardare, disperandosi e lamentandosi, nella vuota attesa di ciò che ci accadrà è però altrettanto inaccettabile. Occorre agire.


Buon futuro a tutti dal Panda.

venerdì 14 dicembre 2012

Internet diventa sempre più intelligente!




Da qualche temo è arrivato anche in Italia  Knowkledge Graph di Google. Le ricerche in Internet si tingono di semantica. Internet si accinge a divenire sempre più una sorta di meta-biblioteca, in cui le informazioni non sono più “isolate”, ma messe in relazione le une con le altre. Questa è già una realtà da tempo (tramite l’analisi delle ricerche condotte dagli utenti), ma ora si fanno ulteriori passi in avanti e tutto lascia pensare che altri ne saranno fatti in un futuro non troppo lontano. Estrapolando questa tendenza, si può ipotizzare un “risveglio” senziente di Internet? Ci stiamo forse avvicinando ad una Singolarità Tecnologica senza neppure accorgercene?

Il vostro affezionato Panda crede di sì.

Il fatto cruciale della questione è che…

giovedì 13 dicembre 2012

Se non noi, chi? Se non ora, quando? Se non qui, dove?




Il video qui sopra riporta il toccante intervento del capo delegazione delle Filippine, Naderev Sano, al summit delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici alle battute finali tenutosi a Doha. L’accorato appello ad impegnarsi contro le devastazioni climatiche del delegato filippino non deriva da una generica preoccupazione per il futuro. Mentre si teneva il meeting a Doha, infatti, il tifone Bopha, devastava le Filippine, con un pauroso bilancio di vittime che ha purtroppo superato quota 700 nonostante gli sforzi del governo per prevenire le conseguenze più drammatiche sulla popolazione. ”Basta ritardi, basta scuse – ha esortato Naderev – Lancio un appello a tutto il mondo, ai capi di tutto il mondo: aprite gli occhi e guardate in faccia la realtà”. Ha poi aggiunto: ”Per favore, fate di Doha il luogo di cui ci si ricorderà perché abbiamo trovato la volontà politica di avanzare nelle decisioni” contro i cambiamenti climatici. Le sue lacrime e la sua passione hanno suscitato lunghi e vigorosi applausi. Nonostante gli applausi, tuttavia, il summit si è risolto sostanzialmente con un nulla di fatto (come i precedenti nei tanti anni trascorsi ad aspettare che la crisi climatica peggiorasse restandosene comodamente seduti a guardare). Peggio ancora, Doha si è concluso con provvedimenti volti palesemente a dare un contentino alle masse: un “salva faccia” mal riuscito giusto per non dire che la politica internazionale non ha la minima intenzione di mitigare la catastrofe verso cui tutti andiamo incontro a velocità spaventosa.

Né le lacrime di Naderev, né le centinaia di vittime filippine, né le tante e clamorose catastrofi climatiche che si sono avvicendate con sempre maggior frequenza e violenza sono servite a smuovere coscienze evidentemente troppo pesanti per essere smosse anche solo di un millimetro. Il mondo si ricorderà del summit delle Nazioni Unite tenutosi a Doha. E lo farà con RABBIA!
Non c’è più tempo per attendere i tempi della politica: tutti i cittadini del mondo devono impegnarsi fin da ora, non perché obbligati per legge a farlo, ma per istinto di sopravvivenza. Non è più ora di eufemismi, di rassicurazioni, di moderazione verbale. Bisogna agire.

Di nuovo un Grazie speciale a Massimiliano Rupalti per la preziosa opera di traduzione e sottotitolazione in italiano del video in questione. Per chi non fosse pratico di YouTube, per vedere i sottotitoli in italiano basta cliccare sul tasto:




Un saluto a Max e a voi tutti dal Panda

mercoledì 12 dicembre 2012

Servizi segreti e media



Aldo Giannuli, storico e saggista italiano, parla, nel video qui sopra, dello stretto legame che unisce il mondo della Intelligence a quello dei mezzi d'informazione di massa. Il buon Giannuli, non si limita ad una mera analisi della situazione, ma fornisce anche qualche precauzione tanto semplice quanto di buon senso. Fornisce uno sguardo lucido e scarno sul lato oscuro dell'informazione senza cedere al mito degli 007. Uno squarcio di buon senso in un oceano di menzogne che merita d'essere diffuso.

Buon futuro a tutti dal Panda

domenica 9 dicembre 2012

L'auto elettrica su Rainews24



Rainews24 ha parlato di auto elettrica ed è stato intervistato persino il prof. Ugo Bardi. Un'occasione unica di approfondire un po' l'argomento.

Buona visione a tutti dal Panda


venerdì 7 dicembre 2012

Luca Mercalli e la bomba ad orologeria



Luca Mercalli, il noto meteorologo e climatologo, ci spiega perchè siamo seduti su una bomba ad orologeria e cosa potremmo e dovremmo fare.


Buona visione e buon futuro a tutti dal Panda

giovedì 6 dicembre 2012

Tecno-ottimismo, no grazie!

Può suonare strano che chi, come il vostro affezionato Panda, ha parlato tante volte della Singolarità Tecnologica, si palesi poi apertamente ostile al tecno-ottimismo. Per quanto strano e contraddittorio ciò possa apparire, tuttavia, tanto strano non è e neppure tanto contraddittorio. Sperare in una Singolarità Tecnologica benevola verso il genere umano e contemporaneamente proclamarsi ostili al tecno-ottimismo, infatti, è perfettamente coerente per il semplice fatto che il tecno-ottimismo non facilita in nulla e per nulla il progresso tecnologico, ma anzi lo ostacola fortemente. La contraddizione, quindi, in effetti c’è, ma è tutto interno alla posizione tecno-ottimista che a parole si professa fiduciosa nell’ingegno umano e nella tecnica, ma che nei fatti la ostacola costantemente ed instancabilmente. Questo atteggiamento ottusamente e ciecamente speranzoso, lungi dall’essere una manifestazione di razionalità scientista o di positività creatrice, è in realtà una delle punte di diamante della propaganda ultra-liberista generata dall’economia malata che sta devastando il pianeta intero. Professare una fiducia totalizzante nella potenza della scienza e della tecnica vuol dire disprezzarne le fondamenta, fatte di umiltà intellettuale e razionalità. La scienza e la tecnica, a differenza dei tecno-ottimisti, non si possono permettere per definizione di vedere solo ciò che vorrebbero fosse vero.

Il tecno-ottimismo è un atteggiamento assai diffuso nella nostra società. Un atteggiamento pericoloso che trae origine da precisi interessi economici. Per comprenderlo (e quindi evitarlo) bisogna quindi addentrarsi nella “psicologia” del mondo in versione ultra-liberal e iper-global. Vediamo…

Mario Tozzi e lo sviluppo sostenibile




Mario Tozzi, nel video qui sopra, parla dello sviluppo sostenibile, un argomento molto più sfumato, variegato e complesso di quel che si potrebbe credere. Un video, non recentissimo forse, ma che merita d’essere assaporato ed assimilato fino all'ultimo concetto.

Buona visione e buon futuro a tutti dal Panda

mercoledì 5 dicembre 2012

Cari Onorevoli, sostenete carbone e petrolio? E noi non vi votiamo più.


Se i nostri Onorevoli si “fossilizzano sulle energie fossili” invece di puntare su quelle verdi (che, per altro, si sa, generano molti più posti di lavoro), cosa si può fare?

Poco, ma una "cosina" la si può fare: fargli sapere che non avranno più il nostro voto se non cambieranno orientamento (qualunque sia il partito o la forza in questione).

Greenpeace ha organizzato una petizione on-line per dare questo bel messaggio alla politica italiana (vedi qui).

Lamentarsi ed indignarsi dei casi eclatanti come la tragedia dell’ILVA di Taranto quando è ormai tardi non basta. I nostri figli meritano più lungimiranza (oltre che onestà e benessere).

Per chi fosse interessato:  http://www.greenpeace.org/italy/it/iononvivoto/


Buon futuro a tutti dal Panda

Good news: senti senti che colore!



Il video qui sopra, tratto ancora una volta dal meraviglioso TED, racconta l'incredibile storia di Neil Harbisson, una sorta di Pistorius della vista. Storie come le loro, ma anche come quella della bellissima Aimee Mullins, o di TEMP oppure come quella di Stephen Hawking e di tantissimi altri ancora, stanno letteralmente riscrivendo la percezione ed il significato di parole come disabilità, impossibile e successo.

Non solo un altro mondo è possibile, ma, se lo si vuole, è possibile in modi meravigliosamente inimmaginabili e variegati.


Buon futuro a tutti dal Panda

martedì 4 dicembre 2012

2012: la fine dell'era del petrolio

Scarseggia il petrolio a basso costo? E allora? Una soluzione ci deve pur essere: apparteniamo al Mondo Libero dopotutto. Apparteniamo al libero mercato, alla libera imprenditoria, alla libera circolazione di soldi e merci...

...cos’altro?

Ah ecco! Trovato!

Il lavoro...

domenica 2 dicembre 2012

Luca Mercalli: la strategia energetica


Luca Mercalli, nella puntata di Che tempo che fa andata in onda su Rai3 domenica 02 dicembre, ha parlato di energia.
Quello che ha avuto da dire è stato molto interessante (come sempre). Volete sapere cosa ha detto il buon Mercalli? Beh, allora non vi resta che...