martedì 29 dicembre 2015

RIVOLUZIONE POSSIBILE


"Impossibile" è una parola pericolosa per intelligenze dalle facoltà e dalle conoscenze limitate come le nostre. L'esplorazione del possibile richiede un certo grado di libertà, senza il quale la discrezione rischia seriamente d'essere solo auto-limitazione. Il problema è che la libertà è tremendamente difficile. Difficile non scadere nell'auto-compiacimento o in un opposto ma altrettanto sterile auto-castrazione. Ancor più difficile non finire per rinunciare alla libertà in cambio di un po' di comodità.

La conoscenza richiede un alto grado di libertà. La libertà richiede a sua volta un alto grado di impegno e di consapevolezza.

Un preambolo piuttosto astratto, ma necessario per introdurre il vero argomento di questo manifesto: salvare questo mondo è possibile.

La cosa non è banale. Il tempo dell'abbondanza e dell'ingenuità del genere umano volge al termine. Siamo diretti su binari culturali, militari ed economici che ci spingono ad ogni sospiro un passo più vicino al baratro. Non dico questo per gusto retorico. Ci sono validi e consistenti motivi razionali per sostenerlo.

Il tempo sta per scadere. Non c'è più tempo per le riforme graduali e i piani a lungo termine. O abbracciamo una rivoluzione radicale oppure abbracciamo la nostra fine e, probabilmente, quella dell'intera biosfera per come la conosciamo oggi.

Molti hanno intuito o compreso la necessità di una rivoluzione, ma la domanda rimane sempre la stessa: di cosa diavolo stiamo parlando? Abbandonare il modo di condurre i nostri affari così come siamo abituati a fare ora comporta il presupposto di avere un idea di come iniziare a condurli in modo veramente nuovo.

E qui viene la parte interessante. Se stiamo parlando di una vera Rivoluzione credete forse che se qualcuno ve ne parlasse per la prima volta voi la trovereste immediatamente ragionevole e credibile? Dopo aver speso un'intera vita a fare e a pensare in un certo modo, se ci riusciste sareste pazzi o sciocchi. Se invece siete persone ragionevoli ed intelligenti, come spero voi siate, di certo trovereste il racconto del mondo possibile di un vero rivoluzionario qualcosa di assolutamente pazzesco ed irrealistico. Forse persino fastidioso ed irritante.

Dimenticavo: se siete persone veramente oneste, oltre che ragionevoli ed intelligenti, allora lo sconcerto ed il disappunto iniziale non vi fermeranno dal considerare un po' più attentamente la cosa. Ma se siete solo oneste, ragionevoli ed intelligenti vi fermerete solo a questo: a considerare astrattamente la cosa. Arriverete ad un gioco intellettuale, magari tremendamente serio, ma non vi spingerete oltre.

Per andare oltre serve un incredibile coraggio.

Per sperimentare quel genere di libertà che porta a cambiare il mondo serve un pizzico di pazzia che Dio o il destino riservano a quei rarissimi fortunati che fanno della propria vita ciò che vogliono sapendosene prendere gli oneri sulle proprie spalle.

Se volete essere dei rivoluzionari, allora, dovete ambire all'eccellenza richiedendo da voi stessi (e da voi stessi soltanto) il massimo. Un rivoluzionario vero non chiede nulla agli altri. la rivoluzione non si può né appaltare né delegare. Non è così che funziona.

Non serve essere in tanti, anzi, da che mondo è mondo le vere rivoluzioni sono sempre partite da piccoli o piccolissimi gruppi di persone. Serve invece essere determinati. La violenza non fa parte né mai lo farà di quello di cui sto parlando ora. A differenza della compassione e dell'amore verso il prossimo (anche e soprattutto se quel "prossimo" in realtà è molto distante nello spazio, nel tempo o nelle apparenze).

La libertà, il buon senso, l'intelligenza, il coraggio e l'empatia che essere rivoluzionari veri richiede possono essere sostenuti per lunghi periodi di tempo solo grazie all'amore e alla passione. Le idee ed i progetti da soli non bastano.

Detto questo possiamo passare al punto della questione: se salvare questo pianeta è possibile, come? Qual'è la rivoluzione che dobbiamo alimentare? O per dirla più schiettamente: di cosa diavolo stiamo parlando?

A domanda schietta, una schietta risposta: parliamo di abbandonare l'uso del denaro e delle logiche mercantilistiche e di scambio per regolare le attività economiche.

Avete presente la serie classica di Star Trek?

Non parlo della parte fantascientifica fatta di motori a curvatura, siluri fotonici e teletrasporto. Parlo della parte riguardante i rapporti sociali ed umani. Parlo di un'economia basata sulla cooperazione al posto della competizione, basata sulla passione per quel che si fa anziché sul fatto di dover portare a casa uno stipendio per pagare mutui e/o bollette.

Lo so, lo so. Ora la mente abituata a questa realtà vi suggerisce idee quali "ma che cavolo sta dicendo questo?!". O almeno lo spero, perchè, se è così, allora siete persone intelligenti ed equilibrate. Non vi chiedo quindi di cambiare opinione (almeno per ora) ma solo di non fuggire, di non ritrarvi intellettualmente.

Se siete arrivati fin qua vi chiedo solo di valutare accuratamente la cosa. Di valutarla in modo razionale. Lasciate stare quello che credete e quello che io credo. Vediamo quello che la scienza ci dice in merito a ciò che motiva le persone nel svolgere compiti complessi e che richiedono alte doti di creatività (ciò la parte del lavoro che conta nella civiltà in cui ora viviamo). Valutate quello che la scienza antropologica ed archeologica dicono in merito al mito del baratto ossia all'assurda credenza priva di ogni fondamento che vuole che prima dell'uso del denaro fosse il baratto a dominare l'economia. Valutate poi quello che la moderna psicologia ed antropologia hanno stabilito in merito ai comportamenti anti-empatici alimentati dall'accumulo del denaro. Valutate poi le considerazioni scientifiche riguardanti gli studi sulla felicità umana ed il denaro.

Fate qualche ricerca sul uso del PIL quale indicatore di benessere su cui basare le scelte collettive. Fate qualche piccola ricerca sulla disoccupazione tecnologica ed in particolare sulla prossima ondata di disoccupazione dovuta ai moderni sviluppi della robotica e dell'intelligenza artificiale. Fate qualche ricerca sulla obsolescenza tecnologica, sull'usa-e-getta, sul sovra-sfruttamento delle risorse planetarie e sul conseguente inquinamento. Quindi chiedetevi quale sia la vera causa di queste aberrazioni economiche.

Considerate come, storicamente, tutti moderni tentativi politico/economici di "migliorare il mondo" siano essi stati capitalistici, comunisti o d'altra natura abbiano sempre dato il denaro per scontato. E considerate le evoluzioni e gli esiti di questi tentativi così appassionatamente e tenacemente coltivati fino ad oggi.

Ragionate sulla moderna ed encomiabile sete di uguaglianza e di meritocrazia e su come queste caratteristiche sociali possano coesistere con l'irrinunciabile diritto ad ereditare beni e ricchezze dai propri parenti defunti.

Infine considerate i rapporti che legano concetti quali la disuguaglianza, lo sfruttamento di persone e/o di risorse naturali limitate, la violenza sistemica, la criminalità (organizzata o meno) e la corruzione con l'uso del denaro.

Fate queste ricerche e queste riflessioni da soli e da soli datevi le risposte che meglio credete.

Una volta fatto questo lavoraccio (e solo allora), tornate a porvi le domande iniziali: salvare questo mondo è possibile? E se sì come? Un'economia senza l'uso del denaro e senza scambi mercantilistici può essere la soluzione? Può essere fattibile? Se non lo è, perché? Se invece lo è, come può essere realizzata?

A questo punto, se vorrete, potrete anche considerare le mie valutazioni in proposito: qui.

Se farete veramente tutto questo e se avrete il coraggio di raccontarlo ad altri senza temere il ridicolo e lo sdegno che gli altri potrebbero rivolgervi, allora siete dei veri rivoluzionari e poco importa che siate d'accordo o meno con le mie idee.

Grazie.


Un saluto a voi tutti dal vostro affezionato Panda

domenica 27 dicembre 2015

Vaccinofobia

Il Panda consiglia a tutti il seguente link:

http://graphic-news.com/stories/vaccinofobia/#

Buona visione e, spero, divulgazione da parte del vostro sempre affezionatissimo Panda.


giovedì 24 dicembre 2015

Natale con l'Isis - Il Terzo Segreto di Satira




Buon Natale a tutti dal Panda!

Ben conscio che in quei "tutti" ci stanno pure un miliardino di islamici, un altro miliardino di induisti, mezzo miliardino di buddisti, ecc... ecc... senza scordare atei e agnostici (come il sottoscritto) a cui, tecnicamente parlando, del Natale potrebbe importare assai poco (per così dire). Un paradosso?

No! Solo... un buon Natale!

In fin dei conti siamo tutti uguali. Piaccia oppure no, apparteniamo tutti ad un unica grande famiglia.
La grande famiglia dei capitalisti e dei consumisti. Ed il Natale è indubbiamente la nostra festa per eccellenza in questo senso. Il resto sono solo trascurabili caratterizzazioni frutto di un lontano ed insignificante passato.

Certo, al posto di "buon Natale" si potrebbe cercare un augurio meno "caratterizzato" in senso cristiano e un po' più attuale e moderno (in fin dei conti Natale è ormai vecchiotto con i suoi 2.000 anni). Si potrebbe allora tentare con qualcosa di più frizzante e, non dico contemporaneo, ma almeno più moderno.

Ah ecco! Ci sono!

In quest'era "globale" si potrebbe augurare a tutti un felice... "Arbeit macht frei!",  come dicevano quei "simpaticoni" dei nazzi, ovvero il "Il denaro rende liberi"... o qualcosa del genere. Lo so, lo so a qualcuno usare uno slogan nazzi potrebbe far storcere il naso. Per quella storiucola dei 70 milioni di morti e dei campi di concentramento ecc...

Beh, ma perché essere tanto schizzinosi?

I nazzi avranno pur perso la Seconda Guerra Mondiale militarmente, ma hanno vinto culturalmente e pure alla grande. certo, nessuno "in vista" ama fregarsi del marchio nazzista, ma a parte qualche svastichina, qualche ridicola marcia a passo di papera e qualche assurdo baffetto...

Voglio dire: guardatevi in giro. Vedete molta tolleranza? Vedete democrazia (quella vera, non quella da "esportare")? Vedete fratellanza e amore e rispetto per la cultura? Vedete integrazione? Vedete solidarietà verso chi soffre?

Il nazzismo ha stravinto.

E, ammettetelo, la maggior parte di voi non se n'è nemmeno accorta!

Non poteva che andare così. La Seconda Guerra Mondiale è stata combattuta sostanzialmente da tre parti:

1) quella germanica apertamente nazzista;

2) quella occidentale che la pensava più o meno uguale a quella germanica, fatta eccezione per qualche folkloristico aspetto secondario, ma che se l'era presa a morte perchè, quel fetente di Hitler, aveva attaccato i suoi territori -alias mercati e mezzi di produzione - anziché aggredire direttamente ed esclusivamente quelli sovietici come pareva implicito nei generosi aiuti concessi dal capitalismo al regime nazzista ante-guerra;

3) in fine c'era la parte sovietica (appunto), ideologicamente già estinta all'epoca della ascesa al potere di quel despota assoluto di Stalin ed estinta poi in ogni possibile senso con la caduta del muro di Berlino.

Tre contendenti e tre diverse forme di dispotismo. Poteva finire in modo diverso? Ha prevalso il nazismo discreto del liberismo consumistico attuale. I campi di concentramento sono scomparsi ed interi continenti hanno finito per assomigliarvici in modo impressionante grazie a strani aiuti umanitari internazionali dal fortissimo retrogusto acido della peggiore usura concepibile.

Ed eccoci qua!

70 anni dopo. Non cerchiamo più "sporchi ebrei" e gli "sporchi negri" (o per lo meno la maggior parte di noi ha smesso), ma stiamo allegramente iniziando a cercare gli "sporchi islamici"! Beh, sì, per ora la maggioranza parla ancora di "sporchi terroristi islamici", ma date tempo al tempo. In fin dei conti non abbiamo nemmeno mai veramente smesso di dare la caccia agli "sporchi zingari" e agli "sporchi omosessuali".

70 milioni di morti, una guerra fredda costantemente in bilico verso l'oloccausto nucleare (ancora possibilissimo), la devastazione ambientale e culturale dell'intero pianeta, ecc... ecc... tutto per cosa?

Per far finta di dare la caccia prima ad al-Qaeda ed ora all'ISIS?

Un gran passo avanti, non c'è che dire.

Decenni di democrazia ininterrottamente esportata in posti come il Vietnam, la Cambogia, tutto il Sud America, l'Afghanistan  e l'intero Medio Oriente. Decenni di "danni collaterali", di "sacrifici duri ma necessari", di "tasse ben spese", di "necessità militari plurimiliardarie", di "servizi segreti deviati", di "strategia della tensione", di "operazioni ombra", di "diritti civili sacrificati all'altare della crescita economica" oppure della "sicurezza nazionale", ecc... ecc... ecc...

E ancora ci caschiamo!

Perché non essere sinceri? Almeno una volta. Almeno sotto Natale!

Perché non salutarci con un genuino e veritiero "Arbeit macht frei" ?

Non sarà carino, ma almeno ci rappresenta per quello che siamo diventati. E se siamo troppo spaventati per vedere quello che siamo diventati o se anche solo abbiamo il sospetto che quel che ho detto possa essere vero, allora un problemino direi che lo abbiamo ugualmente, no?


Un saluto affettuoso e sincero a voi tutti dal Panda





domenica 29 novembre 2015

Timelapse dei ghiacciai del Karakorum: 25 anni in 1,5 secondi


via GIPHY

Alla vigilia della conferenza sul clima di Parigi (Cop21), l'ESA (l’Agenzia Spaziale Europea) ha pubblicato questo brevissimo video di appena 1,5 secondi. E' stato creato usando le immagini e i dati forniti dal 1990 al 2015 da 3 satelliti Landsat riguardo alle trasformazioni avvenute in quattro differenti regioni del massiccio centrale del Karakorum (Baltoro, Panmah, Skamri Laggo e Shaksgam).

Il grande valore scientifico di questi video risiede nel fatto che, a differenza dei soliti timelapse fatti con normali macchine fotografiche, che scattano foto quotidianamente, i nuovi video sono relativi a un periodo di ben 25 anni e coprono una regione molto vasta e pressoché inaccessibile.

Per interpretare correttamente quel che si sta guardando, bisogna tener presente che si tratta di un'animazione in falsi colori dove il ghiaccio appare in azzurro, le nuvole in bianco, l’acqua liquida in blu scuro e la vegetazione in verde.

Aspettando e sperando che il COP21 di Parigi arrivi a delineare una strategia comune per impedire che i cambiamenti climatici devastino irreparabilmente il pianeta (e noi con esso), questi brevi video mostrano in maniera inequivocabile quello che sta già avvenendo sul tetto del mondo.

Buon futuro a tutti dal Panda

mercoledì 28 ottobre 2015

Per creare eccellenza c'è bisogno di... tutti!



In questo strepitoso elogio al lavoro collaborativo, Margaret Heffernan critica aspramente la mentalità da “super-polli” che caratterizza la nostra società e la nostra economia, imbevute come sono dei miti della competizione, dell’individualismo e del talento unico e geniale.

L’uso del denaro ha spinto le imprese ad adottare il modello del "super-pollo", un sistema incentrato su impiegati superstar che si distinguono per prestazioni eccezionali. Ciò è avvenuto (e tuttora avviene) nonostante scienza, buonsenso ed esperienza mostrino chiaramente che i gruppi di lavoro che conseguono i risultati migliori sono quelli che non seguono quel modello dominante ed alienante.

Collaborare è semplicemente... meglio.

Uno spunto di riflessione dalle enormi conseguenze culturali prima ancora che economiche, politiche e sociali.


Buona visione e buon futuro a tutti dal Panda

mercoledì 14 ottobre 2015

Il vero prezzo della carne "economica"



Il video qui sopra è tratto da CIWF Italia, un'organizzazione che qualcuno potrebbe considerare "animalista". Però qui è piuttosto evidente che non si tratta di essere animalisti oppure no. Qui si tratta di soppesare i pro ed i contro complessivi di un intero modo di fare economia e di valutare gli effetti che esso ha non solo sugli animali e sull'ambiente, ma anche sulle persone e sulla ricchezza planetaria reale (cioè non quella monetaria ma quella che si tocca, beve, respira e mangia).

Guardate e giudicate voi stessi.

Per quanto mi riguarda avrei una domanda da rivolgere ai nostri politici (italiani e non, visto che il fenomeno è evidentemente globale). La domanda riguarda l'opzione di scelta a proposito degli incentivi da destinare all'allevamento, all'agricoltura e alla pesca industriale oppure da destinare in alternativa ad analoghe realtà non-intensive, assai più piccole, variegate e a più elevata occupazione. Ecco la domanda: secondo voi, cari politici, è veramente una scelta difficile da fare?

Se la risposta a questa domanda è "sì", beh, non pretendete il mio voto e neppure lontanamente il mio rispetto. Se la risposta fosse "sì", infatti, dovrei inevitabilmente pensare che voi, cari politici, siate collusi oppure corrotti oppure palesemente incompetenti oppure un mix delle precedenti.

Ma se la vostra risposta, cari politici, fosse "no", allora avrei un'altra semplice domanda da rivolgervi: se non siete così folli da sostenere che la produzione industriale di cibo è la scelta più ovvia e conveniente per tutti, allora cosa diavolo state aspettando?


Buon futuro a tutti, politici e non, dal Panda

martedì 13 ottobre 2015

Cosa posso fare io?

Che il pianeta intero versi ormai in gravi condizioni inizia ad essere chiaro a tutti. Che i potenti del mondo, lungi dal rappresentare una fonte di soluzione, si siano fino ad ora rivelati piuttosto come una delle principali cause del problema, appare sempre più evidente.

Di giorno in giorno vediamo sempre più il clima fare le bizze, l'inquinamento aumentare, la desertificazione espandersi, la deforestazione procedere inarrestabile, ecc. ecc...

Certo, gli accordi internazionali sono indispensabili, ma, nell'attesa che si giunga a tali accordi, la domanda che tutti si fanno è sempre la stessa:

"Cosa posso fare io?"
Una domanda semplice semplice a chi possono essere date mille risposte.

Ma darne mille è un po' come non darne nessuna. Quindi la domanda rimane. E la risposta?

La risposta, il vostro affezionato Panda lascia che a darvela sia una persona molto più competente di lui, ossia il mitico Luca Lombroso: qui.

Buona lettura e buon futuro a tutti dal Panda

venerdì 9 ottobre 2015

venerdì 18 settembre 2015

Siamo nella CACCA



Lo so, lo so, la parola "cacca" è terribilmente triviale e scritta in maiuscolo nel titolo di un post lo è ancora di più, ma parlando di pannolini e soprattutto delle loro incredibili e devastanti conseguenze ambientali, mi pareva quantomeno "onesta".

Faccio un'unica osservazione al video qui sopra, non capisco perchè nessuno consideri anche l'impatto ambientale dei pannoloni per adulti. Certo l'uso è assai meno intenso degli omologhi per la prima infanzia, ma forse l'impiego in ambito geriatrico può essere anche più duraturo in termini di anni rispetto ai classici 3 dei bambini. Considerato l'andamento demografico italiano anche questo sarebbe un fattore da considerare.

Il vostro Panda si rende conto ovviamente che l'argomento potrebbe far sorridere, ma il fatto che la politica se ne infischi totalmente non dovrebbe far ridere affatto visti gli enormi costi pubblici in termini sanitari, di gestione dei rifiuti ed ambientali che questo "settore" smuove.

Pazienza se ci tocca sopportare le angherie delle lobby del tabacco, delle armi, del petrolio, ecc. , ma se si scoprisse che siamo nella CACCA fino al collo per la "lobby del pannolino" credo sarebbe veramente il colmo!

Ed è veramente triste pensare al mondo che stiamo lasciando ai nostri figli e al fatto che, purtroppo, la "lobby del pannolino" potrebbe essere tutt'altro che una battuta in un mondo ormai così completamente asservito alle logiche del mero denaro da non saper più nemmeno gestire la sua umilissima... cacca.

Buona visione e buon futuro a tutti dal Panda

giovedì 10 settembre 2015

Problemi di dipendenza di una civiltà solitaria e umanamente degradata


Non sono convinto che tutto quello riferito da Johann Hari nel TED Talks riportato qui sopra corrisponda a "tutta la verità" sul tema delle dipendenze. Johann Hari stesso può essere legittimamente considerato da qualcuno una fonte poco attendibile, viste le sue trascorse vicende come giornalista del Independent. Tuttavia, semplificando, direi che si può mantenere una certa cautela lasciando però il principio d'autorità dove dovrebbe stare... nel Medioevo. Un'idea, giusta o sbagliata che sia, andrebbe valutata per quello che è, non per chi se ne fa promotore o detrattore. Avere dei legittimi sospetti è una cosa ben diversa dall'avere dei preconcetti.

Il vostro Panda ha dei "legittimi sospetti".

L'incredibile "epidemia" di dipendenza da eroina che sta flagellando gli USA, ad esempio, può legittimamente far pensare che, diversamente da quanto sostenuto nel suo intervento da Johann Hari, anche i farmaci antidolorifici oppiacei possano in realtà spingere (e come!) a forme gravi di dipendenza.

Ma la realtà non è quasi mai "tutto nero o tutto bianco", quindi non è detto che un'informazione inesatta od incompleta equivalga a dire che l'intero discorso in cui questa è calata sia completamente errato.

A favore di quanto affermato da Johann Hari sulle dipendenze, il vostro affezionato Panda si limita quindi a constatare che l'importanza del contesto in cui ci si trova è spesso determinante in psicologia e in sociologia. E' perciò quantomeno verosimile che "il contesto" possa svolgere un ruolo importante anche per il sorgere e l'aggravarsi delle dipendenze da droga od altro (sia che si tratti di gioco d'azzardo, shopping compulsivo oppure altro ancora). Se fosse vero che il contesto incide significativamente sulle dipendenze, allora le implicazioni pratiche per il contrasto alle droghe, alle associazioni criminali ed alle dipendenze stesse in generale sarebbero piuttosto... "pesanti". Una riflessione ed ancor più una approfondita verifica sperimentale sarebbero perciò più che auspicabili.


Buona visione a tutti dal Panda



Morgan Freeman ci racconta la più grande storia della nostra generazione




Ecco un titolo che spiega bene tutto quel che c'è da dire (o quasi):
Morgan Freeman ci racconta la più grande storia della nostra generazione.
Cos'altro dire?

Beh, ovviamente, che il succo del messaggio è che, continuando a comportarci come abbiamo fatto negli ultimi 2 secoli e mezzo, rischiamo seriamente l'estinzione di massa. Il rischio è che ciò si verifichi in tempi relativamente brevi, ossia stiamo dicendo che il problema riguarda NOI e non dei nostri lontani ed ipotetici nipoti. Un buon motivo per informarsi e per... cambiare!

Un altro splendido video ("splendido" nel senso di "prezioso") scovato, tradotto e sottotitolato in italiano dal mitico maxrupo, a cui il vostro affezionato Panda non si stancherà mai di fare i complimenti per il suo prezioso ed instancabile lavoro.


Buona visione e buon futuro a tutti dal Panda




sabato 29 agosto 2015

Come ci hanno deindustrializzato



Questo video risale al 2013 eppure merita ancor oggi un ascolto attento. Molto attento.

Claudio Messora, di Byoblu.com intervista Nino_Galloni, economista ed ex direttore del Ministero del Lavoro. Un interessantissimo viaggio nella storia d'Italia che passa, tra le altre cose, attraverso Enrico Mattei ed Aldo Moro, quindi risale lungo i punti salienti degli anni '80 e '90 per giungere ai giorni nostri, svelando un fenomeno/progetto di deindustrializzazione che ha portato l'Italia dall'invidiabile status di potenza economica mondiale a quel che è oggi (umile ed umiliato membro dei cosiddetti Pigs).

Certo, i rimedi che Galloni prescrive (ritorno alla Glass-Steagall, alla sovranità monetaria, alla pianificazione industriale e all'interventismo statale) allo stato attuale delle cose potrebbero sembrare pure utopie, ma...

...non lo sono.

Se si accetta di vivere all'Inferno, non ci si può poi lamentare che "fa caldo", ma ancor più non ci si può lamentare del fatto che "il fresco" sia troppo lontano per provare ad allontanarsi dall'Inferno. La passiva e collusiva accettazione dell'inaccettabile non è "virile pragmatismo" è "debolezza vestita di ipocrisia". Chiamare "Utopia" ogni logica ricerca di miglioramento è la più trita, vacua e banale arma retorica che la pigrizia mentale e fisica da sempre punta alla testa di chiunque sia colto dal desiderio di alzarla.

E' bene ricordarsi che non è affatto vero, come si sente spesso dire oggi giorno, che le ideologie sono morte. Il fatto è che una sola ha vinto su tutte le altre, il neo-liberismo in cui l'intero pianeta è completamente immerso.

Intendiamoci, non è che il neo-liberismo debba per forza essere la peggiore ideologia possibile solo perché è stata in grado di sterminare tutte le altre, né che debba essere la migliore per lo stesso motivo. Più semplicemente, poiché, come ha giustamente fatto notare Pier Paolo Pasolini "la verità non sta in un solo sogno ma in molti sogni", vivere in uno ed un solo "sogno" totalizzante ed imperante equivale per converso a vivere in una menzogna.

Non è moralistico opporsi a tale menzogna. E' pragmatismo applicato. Quando la menzogna è tanto grande ed efficace da mettere a rischio la vita dell'intero pianeta Terra (così come sta facendo il neo-liberismo attuale), può esistere forse un obbiettivo più pragmatico della ricerca della verità?

In questi decenni non si è persa solo tanta, troppa, biodiversità (cosa che ci ha portati pericolosamente vicini ad un'imminente estinzione di massa), ma si è persa anche tanta, troppa, diversità di punti di vista, di capacità immaginativa, di sogni, di speranze e di valori. Se non cureremo quei due appiattimenti monotoni e squilibrati, per noi non ci sarà salvezza alcuna.

A te che sei giunto a leggere fin qua, il tuo affezionato Panda vuol dirti una cosa: se hai un sogno che non sia allineato a quello dominante (fatto di soldi, denaro e moneta), allora proteggilo, coltivalo e fallo crescere. Permettigli tranquillamente di dar origine a mille altri nuovi sogni un po' differenti dal tuo. Soprattutto però non permettere che nessuno liquidi senza colpo ferire il tuo sogno come l'ennesima Utopia. Ancor più, non essere tu a liquidarlo in quel modo oltraggioso e sciocco. Ricordati che è vero che i sogni, quando si incarnano nella realtà, non sono mai perfetti come le Utopie e che non conta quanto bello sia il sogno, quando prenderà forma nella realtà avrà sempre dei difetti e dei rischi. Eppure la storia dei vizi e dei rischi è solo una mezza verità. Ricordati, infatti, che anche il più misero ed umile dei sogni, quando si mischia con la realtà ha qualcosa che nessun'Utopia avrà mai: LA REALTÀ! E se la Realtà è troppo stretta per contenere anche una sola Utopia, non lo è affatto per contenere infiniti miglioramenti a cui infiniti sogni possono contribuire.

Scaglia quindi i tuoi sogni nel mondo con l'irruenza d'un adolescente, con la saggezza e la dolcezza di un nonno e con la gioia di vivere di un bambino. Ama i tuoi sogni intensamente, libero dalla tentazione di imporli ad altri o di impedire ad altri di giocarvi e di modificarli come meglio credono. Dona i tuoi sogni al mondo. Perché è bello farlo e perché, come si diceva prima, questo è un mondo che ha disperato bisogno di sogni "alternativi".

Grazie!

Buon futuro a tutti dal Panda

giovedì 27 agosto 2015

Non c'è più la Realtà di una volta

Ben 5 splendidi TED Talks raggruppati per ispirare e sorprendere. Disabilità, sensorialità (espansa o sostitutiva), comunicabilità, "sovrumanità", plasticità celebrale e tutto quel che da questi concetti ne deriva, vengono qui riproposti in un caleidoscopio di meravigliose opportunità e sorprese umane, filosofiche e tecnologiche.

Non c'è più la Realtà di una volta!

(Se siete sulla "Home page",  per vedere i video cliccate su "Leggi l'articolo intero...").

mercoledì 5 agosto 2015

Il perdurare della povertà nel mondo e la violenza



Gary Haugen, in questo intenso e concretissimo TED Talk, mostra la compassione, la povertà nel mondo e la violenza in modo semplice e comprensibile. Evidenzia i nessi e le lacune. Fornisce un messaggio chiaro e potente. Il Panda spera che questo messaggio si diffonda il più possibile.

Buon futuro a tutti dal Panda

mercoledì 10 giugno 2015

Il grande fuoco - Richard Heinberg



Un Richard Heinberg ancora una volta in smagliante forma ci spiega con la consueta semplicità ed rigore in che epoca stiamo vivendo. 4 minuti e 31 secondi di realtà, in un mondo di eterna finzione, sono il maggior lusso che ci si possa concedere, poiché nulla è (né sarà mai) più prezioso della consapevolezza.

Senza consapevolezza, infatti, possiamo essere tutto fuorché noi stessi. Senza consapevolezza sprechiamo le nostre vite e quelle altrui. A volte ha un gusto decisamente amaro, ma ogni cosa ha un suo prezzo da pagare, persino il non vivere la propria vita per paura di dover pagare un prezzo.

Buon futuro a tutti dal Panda

P.S. - Il vostro affezionato Panda non finirà mai di ringraziare il mitico maxrupo per il suo straordinario lavoro di traduzione e sottotitolatura in italiano di questo video così come di un'infinità di stupendi video anglofoni.

giovedì 28 maggio 2015

Una società resiliente - Richard Heinberg



Un Richard Heinberg in gran forma spiega con semplici ed impeccabili parole come dovrebbe essere una civiltà resiliente.

Buon futuro a tutti dal Panda

P.S. - Il vostro affezionato Panda desidera ringraziare per l'ennesima volta il mitico maxrupo per il suo preziosissimo lavoro di traduzione ed inserimento di sottotitoli in italiano su questo come su un'infinità di stupendi video anglofoni.

domenica 24 maggio 2015

Care future generazioni, ci dispiace


Cos'altro aggiungere alle parole spese in questo video?

Nulla.

Nulla che non si possa leggere qui: Stand for Trees.


Buon futuro a tutti dal Panda


P.S. - Grazie, ancora una volta, per il meraviglioso lavoro di traduzione e sottotitolatura all'impareggiabile e stupendo maxrupo.

venerdì 24 aprile 2015

Parliamo di cose importanti: Amore e... la cacca delle Balene!



Può suonare paradossale e provocatoria l’importanza che gli escrementi dei cetacei sembrano rivestire per gli ecosistemi globali (e quindi per noi tutti che vi siamo inclusi). Il vero paradosso però è la leggerezza con cui il genere umano passivamente accetta che si attenti costantemente alla sua sicurezza senza neppure trarne alcun valido beneficio. Su oltre 7 miliardi di persone, quante hanno un egoistico interesse a uccidere o a trascurare la sicurezza delle balene? Non molti direi, eppure già sufficienti a mettere a rischio non solo le balene, ma persino l’intero oceano e noi con esso.

Quanto aveva ragione Martin Luther King  dicendo “Non ho paura della cattiveria dei malvagi ma del silenzio degli onesti”!

Se vogliamo salvare il pianeta nulla e nessuno deve essere lasciato indietro poiché, nella nostra infinita ignoranza e nel nostro comodo antropocentrismo, spesso ci scordiamo che qualsiasi essere potrebbe essere indispensabile per l’intera biosfera. Chiudersi in casa per non vedere quello che sta accadendo al mondo, può essere rassicurante, ma è grossolanamente e pateticamente illusorio. Facciamo parte della biosfera. Non possiamo fare a meno di lei. Rischiare, come stiamo facendo, un’ennesima estinzione di massa è assai più che “imprudente”, è folle e criminale. E’ distruttivo ed auto-distruttivo.

L’invito del Panda a tutti gli “onesti” è quindi di non essere timidi e di farsi sentire, persino “alzando la voce” se occorre. Ai “disonesti” auguro il silenzio, ma soprattutto auguro di ritrovare il sentiero che hanno smarrito insieme alla forza (che simulano d’avere per nascondere le loro umanissime fragilità). E quando avranno ritrovato forza e giustizia, che non perdano la voce, poiché essere dei timidi muti, non li renderebbe meno responsabili di quando erano malvagi. Questo mondo ha tanto bisogno d’amore. Persino di quello più improbabile e “strano”. Persino dell’amore di chi “alza la propria voce”  in difesa della cacca di balena.

Evviva l’Amore! Evviva la cacca di balena!

E buon futuro e una buona visione a tutti voi dal Panda

mercoledì 25 marzo 2015

La soluzione ai problemi del mondo



Di solito le soluzioni semplici sono anche quelle giuste. Sfortunatamente "semplice" non non è sinonimo di "facile" e men che meno di "comodo". Per ottenere risultati, bisogna impegnarsi. Vale per le singole persone e vale per le civiltà.

L'altruismo, la collaborazione e l'empatia sono obiettivi per cui vale la pena fare qualche sforzo e qualche sacrificio. Anche perché, a differenza di quello che si tende a credere, sono doti che, come qualsiasi altra dote umana possono essere allenate, sviluppate, perfezionate ed insegnate.

E magari ci si diverte pure. Cosa si può desiderare di più?

Buona visione e buon futuro a tutti dal Panda

domenica 22 marzo 2015

Salvare la foresta pluviale con i cellulari usati?! Perché no!



Per saperne di più: Rainforest Connection.

E se salvare le foreste pluviali non vi basta. Se vorreste avere una vostra piccola foresta personale dietro casa... si può fare! Per saperne di più: Shubhendu SharmaAfforestt.


Buona visione, lettura, riforestazione e... futuro a tutti voi dal Panda

sabato 14 marzo 2015

Il prodotto perfetto secondo il libero mercato



Il prodotto perfetto secondo il libero mercato?

Quello che viene ricomprato il prima possibile, perché si rompe o perché percepito, poco dopo l'acquisto, come obsoleto rispetto a ciò che il mercato stesso offre in quel momento. Il prodotto perfetto è quello che getta il cliente il più rapidamente e fermamente possibile nella spirale del consumo compulsivo.

Il prodotto perfetto secondo il libero mercato?

Quello che ti alletta e, in un primo momento, appaga, ma poi ti lascia completamente insoddisfatto, bramoso di nuovi interminabili acquisti.  Il prodotto perfetto secondo il libero mercato è droga. E' la tua schiavitù.

Non si tratta d'essere buoni o cattivi, né di sinistra o di destra e neppure ricchi o poveri. Si tratta solo d'essere adatti o inadatti rispetto ad un sistema economico in cui, al di là di piccole eccezioni, ipocrisie ed illusioni, conta una ed una sola cosa: i soldi!

Non ha la minima importanza cosa pensate, credete o volete: una volta accettato "il presupposto" (ossia l'uso dei soldi), automaticamente si attribuisce, volenti o nolenti, il ruolo di "grande selezionatore d'ogni cosa"... proprio ai soldi! E a loro soltanto. Le vostre o le mie idee, le vostre o le mie ambizioni e sogni non contano un cavolo. Il vostro affezionato Panda non ama il qualunquismo ed è ovvio che un'ideologia od un'altra, una politica od un'altra comporteranno sempre e comunque "delle differenze"... ma saranno sempre e comunque delle piccole differenze rispetto alla portata dei problemi creati dal sistema stesso. Il motivo è semplice: qualsiasi strategia adottata all'interno di un'economia monetaria può condurre solo a risultati compatibili con quel ambiente. I risultati che travalicano quei limiti sono destinati a non essere mai raggiunti o ad esserlo solo per brevi periodi di tempo (prima cioè che l'ambiente elimini fisicamente, legalmente od economicamente i "trasgressori" e le loro azioni).

Ovviamente i sacerdoti e i credenti del "libero mercato" vi diranno che questo non è affatto un problema poiché "il libero mercato" è il migliore dei mondi possibili. Nulla può scalfire la loro fede: non l'obsolescenza programmata, non il persistere di inutili guerre, non le bombe atomiche, non milioni di bambini morti ogni anno per malattie facilmente curabili, né quelli morti per fame. _Non illudetevi neppure l'attuale "grande crisi" può minimamente scalfire "la grande fede" nel libero mercato, così come non possono né le infinite criminalità organizzate, né i cambiamenti climatici, né l'esaurimento delle risorse e nemmeno i tumori nei nostri e nei loro stessi corpi. Come ogni fede estremista, il liberismo rende ciechi e sordi ad ogni evidenza.

In fin dei conti l'unica vera differenza tra il liberismo economico e qualsiasi altro estremismo apparso finora sulla Terra è che il liberismo ha trionfato su tutti e su tutto poiché è esso stesso frutto di una selezione che ha fatto semplicemente emergere il fanatismo più adatto a "bucare" le resistenze umane alla sua diffusione.

A Darwin nessuno scappa!

Nemmeno il liberismo economico e i suoi mostri assurdi quali l'obsolescenza programmata. L'esito è e sarà sempre lo stesso: ciò che è inadatto... scompare dall'Universo.

Buon futuro a tutti dal Panda

giovedì 5 marzo 2015

Antibiotici ed energia: la Natura vince sempre.



Gli antibiotici salvano vite umane, ma ne usiamo troppi. Spesso li usiamo male, come per curare l'influenza o per far crescere galline. Continuando così, si arriverà al punto in cui i batteri diventeranno così resistenti, che i medicinali non avranno più effetto per nessuno. Occorre incominciare a pensare agli antibiotici ed alla loro efficacia come ad una risorsa limitata.

Buon futuro a tutti dal Panda

venerdì 27 febbraio 2015

Reggionarra



La memoria e la pedagogia "ecosistemica" di Loris Malaguzzi (quello degli "asili migliori del mondo" di Reggio Emilia) sono mantenute vive e "partecipate" nell'evento culturale chiamato Reggionarra.

Può sembrare un'evento locale, ma la qualità del messaggio umano, culturale ed educativo (non solo per i più piccoli) che questa manifestazione ingloba, fa di essa un'evento di rilevanza internazionale che merita d'essere conosciuta, diffusa, sostenuta e "partecipata" (e non solo perché, una volta tanto, mette in luce l'Italia per un'eccellenza, anziché l'ennesimo "scandalo italiota", ma anche e soprattutto perché il mondo intero ha tanto da imparare dalla filosofia "sistemica" che sottostà al "Reggio Emilia Approach" derivato dalla pedagogia di Malaguzzi).

Il vostro affezionato Panda invita quindi tutti, ma proprio tutti, a partecipare a Reggionarra (che si terrà Sabato 23 e domenica 24 maggio 2015 a Reggio Emilia).

Ovviamente, contribuire (secondo le proprie possibilità e preferenze) alla campagna di crowdfunding associata a tale pregevole evento, mi pare un'ottimo modo per rendere la partecipazione non solo un'atto di "presenza" fisico e morale, ma anche (e non solo) un chiaro sostegno economico e... politico.

Per chi intendesse fare una donazione a sostegno di Reggionarra, quindi, ecco il link: qui .

Concludo, sostenendo convintamente che: se la politica può essere una cosa meravigliosa, allora Reggionarra rappresenta proprio una di quelle meraviglie. Una meraviglia che va al di la dei partiti, delle giunte e degli schieramenti. Una meraviglia che punta alla coesione umana, ancor prima che civile. Un'autentica e rarissima forma di amore, espressività ed intelligenza collettiva.

Facciamo in modo che sia sempre meno rara e sempre più meravigliosa. Insieme si può.
E gli incredibili risultati del passato lo dimostrano.

Buon futuro a tutti (grandi e piccini) dal vostro affezionatissimo Panda

Scala Mercalli, il nuovo programma di Rai3

Quanto segue non è un post del vostro affezionato Panda, ma un "copia-incolla" di un post di OggiScienza. Un post rilasciato in licenza Creative Commons (si veda il link alla fine dell'articolo per i dettagli). Un post che merita attenzione da un sito che merita attenzione su un programma televisivo che merita molta attenzione. Praticamente il massimo.

Buona lettura e buon futuro a tutti dal Panda
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Da sabato 28 in prima serata su Rai3 un nuovo programma per parlare dei grandi temi ambientali, a cura di Luca Mercalli


scalamercalli-logo
AMBIENTE – Sabato 28 febbraio, parte Scala Mercalli, il nuovo programma di Rai3 dedicato ai grandi temi ambientali. Sei puntate in prima serata per comprendere i gradi della crisi ambientale ma per scoprire anche le vie possibili per la sostenibilità. Ne abbiamo parlato con Luca Mercalli, autore e conduttore del programma.
Come nasce l’idea di Scala Mercalli?
È un’idea che ho da diverso tempo, da circa dieci anni, da quando ho iniziato a collaborare conChe Tempo che fa. Mi resi conto che i temi ambientali erano ben accetti dal pubblico ma ci voleva però più tempo per approfondire, rispetto ai pochi minuti a disposizione, così ho proposto la mia idea alla Rai e quest’estate hanno deciso che era il momento di partire.
Per che pubblico è stato pensato il programma?
Vista la collocazione al sabato sera, penso a un pubblico per la divulgazione scientifica, abituato ad appuntamenti simili come Ulisse di Alberto Angela, tuttavia spero di raggiungere un pubblico giovane perché i problemi che tratto sono i problemi del futuro. Dai, diciamo che confido nei ragazzi che al sabato sera magari vanno in discoteca più tardi…
Quali saranno i temi trattati?
Tutti i grandi temi ambientali cercando però di entrare veramente negli argomenti. Troppo spesso si parla di tutto superficialmente, magari sull’onda dell’emergenza senza aver il tempo di approfondire. I temi saranno i cambiamenti climatici, i problemi dell’energia, dal petrolio alle rinnovabili, i rifiuti, la cementificazione, gli eventi estremi, il sovrasfruttamento degli oceani e delle foreste, l’inquinamento e tanto altro ancora.
Lei crede che oggi ci sia una reale percezione degli effetti sulla nostra vita di quello che stiamo producendo sull’ambiente?
Direi ancora forse no, tranne qualcuno che magari è stato toccato direttamente da un disastro ambientale o da un tipo di inquinamento, la maggior parte delle persone non se ne rende conto perché semplicemente sono dei sintomi ancora lontani , temporanei, spesso a scoppio ritardato. E quindi fare prevenzione prima che i sintomi siano evidenti non è così ovvio. È un po’ come per una malattia, per prevenire un infarto, la dieta la devi fare prima, ancora quando hai l’impressione di stare bene.
Nel programma si parlerà dei confini planetari, ci può spiegare che cosa sono?
Il nostro pianeta ha dei limiti in tutto quello che ci offre. Sia in termini di materie prime, sia in termini di capacità di smaltire l’inquinamento e i rifiuti che produciamo. Ora, questi limiti la scienza li ha individuati, quando vengono superati, come nel caso dei cambiamenti climatici e della perdita di biodiversità, esistono sempre delle conseguenze.
Il programma cerca anche di tracciare quelle che possono essere le vie per la sostenibilità. Quali sono e in che modo ne parlerete?
Sono molto semplici e non vado a inventare nulla. Anzi molte cose le conosciamo già. Sono gesti individuali, soprattutto quando parliamo di rifiuti ed energia, quindi azioni molto vicine alla vita di tutti noi. Poi ovviamente parleremo di iniziative più grandi come quelle portati avanti dai governi e dai progetti di ricerca a livello internazionale.
Si parla di governi, ci saranno riferimenti anche alla situazione italiana?
Ma certo, tenendo però sempre un taglio divulgativo, non sarà un programma d’inchiesta né un talk show politico. Si parlerà di argomenti legati al nostro paese con ricercatori, esperti e magari discuteremo anche di scelte politiche che non sono adeguate a questa sfida ambientale. Credo che faremo vedere l’incoerenza, perché noi italiani magari abbiamo anche ottime idee ma poi facciamo tutto e il contrario di tutto. A tal riguardo io mi rivolgo ai giovani non solo per raccontare le grane del pianeta ma perché assumano un atteggiamento politicamente attivo. Spero sempre che ci sia una certa pressione da parte dei cittadini e spero che la politica risponda.
Lei parla degli studi del Club di Roma, quanto sono stati importanti nella scrittura del programma?
L’Italia in tantissimi settori è spesso stata all’avanguardia, dalla ricerca scientifica al mondo culturale. E lo è stata anche con l’intuizione di Aurelio Peccei, a mio parere un grandissimo italiano, che aveva visto lungo e in sostanza aveva parlato dei grandi problemi ambientali ancora quarant’anni anni fa. Il Rapporto del Club di Roma, prende il nome da un gruppo di scienziati e intelettuali che furono riuniti da Peccei a Roma nel ’68, per dare un punto di vista multidisciplinare ai problemi del pianeta. Da qui nacque, in collaborazione con il MIT di Boston, il famoso libro I Limiti dello sviluppo che fu ampiamente screditato forse perché era troppo avanti nei tempi e dava fastidio a degli interessi economici. Nella prima puntata vedremo che gli scenari presentati dal Club di Roma erano sostanzialmente corretti. E allora riconoscendo che questa consapevolezza ecologista, in fondo, è nata proprio in Italia, perché non ci facciamo portatori di questa idea invece di continuare a mettere la testa sotto la sabbia?
Che tipo di programma sarà Scala Mercalli?
Un bel mix di un paio d’ore tra documentari, alternati a piccole lezioncine e interviste con gli esperti. Ci saranno circa una quindicina di servizi internazionali girati tutti dalla Rai, quindi non riprenderemo il classico documentario della BBC tradotto, vedrete materiale freschissimo di questi ultimi mesi.
Tornando a Aurelio Peccei era solito dire “bisogna lavorare con i giovani e tutta la popolazione a un’educazione anticipativa e partecipativa”. In quest’ottica quale pensa possa o debba essere, il ruolo dei mass media?
Per me è un ruolo fondamentale. Anche i grandi organismi delle Nazioni Unite come l’IPCC per quanto riguarda i cambiamenti climatici, sono consapevoli che ormai la scienza ha fatto la sua parte. Adesso se si vuol raggiungere dei risultati sono i cittadini che devono essere raggiunti, informati e spinti all’azione. Quindi penso che i mass media siano un anello fondamentale di questa catena che in certi casi direi proprio che manca, oppure se esiste spesso è difettoso.
Scala Mercalli non andrà in onda da uno studio qualunque…
Già, il programma verrà trasmesso dalla FAO, una delle grandi agenzie ONU che si occupa di cibo e agricoltura. Sarò con i piedi in una zona extraterritoriale, un grande palazzo a Roma dove lavorano più di duemila persone da tutto il mondo su progetti legati alla sostenibilità ambientale. Penso sia un bellissimo segnale.
Un’anticipazione sulla prima puntata?
Parleremo di clima, con un primato italiano, in fin dei conti un pezzo della meteorologia l’abbiamo inventata noi, parleremo di Peccei, del Rapporto dei limiti dello sviluppo e della sua attualità e poi vedremo degli esempi di economie alternative che non inseguono per forza la crescita.

sabato 14 febbraio 2015

Io sto dalla loro



Per saperne di più si veda qui.


Buon futuro a tutti (nessuno escluso o "perso per strada") dal Panda

mercoledì 4 febbraio 2015

Promemoria

Il vostro affezionato Panda desidera ricordare a tutti coloro che fossero interessati a questioni quali le crisi ambientali, l’esaurimento delle risorse naturali e la sostenibilità che, a partire dal 28 febbraio, Rai Tre manderà in onda una trasmissione che non ha precedenti.

In generale sarà un'occasione ghiottissima ed imperdibile per chiunque ami la divulgazione scientifica di qualità.

Per saperne di più... --> qui.



Buon futuro a tutti dal Panda

lunedì 5 gennaio 2015

Cos'è il cibo nell'attuale paradigma economico? Un po' di sana e satirica onestà.



Cos'è il cibo nell'attuale paradigma economico?

Lasciate che il mitico Natalino Balasso ve lo spieghi in questo suo "simpaticissimo" video.

Lo so, diffondere questa roba dopo i gran cenoni e le magnasse delle feste trascorse è un po' da fetenti, ma che volete farci? Un pizzico di cattiveria ci vuole pure per potersi gustare a fondo il dolce e l'amaro della vita.

In fin dei conti, pensateci bene, senza un pizzico di cattiveria, come si potrebbe essere genuinamente onesti e gentili? E senza onestà e gentilezza come si può intuire la realtà delle cose senza cadere in profonda e deprecabile depressione?

Quindi: grazie infinite Balasso e...

:-)

...buone crocchette a tutti dal Panda!