lunedì 30 gennaio 2012

Se il petrolio non basta, ci penseranno gas e carbone. Oppure no?

Quante volte, chi si occupa di picco del petrolio, si è sentito controbattere dal campo avverso che, se anche fosse vero che il petrolio a basso prezzo sia ormai agli sgoccioli, non ci sarebbero comunque problemi veramente catastrofici dato che abbiamo gas e carbone in abbondanza, addirittura per centinaia di anni?

Il discorso non regge. Per renderlo vagamente accettabile bisognerebbe, infatti, ignorare il fatto che è praticamente impensabile riconvertire dall’oggi al domani tutta l’agricoltura, i trasporti e l’industria attualmente basati sul petrolio ed i suoi derivati. Non solo, bisognerebbe anche ignorare del tutto i costi stratosferici dell’aggravamento dei cambiamenti climatici (costi non solo umani e monetari, ma anche energetici). Bisognerebbe inoltre ignorare del tutto il trend della domanda di energia a livello mondiale (che non è e non è mai stato rettilineo). Il discorso non regge inoltre perché, ad esempio, fino a poco tempo fa, si diceva anche che il nucleare ci avrebbe salvato, dando per scontata una vastissima disponibilità di combustibile fissile per centrali nucleari attuali e future, salvo poi scoprire che la carenza di combustibile fissile già anni fa era tale da costringere Usa e Russia a smantellare una cospicua fetta dei loro arsenali missilistici pur di garantire i rifornimenti alle attuali centrali nucleari. Il discorso rassicurante su gas e carbone, infine, non regge per lo stesso motivo per cui le ottimistiche previsioni sull’estrazione di petrolio si sono rivelate clamorosamente errate, ossia, in primis, il fatto che le stime delle riserve sono completamente inattendibili e gonfiate al rialzo, poiché provengono esclusivamente da chi produce tali commodities. E' un po' come chiedere ai boscaioli dati attendibili sul consumo di legna e sullo stato di disboscamento delle foreste, oppure credere che i boscaioli, dinnanzi a tali sollecitazioni, possano rispondere: "Eh sì, siamo messi male, anzi malissimo. Cambiate subito le vostre vecchie stufe a legna finché siete in tempo e sbrigatevi a farlo, prima che il prezzo della legna da ardere schizzi alle stelle! Non preoccupatevi se noi rimarremo disoccupati, preoccupatevi solo di non rimanere al freddo e dell'integrità delle foreste".

Di carbone e gas (o shale gas) ce n’è a non finire? Per secoli ancora? Sicuri?

Per chi “sicuro sicuro” non lo è, ma anche e soprattutto per chi non teme di mettere le proprie convinzioni alla prova, ecco un interessantissimo e semplice articolo (vedi qui). Meglio un futuro verde piuttosto che uno nero, in tutti i sensi, quindi...


...Buon futuro a tutti dal Panda

venerdì 27 gennaio 2012

Il giorno della memoria

Oggi è il giorno della memoria. In segno di rispetto verso chi è stato sterminato in nome della follia assoluta, Pandemica-mente non tratterà nessuno dei suoi soliti argomenti. Questo silenzio, oltre a voler esprimere rispetto verso le vittime della follia nazi-fascista, vuol essere anche una forma di cordoglio verso “la follia” di chi si è reso complice di una tale carneficina. Questo silenzio vuol essere il piccolo contributo del Panda per le generazioni future, affinché non vengano mai più commessi gli stessi orridi errori. Il giorno della memoria non dovrebbe esaurirsi in una severa critica morale verso i carnefici, dovrebbe anche condurre tutti alla fredda comprensione dei meccanismi che hanno consentito a tanti di sbagliare così tanto. Gridare al mostro, non impedirà, al debole di domani di morire come uomo e rinascere come l’ennesimo “mostro” di turno. Il vero rispetto verso la sofferenza del passato è far si che non si perpetui nel futuro.

Buon futuro a tutti dal Panda

giovedì 26 gennaio 2012

Fukushima 2012: la realtà torna a galla

La reale gravità dell’incidente nucleare ai reattori della centrale Fukushima Dai-ichi, avvenuto a seguito del terremoto/maremoto del 11 marzo 2011, incomincia a trapelare solo ora attraverso documenti ufficiali. Nonostante la gestione “catastrofica” delle informazioni da parte sia della TEPCO sia del governo nipponico, anche qui in Italia si sono levate non poche voci a favore della presunta sicurezza di tali impianti. Il ragionamento era: vedete, anche dinnanzi allo scenario peggiore, non ci sono stati morti, quindi finiamola di dire che il nucleare è pericoloso. Inutile ragionare su cosa sia il MOX e sul suo grado di pericolosità. Inutile parlare di studi epidemiologici e di effetti a lungo termine dell’esposizione di milioni di persone alle radiazioni. Inutile persino parlare delle catastrofiche conseguenze della possibile contaminazione delle falde acquifere. Occhio non vede cuore non duole vince su qualsiasi altra considerazione.

Anche se aggiunge poco a quanto già si supponeva, l’uscita di documenti riservati in merito all’accaduto va ad incidere proprio in quel senso. Perché un documento ufficiale non è come una statistica o uno studio epidemiologico: lo puoi vedere, toccare e persino comprendere senza essere un analista, un ingegnere specializzato od un fisico nucleare. Ed ecco quel che si è venuto ora a sapere…

martedì 24 gennaio 2012

Pirateria, diritti d'autore e difesa della democrazia



Pandemica-mente si è occupata diverse volte della questione dei diritti d’autore. In Italia il dibattito sui diritti d’autore verte soprattutto sul grave sospetto di un utilizzo strumentale della questione per attuare censure in Internet (si vedano i post sul caso AGCOM). Orai abbiamo fatto scuola e, anche all’estero, iniziano ad “emularci”. La situazione, purtroppo, è  tanto grave da far smuovere un’istituzione on-line come Wikipedia (vedi qui, qui o qui). Pandemica-mente, in passato, si è occupata anche dei diritti d’autore in una chiave più tecnica, ossia come strumento di difesa e diffusione della creatività (vedi qui).
Ora, con il video qui sopra (tratto da TED e sottotitolato anche in italiano), il vostro affezionato Panda vuole dar risalto alle belle e semplici parole di Johanna Blakley, che sull’argomento è una vera istituzione.

Quest’impegno ricorsivo non è casuale ed è profondamente legato con…

lunedì 23 gennaio 2012

Suggerimento: bello vuol dire importante

Il vostro affezionato Panda, ha sempre meno tempo da dedicare a questo blog, ma non ha perso la voglia di condividere con tutti voi le meraviglie che si nascondono nel mare magnum di Internet. In quest’ottica consiglia a tutti di dare un’occhiata a Byologik .

Se già lo conoscete, allora l'invito è a condividere l’informazione con altri, perché è una realtà che merita d'essere conosciuta.

Se non lo conoscete (come il Panda fino a poco tempo fa), non fatevelo scappare, perché, come si diceva, è una realtà che merita d'essere conosciuta. E’ raro, infatti, imbattersi in un blog in lingua italiana che tratti con passione e dovizia d’informazioni argomenti quali la permacultura, la decrescita, l’ecologia e l’agricoltura sinergica. Byologik fa tutto questo e lo fa con un certo stile ed una vasta collezione di video.

Se infine non avete la più pallida idea di cosa siano la permacultura, la decrescita, l'agricoltura biologica, ecc... , allora andate su Byologik e scopritelo, perchè sono tutte cose che meritano la vostra attenzione.

La bellezza, in ogni sua forma, viene protetta innanzitutto smettendo di ignorarla, di darla per scontato e di sottovalutarla. La bellezza non è un concetto astratto, è un essere vivente, la cui linfa vitale siamo noi tutti. La bellezza è un essere vivente che si propaga tramite l'entusiasmo e la condivisione, nonchè quei piccoli o grandi gioielli che, come Byologik, entusismano e fanno venir voglia di regalare anche agli altri quell'entusiasmo.


Buon futuro a tutti dal Panda

venerdì 20 gennaio 2012

Bye Bye Amazzonia! E' stata bella finch'é durata.

Un mese e tre settimane fa, al vostro affezionato Panda è nata una splendida figlia di nome Gaia (nome gioioso che richiama anche la famosa teoria di Gaia). Anche per questo motivo, al Panda, risulta veramente impossibile tacere notizie come questa qui (la si può vedere anche qui). Invito chiunque a leggerla attentamente ed a diffonderla con ogni mezzo, perché Gaia (mia figlia), Gaia (la Terra) ed in definitiva noi tutti (ma i più giovani in particolare) meritiamo un futuro molto migliore di quello che ci stiamo creando.

Poichè però dare un allarme e risolvere un problema sono due cose diverse, consiglio anche di leggere questo e, per chi non l'avesse ancora fatto, di dare un'occhiata a questo vecchio post di Pandemica-mente. Cambiare si può. Cambiare si deve. Cambiare conviene!

Grazie e buon futuro a tutti dal Panda

mercoledì 18 gennaio 2012

Meglio "forti" che "buoni"

Avvertenza: quanto segue non è altro che una sequela di banalità, ma anche ciò che è banale merita d'essere proferito e persino ribadito più e più volte se serve a favorire la giustizia.

Hollywood racconta storie in cui il mondo è spaccato nettamente in due: ci sono da una parte i buoni e all'altra i cattivi. Ma Hollywood è l’industria della finzione, quindi non c’è da stupirsi che una distinzione così netta tra i due schieramenti sia palesemente irrealistica. La finzione hollywoodiana però è persino più radicale di così poiché non esistono persone buone e persone malvagie. Semplicemente non esistono. Con questo, il vostro affezionato Panda, non intende dire che siamo tutti uguali, al contrario. Il fatto è che ”buoni” e “cattivi” sono parole altamente fuorvianti e pericolose. Tendono pericolosamente a divenire semplici bandiere con cui distinguere uno schieramento da un altro su un campo di battaglia. Sarebbe molto meglio ammettere che non esistono i buoni e i cattivi, ma solo persone forti e persone deboli. Le forti sanno come si vive e lo fanno pacificamente, allietando la propria e l’altrui esistenza tramite il proprio operato. Le persone deboli, al contrario, non sanno come vivere e si arrabattano scompostamente nel patetico e puerile tentativo di occultare a sé stessi ed agli altri le proprie insicurezze. I deboli si camuffano da forti, storpiando il significato della parola forza, come fecero a suo tempo nazismo e fascismo. Anche così grottescamente camuffati tuttavia i deboli non sono in grado di fare altro che manifestare la propria debolezza e, nel far ciò, ovviamente, infliggono continui dolori e dispiaceri a sé stessi e, di riflesso, a tutti gli altri.

La storia del resto e piena di “buoni” che...

martedì 17 gennaio 2012

L'orto sulla finestra



E' possibile coltivare almeno in parte il proprio cibo in città? Certo, dirà qualcuno di voi, basta avere un bel orto o come minimo un’ampia terrazza. Britta Riley, vivendo in un appartamento a New York, non aveva a disposizione nessuno dei due. Ma non si è arresa e grazie alla sua tenacia, ad Internet e ad un sacco di amici per il mondo ha dimostrato che può bastare una semplice finestra. Il vostro Panda non aggiunge altro, lasciando che sia la stessa Britta Riley a spiegare per bene il tutto in questo video (tratto da TED e con sottotitoli anche in italiano). Per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento, ecco il link alla comunità internazionale messa in piedi dalla relatrice per consentire a tutti di prodursi un po’ di cibo a casa: windowfarms.org

Vertical farming dal basso, open-source e disponibile subito: che altro dire? C'è chi, in solitudine, guarda il mondo dalla propria finestra e chi, in buona compagnia, usa la propria finestra per cambiare il mondo!


Buon futuro a tutti dal vostro affezionato Panda

lunedì 16 gennaio 2012

Scetticismo climatico? No grazie!



E’ uscito un nuovo interessante articolo sulla celebre rivista Science che riguarda uno studio climatico a livello internazionale.

Sono buone notizie o cattive notizie? Dipende.

Dipende?

Beh, sì: dipende da come le si interpreta ovviamente. Partiamo però dalla notizia: secondo il recente studio pubblicato sulla rivista Science, la miglior strategia per contenere l’aumento delle temperature causate dall’effetto serra non dovrebbe coinvolge la mera riduzione delle emissioni di CO2, ma anche quelle di metano (gas con effetto “serra” assai maggiore) ed il particolato carbonioso (ossia la polvere nera generata dalla combustione incompleta di sostanze organiche). La conclusione a cui giunge questa ricerca deriva dall’analisi, simulazione e comparazione di diverse centinaia di possibili strategie di mitigazione climatica (per saperne di più si veda qui oppure direttamente qui).

La notizia può essere vista come positiva, se si considera, ad esempio, che essa implica che abbiamo più strumenti per mitigare i cambiamenti climatici rispetto al solo e ben noto contenimento della CO2. La stessa notizia però può suonare meno allegra se si pensa che, finora, nessuno ha mai seriamente proposto di intervenire in tal senso, nonostante le conclamate difficoltà a giungere ad un accordo internazionale sulla riduzione delle emissioni di CO2. Vale a dire: non solo abbiamo e stiamo lasciando passare anni senza far nulla sulla CO2, ma continuiamo a non far nulla e nemmeno prendiamo in esame altre possibili azioni concrete volte a scongiurare il peggio. La notizia però, se possibile, assume una connotazione ancor più negativa quando si tiene conto della precisazione che gli scienziati ribadiscono ormai sempre più spesso in casi come questo: ''Tutto ciò è tecnicamente possibile, bisogna solo avere la volontà di farlo''. Questa precisazione è divenuta da un po' di tempo a questa parte una sorta di mantra da parte del mondo scientifico, ma dovrebbe essere percepito come un campanello d’allarme che dovrebbe risuonare e sormontare ogni altra discussione politico/economica...

venerdì 13 gennaio 2012

Crisi?! Quale crisi?

Aveva ragione Silvio Berlusconi, quando, ancora premier, sosteneva che la crisi non esiste. In effetti dov’è questa crisi economica di cui si fa tanto parlare? Siamo onesti: la crisi economica non esiste, è solo una finzione televisiva. Certo ci sono difficoltà, ma il termine “crisi” è del tutto fuori luogo. Qualcuno ora penserà che, come a suo tempo il nostro ex-premier, il vostro Panda stia assumendo un atteggiamento iper-ottimista e fuori dal mondo, ma non è così. La situazione è chiara ed evidente. Si tratta solo di essere oggettivi: non siamo affetti da una crisi economica, per quanto grave, siamo dinnanzi...

martedì 10 gennaio 2012

Il conto salato del dolce far niente!

Questo micro-post volante, il vostro affezionato Panda, ve lo propone con poco tempo a disposizione e tanta speranza nel cuore. In pratica, più che un post, è un link, ma quel che ambisce realmente ad essere è un incoraggiamento al cambiamento, un invito aperto a tutti, ma proprio tutti. Perchè? Perchè serve un cambiamento radicale, diffuso ed immediato nel nostro modo di vivere, di produrre e di far economia. Se volete sapere quanta è scarsa la dolcezza del non far nulla e quanto aspramente salto potrebbe essere il conto del non aver fatto nulla, leggete qui.


Buon futuro a tutti dal Panda

mercoledì 4 gennaio 2012

OMSA, no grazie!


Pandemica-mente sostiene i boicottaggi contro l'OMSA (la nota società produttrice di calze da donna del gruppo Golden Lady) che, dopo una lunga e dolorosa vicenda, ha provveduto a licenziare le lavoratrici ed i lavoratori dello stabilimento di Faenza. Il licenziamento è avvenuto tramite un semplice fax inviato alla vigilia di Capodanno; la produzione verrà trasferita in Serbia, benché il mercato di riferimento di OMSA sia l’Italia e non si siano prospettati finora particolari problemi di produzione o vendita.

L'invito è quindi a boicottare le calze ed i prodotti dei brand del gruppo Golden Lady (Golden Lady, Omsa, SiSi, Filodoro, Philippe Matignon, NY Legs, Hue, Arwa...). Per maggiori dettagli si veda:
BOMSA
Mai più Omsa
A PIEDI NUDI!

Il vostro affezionato Panda vi saluta augurando, come sempre, un buon futuro a tutti voi (ed alle ex-operaie ed operai di Omsa ed alle loro famiglie in modo particolare).

Good news: Charity Shop e mercatini dell’usato


Il caro-vita, la crisi, la moda vintage, ma anche la ricerca di un tipo di consumo più eco-compatibile e solidale, hanno spinto sempre più persone ad effettuare i propri acquisti (o vendite) nei mercatini dell’usato. Questo boom ha comportato un’evoluzione del settore, caratterizzata dalla nascita di mercatini dell’usato simili a dei negozi, a commistioni di genere (ad esempio col commercio equo e solidale) ed al continuo ed apparentemente inarrestabile diffondersi nel mondo dei cosiddetti Charity Shop. Quest’ultimi, pur non essendo certo una novità (benché in Italia possono apparire come tale), non sono altro che una versione solidaristica del più noto mercatino dell’usato. In altri termini, nei Charity Shop , il conferimento al punto vendita dei prodotti usati avviene spesso tramite la donazione ed i costi di gestione sono abbattuti tramite l’impiego frequente di personale volontario (che si occupa oltre che di rivendere i beni conferiti anche di selezionarli accuratamente per garantire alti livelli qualitativi). Queste caratteristiche dei Charity Shop comportano di conseguenza prezzi di vendita particolarmente allettanti (anche su modelli di marche prestigiose) e, assai spesso, una parte più o meno consistente dei ricavi devoluta ad organizzazioni di beneficienza.

Al di la delle differenze tra i mercatini dell’usato e i Charity Shop, il settore dell’usato in quanto tale sta vivendo un momento d’oro. Il principio di base è di una semplicità incredibile: fornitori, clienti e gestori sono intenti a valorizzare tutti quei beni divenuti superflui per alcuni, ma ancora utilizzabili da altri. Come detto, tuttavia, il fenomeno non è riducibile ad aspetti esclusivamente economici (pur presenti), ma mostra una varietà d’intenti e motivazioni sorprendenti…