martedì 30 agosto 2011

Il signor Smits: re della foresta e del clima



Un umile biologo, il signor Willie Smits, ha trovato un modo per salvare gli Orangutan, la foresta nel Borneo in cui vivono, una vasta economia locale che da essa dipende e persino il clima e la piovosità del luogo. In parole povere ha preso una landa desolata nel Borneo, di quelle (per intenderci) che rimangono dopo una brutale e folle deforestazione, e, nel giro di pochi anni, l'ha riportata a nuova vita. Il progetto del signor Smits ha un risvolto molto umano, dal momento che dà da mangiare alle famiglie di un'intera regione che, prima del suo arrivo, era una delle più povere dell'isola. Il progetto di riforestazione di Smits ha però anche un risvolto celeste, nel senso che, come si diceva, ha mutato persino il clima della regione, riportandolo verso l'originale tasso di piovosità (che crolla dopo la deforestazione su vasta scala). Non è tutto, l'umile biologo ha anche sconfitto gli incendi su vasta scala (anch'essi conseguenti alla deforestazione), ha preservato un'incredibile  biodiversità (compresa quella agricola e persino quella marina poiché le ceneri degli incendi sono una seria minaccia per la barriera corallina), ha spinto le comunità locali alla collaborazione e all'autocontrollo, ecc.

Non male, direte voi, ma, in fondo,...




...in questo consta la differenza tra l’umiltà anche di un solo biologo e l’arroganza di tantissimi economisti, politici e consumatori che, in nome di un'impossibile crescita economica infinita su un pianeta limitato, quel pianeta lo stanno riducendo in cenere (e noi con esso).

Perfetto, ma un caso unico come questo non fa testo. E invece sì, non solo per le sue vaste dimensioni (il signor Smits usa i satelliti per seguire l’evolvere del progetto), ma anche perché…

… non è un caso unico! C’è, ad esempio, anche l’incredibile storia di Paolo Lugari con la sua riforestazione a Las Gaviotas nella savana del Vichada (in Colombia). Ci sono gli entusiasmanti progetti di riforestazione del Sahara di Magnus Larsson e quelli del Sahara Forest Project (il nome è tutto un programma). Ci sono i tanti casi di progetti meno noti come il “BambaHaus project“ (con cui si tenta il rimboschimento delle foreste pluviali tramite la diffusione dei processi di coltivazione e lavorazione del bambù). Poi ci sono tutte quelle piccole esperienze basate sulla permacultura e sull’aridocultura con cui si è giunti a dimostrare la fattibilità di coltivazioni (persino di alberi da frutto) in zone desertiche (vedi qui). Poi ci sarebbe pure da ricordare le tanto stupefacenti quanto trascurate tecnologie dei pozzi d’aria (si veda qui, qui o qui) che consentono l’accumulo d’acqua tramite la condensazione dell’umidità presente nell’aria, che permisero persino in tempi antichi di colonizzare zone aride. Infine ci sarebbero pure un'infinità di iniziative che tentano di stroncare sul nascere la deforestazione selvaggia o che la limitano di fatto, come nel caso degli e-book (che non necessitano di legna come i loro cugini cartacei) o di iniziative commerciali ancora troppo solitarie (vedi qui).

Non sono né gli esempi positivi, né i progetti promettenti e neppure le conoscenze o le tecnologie a mancare. Persino le prospettive economiche sono favorevoli: le zone desertiche o desertificate sono notoriamente a buon mercato e, dati gli sviluppi delle energie rinnovabili e l’attuale crisi energetica, economica ed alimentare, il loro mancato utilizzo pare uno sperpero disumano. Quel che veramente manca è una visione concreta, positiva e d’insieme. In un mondo con sempre meno acqua dolce, energia e suoli fertili da una parte e sempre più CO2 e più persone da sfamare dall’altra, è evidente tragicamente evidente l'assenza di lungimiranza e d’entusiasmo (che dovrebbero invece scorrere a fiumi a partire proprio da esempi come quelli del signor Smits). E' questa una mancanza deprimente ed imperdonabile che dipende in primo luogo da una superficialità e miopia imperante a tutti i livelli politici ed imprenditoriali. In secondo luogo, però, dipende da un’ignoranza colpevole e diffusa, patrocinata e sostenuta con malizia dai mass-media tradizionali. La ricchezza diffusa, così come la salute, la felicità ed ancor più la sostenibilità ambientale, al di là delle ipocrisie di circostanza, sono minacce mortali ed inaccettabili per l'attuale modello economico, dominato da monopoli, oligopoli, multinazionali ed altre follie di questo tipo. I consumatori, d'altra parte, latitano anch'essi, tradendo la propria coscienza e fingendo di non possedere una grave ed attiva responsabilità in questa pazzia che chiamiamo consumismo, che dona a tutti una disperata, ma comodissima infelicità. Il senso di impotenza generalizzato che ne deriva è figlio proprio dell'incapacità di notare e comprendere gli insegnamenti del signor Smits e dei suoi pari e, quindi, della mancata voglia di imitazione ed emulazione degli stessi.

Per tutti questi motivi chi sa, ha il dovere di parlare di queste cose con chi le ignora (e sono purtroppo tantissimi). Chi sa, ha il dovere di diffondere ed integrare tra loro tutti questi clamorosi successi "alternativi" e di contribuire così a tessere una visione nuova, concreta e alla portata di tutti (e non solo di qualche sparuto tecnico o professore universitario). E' da quella visione positiva e diffusa che nascerà finalmente un modello economico più sostenibile, per non dire meno suicida, di quello attuale. Un modello economico del genere oltre ad essere sostenibile avrà il vantaggio di includere e non escludere la felicità ed il benessere degli individui che lo compongono. Oltre alle considerazioni più ovvie, non va sottovalutato la semplice constatazione che una persona felice è molto più produttiva e creativa di un'infelice. 

Cambiare si può e si deve, ed è persino divertente e conveniente farlo.


Un saluto ed un ringraziamento di cuore dal vostro affezionato Panda ai tanti signor Smits ed anche a te, che, persuaso o meno, hai letto fin qui: grazie!

2 commenti:

  1. Fantastico! Piantate alberi! Tutti!

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  2. Chiedo scusa all'amico anonimo per il ritardo con cui ho pubblicato il suo commento e mi unisco a lui nel suo bellissimo appello.

    Un saluto a tutti dal Panda

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