martedì 2 agosto 2011

Post Carbon Institute, agricoltura, petrolio, crimini contro l'umanità e tanto altro ancora

Il Post Carbon Institute ha pubblicato online una relazione intitolata “Agricoltura e Alimentazione di transizione”. Tale documento conclude che, a fronte di una crescente scarsità delle scorte di carburante, il sistema agroalimentare necessita di essere reinventato. Per chi volesse prenderne visione, è possibile scaricare gratuitamente il PDF del documento tradotto in italiano dal sito di Transition Italia.

Lo spettro di una crisi energetica globale è legata a filo doppio ad una ben più devastante crisi alimentare. La crisi energetica in atto, presumibilmente, peggiorerà sensibilmente nei prossimi anni e, di conseguenza, anche la sicurezza alimentare del pianeta ne risulta seriamente compromessa. Questo, in estrema sintesi l’allarme lanciato dal Post Carbon Institute e che giustificherebbe la richiesta di un massiccio impegno per trasformare radicalmente l'intero sistema agricolo mondiale.

Parrebbe una faccenda seria. Perché però preoccuparsene? In fin dei conti, è ormai da decenni che continuano ad uscire rapporti tecnici e scientifici dai toni allarmanti come questo. Perché preoccuparsi quindi? Dove sta la differenza questa volta? Beh,…

…in effetti non c’è nessuna differenza tra questo grido d’allarme e gli innumerevoli altri che, altrettanto innumerevoli e prestigiosi istituti, hanno lanciato nei decenni passati. Quello che è cambiato è “solo” il fatto che i decenni siano trascorsi. I gridi d’allarme permangono (e si intensificano), quel che cambia è che i tempi a disposizione per invertir la rotta si restringono. Ecco perché bisogna preoccuparsi. Il tempo dell’abbondanza e dell’indifferenza è agli sgoccioli. Di per sé stessa la cosa non è un dramma. Se si sarà abbastanza intelligenti e determinati da sfruttare e pianificare il cambiamento, potrebbero affacciarsi tempi di felicità e benessere senza precedenti. Il problema è che se tale intelligenza e determinazione verrà meno, gli scenari rischiano di divenire veramente apocalittici. Date le conoscenze tecniche e scientifiche attuali, elaborare e pianificare strategie di sopravvivenza, dovrebbe quindi rappresentare una priorità politica assoluta. La sottovalutazione del groviglio dei macro-problemi che affliggono il nostro pianeta non è più accettabile. La matassa di guai che lega il consumo di combustibili fossili, l’agricoltura, la demografia, i trasporti, la biodiversità ed i cambiamenti climatici, noi la chiamiamo eufemisticamente: l’economia attuale. Ci viviamo dentro e la diamo per scontato, ma, rischia di travolgerci senza pietà. La “leggerezza” con cui NON pianifichiamo il futuro potrebbe rivelarsi il più grave e drammatico errore di giudizio nel corso dell’intera storia dell’umanità. Il tecno-ottimismo acritico e superficiale di politici ed economisti (che non fanno altro che ripetere ossessivamente che le tecnologie del futuro sistemeranno ogni cosa) è inaccettabile e criminale. Si tratta di una sorta di negazionismo dell’evidenza che dovrebbe essere accumunato ai crimini contro l’umanità.

Sì, beh, il vostro affezionato Panda si rende conto che parlare di “crimini contro l’umanità” può sembrare un’inaccettabile esagerazione per qualcuno. Purtroppo però non lo è. Gli attuali stili di vita e di economia comunemente adottati e considerati “normali” stanno erodendo la possibilità di sopravvivenza di miliardi di persone. Non in un lontano futuro, ma a distanza di pochi anni o decenni al massimo. Questo almeno è ciò che ci dicono i climatologi, gli oceanografi, i geologi, i fisici, i chimici e persino i matematici e gli storici (per tacer dei premi Nobel). Questo è ciò che già ora indirettamente ci raccontano i servizi e gli articoli sulle rivolte nel Maghreb, sui disordini in Messico, sulle carestie nel Corno d'Africa e sui milioni di profughi per calamità climatiche. Se tutti quegli studiosi e tutti quei giornalisti non si sbagliano clamorosamente, allora siamo in grossi guai.

Il vero problema non è costituito però dalle enormi sfide e dai cambiamenti che dobbiamo affrontare, ma dal rischio di non affrontarli affatto, arrivando a subire le conseguenze più drastiche delle nostre azioni completamente impreparati ed inadeguati alle nuove circostanze. Il vero rischio è, in altri termini, che le persone continuino a dar spazio al negazionismo pseudo-ottimista di politici ed economisti preoccupati solo di non dispiacere ai potentati che li finanziano, ricattano e corrompono. Il loro ottimismo è falso e ingiustificato. Non c’è tecnologia futuristica che regga: alla seconda legge della termodinamica non si sfugge! L’illusione demenziale di una crescita economica infinita su un pianeta dalle risorse finite ed un’economia volta quasi esclusivamente a sfruttare queste ultime è un crimine vero e proprio che attenta seriamente alla vita di miliardi di persone. Questo negazionismo del buon senso sbandierato con ottimistica stupidità da politici ed economisti rischia di tramutarsi a breve nello sterminio di massa più grande che la storia abbia visto (e la storia ne ha visti tantissimi). Tale carneficina, in realtà, non è più solo un rischio ipotetico. Già oggi milioni di persone muoiono di fame per questa visione del mondo ed sempre più persone sono affamate solo per permettere ai ricchi di far marciare le loro intoccabili auto con un po’ di biocarburante dentro. Sempre più persone fino a poco tempo fa considerate agiate scivolano in povertà.

Perché parlare di “crimini contro l’umanità” dovrebbe quindi essere esagerato? Se attentare all’integrità dell’intera popolazione mondiale non è un crimine contro l’umanità, cosa lo è? E chi sarà corresponsabile di un tale crimine, potrà discolparsi dicendo semplicemente “io speravo che…”?

Il Panda, si badi, parla di "crimini contro l'umanità", ma non è e non sarà mai forcaiolo. Politici ed economisti che continuano a supportare l'attuale economia malata, sono e saranno sempre nulla più che avversari. Mai nemici. Neppure i poteri forti che stanno dietro di loro saranno mai nemici per il vostro affezionato Panda. L'ottimismo ottuso che ci spinge nel baratro però rimane un crimine che attenta alla sicurezza planetaria. Dire ciò con chiarezza significa stabilire dove si trova il difetto, non di chi è la colpa. La differenza è enorme: vedere il difetto permette di correggerlo, attribuire la colpa no! Politici ed economisti sbagliano, ma non per questo il Panda li disprezza: senza anche il loro aiuto difficilmente usciremo bene da questa situazione. Quando la situazione è seria come lo è ora, non ci si può permettere di essere divisi, di parlare di "noi" e di "loro". Questo, d'altronde, non vuol dire tacere o minimizzare l'errore, vuol dire solo collaborare ovunque sia possibile e con chiunque sia disposto a farlo per porvi rimedio. Denunciare "il peccato, ma non il peccatore" non è essere ambigui o "buonisti", ma innanzitutto pragmatici. Ed essere pragmatici attualmente ha un alto valore morale. Data la situazione, infatti, un "crimine contro l'umanità" sarebbe pure lo stare fermi e zitti, lasciando operare indisturbato quell'ottimismo acritico che paralizza la società attuale in una condizione insostenibile che mette in pericolo l'intero pianeta.
L’ottimismo è una bella cosa, ma persino chi dei miracoli ha fatto la propria ragion d’essere non ha mai smesso di ripeterci un bel: “aiutati che il ciel t’aiuta”. Il senso di impotenza che dilaga in tanti ambienti, in quest’ottica, non è quindi meno criminale dell'ottimismo paralizzante di cui si parlava prima. Gli affamati e i poveri (attuali e futuri) non si sfamano di sensi di colpa, frustrazioni e sensi d’impotenza altrui. E’ più che evidente che né l’ottimismo né il pessimismo riempiono di per sè pance vuote: occorre agire. E’ possibile farlo. E’ conveniente farlo. E’ divertente farlo. E’ urgente farlo. Serve solo una cultura dell’azione che si contrapponga a quella dell’immobilità attuale. La bella notizia è che già esiste. Il mondo è stracolmo di esempi lungimiranti da cui attingere a piene mani. La cultura del fare (e ancor più quella del fare insieme) devono solo irrubustirsi e diffondersi maggiormente. Non occorrono miracoli, basta solo un po’ più d’energia, non solo per i nostri motori e le nostre pance, ma anche per la nostra fame di vita. Basta che permettiamo al pragmatismo e alla nostra gioia di vivere, per una volta, di baciarsi con passione.


Buon futuro a tutti voi dal Panda.

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