domenica 3 aprile 2011

Vertical farming all'italiana



Skyland è un progetto dell’Enea per un prototipo molto particolare. Si tratterebbe infatti della prima Vertical Farm Made in Italy in assoluto. Il video qui sopra parla appunto di Skyland, è conciso e ben fatto ed è tratto dal sito di ENEA WEBTV. Per chi non lo sapesse, una Vertical Farm è letteralmente una fattoria verticale, ossia un grattacielo-serra che produce cibo ed in grado di sfruttare il terreno in modo molto più intensivo rispetto all'agricoltura industriale tradizionale (quella fatta di trattori ed estese monoculture per intenderci).

I cinque principali vantaggi delle Vertical Farms sono...



1 - la drastica riduzione (se non l'azzeramento) delle distanze tra la produzione agricola ed il suo consumo che porta all'altrettanto drastica riduzione degli sprechi energetici (diretti ed indiretti) legati al trasporto delle merci (legato a questo vantaggio ovviamente ci sono quelli della conseguente riduzione di emissioni di gas serra e dello smog, con tutto ciò che a loro volta tali riduzioni comportano sul punto di vista ecologico e sanitario);

2 - la minore sensibilità ai cambiamenti climatici ed in particolare ai fenomeni estremi, con conseguente riduzione degli sprechi legati alla perdita dei raccolti;

3 - la possibilità di integrare le tecniche di coltivazione direttamente con energia da fonti rinnovabili (fotovoltaico, eolico, geotermico e biomasse); integrazione che azzererebbe o per lo meno ridurrebbe fortemente il bilancio energetico; a tale aspetto poi si collega anche quello dell'eliminazione totale di pratiche dannose ed energivore quali l'aratura dei campi, nonché quello legate alle infinite possibilità di integrazione con il circostante contesto urbano (recupero di zone industriali dismesse, recupero del calore a media temperatura derivante da processi produttivi contigui, recupero e lavorazione dei rifiuti e delle acque urbane, ecc...);

4 - la drastica riduzione (o l'azzeramento) dei consumi di pesticidi, diserbanti e fertilizzanti di sintesi dovuta alla possibilità di controllo climatico, biologico e delle condizioni ambientali generali in cui si svilupperebbero le colture; tale riduzione, oltre ad aumentare la qualità intrinseca del prodotto alimentare, avrebbe il grande vantaggio di diminuire ulteriormente la dipendenza dell'agricoltura da fonti fossili quali petrolio e gas (con cui, infatti, tali prodotti di sintesi sono composti, creati e distribuiti);

5 - il minor consumo di terreno, con conseguente possibilità di espansione/conservazione delle foreste ed i relativi vantaggi in termine di riduzione dell'anidride carbonica in atmosfera e preservazione della biodiversità planetaria.

La nota dolente sul versante opposto sarebbero i costi, poichè un campo agricolo costa sicuramente meno di un grattacielo. Non è detto però che il progressivo deteriorarsi dell'agricoltura industriale tradizionale, con le sue inefficienze crescenti a ritmi sempre maggiori, non finisca per costarci molto, molto, molto di più.
Infine va notato che le Vertical Farms, altro non sono se non l'apoteosi di un concetto più vasto che già oggi rappresenta una realtà per nulla trascurabile. Il vostro affezionato Panda si riferisce all'agricoltura urbana, al cui interno si trovano realtà molto più modeste, ma di assai più facile e rapida realizzazione, quali le serre e gli orti urbani, i tetti verdi ad uso anche alimentare, l'acquaponica, le microcoltivazioni domestiche, ecc...

Se pensate che l'agricoltura urbana sia uno dei tanti vezzi del ricco occidente vi sbagliate. Dal 2000 al 2010, 20 paesi hanno chiesto l'assistenza della FAO per fornire incentivi, mezzi e formazione agli orticultori urbani a basso reddito. La FAO, d'altra parte, ha persino fornito attrezzi, sementi e formazione per avviare migliaia di orti scolastici in più di 30 paesi. Secondo l'agenzia dell'Onu, infine, circa 230 milioni in America Latina e più di 130 milioni di persone in Africa sono già coinvolte nell'agricoltura urbana. L'orticoltura, in particolar modo, fornisce cibo e reddito in quantità. Per dare un'idea della portata del fenomeno si pensi che la FAO ha fatto notare che, nel 2010,  più della metà dell'approvvigionamento di ortaggi della città di Pechino proviene da orti urbani. Diciamo così: se l'agricoltura urbana oggi è un vezzo, è meglio che il ricco occidente lo faccia proprio al più presto possibile, perchè ben presto potrebbe divenire un'urgente e pressante necessità.


Il futuro urbano potrebbe essere molto più verde di quanto si immagini. Verde in tutti i sensi!
Quindi...


...buon futuro a tutti voi dal Panda.

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