mercoledì 1 giugno 2011

Televisione: il sogno di Goebbels, oggi realtà !

Viviamo in un mondo che sta sperimentando una deflagrazione tecnologica, energeticamente esposto, socialmente ed economicamente instabile, ecologicamente agonizzante, militarmente sovradimensionato, caratterizzato ad un’umiliante, insanabile e devastante asimmetria informativa che divide i produttori/venditori dai consumatori finali (penalizzando ovviamente quest’ultimi). Viviamo in un mondo dinamico, dominato e parassitato spietatamente da poteri economici giganteschi e collusi che hanno deturpato e soggiogato totalmente il mondo politico, stroncandone la naturale evoluzione, con tutto ciò che ne consegue. Insomma, viviamo in un mondo complesso e pieno di problemi. Oggi più che mai servirebbero quindi massicce dosi di cultura diffusa ed un’etica della riflessione e dell’analisi ponderata estesa al massimo grado tra la popolazione. Sfortunatamente, ormai da decenni, l’intero globo, intellettualmente parlando, è stato vampirizzato dalla TV. Per meglio dire la TV ha scardinato la cultura popolare, devastandone l’unità, l’etica e l’autoconsapevolezza che la contraddistingueva in passto. La TV ha svuotato le speranze di un rinnovo epocale rubando il futuro e la dignità alle giovani generazioni ed ha sostituito quelle speranze con paure artificiali, praticamente perfette per gli scopi commerciali e politici che la TV servilmente assiste con quotidiana passione. La TV ha creato una realtà alternativa in cui rifugiarsi dopo le classiche 8 ore di lavoro, una realtà artificiale in cui rintanarsi fuggendo a gambe levate dai problemi che affliggono il mondo e da quelli della propria triste vita. La TV ha assassinato la socialità, rimpiazzando il colloquio pubblico con l’ascolto passivo, le piazze e gli amici con le frequenze ed il divano.

La TV è il diavolo? Vediamo un po'...

Non credendo al diavolo e temendo l’umano desiderio di vederlo ovunque, a questa domanda il Panda non può che rispondere: no, la TV non è il diavolo, tuttavia, nella sua espressione reale e quotidiana è lo strumento di propaganda più perfezionato che sia mai apparso sulla Terra fino ad ora e, almeno finché Internet non verrà completamente soggiogato dai poteri forti, manterrà quel primato ancora a lungo. Tramite la TV si è riusciti a propagandare idee che potrebbero condurci all’estinzione facendole passare con semplicità e disinvoltura. Idee quali l’ossessione per il PIL (e l’illusione di una crescita economica infinita su un pianeta finito), come l’usa-e-getta, come il “libero mercato”, come l’assurda associazione mentale tra i fermeti culturali del ’68 ed il terrorismo (invero utilizzato per stroncarli), come le “missioni umanitarie” o come i “danni collaterali” o ancora l'esportazione della democrazia tramite l’uso di bombardieri o i “missili intelligenti”, ecc… ecc… ecc…

Quello che la TV ha detto, tuttavia è nulla in confronto a ciò che ha taciuto ed ancor meno rispetto a ciò che ha screditato in modo subdolo. Per ogni menzogna spudorata e per ogni censura, infatti, bisogna considerare che sono stati fatti passare in TV migliaia di messaggi ambigui, progettati in modo tale che chi li ascolta/vede tragga conclusioni errate. Questo metodo è di gran lunga preferito rispetto alla censura pura e semplice o alle tecniche di discredito esplicite, poiché lascia che la menzogna sia pronunciata solo da colui di cui il telespettatore ha cieca fiducia: sé stesso. La TV riesce così ad istillare idee e sensazioni nel telespettatore senza che possa essere accusata da altri di avergliele neppure suggerite, poiché, per lo più tali suggestioni passano per canali non-verbali e tramite un uso apparentemente neutro del linguaggio. Il telespettatore, inoltre, avrà così l’impressione che quella idea sia nata spontaneamente in lui e di conseguenza la difenderà con maggior convincimento, facendosene esso stesso portavoce. All’esperienza pratica di chi la TV la confeziona si è aggiunta nel corso dei decenni una vasta letteratura accademica per consentire alla TV di far ciò in modo scientificamente efficiente.

Si sono spesi e si spendono tutt’ora molti milioni di dollari ogni anno per effettuare studi di psicologia, di sociologia e di marketing per affilare i denti più pericolosi della TV: quelli che non si vedono. Oggi a quegli studi si sono affiancati persino studi di natura neuronale (il cosidetto neuromarketing) e gli investimenti sono in costante crescita, così come l’efficacia di queste tecniche ed i loro effetti a lungo termine sulla psiche di chi ne viene esposto (noi tutti, ma in primis i bambini).

L’attuale sistema culturale popolare incentrato sulla TV è semplicemente un sistema propagandistico. Le uniche caratteristiche che lo contraddistinguono sono quella di essere potenziato e perfezionato all’inverosimile rispetto ai sistemi del passato e di essere persino economicamente molto vantaggioso. Come ogni sistema propagandistico lo scopo ultimo non è quello di entrare nei cervelli della gente, ma più modestamente di proteggere un determinato interesse. Non serve convincere tutti e rendere tutti "ciechi fedeli fino alla morte", basta il dubbio e basta che la maggioranza non si contrapponga consentendo a chi la sfrutta di continuare a farlo.

Se per “TV reale” si intende quella che vediamo tutti i giorni (e non quella che vorremmo vedere oppure quella che di quando in quando eccezionalmente appare distinguendosi dalla quotidianità), allora si può tranquillamente affermare che, al di là delle sue peculiarità tecniche, la TV reale consiste in ultima analisi in null’altro che propaganda. Null'altro.

Sulla propaganda in quanto tale il vostro affezionato Panda, malvolentieri, lascia che a parlarne sia un vero esperto. Quel che c’era da dire, infatti, fu efficacemente chiarito qualche anno fa da quel nazista che, non per niente, fu Ministro della Propaganda del Terzo Reich, ossia Joseph Paul Goebbels. Sono sufficienti 2 frasi:

1 - “Quando sento parlare di cultura metto mano alla pistola.”

2 - “Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità.”

Bastino queste due affermazioni e la loro triste concretizzazione storica ad esprimere quanto fondate siano le preoccupazioni su una società che ruoti ossessivamente intorno alla TV. Chissà cosa avrebbe potuto combinare Goebbels se avesse avuto a disposizione la televisione? Beh, probabilmente qualcosa di simile a quello che stanno facendo oggi quelli che, somigliandogli molto, la televisione in effetti ce l'hanno a disposizione e la usano a loro piacimento ogni santo giorno.

Allora come se ne esce? Semplice! Spegnendo la TV e tornando a parlarsi e ad incontrarsi nelle piazze, nelle strade, nelle feste ed in Internet ovviamente. E, se proprio non ce la facciamo, almeno evitiamo di condannare anche i nostri figli a divenire dei teledipendenti. Già gli abbiamo rubato il lavoro, i diritti e la dignità oltre a scippargli pure il mondo ed il futuro, sarebbe carino per lo meno evitare di friggergli il cervello, non credete?


Un saluto a tutti dal Panda.

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