sabato 19 marzo 2011

L'Italia è in guerra

Pochi mesi fa omaggiavamo Muammar Gheddafi con imbarazzanti onori di stato e oggi prestiamo le basi militari per andare a bombardarlo. Qualcuno ha avuto il coraggio di chiamarla real politik, ma il vostro affezionato Panda la chiama in modo diverso: fare affari. Abbiamo promesso miliardi di euro ad un pazzo dittatore in un periodo in cui anche la carta igenica nelle scuole italiane è un serio problema, consentendogli oltretutto di acquistare un ruolo azionistico predominante in una delle due più grandi banche italiane ossia Unicredit. Ci vantiamo di essere amici di Putin che fa quel che fa in Cecenia. Con che coraggio parliamo di andare ad aiutare i civili libici? Siamo diventati più che ridicoli. Siamo pericolosi. La Pace non si costruisce quando piovono le bombe, ma prima che inizino a cadere. Ora è tardi: l'Italia è in guerra.

Alla cosiddetta real politik di destra, di centro e di sinistra, il vostro Panda non può che rispondere che con insulti infuocati. Ma come? Il giorno prima voi "grandi statisti" politici parlate di prudenza diplomatica, di salvaguardare gli interessi nazionali presenti in Libia, le imprese, l'Eni; parlate della necessità ed inevitabilità di tristi compromessi con il dittatore, compromessi in nome dei quali noi comuni cittadini dobbiamo accettare per fede di dare miliardi di euro ed importanti aiuti statali italiani al regime di Gheddafi in un momento in cui ci ripetete ossessivamente che non ci sono soldi neppure per gli asili dei nostri figli; ci ventite belli beati, o "sommi" statisti, a raccontarci queste cose ed il giorno dopo ci dite altrettanto belli e beati che l'Italia è in guerra e che dovremo spendere altri miliardi per bombardare quel pazzo che, chissà come, si è messo a bombardare la popolazione civile?
Non una parola sul petrolio, sul gas, sul traffico d'armi o sugli interessi privati di parte del governo italiano, non una sola parola sulle scalate azionarie libiche ad Unicredit nè sugli interessi privati delle cosiddette IOC (International Oil Companies) contrapposte a quelli delle NOC (National Oil Companies). Un sacco di cose taciute, ma soprattutto (e come sempre) un sacco di soldi, in nome dei quali si ammazzeranno un sacco di persone. A proposito di armamenti: avete notato come i carri armati ed artiglieria pesante di Muammar Gheddafi siano spuntati tutto di un colpo? Avete mai visto un dittatore pazzo che bombarda le piazze con gli aerei ma non con i carri armati se li ha? E le tv-filo-insorti dove sono nel Bahrein? La popolazione civile in Bahrein non merita lo stesso tipo di attenzione di quella Libica?
Chi ha favorito per anni il regime libico e chi lo ha armato non parli ora di "missione di pace" o intervento "umanitario". Parli pittosto dei soldi italiani che, in barba alla Costituzione, verranno spesi per bombardare bambini libici invece che per costruire asili d'infanzia italiani.

Non mi si chiami pacifista. Io conto solo i soldi e guardo in quali tasche vanno e non sono quelle degli italiani.


Un saluto ed un augurio di tempi migliori a voi tutti dal vostro affezionato Panda.

2 commenti:

  1. Ma comunque i soldi li dovevamo dare ugualmente. Nell'ottobre 2008 il patto Italo-Libico prevedeva il versamento di 5 miliardi di dollari a Gheddafi.
    Quindi forse ci conviene la guerra.
    Aggiungo che, tale patto, in parlamento fu votato da Lega, PdL e naturalmente dal PD!!! Praticamente da tutti salvo qualche sparuto radicale.
    Vergogna!!!

    iGL

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  2. Di certo il fatto che la politica italiana, da Berlusconi a D'Alema, abbia lavorato per anni al fine di far stringere al nostro paese forti legami economici e militari con il regime libico di Gheddafi di certo dovrebbe essere motivo di grandissima vergogna. Il Panda teme tuttavia che i vari responsabili difficilmente soffriranno di tale fastidioso sentimento e probabilmente neppure di conseguenze personali sul piano politico. Comunque sia nel 2008 eravamo già in piena crisi economica, quindi, oserei dire: vergogna su vergogna, vergogna all'ennesima potenza e forse anche di più per quella che qualcuno, con cattivo senso dell'umorismo (e del pudore), continua imperterrito a chiamare real politik.

    I 5 miliardi di dollari previsti dal patto Italo-Libico, siglato da Berlusconi e Gheddafi proprio a Bengasi, prevedeva pagamenti a "comode" rate di 200 milioni di dollari l'anno per 25 anni. Non si trattava certo di pochi spiccioli visti i tempi che corrono. Si pensi che i fondi effettivamente spendibili a disposizione del Ministero dei Beni Culturali per il 2011 sono 50 milioni di euro, cioè circa 71 milioni di dollari. Quindi la guerra ci conviene?
    Chiunque conosca l'ordine di grandezza dei prezzi dei tanto sbandierati Eurofighter, F-16, Tornado e compagnia bella sa per certo che la guerra conviene e pure tanto, ma sempre ai soliti ignoti, non di certo a noi contribuenti qualsiasi. Ogni singolo intercettore Eurofighter, ad esempio, veniva, alle quotazioni del 2008, circa 63 milioni di euro (ovvero 89 milioni di dollari al cambio attuale) e l'Italia ne ha ordinati 96 (anche se inizialmente erano ben 121). Al costo d'acquisto già ragguardevole però vanno poi sommati i costi di rifornimento carburante, armamento, gestione, manutenzione oltre ai non indifferenti costi di formazione ed addestramento dei piloti.
    In altre parole, com'è noto da lungo tempo, la guerra conviene a quei "furbi" che riescono a convincere noi scicchi a farla e soprattutto finanziarla, in nome di Dio, della Libertà, dell'Onore e della Gloria, della Patria, della Democrazia, persino in nome della Pace. Insomma GUERRA, in nome di quel che vi pare e piace, fuorchè del mare di soldi che da sempre smuove.
    Certo quando hai paura che qualcuno ti bombardi è questione di vita o di morte, non badi a spese. Non come per gli asili nido. Gli asili nido, infatti, servono solo a non intralciare il lavoro della manovalanza (separandola fisicamente dai propri figli si adatta la sua vita alle esigenze del mondo del lavoro). Se la manovalanza poi, facendo salti mortali, riesce a cavarsela pure senza gli asili nido e per di più neppure protesta per la loro mancanza, tanto peggio per lei e tanto meglio per quegli evasori che con le tasse pagate dalla malcapitata manovalanza si arricchisce vendendo armi.

    Un saluto a tutti i pacifici lavoratori del mondo dal Panda.

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