lunedì 12 novembre 2012

Il nucleare che ci piacerebbe avere (soprattutto alla Cina)







Perché i sostenitori del nucleare tifano sempre per uranio e plutonio? La domanda può apparire strana, ma non lo è. Il punto della questione è: perché i tanti politici ed opinionisti pro-nucleare non parlano invece mai del torio? Eppure, avrebbe assai più senso rispetto a continare a perdere la faccia tentando disperatamente di fingere di ignorare le infinite "carenze" di uranio e plutonio. Eppure, come si può capire dai video qui sopra, persone notoriamente competenti in materia, non hanno dubbi su quale dovrebbe essere, secondo loro, la strada da seguire (cioè quella del torio). Mentre i fisici ripetono “torio! torio! torio!” nessun imprenditore audace o politico “realista” si fa avanti? Che fine fa il tanto sbandierato tecno-ottimismo, quando esce dai giardini della finanza e delle banche (per tacere dei generali e della lobby delle armi)?

Nonostante tutto quel che è capitato, si sente ancora qualcuno minimizzare quel che è accaduto a Chernobyl e a Fukushima. La tristezza è che a stroncare il nucleare tradizionale non è stato il buon senso o evidenti considerazioni tecniche ed economiche (alla faccia del libero mercato perfettamente razionale ed ottimale). A stroncare il nucleare tradizionale (quello a base di uranio e plutonio) non sono state neppure le evidenti implicazioni militari legati agli arsenali nucleari e nemmeno speculazioni su possibili attentati terroristici a siti o depositi di scorie nucleari (e le loro devastanti conseguenze). Il nucleare tradizionale è stato stroncato dai fatti, vale a dire dalla paura derivante non solo dai suoi incidenti catastrofici, ma anche dai rispettivi, sistematici e clamorosi tentativi governativi di ridimensionarli od occultarli. A fermare il nucleare tradizionale è stato il furor di popolo ed il verificarsi di continui incidenti (gravi e meno gravi) che "teoricamente" non sarebbero dovuti accadere con una tale inquietante frequenza. Il ravvedimento è stato del tutto ex-post e per di più forzato da una costante e forte pressione dell’opinione pubblica. La politica ha fallito sotto tutti i punti di vista, dimostrandosi a livello internazionale imprevidente ed inaffidabile fino alle estreme conseguenze.

Qualcuno potrebbe ritenere la questione nucleare definitivamente conclusa visti i passati accadimenti, ma non è così. Non solo perché come qualche leader loquace e le vicende referendarie hanno mostrato in Italia, non si può mai sapere. La questione nucleare non è affatto conclusa finché gli impianti presenti nel mondo non saranno smantellati (e ci sono ottime ragioni per pensare che ciò non accadrà mai per tutti loro) e nemmeno finché la loro sicurezza militare e “terroristica” non verrà garantita (e la questione Iraniana dice tutto a tal proposito) e neppure finché la loro sicurezza tecnica non verrà garantita sul lungo periodo (ed è prevedibile un forte peggioramento in tal senso a causa della diffusa tendenza a sfruttare le centrali nucleari molto oltre la loro vita prevista proprio per evitare gli improponibili costi di smaltimento, per tacere poi di ulteriori considerazioni riguardanti i cambiamenti climatici e la portata dei flussi d’acqua necessari per il raffreddamento e le forniture di gasolio per i sistemi d’emergenza delle centrali). Inoltre finché si continueranno ad usare le centrali nucleari tradizionali si continueranno a produrre scorie radioattive per cui nessuno ha una soluzione e che continueranno a rimanere tali per millenni (minacciando le falde acquifere e l’intero ecosistema di conseguenza). La questione nucleare non è per nulla conclusa, quindi, anzì!

Come se questa persistente miopia e sclerosi politica del passato sulla questione nucleare non fosse già abbastanza deprimente, vista la gravità della crisi energetica e climatica in atto, va anche detto che la pesantissima cappa di silenzio mediatico e politico riguardante i possibili sviluppi della tecnologia al torio non pare essere affatto un comportamento meno criminale ed irresponsabile. E quel che più sbalordisce è che tale atteggiamento riguarda anche gli stessi soggetti politici che prima hanno volutamente sottovalutato i rischi del nucleare tradizionale per foraggiare copiosi appetiti economici e militari ampiamente sovvenzionati con massicci finanziamenti pubblici. Pur essendo contrario, anzi contrarissimo al nucleare tradizionale, il vostro affezionato Panda non può quindi non domandarsi come sia giustificabile, allo stato attuale, tutto questo disinteresse verso il torio e la ricerca scientifica che dovrebbe riguardarlo (e il "dovrebbe" dice già tutto). Il torio, vista la situazione attuale, dovrebbe essere al centro del dibattito politico e culturale. Invece a stento appare nella più sperduta periferia mediatica. Ma come?! Il polo Nord s’è quasi completamente sciolto a causa delle emissioni di gas serra, c’è una crisi economica devastante e una crisi energetica ancor più inquietante, la popolazione mondiale (a causa della generale povertà di una grossa fetta di essa) è esplosa fino a superare i 7 miliardi di individui ed il sistema politico cosa fa? Parla di spending review e si disinteressa totalmente di una tecnologia che forse potrebbe permettere di mitigare tutti questi disastri contemporaneamente! Il vostro affezionato Panda non dice che si dovrebbe sposare la causa del Torio ad occhi chiusi. Ma almeno parlarne!

Il fallimento del sistema democratico occidentale è drammaticamente evidente sulle questioni energetiche e climatiche. La vicenda del torio, toccando entrambe, lo rende ancor più evidente. Tanto evidente da far dubitare che il sistema economico, politico ed ecologico possa sopravvivere a lungo a questo scempio dell’indifferenza. La domanda è: e noi potremo sopravvivere?

L’indifferenza non conviene mai a nessuno.

Buon futuro a tutti dal Panda

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