venerdì 9 novembre 2012

Chi dorme non piglia pesci... e neppure frutta e verdura!



Oggi parliamo di acquaponica, cioè di un sistema per produrre cibo che sfrutta le relazioni simbiotiche tra gli elementi che lo compongono anziché la solita forza bruta L’agricoltura industriale tradizionale (quella basata su intensivi trattamenti meccanizzati del suolo, chimica e monoculture) se osservata con sguardo razionale, subito sotto alla patina mitologico-propagandistica di salvatrice del genere umano creata ad hoc in chiave pro-PIL, si rivela essere in realtà un sistema tanto inquinante, quanto inefficiente e poco lungimirante. Cercare di diffondere e migliorare le alternative disponibili è un dovere morale di tutti. L'Acquaponica è un valido strumento in tal senso. Quel che fa, nello specifico, è di coniugare l'Acquacoltura (ovvero l'allevamento di specie acquatiche quali i pesci ed i crostacei) con la coltivazione Idroponica (ovvero la coltura di vegetali in acqua, ossia senza l'utilizzo della terra). Il concetto di fondo è che l'acqua di scarico delle vasche d’allevamento (dove vengono cresciuti, ad esempio, dei pesci), anziché essere visto come un problema da “smaltire” viene invece sfruttato per irrigare degli speciali letti di crescita, privi di terra e concime, dove vengono fatte crescere le piantine da coltivare. Le ricche popolazioni batteriche, presenti nei letti di crescita, trasformano i nutrienti presenti nell'acqua di scarto rendendoli disponibili per le piantine che, di conseguenza, possono così crescere senza l’utilizzo di fertilizzanti sintetici (oltre che al sicuro dai sempre più frequenti eventi climatici estremi, avvenendo il tutto all’interno di una serra).

Il video qui sopra mostra piante ed animali acquatici allevati in un unico impianto dimostrativo realizzato in una serra di un'azienda dedita all’agricoltura biologica che si trova in provincia di Macerata.

Analogamente a quanto insegnato dalla Permacultura, l'acquaponica trova quindi la sua ragion d'essere nel fatto di sfruttare, favorire ed organizzare le relazioni positive tra i vari elementi che la compongono, andando così a formare un sistema armonioso e molto produttivo, in cui non è necessario immettere in continuazione risorse esterne (lavorazione meccanica del suolo e fertilizzati in primis). Questo approccio è assai più intelligente e pratico rispetto a quello di considerare i vari elementi gli uni disgiunti dagli altri. In quest'ultimo caso, infatti, le mancanze di un elemento divengono un problema, anziché una risorsa, con la conseguente ed inevitabile generazione sistemica di rifiuti, problemi e costi aggiuntivi. Infine è bene ricordare che l’agricoltura industriale tradizionale, con la sua totale insostenibilità, non produce solo costi ambientali sempre più colossali ed ingestibili per la collettività planetaria nel suo complesso, ma genera anche rendimenti via via decrescenti per chi la pratica. La via “facile” non è mai la migliore.


Buon futuro a tutti dal Panda

3 commenti:

  1. nel mio piccolo mi arrangio, Acquaponicamente parlando cosi:

    http://www.youtube.com/watch?v=UfXYfniYSGU

    :-)

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    1. Grazie Stefano, bel video. Complimenti per il tuo sistema acquaponico, non sapevo potessero esisterne di così piccoli. Le piante sembravano apprezzarlo a quanto pare.

      Un saluto dal Panda

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    2. Una curiosità: la luce è artificiale, vero?

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