giovedì 29 marzo 2012

Good news a pioggia, ovvero maledeta amigdala




Questo ennesimo ed entusiasmante video tratto da TED (e sottotitolato come sempre anche in italiano) rappresenta un vero e proprio condensato di tutte le belle notizie a cui non prestiamo attenzione.

Se è vero che viviamo in un'epoca di grandi e terribili problemi (e non è sicuramente il vostro affezionato Panda a sottostimarli) è pur vero anche che viviamo un'epoca ricca di opportunità, benessere e conoscenze come mai prima d'ora. Il futuro, se saremo in grado di fare le giuste scelte, si presenta straordinariamente positivo nonostante i disastri fin qui accumulati. Le buone notizie non servono a consolarsi, servono appunto a questo: a fare le scelte giuste. Si può trovare la forza di cambiare veramente solo se si ha la realistica speranza di poter cambiare in meglio e nelle sfide vince sempre chi è convinto di poter vincere.

Non bisogna essere ottimisti o pessimisti. Bisogna essere positivi.

Essere positivi non vuol dire obbligatoriamente essere ottimisti. Essere positivi, infatti, non comprende il non vedere od il sottostimare i problemi che ci circondano, anzi è vero l'opposto: vuol dire vedere tutti i problemi, ma confidando sempre nella possibilità di sconfiggerli e quindi con la volontà ferrea di affrontarli e sconfiggerli. Quello che il pessimista chiama "un muchio di guai" e l'ottimista "roba da niente", il positivo la chiama "una bellissima sfida". Ne abbiamo vinte tante in passato (e sarebbe bene ricordarselo sempre); ne vinceremo ancora di più in futuro, quindi...

...buon futuro a voi tutti dal Panda

P.S. - Qualcuno di voi si domanderà: e l'amigdala che centra? Guardate il video e lo scoprirete. Buona visione a tutti.

6 commenti:

  1. Sono sempre il solito anonimo (anzi Anonima) del post precedente. Non ho tempo per vedermi il video ma il post è bello.
    Ne approfitto in realtà per farti una domanda sul tema precedente: la permacultura.
    Visto che ne parli, e visto che abiti in città (a meno che Reggio non sia solo la tua provincia, e magari vivi ritirato in un paradisiaco luogo campestre ... ), sei riuscito a farne esperienza? e come in città? Hai mai coltivato un orto sinergico?

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  2. Ciao,

    eh no, niente campagna: ti confermo che abito in città e per di più in condominio. Comprendo la tua domanda e la tua perplessità. Ti confesso purtroppo che non ho ancora avuto modo di sperimentare direttamente su un orto quel po’ che ho imparato sulla permacultura. Nel mio caso, il problema non è però il terreno, quanto piuttosto il tempo a disposizione. Nei miei piani per il futuro effettivamente ci sono un orto sul balcone e, forse, un piccolo orto all’interno del terreno condominiale (ogni condomino infatti può usare una piccolissima porzione di terreno comune a tal fine). Probabilmente in futuro aderirò anche ad un GAS (Gruppo di Acquisto Solidale) e non escludo del tutto la possibilità di comprare o gestire un piccolo orto personale aggiuntivo. Per ora semplicemente non posso. Ricordati però che la permacultura è uno stile di progettazione che va oltre l’aspetto agrario puro e semplice. Il concetto, ridotto all’osso, è di rendere sostenibile tutto quel che si fa (Permacultura = cultura del permanente) e non solo l’agricoltura.

    Oltre ad una pletora di micro-obbiettivi riguardanti l’auto-produzione e l’auto-formazione (di cui non sto a parlarti), negli ultimi due anni, dopo aver raggiunto l’agognato lavoro a tempo indeterminato e con esso l’indipendenza economica, mi sono concentrato, insieme alla mia bellissima sposa, sull’acquisto e la ristrutturazione (in termini di risparmio energetico) dell’appartamento in cui vivo. L’acquisto di un appartamento usato e la sua profonda ristrutturazione hanno comportato diversi vantaggi sia in termini di risparmio, qualità della vita ed “energia grigia”, sia in termini di trasporti (io vado in ufficio in bici, così, anche se in famiglia siamo in 3, una panda a metano è più che sufficiente). Oltre all’edilizia, negli ultimi due anni, ho affrontato l’organizzazione del matrimonio, l’arredamento della casa e l’arrivo, con i dovuti onori, della nostra prima figlia (che ora ha 4 mesi). Ognuno di questi aspetti è stato affrontato con una visione il più possibile rispettosa, ma anche equilibrata (non devi pensare a scelte drastiche). Oltre al blog, al lavoro ed ai risvolti famigliari, le mie energie sono ora volte a tentare di diversificare il sistema di riscaldamento domestico e di far installare un impianto fotovoltaico (per la mia famiglia) e, se mi ci riesce, anche per l’intero condominio. Come vedi non si tratta di nulla di eccezionale o estremo, ma credo sia coerente con i principi permaculturali di rispetto.

    Quello che il Panda sta tentando di dirti è che la città non è un ostacolo, ma solo un’ambiente come un altro in cui operare. Se hai l’orto nel cuore, ma ti manca lo spazio, ricordati che ci sono comunque tante possibilità: si può cercare un piccolo orto urbano o collaborare con chi ne ha già uno; si possono provare esperienze con la coltivazione di germogli o le windows-farm (vale a dire micro orti verticali “da finestra”, cioè interni all’appartamento); è possibile aderire ad un gruppo d’acquisto oppure accordarsi direttamente con un contadino della zona. Se anche tutto questo non facesse al caso tuo, ricordati che puoi sempre acquistare alimenti vegetali, di stagione, coltivati con metodi biologici e magari distribuiti da una catena attenta agli aspetti etici. Tutto fa! Il bene non è mai tanto o poco: è bene!

    Il Panda, mia cara Anonima, di bene te ne augura tanto, così come di riuscire a realizzare i tuoi sogni ed i tuoi progetti che, ne puoi star certa, non saranno come ora te li immagini il che rende la vita ancora più ricca ed intrigante.

    Buon futuro a te e a tutti quanti dal Panda

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  3. Ciao Pandalessandro, scusa ma la mia non era una perplessità, anzi. Speravo solo che tu avessi già avuto esperienza di orti sinergici per chiederti uno o più pareri.
    Del resto anche io sono in una situazione non molto diversa dalla tua, anche se io e il mio consorte dalla città siamo riusciti a fuggire e abbiamo ora un modesto giardinetto, ed è proprio quello per il quale avrei un progettino d'orto ma mi piacerebbe che fosse un orto sinergico, mentre per ora mi sto limitando a qualcosa in vaso.
    Per il resto stesse tue scelte: auto a metano, fotovoltaico, riduzione drastica del consumo di carne e pesce e dei consumi inutili in generale, e in coerenza con "niente consumi inuili" = "niente telvisione".
    Invece scusa ma se non sono troppo invadente mi piacerebbe che tu mi parlassi della "pletora di micro obiettivi sull'autoproduzione e l'autoformazione" non per farmi i fatti tuoi, per carità, ma per avere altri spunti oltre a quelli che vado sempre a raccogliere in rete qua e là ...
    Grazie e a presto
    Francesca

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  4. Ciao,

    innanzitutto sono io a chiedere scusa (per la lentezza con cui pubblico e rispondo ai commenti) e a farti i complimenti per la scelta del “niente televisione”.
    Per quanto riguarda i “micro obiettivi” sull’autoproduzione, in genere, il mio scopo non è quello di trasformarmi in una sorta di isola staccata dal mondo, quanto ridurre gli sprechi. La riduzione dei consumi è particolarmente importante per chi, come me, non ha particolari abilità manuali, né molto tempo a disposizione per applicarvisi. Sotto questo punto di vista, il limite è solo la propria fantasia. La mia (per ora) si è fermata a:

    - la produzione domestica di pane, pizze e torte dolci e salate;
    - l’acquisto (scaglionato nel tempo) di attrezzi vari (per riparazioni ed usi d’ogni tipo);
    - una chiave a croce, un crick a carrello, un paio di guanti da lavoro ed un piccolo compressore per la gestione “in autonomia” dei pneumatici dell’auto;
    - un piede di porco per piccoli lavori di demolizione (nel mio caso ho rinnovato il garage smurando da solo una rotaia ferrata e ho trasformato dei pallet inutilizzati in assi e chiodi riutilizzabili);
    - l’acquisto di prodotti alla spina (in primis detersivi, ma lo stesso vale anche per il latte, la pasta, ecc…);
    - l’acquisto di prodotti riutilizzabili e/o con pochi imballaggi (es. spazzolini con testine sostituibili, rasoi con lamette sostituibili, ricariche per saponi, Shampoo, Balsami, ecc…);
    - l’accumulo di vasetti e bottiglie di vetro usati, in vista di un loro riutilizzo per conserve, confetture ed analoghi;
    - l’accumulo di scatole di cartone, buste e qualsiasi altra cosa consenta un riutilizzo;
    - l’eliminazione dell’acquisto di acqua in bottiglia (filtrando quella del rubinetto);
    - la preferenza per mobili “da trasportare e montare da soli”;
    - l’acquisto di manuali di ogni tipo (non si nasce “imparati”);
    - l’acquisto di un e-reader e conseguente scarico di e-book con conseguente forte riduzione di emissioni di CO2 (nessun albero abbattuto, né trasformato in carta, né trasportato … si spostano solo i file);
    - uso intensivo della bicicletta; molta gente da noi non la usa per le intemperie, ma, in zone con 300 giorni di pioggia all’anno ed un numero elevatissimo di ciclisti, i Norvegesi insegnano ai propri figli che “non è mai il tempo ad essere inadatto, casomai il vestito”;
    - salvataggio della vecchia macchina da cucire a pedali di mia nonna, nonché acquisto e pratica con ago e filo (piccoli rattoppi);
    - riduzione dell’uso dei detersivi per i piatti tramite un mix di sale, aceto e limone;
    - forte riduzione della bolletta utilizzando l’acqua calda sanitaria per lavatrice e lavastoviglie (con opportuni accorgimenti);
    - riparazione di cinture tramite un cutter ed una perforatrice;
    - coltivazione in vaso di piante aromatiche (buone, sane, fresche ed economiche);
    - nastro adesivo, corde e colla sono il jolly per le piccole riparazioni;
    - auto-installazione e modifica di acquisti precedenti per renderli più sicuri;
    - scambio e riuso di oggetti per l’infanzia ormai ridotti a fastidiosi ingombri nelle cantine e nei garage altrui;

    Se non si è elettricisti, idraulici, muratori, ecc. e se non si possiedono i giusti strumenti, probabilmente, l’esperienza di lavoro Fai-da-te, comporterà umiliazioni e fatiche inutili, spingendo ad affidarsi alle mani di un presunto esperto. Internet è importante: avendo una connessione, è possibile usufruire di diversi servizi on-line (gratuiti e non). La Rete permette di accedere a montagne di sapere senza disboscare foreste, né intasare autostrade di camion od auto. È un moltiplicatore di opportunità che consente di usufruire di una vasta gamma di servizi interessanti che, grazie all’intermediazione elettronica, non richiedono più l’uso dell’auto. Oltre alla comodità in sé ed agli euro risparmiati, contribuisce all’accumulo di tempo libero da dedicare magari all’autoproduzione, ma soprattutto a ridurre la dipendenza dall’automobile. Questo aspetto viene spesso sottovalutato.

    Un saluto a tutti dal Panda

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  5. Grazie. Allora siamo sulla stessa onda.
    Se vai su aNobii (se sei registrato al social del libro) ed entri in "Gruppi" quindi scegli il gruppo "Vivo sostenibile", troverai una vecchia discussione (Aprile 2010) intitolata "Elenco di proposte concrete per la decrescita" fatta con l'intento di offrire idee e suggerimenti applicabili ovunque e da tutti. Ce n'è un mare!
    Ciao ciao
    Francesca

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  6. Grazie per l'informazione Francesca!

    Buona giornata a te e a tutti dal Panda

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