lunedì 12 marzo 2012

Se anche un cellulare può far bene alla salute, cos’è impossibile?

Come avrete intuito dal titolo, il vostro affezionato Panda non parlerà di onde elettromagnetiche, cancro al cervello o elettrosmog. Non parlerà tuttavia nemmeno di come i cellulari possano rendere i soccorsi più tempestivi in caso di incidenti.

Il concetto a cui qui si accenna è qualcosa di più articolato. Non si tratta di un’idea complessa, tutt'altro. Semplicemente a volte la realtà non è lineare come ci piacerebbe che fosse. Capita quindi che anche qualcosa di potenzialmente molto dannoso, o frivolo, come un cellulare possa in realtà racchiudere in sé un potenziale positivo a prima vista insospettabile.

Per far capire come i dispositivi mobile, cellulari ed aggeggi portatili vari (che consentano l’accesso ad informazioni on-line) possano tornar utili per la salute pubblica ecco un bel video tratto da TED (e sottotitolato come sempre anche in italiano).

Si tratta solo di un piccolo esempio di quel che si potrebbe fare grazie al crowdsourcing. Il grado di polverizzazione del lavoro (volontario o meno che sia) che Internet ha reso possibile distribuire su masse sconfinate d’utenti, apre scenari ancora tutti da esplorare. Esempi come Wikipedia, dmoz, Open Source Ecology, il lavori di Aaron Koblin (come Ten Thousand Cents) oppure OpenStreetMap, rappresentano forse i casi più eclatanti e famosi in tal senso, ma sarebbe ingenuo considerarli dei casi unici o, peggio ancora, irripetibili. Se è evidente che questi nuovi mezzi porranno sicuramente nuove problematiche, andando ad alterare il concetto stesso di lavoro ed estendendolo a livello globale, fanno però anche intravvedere già oggi opportunità vaste ed ancora tutte da esplorare.

Buona visione e buon futuro a tutti dal Panda


 

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