sabato 26 ottobre 2013

La lumaca... la sa lunga


Serge Latouche ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa dice cose semplici, comprensibili e... interessanti.

Chi pensa che la decrescita economica sia un'idea ingenua si sbaglia di grosso. E' un'idea semplice. Come lo sono i limiti imposti dalla termodinamica. La decrescita non è una scelta per la nostra società. Come decrescere è la vera scelta.

Possiamo optare per lo "schianto contro il muro dei limiti planetari" oppure possiamo optare per un sistema economico alternativo all'attuale.

Bisogna ascoltare la saggezza della lumaca che avrebbe un sacco di cose da raccontarci. Al posto suo ci proverà, per come può, il vostro affezionato Panda. Beh, dovete sapere che...



...crescere, nell'attuale lessico politico, vuol dire una cosa ed una cosa sola: far aumentare il PIL. Vien dato per scontato che questo significhi automaticamente maggior benessere. Una totale assurdità. Dimostrare che non c'è coincidenza tra PIL e benessere, infatti, è ormai una perdita di tempo totale. D'altra parte, lo stesso Simon Kuznetz, di fatto, ideatore del PIL, come lo conosciamo oggi, già nel 1934 sosteneva al Congresso degli Stati Uniti che il benessere del Paese difficilmente poteva essere dedotto solo dalla misurazione del suo reddito nazionale. Fin dagli anni '60 si sa (nel senso più comune del termine) che quella coincidenza tra PIL e benessere, ancor oggi data dai più per scontata, non è altro che una falsificazione ideologica bella e buona usata dal sistema economico attuale (e quello finanziario in particolare) per auto-perpetuarsi. Per chi volesse sapere tutto quel che c'è da sapere a livello politico e culturale in merito al PIL, basti riascoltare quel che su di esso disse Bob Kennedy poco prima di essere assassinato nell'ormai lontano 1968 (qui oppure qui o qui). Un discorso tra i più belli e saggi mai pronunciati da un politico in tutto il novecento. Un discorso da ascoltare e ri-ascoltare per immunizzarsi dall'assurda fanfara politica attuale e dalla sua acritica adorazione di un'indice, il PIL appunto. Un'adorazione tanto assurda e dannosa per tanti (chiunque debba lavorare per vivere) quanto redditizia per pochi (chi vive di lucrosissime rendite finanziarie).

Oggi praticamente tutti ammettono l'assurdità teorica del PIL quale indice di benessere effettivo eppure, quando si tratta di prendere scelte politiche concrete, il PIL rimane sempre ed invariabilmente il solo ed unico punto di riferimento. Strano, no?

Ormai il sistema è letteralmente squilibrato (non solo economicamente ma anche mentalmente). Siamo alla follia incontrastata al potere.

Alla fin fine le cose sono semplici da capire. Non si può crescere economicamente all'infinito avendo a disposizione risorse finite (quelle del pianeta Terra). Chi si illude che, grazie alla tecnologia, tale crescita economica "infinita" (quella del PIL) sia possibile, beh, non è solo un illuso,  ma è anche un ipocrita. C'è infatti dell'ipocrisia nell'adorare la tecnologa come una religione, attribuendole capacità magiche: la tecnologia è prima di tutto conoscenza e le leggi della termodinamica sono note da molto tempo.

Il progresso e il benessere non hanno bisogno del PIL. Progresso e benessere hanno bisogno di conoscenza, intelligenza ed efficienza, non di spreco, illusioni e ideologie esasperate come il consumismo vacuo e suicida a cui ci siamo ciecamente affidati adottando su scala mondiale il liberismo sfrenato. L'illusione sta finendo. La "Crisi", come politici e telegiornali si ostinano a chiamare il collasso attuale, ora sta per fagocitare MOLTO DOLOROSAMENTE le vuote illusioni di un PIL in eterna espansione. Il consumismo esasperato, vacuo e distruttivo con cui le masse sono state allettate dal liberismo è stato ormai fagocitato da una ancor più vacua e distruttiva finanza speculativa.

Cosa diremo a noi stessi quando il collasso sarà totale? Che abbiamo consumato e speculato e che questo è valso la pena del sacrificio del pianeta intero e del futuro nostro e dei nostri discendenti?

L'ultima illusione che ci rimane è quella di immaginare che il collasso completo del sistema sia qualcosa di lontano del tempo, qualcosa di cui ci potremo preoccupare tra molti decenni o addirittura secoli.

Di illusione in illusione ci avviciniamo sempre più al muro dei limiti planetari e allo schianto più colossale e traumatico che l'umanità abbia mai sperimentato.

E' ora di disintossicarsi, riprendere la luciità ed imparare dalla saggezza della lumaca che ben sa a che velocità conviene andare e quanto grande dev'essere la sua casa per sta bene al mondo.


Buona visione e buon futuro a tutti dal Panda

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