venerdì 5 ottobre 2012

Benvenuti nel libero mercato... degli schiavi?!



 Oggi il vostro affezionato Panda tratterà un argomento duro e lo farà con parole dure, non per autocompiacimento retorico, non per sentimentalismo, né per altri futili motivi. Chiedo quindi scusa a chi dovesse sentirsi offeso od infastidito ed invoco pazienza poiché tale asprezza sarà invocata per necessità ed umana debolezza. Passiamo al merito della questione…

...Quante volte ci è stato ripetuto che la miglior soluzione a tutti i mali è il “libero mercato”? Quanti compromessi si sono accettati in suo nome? Quanti duri sacrifici abbiamo accettato per il “libero mercato”?

Quanti ne stiamo ancora supinamente accettando ora che la “crisi” morde e lo stato sociale vacilla? Lacrime e sangue per…

…vivere in un mondo intossicato, in cui ci sono più schiavi che in passato. Il vostro affezionato Panda non sta affatto parlando di “schiavi” in senso figurato o retorico.

Il video di TED qua sopra spiega piuttosto bene lo stato attuale dei fatti: decine di milioni di uomini, donne e bambini ridotti in schiavitù e costretti a lavori sfiancanti e pericolosi, sotto la costante presenza di brutalità ed abusi in tutto il mondo; niente paga, né clemenza per nessuno.

Ci siamo a lungo beati di stupendi discorsi sulla Libertà, la Rivoluzione Francese, l’emancipazione dalla schiavitù negli Stati Uniti, la Dichiarazione Universale dei Diritti umani ed altre splendide vittorie della civiltà sulle barbarie. Ci siamo illusi di aver abrogato un’istituzione ultra-millenaria che, in realtà, non è mai stata più florida d’oggi. Troppe distrazioni!

E quelli che sembravano diritti inalienabili sono svaniti come neve al sole (o dover scegliere tra la salute e il lavoro vi pare già normale?). Si pensava che certe cose riguardassero solo il terzo mondo, ma la triste realtà è che gli schiavi esistono ovunque, benché ovunque la schiavitù sia vietata (a parole e solo a parole s’intende). Anno dopo anno, pezzo dopo pezzo, il mercato ha smantellato diritti e conquiste guadagnate a costo di tremende lotte nel corso dei secoli.

La libertà se ne sta andando per tutti, un pezzo alla volta. Per tuti, tranne che per il mercato (quello è più libero che mai come il caso Fiat ha fatto capire anche ai più illusi tra di noi). Per noi altri, invece, (che si sia già schiavi veri e propri o semplici lavoratori sfruttati e precarizzati non fa differenza!) l’unica libertà che si prospetta per il futuro è di sudare di più, di piangere di più e di sanguinare di più, in nome di una “ripresa” che non arriverà mai e a costo di sfasciare il mondo intero (a partire dal polo Nord). Benvenuti nell’era della libera circolazione delle merci (ma non delle persone), dei capitali (ma non delle idee) e degli schiavisti (ma non degli schiavi ovviamente!). Se non vi piace (schifosi comunisti che non siete altro!), niente paura! Continuando così, infatti, tra poco, sarà tutto finito: al collasso delle nostre istituzioni, economie e popolazioni, soppravvivrà ben poco (se qualcosa soppravvrivrà a questa follia). Probabilmente tale soppravvivenza non riguarderà voi nè me, ma quasi certamente riguarderà l’inquinamento, l’instabilità climatica e militare e, soprattutto… la schiavitù! Certo, perché quando il “libero mercato” sarà più morto dei fossili di dinosauro, la richiesta di schiavi sarà più alta che mai. Quando le nostre splendide macchine saranno ferme e le fabbriche chiuse, ci sarà infatti tanto bisogno di schiavi per zapar campi e scavar miniere a mano. Allegri quindi, non vi rattristate troppo per chi già vive in quelle condizioni, che la frusta schioccherà festosamente anche sulle vostre teste distratte, presto, molto presto, molto prima di quanto possiate immaginare. E quando ciò avverrà, o miei sventurati fratelli villici, ripenseremo ai privilegi e ai diritti d’un tempo, ma vi garantisco che non li rimpiangeremo minimamente: non c’è tempo per sentimentalismi quando la frusta morde, la schiena si spezza e la fame ulula. Che vi credevate? La pacchia è FINITA! Sveglia! Basta piagnucolare! Ho detto basta: al lavoro, o alla morte, presto! Veloci! Via! Su! Su! Su! Più veloci!

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Chi permette che una grave ingiustizia sia fatta ad un suo simile, non può scandalizzarsi quando la stessa sorte toccherà anche a lui e, soprattutto, non dovrebbe mai stupirsene.

Non è troppo tardi per dire basta, ma va detto subito o, presto, sarà davvero “troppo tadi”. Combattere per ciò che riteniamo giusto costa fatica, ma è comunque preferibile che faticare per ciò che detestiamo. E siamo tutti costretti a fare o l'una o l'altra cosa. Non servono eroi pronti ad immolarsi, ma gente vigile ed esigente, gente informata, aperta al dialogo, solidale e unita difronte alle avversità. Serve quel che è servito dalla notte dei tempi: rispetto per tutti!

C’è un mondo meraviglioso da liberare dalle barbarie! Ed un esercito di meravigliose persone che, nel silenzio e nell’indifferenza generale, si sta già dando da tempo un gran da fare per liberarlo. Unisciti anche tu, fai quel che puoi, ma fallo!


Buon futuro a tutti dal Panda

2 commenti:

  1. Che video duro. Ma ci vuole, non si può non sapere.
    Francesca

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    1. Ciao Francesca, la vera durezza però, se ci pensi, non è nel video, ma nell'indifferenza globale che fa sì che un tale video debba esistere. Niente indifferenza, niente schiavismo e quindi niente video. Il video mostra una realtà dura, durissima, ma è in sé un incredibile gesto d'amore e non solo verso gli schiavi (per questo ho deciso di pubblicarlo). Sai che ultimamente il tuo amico Panda s'è fatto più sensibile al problema del riscaldamento globale. Bene, non credo si possa risolvere nemmeno quello, apparentemente così lontano dal tema dello schiavismo, finchè ci saranno schiavi sulla Terra. Lo schiavismo, i cambiamenti climatici, la libertà di espressione, il picco del petrolio, il femminicidio, le guerre, il sistema monetario, ecc… possono apparire argomenti slegati, ma non lo sono. La loro origine è comune e riguarda l’indifferenza che la gente rivolge a tali temi. Finché quella permarrà sarà impossibile un mondo migliore. Non parlo di indignazione (o almeno non solo), parlo di impegno e solidarietà, di voglia di cambiare. E' difficile, ma cambiare in meglio (e di parecchio!) si può. Farlo tutti insieme, ognuno per quel che può, mi sembra giusto, bello ed auspicabile.

      Un saluto a Francesca e a tutti voi dal Panda

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