mercoledì 17 ottobre 2012

“E io cosa ci posso fare?”… Ma piantiamola una buona volta!

Quanti di noi, dinnanzi a notizie come i cambiamenti ambientali, fanno spallucce pensando: “Sì, vabbè, ma io che ci posso fare?”

Qui non si vuol giudicare nessuno, ma, visto che questa domanda se la pongono in tanti e visto che la quasi totalità di chi se la pone si da come risposta “un bel niente!” (o giù di lì), il vostro affezionato Panda vorrebbe proporre una risposta alternativa.

Qualcuno, ora, penserà che stia per srotolare la solita trafila di "produrre meno rifiuti, riciclare e riusare il più possibile". Ben pensato davvero! Ma questo è stato già raccontato milioni di volte e suppongo che molti non lo considerino più sufficiente (anche se in effetti il vostro amico Panda lo considererebbe un passo avanti enorme, colossale, se lo si facesse veramente). Allora perché non proporre qualcos’altro?

Cosa? Beh, di possibilità ce ne sono molte, eccovene due...

La prima proposta è di “mangiare un po’ di frutta e verdura piantata da noi stessi”. Si otterrebbe così un sacco di effetti positivi che vanno dalla soddisfazione personale alla salute, dalla riduzione delle emissioni di gas serra (saltando il trasporto e la catena del freddo degli intermediari) alla riduzione del consumo di carne (con ulteriore riduzione drastica delle emissioni), dalla possibilità di educare i figli (e sé stessi) al risparmio di soldi, ecc…

Sì, vabbè, si dirà, ma non tutti hanno un orto o il tempo necessario per accudirlo. È vero, ma per ogni problema c’è sempre una soluzione. Si può ricavare un bel po’ di roba anche su un semplice balcone e persino su un davanzale (ci sono diversi libri che insegnano come fare). Non bisogna pensare al “o tutto o niente”. È fonte di esasperazione, di insoddisfazione e di esagerazione. Molto meglio pensare “cosa posso?”. Inoltre si può sempre chiedere aiuto a chi ha il terreno e/o il tempo per coltivare qualcosa senza devastare l’ambiente e la salute di chi ne mangerà i frutti. Le possibilità sono infinite e vanno da accordi economici di lungo periodo, a piccoli baratti, ad accordi di collaborazione, a scambi di prestazioni stile banca del tempo, alla cessione dell’usufrutto del proprio terreno a chi sa coltivare in cambio di una parte del raccolto, ad accordi di gruppo con contadini accorti, ecc…

La seconda proposta del vostro Panda... è ora di piantarla!

Nel senso del piccolo alberello che avrete fatto germogliare qualche anno fa in un vaso (protetto e coccolato a dovere). Solo in Italia siamo oltre 60 milioni di persone, se una persona su 4 riuscisse a piantare anche un solo albero nel giro di 4 anni, si otterrebbero ben 15 milioni di nuovi alberi di colpo solo nel Belpaese. Piantare alberi è facile e divertente. Basta un vasetto ed i semi dell’albero da piantare (rigorosamente autoctoni ovviamente). Per chi vosesse sapere rapidamente i fondamenti del processo, veda qui. Si seminano alcuni semi per vaso (per massimizzare la probabilità di germinazione) e li si coccola per circa 3 anni (proteggendoli da freddo, siccità e parassiti) in modo che la piantina oltrepassi incolume il periodo più vulnerabile della sua vita (proprio come i neonati). Infine si interra la piantina ottenuta nel terreno (bosco, campagna, aree dismesse, sul terreno di amici, ecc…). Se invece di un solo vasetto, se ne utilizzano 12 e se si perdessero 2 alberelli e se si impiegasse 4 anni anziché 3 per allevarli, si potrebbero piantare 10 alberi nuovi ogni 4 anni. Facendolo per 12 anni si riuscirebbe a piantar 30 alberi a famiglia. Se dei 22 milioni di famiglie presenti in Italia si impegnassero in questo semplice processo 5 milioni (pari a meno di un quarto) si otterrebbero ben 150 milioni di nuovi alberi. Stiamo parlando di una cifra enorme, pari al 1,25% dell’intero patrimonio arboreo italiano ottenuto in poco più di 10 anni. Un 1,25% può sembrare poca cosa, ma è un’enormità se si considera la vita media di un albero. Staremmo parlando dell’equivalente di una foresta immensa spuntata dal nulla a sostegno di biodiversità, bellezza e mitigazione del clima.

Un albero quanta anidride carbonica assorbe? Dipende da svariati fattori, tuttavia la Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) considera che in media un albero assorba circa 10kg di CO2 all’anno. Anche volendo essere prudenti e dimezzando quindi quel conteggio, si otterrebbe comunque l’incredibile quantità di 750.000 tonnellate di anidride carbonica assorbita. Questa incredibile quantità però non è un valore assoluto una tantum ma riguarderebbe ogni anno e solo Italia. Pensate cosa si potrebbe fare se anche scuole, circoli, golf club, associazioni, istituzioni ed imprese si associassero allo sforzo.

Ecco un video che riassume bene a cosa serve piantare alberi. È in inglese, ma si capisce molto bene.


Cosa possiamo fare?

Cose meravigliose! Basta seminarle e guardarle crescere.


Buon futuro a tutti dal vostro affezionato Panda

Nessun commento:

Posta un commento