martedì 21 dicembre 2010

La Pop Economy

Chi l'ha detto che l'economia ha bisogno di soldi? Internet, ancora una volta, sovverte tutte le regole prestabilite, dimostrando coi fatti che un'altra economia non solo è possibile, ma esiste già.
Molti di voi avranno probabilmente sentito parlare delle banche del tempo con cui è possibile scambiarsi competenze e servizi senza scambiarsi moneta. Internet certo le ha favorite e rese più visibili, ma ha fatto molto, molto più di questo. Internet ha permesso una assai più larga visione di cosa sia effettivamente possibile fare senza l'intermediazione monetaria e più in generale Internet sta fornendo una assai più larga visione del concetto stesso di economia. La versione italiana della rivista Wired, l'ha efficacemente chiamata Pop Economy, ossia l'economia fatta direttamente dalla gente, senza l'intermediazione delle stutture socio-economiche tradizionali. Non si tratta solo di economia senza la moneta come nel caso del revival del baratto in salsa ".com", ma anche di modi completamente nuovi di intendere l'uso stesso della moneta e dei rapporti economici. Una nuova concezione dell'economia basata sullo scambio diretto, creativo e condiviso, ma anche organizzato ed efficente...

Considerare questo nuovo tipo di economia emergente come un fenomeno completamente marginale è, al giorno d'oggi, semplicemente un pensiero anacronistico. I casi esemplari si sprecano ed alcuni sono davvero troppo evidenti per poter essere facilmente ignorati. Wikipedia (la notissima enciclopedia aperta on-line) è un ottimo esempio di economia completamente priva di speculazione (nessun profitto, niente pubblicità, lavoro collettivo basato sullo spontaneismo totalmente gratuito ecc...) e tuttavia vincente. Oggi pochi se lo ricordano, ma Wikipedia non ha solo vinto la guerra contro le enciclopedie tradizionali e quelle elettroniche commerciali e a pagamento (come Encarta della Microsoft), ma ha stravinto. La vittoria è stata così pesante e totale che i concorrenti basati sulla vecchia economia sono stati letteralmente spazzati via dal mercato. Il successo è ancor più impressionante se si tiene conto che i concorrenti di Wikipedia, a differenza della stessa, sono formati da professionisti.
Wikipedia però non è un caso isolato. Anzi, si può dire che ha tenuto lezione anche presso le società a scopo di lucro. Ad esempio, la neonata videoenciclopedia Ovo, pur essendo una società privata, non vende un prodotto enciclopedico on-line agli utilizzatori finali, bensì spazi pubblicitari di tipo esplicitamente mecenatistico.

Per rimanere in tema di Pop economy eccovi l'elenco dei siti messi in evidenza da Wired:

AIRBNB - Prendere o dare in affitto proprietà online evitando i costi di intermediazione.
ENERGIAARCOBALENO - Gruppi d'acquisto ed l'offerte online sull'energie rinnovabili.
EQUALWAY - Contratta online direttamente con il produttore la tua spesa equosolidale.
MEETTHENEIGHBORS - Condividere le risorse di quartiere in modo organizzato e vantaggioso.
MILAN.THE-HUB - Abbattere i costi di lavoro condividendo l'ufficio con altri.
MANAMANA - Baratto e scambio di servizi organizzato online.
PASSAGGIO - Risparmiare soldi e CO2 condividendo la propria od altrui macchina con i vicini.
PRESTIAMOCI - Prestare o ricevere denaro senza intermediazione a condizioni vantaggiose per entrambi.
SHAREDEARTH - Condividi la terra con chi è bravo a coltivarla in cambio della condivisione pure dei frutti.
SHARESOMESUGAR - Mette in contatto il quartiere per reperire ciò che manca in dispensa sul momento.
THREDUP - Risparmiare soldi condividend vestiti usati dei pargoli.
ZERORELATIVO - Baratta oggetti, cultura e conoscenze.
ZILOK - Prendere in affitta da altri al posto dell'acquisto: il trapano, il tagliaerbe o quelsiasi altra cosa si desideri, sfruttando la geolocalizzazione, per rimanere anche vicini a casa propria.

Lunga vita e prosperità dal Panda a tutti voi.

4 commenti:

  1. Una nota di colore: si tratta di Wikipedia (con la e) e NON di Wikipidia (con la i), come hai scritto ben 4 volte.

    Doveva essere l'ennesima notte insonne ..... ti capisco .....

    iGL

    RispondiElimina
  2. Grazie, hai perfettamente ragione. Ho provveduto a correggere il post. Purtroppo il tempo a disposizione per la cura del blog è pochino e gli effetti si vedono.

    Grazie ancora e saluti dal Panda.

    RispondiElimina
  3. Se posso permettermi, wikipedia ha un mucchio di difetti. Spesso si vede lontano un miglio che non tutte le voci sono trattate ugualmente. Se si tratta di voci che hanno un impatto politico sociale di qualche forma, allora ci sono le guerre tra utenti, oppure si instaura una dittatura di pensiero. Inoltre come in caserma ci sono i "nonni" che hanno sempre ragione (o quasi), e diventa difficile per un neofita anche se è nel giusto, sfidarli. Il pensiero divergente fa fatica a farsi rispettare su Wikipedia.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Elle, prima di tutto: puoi permetterti e come! Anzi, grazie di averlo fatto. Premesso ciò inizierei col chiederti: cosa, tra le umane cose, è privo di difetti?

      Il punto della questione quindi mi pare essere non tanto i difetti di Wiki, quanto i confronti che si possono fare con le possibili alternative (ricordandosi sempre che Wikipedia NON brucia biblioteche e librerie). Quindi ho un paio di altre domande per te: le alternative a Wikipedia sono veramente migliori? E se lo sono, lo sono abbastanza da giustificare la privatizzazione della cultura?

      In fin dei conti, comunque, quello che tu attribuisci a Wikipedia in modo specifico, io l'attribuisco all'essere umano in modo generico. In un'enciclopedia tradizionale sembra che i problemi da te esposti non vi siano, ma solo perché la fonte decisionale sottostante è unica. Non c'è possibilità di fallire dove non c'è possibilità d'agire, se capisci cosa intendo.

      "La libertà è partecipazione" cantava il mitico Gaber.

      Non credo valga solo per la democrazia.Credo valga altrettanto (e forse ancor più) per la cultura. La cultura profesional-elittaria-mercantile non è meno fallace ed umana di quella dilettantesca-aperta-gratuita di Wikipedia, ma è più piccola (in volume) e più ristretta (in punti di vista).

      Infine (e bada bene non è una critica che rivolgo a te) va detto che, se molti uomini dotti, professori ed intellettuali scrivessero su Wikipedia, anziché limitarsi a criticarne i limiti o i difetti, l'umanità (oltre che Wikipedia) ne gioverebbe alquanto.

      La cultura è come l'acqua potabile: è un diritto goderne ed un dovere preservarla, poiché è troppo preziosa per ciascuno di noi.

      Un saluto ad Elle e a tutti voi dal Panda

      Elimina