venerdì 3 agosto 2012

Cosa vale il mondo intero?

Si può dire con qualche misera parola ciò che vale il mondo intero? Forse no, ma bisogna pur tentare di frenare l’inabissamento e l’abbruttimento delle coscienze. Da dove incominciare? Beh, incominciamo col dire ciò che non vale nulla, ciò che è brutto e disgustoso. Ciò che è catastrofico...

Anche i tecno-ottimisti più acritici e fanatici, persino i negazionisti climatici più convinti intuiscono la catastrofe che incombe su tutti noi. Neppure l’ignoranza su temi come il picco del petrolio, la crisi alimentare, i cambiamenti climatici, la sovrappopolazione, ecc… basta più a proteggere le menti dei più da un senso di inquietudine via via maggiore. Neppure l’uso sistematico di termini riduttivi su tg e giornali, come la parola “crisi” al posto di “collasso”, pare più sufficiente. I vecchi cari slogan come “crescita economica” hanno perso il loro tocco magico. Lobby, gruppi di pressione, strategie di propaganda, disinformazione e censura non riescono ad occultare completamente quel che sta avvenendo: l’agonia di un pianeta intero. È troppo persino per loro. Le "solite rassicurazione" dei "soliti politici" non hanno più la "solita" efficacia. Per niente!

Il mondo intero sta vivendo anni di quieta disperazione. Il nichilismo o la fuga nel fantastico non sono utili a nessuno. E certo non sono d'aiuto l'autovittimismo e la caccia alle streghe o gli scarica-barile. L’individualismo esasperato a cui un consumismo altrettanto esasperato ci ha condotti ci flagella l’animo e le budella gonfiando il nostro già ipertrofico egoismo con massicce dosi di paura e rabbia.

Ecco, tutto ciò è quel che non vale nulla! Purtroppo è il nostro presente e rischia di concretizzarsi ancor di più in un futuro tanto fosco quanto inquietantemente vicino. Il futuro... ve lo ricordate? Una volta non suonava così male. Ora invece: si pensa "futuro" e si immaginano scene "medioevali".

Beh, sapete una cosa: non so dirvi come sarà il futuro, ma posso dirvi come ho intenzione di affrontarlo.

Cercando di cambiare questa realtà, perché è inaccettabile così com’è e perché le alternative possibili sono esageratamente migliori della sconsolata situazione attuale. Desidero affrontare il futuro insieme a voi, con coraggio e speranza. Non perché manchino ragioni per provare rancore, paura e disperazione, ma perché, per effettuare un cambiamento così radicale come quello che ci aspetta, coraggio e speranza sono indispensabili strumenti quotidiani. Se si ha il coraggio di andare fino in fondo, ci si accorge che c’è uno slancio idealistico fuori dal comune dentro il pensiero pragmatico. C’è una poesia struggente nascosta proprio dove meno te la aspetteresti: nel darsi da fare. Più in generale, c’è tantissimo amore inascoltato ed invisibile ad frotte di occhi ed orecchie rivolte altrove. È facile distrarsi. Allo stesso modo si può dire che c’è tantissima intelligenza e solidarietà dove non te lo immagineresti mai.

Queste parole non sono né vogliono essere consolatorie e di certo non sono un atto di fede.

Le scienze cognitive hanno ampiamente dimostrato che abbiamo menti più sensibili agli aspetti negativi che a quelli positivi. Se perdiamo una banconota da 50 euro ci arrabbiamo e rattristiamo più di quanto potremo mai rallegrarci per averne trovata una per caso. Ciò vuol dire che l’attuale industria giornalistica ha un doppio vantaggio a raccontare storie strazianti, morbose e paurose: attraggono di più l’attenzione e distraggono meglio. In altre parole le cattive notizie si vendono meglio e sono più efficaci nel disinformare. Al di là del tam-tam ultra-pessimistico dei mass-media esiste un mondo pieno di bellezza e possibili soluzioni. Il vostro affezionato Panda non parla di soluzioni ipotetiche o di bellezza inespressa, ma di realtà già affermate. Non è un caso che si insista tanto sul problema ma non sulle sue soluzioni attuabili o meglio ancora già attuate da qualcuno da qualche altra parte. Spesso si arriva a censurare eventi epocali di incredibile valore positivo.

Per tutti questi motivi il valore che una “good-new” ha è mille volte quella di una “cattiva notizia”. Nessuna “cattiva notizia”, infatti, potrà mai allarmarvi o indignarvi tanto quant’è necessario per farvi agire per tempo nella risoluzione di un problema. Se e quando la “cattiva notizia” arriva ad avere quel potere su di noi, vuol dire che il problema è già diventato drammatico. Spesso anche a quel punto la cattiva notizia non innesca nessun cambiamento radicale nei comportamenti. Una cattiva notizia dietro l’altra su temi come la desertificazione, i cambiamenti climatici e il buco nell’ozono, ad esempio, non hanno reso la gente più sensibile alle tematiche ambientali. Hanno depresso e spaventato la gente finché questa ci ha fatto il callo, ossia hanno abituato la gente a vivere nell’angoscia. Come se l’angoscia di un mondo in “via d’estinzione” fosse una cosa “normale”.

Una sola “good-news” al contrario, se assaporata con intensità, potrà farci innamorare di lei, potrà farci desiderare di emulare i suoi protagonisti e quindi potrà farci agire concretamente. Una “good-news” ci rende smaniosi di scoprire quanto valiamo e di mostrarlo agli altri. Le buone notizie innescano circoli imitativi ed emulativi. Bisogna ricordarsi che il disinteresse mediatico per le buone notizie non è solo accidentale, è anche strategico. Per questo motivo le “good-news”, quelle vere, sono lontane anni luce da circo mediatico tradizionale, ossia: sono tenute forzatamente alla larga per il semplice motivo che ci farebbero desiderare di agire per cambiare le cose. Poiché i mass-media sono saldamente in mano ai poteri consolidati, questi ultimi non hanno il minimo interesse a che ciò avvenga.

Ma noi sì!

Cosa vale il mondo intero? L’incredibile bellezza che vi è contenuta ovviamente! Difendiamola insieme, vedrete che ne vale la pena.


Buon futuro a tutti dal Panda

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