giovedì 12 agosto 2010

In one God we trust

Una banconota da un dollaro statunitense. E in mezzo quella strana frase: IN GOD WE TRUST e subito sotto, a caratteri cubitali, la scritta ONE. Fondendo le due scritte si potrebbe anche leggere IN ONE GOD WE TRUST ossia CREDIAMO IN UN UNICO DIO. Tranquilli, questa breve analisi della banconota da un dollaro non ha nulla a che fare con templari, massoni o simbologie occulte. Diciamo piuttosto che riguarda l'economia, la sociologia e un pizzico di orgoglio. Tra tutte le banconote del pianeta direi che questa sia la più famosa. Fino a poco tempo fa era anche il simbolo del potere occidentale e, per estensione, del potere e basta.  Il fatto veramente interessante è che per puro caso, sulla banconota più famosa al mondo, si può chiaramente leggere ciò in cui crede e spera ciecamente la nostra civiltà. Crediamo tutti quanti in un solo dio: il DIO DENARO. Atei, agnostici, mussulmani, taoisti, cristiani, persino gli induisti. Nessuno è immune. E' ovvio quindi che quando parlo di civiltà, non intendo l'Italia, nè gli USA o l'Occidente, ma più in generale il capitalismo ultraliberale ed iper-consumista che attualmente domina su TUTTE le nazioni del pianeta.


Ciò che nel corso della storia è andato storto non è stato il sogno Comunista od il Sogno Americano. Non sono state le ideologie e le loro utopie a fallire. I sogni non possono fallire (a differenza delle Spa). Ciò che è andato storto riguarda la politica, la cultura e la società umana in qualsiasi altra forma che non sia il liberismo più estremo e selvaggio. Attenzione però, nel dire ciò, non sto demonizzando affatto il capitalismo. Anch'esso è in realtà una delle numerosissime vittime del dio Denaro. Il Capitalismo è rimasto stritolato sotto il peso del dio Denaro, come tutto il resto. Il Capitalismo, lungi dall'aver trionfato sul Comunismo è morto insieme ad esso. E' morto soffocato, senza che nessuno se ne accorgesse, senza che nessuno lo salutasse o rimpiangesse. Al suo posto ora troneggia un patetico e spietato sosia: l'ultra-liberismo iper-consumista. Il sosia non è altro che una proiezione reale e tangibile del dio Denaro (che essendo un'ossessione è intangibile per natura).
Questo è andato storto nel corso della storia: tutto fuorchè il dio Denaro. Oggi  è lui che impera, lui e lui soltanto, libero ed incontrastato, nella sua forma più pura, ossia priva di qualsiasi regolamentazione o limitazione legale, politica, etica od ideologica. Il dio Denaro ha trionfato su tutti, totalmente, al punto che oggi praticamente nessuno crederebbe che una civiltà possa prosperare senza il suo fondamentale contributo. E' semplicemente inconcepibile. E' un'idea folle. Folle come la conclusione che se ne ricava: se non può mancare il denaro, allora dev'essere al centro di tutto, dev'essere libero ed incontrastato.
L'attuale crisi economica però è qui ad insegnarci che le cose cambiano. Al di là di ciò in cui crede, spera o pensa la gente. Al di là dei sogni ispirati e delle bassezze quotidiane dell'animo umano. L'attuale crisi economica non è affatto una crisi ciclica come lo era stata quella del '29. Non è un assestamento del mercato. Non è nemmeno la risposta ad una bolla speculativa (che pure c'è stata ed è certamente stata la più grande truffa finanziaria di tutti i tempi). L'attuale crisi è una crisi di sistema. Non è un'anomalia di sistema, è un sintomo della sua fine.
Il dio Denaro è insaziabile. Dopo aver mangiato ogni cosa capitasse sul suo cammino ha finito con l'esaurire tutte le risorse a basso prezzo del pianeta. Non solo le risorse naturali, ma anche quelle umane, politiche, culturali e tecnologiche. Tutto ciò che era facile e a basso prezzo è stato consumato, divorato e gettato via. La società umana non si è accorta di nulla, non ha fatto nè percepito alcunchè. Tutti hanno sperato e sperano tuttora che le cose possano continuare ad andare avanti così. Se non per sempre almeno quanto basta per poter avere il proprio colpo di fortuna, quello che ti dovrebbe sistemare per sempre. Ogniuno ha il suo: la cariera, il grande affare, la speranza di vincere alla lotteria ecc...
Sfortunatamente la festa è finita. I giochi sono fatti. Il tempo dell'abbondanza si accinge a far parte del passato. E' stata un'occasione unica e grandiosa e l'abbiamo gettata via (insieme ai rifiuti creati) senza risolvere nessuno dei grandi problemi che da sempre affliggono l'umanità: povertà estrema (quella che ti fa morire di fame o per una banale dissenteria), inquinamento, sfruttamento, criminalità organizzata, ingiustizia sociale ecc...
Il dio Denaro ha fatto leva sulla pigrizia umana e più specificatamente su quella mentale, ossia l'indifferenza. E' stata una lotta impari, anzi quasi non c'è stata lotta. Il dio Denaro ha stravinto. Le persone comuni sono totalmente succubi del dio Denaro: non solo lo hanno accettato, ma, anche quando vedono il suo lato più oscuro sono immobilizzate, paralizzate dal più totale sconforto. La rassegnazione e il dio Denaro vanno a braccetto. Il dio Denaro ha vinto perchè nessuno ha più il coraggio di sfidarlo. Anche durante l'attuale crisi economica (che ha messo in luce non solo il marcio del sistema, ma anche la sua totale e reale fragilità ed inconsistenza), nessuno si è fatto avanti per sfidare l'esausto dio Denaro.  
Non c'è da stupirsi dato che gli esseri umani, storicamente, a sollecitazioni di questa entità, rispondono mutando la propria cultura in termini pluri-decennali quando non trans-generazionali. In questo caso però il cambiamento è stato troppo rapido. Fin dalla fine degli anni '50 vi sono stati alcuni leader politici che si erano accorti del pericolo, ma sono stati eliminati (uccisi o emarginati). A livello di intellettuali e tecnici ugualmente vi sono state poche e solitarie voci. Voci inascoltate e strangolate sistematicamente per più di mezzo secolo. Perfino oggi che stiamo vivendo il picco del petrolio (che è solo la più evidente delle risorse economiche esaurite) la società rifiuta di credere che qualcosa del genere possa accadere. Il lavaggio del cervello delle masse è stato un trionfo completo, al punto che adesso ben pochi riescono realmente a pensare che qualcosa di esauribile possa davvero esaurirsi (che si tratti di petrolio, acqua potabile, rame, pesce, gas o altro poco importa).
Oggi il clima è alterato e la politica ufficiale 'temporeggia' (e quanto vorrei che fosse solo un gioco di parole). Oggi il mondo è gravemente sovrappopolato e il contenimento delle nascite è ancora taboo (parlare di profilattico politicamente è scandaloso e l'eliminazione della povertà estrema, generatrice della sovrappopolazione, rimane invariabilmente un "buon proposito" accantonato per gli anni che verranno). Oggi le riserve idriche si esauriscono e al tempo stesso sono privatizzate. Le risorse si esauriscono, la politica non riesce nemmeno a pronunciare la parola decrescita (figuriamoci poi il concetto di decrescita felice). Il dollaro statunitense agonizza e tutti fanno finta di nulla, sperando che tutto passi come per incanto. I poli si sciolgono e i deserti avanzano: noi arretriamo. Siamo così impigriti ed imbuttiti che nulla ci fa più veramente paura almeno che non ci tocchi personalmente. Il dio Denaro ha reso l'umanità passiva, cieca e stupida. Il dio Denaro ha riscritto il vocabolario a propria convegnenza, ad esempio, se vedi ciò che sta accadendo sei un catastrofista, se non vedi sei realista e se ti azzardi a trarre conclusioni sul futuro in base a ciò che vedi se un fanatico pericoloso, un delinquente e un irresponsabile (sempre che tu non possa essere eliminato od ignorato).
Il fatto è che il dio Denaro NON è un'ideologia, nè una religione, ma solo e semplicemente una malattia. Una malattia culturale come il razzismo. A livello sociale è paragonabile a quello che la schizzofrenia è per gli individui. Ad esempio: perfino oggi che si smantellano testate nucleari per sopperire all'esaurimento del combustibile fissile e l'elettricità solare è più economica che quella nucleare, c'è un gran fervore e passione per la costruzione di nuove centrali nucleari. Quando bollo di pazzia questi atteggiamenti, non voglio però sembrare disprezzarli considerandoli ridicoli. Non è stupidità. Per niente. E' totale ed incondizionata abnegazione al culto del dio Denaro. Follia appunto, non stupidità. Da un lato i politici attuali giocano con le casse dello stato per smantellare lo stato sociale (ormai una zavorra insostenibile) a favore dei grandi gruppi bancari. D'allatro lato gli stessi politici si impegnano a dar credibilità a piani industrial-economici senza sbocco per permettere agli stessi grandi gruppi bancari di fare affari con i prestiti, l'emissione di titoli finanziari ancor più tossici e le cartolarizzazioni. Al dio Denaro non interessano le centrali nucleari. Non interessa nulla di nulla se non se stesso. Il dio Denaro ha smesso da tempo di spingere la gente a cercare buoni affari. Inventa affari fasulli e spolpa chi ci crede e chi, pur non credendoci, spera di poterci lucrare pure lui, pur non avendo sufficienti informazioni a sua disposizione. Infine i politici mantengono l'attenzione delle masse ben lontane da qualsiasi cosa possa avere una qualche rilevanza. Per far ciò tutto fa brodo. Scandali sessuali, bisticci parlamentari senza fine, scandali su corruzione, affarismo, estremizzazione dei toni, esasperazione emotiva... Tutto va bene purchè la gente comune sia intenta a lamentarsi ed a disprezzare finchè vuole, ma immobile. Tutto è ammesso purchè la gente sia divisa, ignorante e totalmente passiva. Se proprio si deve parlare di qualche problemuccio ormai incomprimibile come i cambiamenti climatici, basta farlo a margine, in modo confuso, tendenzioso e caotico. Dopo poco i villici si abituano ad associare il caos all'argomento e in men che non si dica tornano ad essere distratti e passivi. L'antipolitica imperversa ovunque.
Per queste e tantissime altre ragioni parrebbe proprio che il dio Denaro vincerà anche l'ultima partita: quella che porterà lui e tutti noi al cimitero...
...a meno che...
A meno che non ci si svegli dal torpore catodico è si accetti finalmente che la decrescita economica è inevitabile ed irreversibile. Decrescità non è una parolaccia è una realtà che riguarderà il futuro di tutti noi e deve essere gestita al meglio. La vera parolaccia è il PIL. E' un offessa all'intelligenza oltre che alla dignità umana. E' ora che il benessere venga misurato con indicatori  che misurino il benessere umano e non l'ammontare delle transazioni di un paese. Un altro passo fondamentale sarebbe quello di dare autonomia linguistica (con l'esperant), militare, finanziaria (con tassazione diretta) e monetaria all'Onu. Se l'economia è globale è evidente che serve un potere politico globale per governarla e domarla. Questo passo ovviamente implicherebbe l'abbandono della pratica disdicevole quanto imperante di lasciare che siano aziende private (le banche) a gestire l'emissione della moneta. Il conio e tutti i suoi privilegi sono sempre stati prerogativa dello stato e devono tornare subito ad esserlo. Serve una moneta unica a livello globale che impedisca a fondi privati di immobilizzare in speculazione fine a se stessà infinite risosrse finanziarie che potrebbero invece essere utilizzate a scopi produttivi ossia per creare ricchezza invece di trasferirla semplicemente sottraendola illecitamente. Un altro passo ancora verso la salvezza è quindi quello di impedire tutti gli strumenti finanziari destabilizzanti. Se un titolo è nato per cedere il rischio da un soggetto ad un altro allora non si vede perchè poi tale titolo possa essere ceduto a terzi, tantomeno a loro insaputa (la finanziarizzazione dell'economia, non va corretta o regolamentata, va stroncata prima lei che stronchi le nostre già scarse possibilità di salvezza). Un altro passo ancora è il risparmio idrico in agricoltura, lo sviluppo dell'economia a kilometri-zero (e più in generale dell'economia che includa l'impronta ecologica e sociale nel computo dei propri costi). Altri passi ancora sarebbero ovviamente lo sviluppo massivo della permaculura, del vertical-farming, dell'agricoltura urbana. Ovviamente la cura del ferro è il passo successivo (i tram elettrici a rotaia ed i treni sono molto meglio delle auto, dei camion e dei motorini e non richiedno decenni di ricerca e sviluppo per essere implementati). Un vasto e massiccio piano di risparmio energetico (che comprenda lo sviluppo di Internet e del telelavoro) sarebbe un altro passo ancora. Una tassazione contenitiva sul consumo della carne bovina (responsabile dell'epidemia di obesità e dei suoi costi sanitari ed umani, della deforestazione, dei cambiamenti climatici e della fame nel mondo) sarebbe un altro passo ancora. Lo sviluppo di tecnologie verdi è un passo fin troppo banale, ma non la rapidità con cui si potrebbe procedere su tale strada. Economie agonizzanti quali quelle attuali non hanno esitato a pagare sull'unghia migliaia di migliardi per l'immediato salvataggio dei gruppi bancari che hanno innescato la crisi e vi speculano sopra tuttora, ma non pensano di investire un soldo in energie verdi se non tra decenni (forse). Chissa perchè solo i prvati possono trastullarsi con energia eolica e solare. Lo Stato al massimo sovvenziona i privati e sospira sognando un mondo più verde tra 50 anni. Il dio Denaro non è invincibile. Non servono rivoluzioni armate e nemmeno rivoluzioni tecnologiche. Serve buonsenso. Come tutti i colossi il dio Denaro ha i piedi di terracotta. Ai suoi piedi ci siamo noi. Spetta a noi tutti la responsabilità di provare a sbriciolare i suoi piedi per falo cessare di esistere in questa sua forma distruttiva. Se non lo facciamo l'unica altra alternativa sarà quella di finire TUTTI schiacciati sotto i soui piedi nella patetica speranza di salire fino alla testa del colosso, sgomitando l'uno con l'altro.
Tutti i passi enunciati per sconfiggere il dio Denaro possono richiedere più tempo, per la loro piena realizzazione, di quello che abbiamo a nostra disposizione prima del disastro totale. Vale però la pena di tentare perchè è tentando che siamo giunti fino ad oggi. Chi non l'ha fatto si è estinto.
La politica ambiziosa inoltre non esclude quella personale fatta di piccoli ma frequentissimi gesti. Si può essere più giusti senza aspettare i tempi della politica. Esistono migliaia di modi: risparmio energetico, idrico, risparmio e turismo responsabile, commercio equo-solidale, volontariato, dieta sana e a kilometri zero, differenziazione e riduzione dei rifiuti, riuso dell'usato, abbandono dell'usa-e-getta, diffusione e partecipazione alle culture alternative al dio Denaro, ecc...
Come disse Pasolini: la verità non sta in un solo sogno ma in molti sogni.

Un saluto a tutti voi dal Panda.

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