giovedì 11 novembre 2010

La terra è incinta?

Ho appena letto un interessantissimo articolo di Adriano Autino su Estropico (un bel sito transumanista interessato a tutto ciò che riguarda la Singolarità Tecnologica e dintorni). L'articolo tratta il tema della possibile nascita di una "baby civiltà solare". La posizione di Autino (e di altre persone da lui citate) è che la Terra non sia malata (come sosterrebbero gli ecologisti), ma incinta, ossia prossima a poter "partorire" una civiltà espansa al sistema solare. I malanni di madre Terra, in altre parole, non sarebbero un male assoluto, allo stesso modo in cui non lo sono le doglie e i fastidi di una partoriente. La prospettiva trasforma gravi problemi come la sovrappopolazione, l'inquinamento e i cambiamenti climatici in una sfida che, se correttamente affrontata, avrà come ricompensa una società cosmica ricca di benessere, intelligenza e vita. La metafora è ricca di suggestione, di spunti e di affascino. Tuttavia...


Leggendo il pezzo di Autino (e più in generale il sito e il blog di Estropico) vi sono passaggi controversi e, a volte, assai sgradevoli per un Panda dalla sensibilità ecologista come me. Eppure non è un caso che Estropico appaia tra i link degli amici del Panda. Non si può essere amico solo di chi la pensa esattamente come te. Il bello dell'amicizia, soprattutto in casi come questo, è che, oltre al valore dell'amicizia in sè, ti consente di entrare in contatto con opinioni e concetti sviluppati da qualcuno con una sensibilità e un trascorso diversi dai tuoi. Un'amicizia di questo tipo è quindi un'occasione preziosa. Permette di assaporare e far proprie idee che mai ti sarebbero venute in mente, senza per questo dover condividere l'intera visione che le ha generate. In altri termini consente al proprio bagaglio culturale di arricchirsi senza dover "comprare" nulla. Avere amici che non la pensano esattamente come te è difficile, perchè occorre pazienza, moderazione e buona volontà, ma se si coltivano tali "fatiche" i frutti che se ne possono ricavare sono assai dolci. Un po' come per le gravidanze.
L'analogia tra l'attuale fase storica del progresso umano e le gioie, ma soprattutto i dolori, i timori ed i rischi di una partoriente, è intellettualmente stimolante. Oggi più che mai si schiudono dinnanzi a noi possibilità estreme. Da un lato potremmo essere molto vicini ad una nuova ed affascinante epoca di prosperità e benessere fatta di esplorazione e colonizzazione spaziale con tanto di Singolarità Tecnologica benevola annessa (e quindi con tutte le meraviglie che ciò comporterebbe). Dall'altro lato però potremmo essere estremamente vicini alla "fine" dei giochi: picco del petrolio, crisi ecologica, cambiamenti climatici, armi di distruzione di massa, ecc... Esattamente come una donna gravida la Terra o partorirà (una società ed un'economia rivolta alle fantastiche opportunità dello Spazio), oppure morirà di parto. Se non si creerà un'economia spaziale, nella migliore delle ipotesi vi potrà essere una decrescita economica e demografica tale da garantirci una sopravvivenza nell’immediato. Tale spiraglio oltre ad essere molto difficile da realizzare (a causa di interessi privati ingombranti e dell'attuale cultura dominante), se venisse attuato in modo drastico condannerebbe la nostra cultura e la vita stessa a perire all’esaurirsi delle riserve e/o delle condizioni che sostengono la vita sulla Terra. In quest'ottica non parrebbe certo una scelta lungimirante smettere di inquinare e crescere senza creare al contempo una soluzione di più lungo respiro. La vita, la cultura e l’intelligenza indubbiamente sarebbero tanto più al sicuro quanto più fossero disperse nello spazio. Nello spazio inoltre vi sono incredibili risorse che permetterebbero un futuro di benessere e conoscenza senza precedenti, ma per poterle sfruttare occorre tecnologie e conoscenze adeguate. Non stiamo facendo abbastanza per produrle. Concentrare tutto in un solo posto (la Terra), per quanto facile e comodo, si rivelerà, nel lungo termine, un rischio esistenziale tremendo. Anzi non un rischio, ma una certezza: finita la Terra, finita l'intelligebnza e la cultura che la popolava. Allo stato attuale, ad esempio, se un grosso corpo celeste colpisse la Terra non avremmo modo né di salvare il pianeta né di salvare una minuscola parte di esso. In un caso del genere sarebbe la fine dei giochi immediata: non più vita, né cultura, né arte, né intelligenza. Sfortunatamente oggi, grazie alle osservazioni astronomiche, sappiamo per certo che, in passato, abbiamo sottostimato grandemente il rischio di un impatto di quel genere. Le osservazioni astronomiche hanno fatto grandi passi in avanti, ma sfortunatamente l’astronautica no. Anzi, con la dismissione degli shuttle, si potrebbe anche pensare che vi sarà a breve un vero e proprio arretramento. L'esempio dell'impatto con un asteroide di grandi dimensioni, non è però l'unico rischio, nè il più allarmante. C'è di peggio e questo "peggio" è estremamente vicino a noi. Mi riferisco alla totale incapacità a contenerci e controllarci dimostrata finora dal genere umano. Il nostro atteggiamento complessivo è stato più simile a quello di una muffa od un battere piuttosto che a quello che ci si aspetterebbe da un essere che ama defirsi intelligente. Se non faremo di tutto per contenere il boom demografico e le sue catastrofiche conseguenze, temo che lo spazio rimarrà un sogno di una civiltà in punto di morte. Più che un sogno, un amarissimo rimpianto. Il boom demografico in atto non ha minimamente intaccato la cultura dominante: parlare di contenimento delle nascite, contraccezione e sovrappopolazione senza giri di parole sembra ancora un taboo o quasi. Il boom demografico non è un rischio del futuro, ma una realtà attuale che sicuramente si aggraverà nel prossimo futuro. Il boom demografico è alla base dei principali problemi attuali (anche economici) e si autoalimenta: al peggiorare delle condizioni, aumenta il tasso di natalità e quindi si aggravano i problemi che fanno nuovamente peggiorare le condizioni di vita ecc... ecc... Analfabetismo, povertà, bellicosità, consumo delle risorse rinnovabili e non fanno tutte capo al boom demografico.
Lo stesso boom però può essere anche un'opportunità unica ed utilissima per il "parto" a cui potrebbe tendere il nostro pianeta "madre". L'espansione demografica, infatti, potrebbe anche coincidere con un boom dell'intelligenza. Per far si che ciò accada, però devono crearsi quelle condizioni che permetteranno ai benefici portati dall'espansione dell'intelligenza di sorpassare di molto i danni creati dalla demografia. In poche parole, una Singolarità Tecnologica benevola o qualcosa di analogo deve accadere prima che ci si autodistrugga. Non prima dell'apocalisse, ma prima che l'apocalisse sia inevitabile. Le condizioni che permetteranno alla conoscenza di battere la demografia (che l'ha generata) si possono condensare a loro volta in una parola: solidarietà. Occorre la volontà di riscattare il terzo mondo dalla sue terribili condizioni. Condizioni che sono alla base del boom demografico stesso. Occorre migliorare la vita di chi soffre, aumentare la sicurezza dei parti in posti come l'Africa, nutrire chi muore di fame, allungare l'aspettativa di vita di chi vive in posti dove si muore giovani per malattie curabili con pochi centesimi di spesa. Può sembrare strano, ma solo così si riuscirà a dissinnescare il boom demografico ossia a limitare il tasso di natalità che ne è il motore trainante. Se saremo in grado di far ciò, raggiungeremo in un sol colpo tre enormi traguardi: un traguardo morale, a lungo agognato, fatto di pace, giustizia e benessere, un traguardo ecologico consistente nella vera sostenibilità ed infine un traguardo culturale senza precedenti nella storia, una marea culturale di tal massa da rendere credibile e probabile l'arrivo di una Singolarità Tecnologica.
Siamo dei privilegiati che cavalcano un'onda enorme. Siamo quasi sulla cresta e possiamo fare un bazo e spiccare il volo, librandoci ad altezze insperate oppure rimanere ostinatamente e pigramente aggrappati all'onda, aspettando l'inevitabile: l'onda si infrangerà di schianto spazzando via noi e tutto ciò che le sta accanto.
Saltare o non saltare? La decisione però non ha nulla a che vedere con un finta contrapposizione tra ecologismo e tecno-ottimismo. In questo sono totalmente in disaccordo con il pezzo di Autino. Voglio dire che, a differenza dell'autore su Estropico, non vedo alcuna contrapposizione tra ecologia, solidarietà, contenimento demografico e ricerca di una Singolarità Tecnologica benevola in grado di proiettarci nello spazio (anche ben oltre il sistema solare). Non solo non credo siano concetti contrapposti, credo siano concetti ugualmente indispensabili di un unica visione veramente cosmica: sopravvivere, evolvere ed espandersi per poter continuare a far ciò sempre meglio. Ecologia, tecnologia ed ottimismo attivo sono le uniche armi che, in mano alla solidarietà ed alla moderazione, ci permetteranno di sorpassare incolumi questa fase di metamorfosi. Questa visione, a qualcuno, potrà apparire come un sogno, un'illusione o peggio un'utopia, ma è la concretezza fatta persona. Tale visione, infatti, altro non è che l'istinto di soppravvivenza che evolve finalmente in strategia di sopravvivenza. Siamo prossimi ad un bivio: o trasformiamo il nostro "istinto" in "strategia" o ci estinguiamo. Dobbiamo smettere di comportarci da scimmie intelligenti. La Terra (e noi con essa) non è più in grado di sopportare le conseguenze degli istinti che ancora dominano le nostre scelte. Quando parlo di solidarietà, cultura, Singolarità Tecnologica e, perchè no, decrescita felice non mi riferisco a sogni o speranze, ma ad obiettivi e strategie per raggiungere tali obiettivi. Una strategia può apparire poetica e far sognare (e se è una buona strategia lo farà), ma a differenza dei sogni, dalle strategie non ci si sveglia, tutt'al più le si migliora. Non sono tempi da utopia quelli che stiamo vivendo e non lo saranno neppure quelli che vivremo nel prossimo futuro: occorre subito una strategia che conduca l'umanità dal presente degradato e degradante che vediamo ad un futuro migliore. Non solo perchè è giusto così (lo si è sempre saputo), ma perchè non abbiamo più alternative.
La vera questione, quindi, è affatto cosa sia meglio scegliere tra tecnologia od ecologia. La questione è di fare (realmente e concretamente) dell'ottima ecologia e dell'ottima tecnologia insieme. Come per ogni ostacolo, ciò su cui conviene riflettere, valutare e coltivare sono le risorse a disposizione e la propria forza di volontà. In quanto alla volontà, per rafforzarla occorre maggior consapevolezza e quindi più cultura, informazione e divulgazione di qualità. Per quanto concerne le risorse a nostra disposizione, esse sono sempre scarse. Al momento attuale le uniche risorse a nostra disposizione sono quelle di questo pianeta e le stiamo sprecando ad un ritmo mai visto e via via crescente (debito ecologico). Tra le risorse a nostra disposizione, inoltre, ve n'è una più scarsa delle altre: il tempo.
Mi rifiuto di spiegare perchè non può esserci crescita infinita con risorse limitate (quelle del pianeta). Mi limito a dire che far finta che le risorse siano infinite (come stiamo facendo ora) è solo il patetico e meschino tentativo di continuare a fare ciò che si è sempre fatto anche quando è ormai evidentissimo che occorrerebbe cambiare. Cambiare, si sa, fa paura...
...ed è per questo motivo che di paura si può anche muorire. Vale per i singoli, vale per i pianeti interi.
Ciò detto concentriamoci sul fattore cruciale: il tempo a disposizione per consentire di far partorire al nostro bel pianeta una splendida "baby civiltà solare".
Non bisogna più rinviare nulla. Non c’è più tempo da sprecare. Il picco del petrolio, la sovrappopolazione, l’inquinamento, l’erosione della biodiversità, la scarsità d’acqua dolce, i cambiamenti climatici, la proliferazione di armi di distruzione di massa e delle condizioni di un loro probabile impiego sono tutti problemi che pongono un preciso limite di tempo alle nostre scelte. Chi sostiene che se non cambieremo ruberemo il futuro ai nostri figli o nipoti è un illuso o un cialtrone. Se non saremo in grado di cambiare NOI saremo spacciati. Per invertire lo stato delle cose e mettere in sicurezza il pianeta, noi con esso, ed il suo possibile parto "spaziale" limite di tempo è stretto, strettissimo. Pochi anni.
A chi questo limite sembra un'esagerazione ricordo che quando si cade in un burrone non si muore perchè ci si sfracella al suolo, si muore perchè non si è riusciti a vedere e ad evitare di caderci dentro. In altre parole, in certe situazioni (come quella in cui ci si trova oggi) passato un certo limite non c'è più nulla da fare. Vediamo di non oltrepassarlo quel limite. Facciamo partorire questo pianeta grazie ai nostri intelletti messi insieme, grazie al fiorire della conoscenza, grazie alla solidarietà (che quando non è rivolta agli esseri umani qualcuno chiama ecologia) e grazie alla consapevolezza. Facciamolo con la delicatezza, la gioia, la costanza e la premura che userebbe un genitore. Facciamolo con la competenza e l'ingegno di ostetriche diligenti (come suggerito anche da Autino ed altri). Diffondiamo la vita e l'intelligenza nel cosmo tramite una strategia che ci renda meritevoli di compiere un tale miracolo.
Se si vogliono accorciare i tempi e garantire un parto sicuro al nostro pianeta, in fondo la strategia da seguire è abbastanza semplice e perfino piacevole. Non occorre far altro che ciò che si è sempre rivelato vincente nel corso della storia: ricercare l'unione.

L'unione fa la forza e la tolleranza fa l'unione quindi...

...Buona tolleranza a tutti voi dal Panda.

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