venerdì 23 aprile 2010

Aquiloni ed energia

Se pensate che eolico voglia dire solo grandi pale rotanti, forse vi sbagliate. Anche sul fronte dell’eolico, oltre che su quello del solare (si veda ad esempio: http://desertecitaly.altervista.org/), le prospettive per il futuro sono più che rosee. Sul fronte dell’eolico di seconda generazione, in particolare, l’Italia riveste un ruolo di primissimo piano grazie a KiteGen. L’idea è quella di sostituire, al ormai vetusto concetto dei soliti mulini a vento, una concezione radicalmente nuova: non più immense pale collegate ad un rotore, ma immensi caroselli mossi tramite aquiloni (kites appunto). Le potenzialità di questa tecnologia sono entusiasmanti. A differenza delle prospettive quali le cosiddette assimilate o al nucleare ( a meno che non si parli di nucleare al Torio ovviamente, che però sembra non interessare nessuno). L'esaurimento delle risorse su cui si basano e la loro scarsa o scarsissima resa energetica ed economica (quando nei conti si conteggiano TUTTI i costi) dovrebbero far bollare queste tecnologie come morenti ed inadeguate, invece sembra proprio che siano quelle su cui, in ostinata e sconsiderata controtendenza, sta puntando l’Italia per il suo futuro energetico.
Per quanto riguarda gli aquiloni e l'annessa tecnologia eolica d'alta quota sviluppata da Kitegen non dirò altro se non che sono molto promettenti, così come lo sono del resto il geotermico di seconda generazione, il solare a concentrazione e le biomasse ricavate da microalghe (che non sottraggono cibo a nessuno, ma solo CO2).
Sull’argomento Kitegen potete eventualmente farvi un idea più precisa con un interessante articolo di Ugo Bardi (http://www.aspoitalia.it/blog/nte/2009/07/13/eolico-di-alta-quota-unera-di-abbondanza/) oppure direttamente sul sito della KiteGen (http://www.kitegen.com/it/) o guardando uno dei filmati dimostrativi di YouTube (ad esempio: questo).

L’aspetto che colpisce però è come lo stato italiano tenda sistematicamente ad ignorare (al di la di solenni quanto inutili proclami) le buone idee come queste, difendendo invece a spada tratta “soluzioni” quali il cosiddetto “carbone verde”, i rigasificatori o il nucleare. Il dubbio è che non siano aspettative tecniche diverse a spingere verso una soluzione piuttosto che un’altra, ma diretti interessi privati. Le soluzioni energetiche di lungo periodo su cui l’attuale governo vorrebbe puntare, guarda caso, sono tutte ad altissima concentrazione di capitale e a bassa efficienza. Tralasciando gli evidenti aspetti ambientali e di sicurezza pubblica, viene comunque da chiedersi se non è forse il caso che l’Italia ci pensi bene, prima di ipotecare il suo futuro ECONOMICO col carbone, il petrolio, il gas e l’uranio. Il sospetto a cui alludevo, infatti, è che poche grandi compagnie private, dopo aver ricevuto ingenti e generosi aiuti statali per costruire centrali nucleari, inceneritori, rigasificatori ecc… non facciano altro che rivendere l’energia così ottenuta a paesi terzi. In questa logica l’Italia è solo un vantaggio logistico e normativo da sfruttare per vincere la concorrenza internazionale.

In altre parole: ci sono poteri molto forti e ben rappresentati politicamente che potrebbero essere più che tentati di incassare il contante personalmente, scaricando invece i costi ambientali (e non) sulle tasche e sulle teste di tutti gli italiani, senza neppure vendergli l'energia così ottenuta.

Non so voi, ma io un pensierino sugli aquiloni ce lo farei.

Saluti a tutti voi dal Panda.

Nessun commento:

Posta un commento