Secondo la modesta opinione del vostro affezionato Panda... proprio nessun senso!
Le Rivoluzioni, quelle vere, quelle che cambiano ogni cosa non si fanno chiedendo agli altri di farle. Si costruiscono pezzo per pezzo. Invocarle non serve a nulla. Serve farle. Serve crearle. E prima ancora serve sognarle, desiderarle, immaginarle. Serve amarle!
Tutti si rendo ormai conto, in modo consapevole od inconsapevole, che le cose a questo punto sono andate a scatafascio. Tutti intuiscono la semplice e tremenda realtà: non abbiamo pianeti su cui scappare, questo pianeta è l'unico che abbiamo, se affonda noi affonderemo con lui.
Un ottimo motivo per tentare di cambiare le cose, penserete. E invece no! Non basta. Non è mai bastato. La paura, da sola, non serve a nulla e non motiva nessuno a fare la scelta giusta. Serve di più. Serve determinazione. serve impegno. Serve amore, anzi AMORE (con tutte le lettere maiuscole e non solo quella iniziale).
Retorica? Vacue ed astratte speculazioni?
Vediamo un po': miliardi di persone lungo tutto il corso della storia hanno sognato di volare. Chi c'è riuscito? Grandi facoltà ben finanziate? Illustri dottori e i loro numerosi assistenti? I laboratori di Ricerca&Sviluppo delle grande aziende? I militari?
Eh no! Sono stati due umili meccanici di biciclette, i fratelli Wright. Due attivissimi appassionati d'alianti. Non grandi dottori. Non grandi affaristi. Grandissimi appassionati!
E chi sbloccò l'intero campo della Fisica teorica dal pantano in cui s'era arenata agli inizi del 1900? Illustri cattedratici? Attrezzati laboratori industriali o militari?
Eh no! Fu il più famoso impiegato che un ufficio brevetti abbia mai avuto, un fino ad allora sconosciutissimo Albert Einstein che, ironia della sorte, diverrà in seguito al suo strepitoso successo l'icona per antonomasia dello scienziato e dello studioso accademico. Eppure questo genio tra i geni disse:
L'immaginazione è più importante della conoscenza. La conoscenza è limitata, l'immaginazione abbraccia il mondo.Meglio ancora: dopo secoli di buio, barbarie e decadenza medioevale, dove fiorì il Rinascimento? In un qualche grande centro urbano? All'interno di ricche e vasti imperi?
No! Nacque nel retro delle bottega fiorentine e crebbe all'interno dei minuscoli staterelli italiani dell'epoca. E il suo più alto ed illustre esponente, Leonardo da Vinci, ebbe a dire niente po po di meno che;
Ogni nostra cognizione, principia dai sentimenti.
Sfortunatamente, il mito romantico della Rivoluzione Francese e tanta vana retorica e propaganda hanno legato il concetto di Rivoluzione a quello di violenza. Per smontare questo assurdo si potrebbe fare un'analisi storica su vasta scala, oppure si potrebbero citare le sagge e lungimiranti analisi politiche di miti quali Mahatma Gandhi e Martin Luther King, ma io, per brevità, preferirei citare un'altra volta il buon Leonardo da Vinci:
Chi non stima la vita, non la merita.Le vere Rivoluzioni non si impongono con l'uso della forza. Si impongono perchè sono meglio. Meglio di ciò che finiscono per spazzare via. E nel far ciò, ogni vera Rivoluzione, ha sempre dimostrato un semplice ma fondamentale concetto, ossia che la perfezione, in quanto esseri umani, non ci appartiene, ma migliorare è sempre possibile!
All'inizio di questa mia farneticazione ho sostenuto che invocare una Rivoluzione, ossia chiedere ad altri di farla è una cosa priva di senso. L'ho detto anche poiché delegare il successo di un difficilissimo cambiamento al consenso e all'aiuto di tanti altri è un ottimo alibi per liberarsi della propria quota di responsabilità. Per dirla come l'avrebbe detta Gandhi:
Siate il cambiamento che vorreste vedere nel mondo.Una frase apparentemente semplice, di grande effetto e profondi significati. Una frase che è al tempo stesso un invito a non scappare, ad impegnarsi personalmente, a non attendere, a non arrendersi alle pigrizie, a non cercare altrui colpe (reali o meno) su cui scaricare la propria bile, ma anche un invito a godere del proprio orgoglio, un invito a vivere una vita piena ossia spesa per ciò che realmente ci rappresenta, a godere e gioire del meglio che c'è in noi, un invito ad osare ciò che vorremmo e a sfidare la sorte gioendo del proprio coraggio, della propria forza e della propria immaginazione. Un invito a non sentirsi sciocchi solo perchè si osa essere diversi. Un invito ad amare ciò che si fa. E, si sa, amare ciò che si fa è il miglior modo per farlo bene ed avere successo.
Se poi vi manca l'ispirazione su come dovrebbe essere la Rivoluzione di cui sentiamo così istintivamente e prepotentemente l'esigenza in questo particolarissimo periodo storico ecco qui il mio piccolo contributo. Un contributo che non ambisce a convincere nessuno, non solo per coerenza con quanto fin qua esposto, ma anche per la nuda e cruda consapevolezza che il vostro affezionato Panda non è né un Leonardo da Vinci né un Gandhi e neppure un Wright. So che molti migliori di me possono perfezionare grandemente, ampliare e rifinire il concetto e l'approccio alla Rivoluzione da me illustrata. Inoltre è irragionevole pretendere di cambiare il modo altrui d'interpretare il mondo con buone argomentazioni. Quel punto di vista s'è formato, sedimentato e calcificato in decenni di vita, d'esperienze individuali e collettive. Avere delle buone argomentazioni non può bastare. Siamo esseri umani, non computer,
Magari però qualcuno si innamorerà dell'idea abbastanza da non abbandonarla solo perchè inizialmente appare assurda (così com'è giusto che appaia all'inizio ogni idea genuinamente rivoluzionaria). Forse qualcuno poco a poco farà sua quell'intuizione. Ci giocherà, l'esplorerà, la modificherà e la migliorerà.
Per quanto mi riguarda io continuerò a provarci. Ancora ed ancora.
Perché mi piace. Perché mi ci diverto... e perché sono convito che il mondo lo meriti. Sono profondamente e sinceramente convinto che questo minuscolo e meraviglioso mondo che chiamiamo pianeta Terra meriti una possibilità. O per lo meno un onesto tentativo.
Sono sicuro che voi di certo lo meritate, quindi...
...buon futuro a tutti dal Panda.
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