mercoledì 23 gennaio 2013

Costruiremo un Singolarità Tecnologica Benevola – Parte 6

Nella “Parte 1” di questo ciclo di post di Pandemica-mente abbiamo sostenuto che la situazione globale è grave (se non disperata) e occorre quindi agire tempestivamente.

Nella “Parte 2” abbiamo tracciato un affresco sintetico del concetto di Net-Sfera.

Nella “Parte 3” abbiamo accennato al concetto di catalizzatore.

Nella “Parte 4abbiamo  parlato di ciò che occorrerebbe per giungere ad una Singolarità Tecnologica.

Nella "Parte 5" abbiamo parlato del punto di vista "emergentista" e delle sue possibili implicazioni.

Per creare una Singolarità Tecnologica Amichevole basata sull’interazione sociale anziché sulla mera “forza bruta” dell’innovazione tecnologica, servono idee concrete. Enunciare astrattamente potenzialità e desideri, non basta a far si che questi si concretizzino. Il vostro affezionato Panda ritiene che Internet sia il luogo più indicato per raccogliere idee in gran quantità. Un paio di idee tuttavia le ha già il vostro amico Panda e ve le esporrà, lasciando che siate voi a stabilirne la bontà o meno. Vediamo dunque...

La prima idea è semplice semplice. I comportamenti collaborativi, in Internet, hanno tratto un certo giovamento da politiche volte a creare una fiducia interna andando a misurare l’attendibilità o l’affidabilità dei singoli utenti attraverso la raccolta di feedback sui comportamenti tenuti dagli stessi. Tale concetto, benché valido e rodato, andrebbe però esteso anche ai gruppi d’utenti. Tale estensione servirebbe per non perdere il valore aggiunto dell’organizzazione interna a tali possibili gruppi di lavoro. Il concetto è che spesso persino solo due menti poco brillanti possono fare di più e meglio di un’unica mente ingegnosa. Ben vengano i geni alla Leonardo da Vinci, ma il lavoro di gruppo può creare e sfruttare organizzazioni interne in grado di originare sinergie ed innovazioni impossibili all’interno di un’unica scatola cranica. L’estensione dell’assegnazione di un voto di affidabilità anche ai gruppi di lavoro oltre che ai singoli componenti servirebbe quindi per favorire il sorgere di queste “micro-organizzazioni” e per premiare quelle più performanti.

Per far si che vi sia interdisciplinarietà all’interno del catalizzatore che dovrà portare alla seed-AI che sfoci successivamente in una Singolarità, occorre una struttura di base in cui singoli individui o gruppi di lavoro possano richiedere od offrire aiuto alla comunità (composta da altri individui e gruppi di lavoro). Chi chiede ed ottiene un aiuto deve fornire, dopo averlo ricevuto e valutato, un giudizio che misuri la soddisfazione e quindi l’affidabilità di chi ha fornito tale soluzione. Ciò ha lo scopo di organizzare le richieste in modo equo ed efficientista, ossia non solo dando evidenza del prestigio dei vari “solutori di problemi”, ma fornendo anche un forte incentivo a prestare l’aiuto a propria volta in modo da alzare il proprio prestigio interno alla comunità. Per far ciò in modo fruttuoso, occorre concepire un sistema in grado di “pesare e mostrare” con chiarezza i meriti (o demeriti) degli individui e dei gruppi in base non solo ad un voto sintetico d’affidabilità, ma anche ad un vero e proprio curriculum che evidenzi più parametri “interessanti” come, ad esempio, le richieste d’aiuto esplicite che quel particolare gruppo od individuo ha ricevuto, le richieste evase con successo, le tempistiche, il grado di difficoltà dei compiti svolti, le eventuali onorificenze, ecc… L’idea è quella di organizzare tutte queste informazioni in modo semplice e sintetico come avverrebbe in un videogioco. Le informazioni sarebbero scritte dal sistema che gestisce la comunità del catalizzatore su una sorta di curriculum vitae pubblico. Ogni utente o gruppo censito nel sistema avrebbe un suo personale curriculum in costante aggiornamento. L’identità personale dei singoli individui può essere mantenuta, ma non la loro storia all’interno della comunità in termini di comportamenti e risultati ottenuti. Il sistema dovrebbe essere concepito in modo da impedire (o per lo meno rendere difficoltoso) iscrizioni multiple con conseguenti identità multiple volte a scavalcare tale monitoraggio pubblico così da poter adottare comportamenti scorretti senza conseguenze.

L’idea qui esposta è solo una bozza. Andrebbero stabilite regole che ripartiscano i meriti guadagnati dai gruppi tra l’organizzazione del gruppo in quanto tale e gli individui che lo compongono. Andrebbero precisati e stabiliti un sacco di regole più o meno importanti. Quanto fin qui detto, tuttavia, può dare un’idea del concetto di fondo: ogni individuo o gruppo può scegliere liberamente il grado di anonimato che preferisce venga mantenuto all’interno della comunità, ma non può e non deve in alcun modo sottrarsi alle responsabilità dei propri comportamenti tenuti.

Può sembrare un’idea confusa e complicata, persino superflua, ma non lo è.

Il mondo videoludico ha inequivocabilmente dimostrato che le persone sono disposte a cimentarsi con qualsiasi tipo di sfida e rompicapo quando giocano. Le ricompense di tali “fatiche” non sono solo il mero raggiungimento di un preciso obiettivo, ma anche e soprattutto la costruzione di un’epica personale che motiva costantemente il giocatore. Quando le persone giocano, ogni difficoltà è vista come un premio da ghermire per scalare le vette dell’autocelebrazione. Un curriculum vitae sintetico, tanto più se arricchito di “titoli” ed orpelli vari che stabiliscano differenziazioni, paragoni, onorificenze et similia (l’universo dei videogiochi può insegnare moltissimo a tal proposito), svolgerebbe così un doppio compito:

- Da un lato motiverebbe gruppi ed individui a prestare aiuti concreti ed efficaci per creare un immagine di sé “SUPER”, vincente e giocoso.

- Dall’altro lato consentirebbe di creare un sistema di autoregolazione interna, una sorta di mercato degli scambi di aiuti, che faccia progredire la comunità nei vari obiettivi che ogni sua parte si è posta. Un sistema privo di organi centrali corruttibili o che possano nel tempo scatenare guerre interne di potere.

A questo punto viene la seconda ed ultima idea del Panda, per dare un filo logico e coerente ai vari progetti ed obiettivi nati internamente alla comunità che popolerà il catalizzatore, serve una sorta di cultura di fondo, di visione condivisa che si autoalimenti, evolva e si perfezioni nel tempo. Serve quindi una sorta di democrazia interna che stabilisca i macro compiti ed i macro obiettivi, ma anche eventuali standard e regole interne di convivenza e moderazione. Questa democrazia sarebbe ovviamente a partecipazione diretta (a che serve Internet se non lo si sfrutta un po’). Analogamente al sistema di feedback incentivanti, anche la cultura interna dell’intera comunità dovrebbe svolgere un doppio compito:

- Da un lato dovrebbe mantenere coesa, coerente e concentrata la comunità e le sue attività, in modo da non perdere mai di vista l’obiettivo finale: una Singolarità Tecnologica Amichevole da donare a questo mondo malato.

- Dall’altro lato dovrebbe però anche creare senso d’appartenenza, fornire un sostegno pratico e “morale”, una casa accogliente in cui sia bello vivere e lavorare divertendosi e migliorandosi. Studi scientifici hanno dimostrato che la felicità è influenzata dal senso di appartenenza ad una comunità e alla qualità di tale rapporto. Visto che l’idea base su cui si sostiene l’intera l’ipotesi di poter giungere alla Singolarità tramite via sociale è che Internet sia un entità dualistica fatta sì di computer, software ed informazioni, ma fatta anche di persone in carne ed ossa, è evidente che per massimizzare le potenzialità di Internet non bastano tecnologie ed informazioni sempre migliori e più potenti, ma anche persone sempre migliori e potenti. Senza la felicità degli utenti che prenderanno volontariamente parte al progetto del catalizzatore non sarà possibile massimizzare il sistema nel suo complesso. Una società equa, paritaria, solidale, tollerante è possibile. In Internet, in un ambiente protetto ed appositamente progettato a tal fine, senza complicazioni legati ad avidità monetarie, né sovrastrutture di potere, la cosa dovrebbe essere non solo possibile, ma persino facile. Non stiamo parlando di un’Utopia, ma semplicemente di una comunità unita e relativamente felice, una comunità che cura questi aspetti come prioritari al pari delle finalità ultime che si è prestabilita: la creazione consapevole di una seed-AI su Internet che sia in grado di originare in tempi accettabilmente contenuti una Singolarità Tecnologica Amichevole che possa letteralmente salvare il pianeta dalla massa di problemi catastrofici di cui noi, omini sapiens, l’abbiamo ricoperto.


Buon futuro a tutti dal Panda

Nessun commento:

Posta un commento