Come si può vedere, Internet non è solo software, e-commerce, curiosità, informazione e creatività. Internet è anche concretezza allo stato puro. Da questo punto di vista c’è ancora tanto da fare, ma un eccellente esempio di ciò di cui sta parlando il vostro affezionato Panda, lo potete vedere con i vostri stessi occhi nel video qui sopra tratto dal sito di Open Source Ecology (sottotitolato anche in italiano).
Di che si tratta?...
Open Source Ecology è una piattaforma wiki online che raggruppa gli sforzi collettivi della sua comunità per la progettazione, la prototipizzazione e la libera diffusione di macchinari indispensabili per la vita moderna, ma razionali e sostenibili. Per “razionali e sostenibili” si deve intendere macchinari non progettati per l’obsolescenza programmata (come invece accade per i prodotti commerciali), non soggetti a diritti d’autore repressivi (approccio Open Source), facili da costruire e mantenere in efficienza (quindi modulari ed adatti al fai-da-te), provenienti da materiali riciclati e locali ed infine (ma non per importanza) con costi di creazione e manutenzioni pari solo ad una piccola frazione rispetto agli equivalenti prodotti commerciali. L’ottica, come si diceva, è quella dell’autocostruzione e del fai-da-te, quindi Open Source Ecology fornisce non solo i progetti, ma anche video didattici e piani economici di sostegno per la realizzazione pratica d’ogni sua macchina messa a disposizione.
L’obbiettivo strategico da raggiungere è quello di creare (grazie al lavoro collaborativo garantito principalmente dalla piattaforma wiki) una sorta di kit base di macchine (a disposizione di tutti), per poter creare e mantenere piccole comunità ecologiche con standard di vita moderni. Il progetto, si badi bene, pur guardando anche all’emancipazione tecnologica dei paesi del terzo mondo, è stato creato ad agricoltori, costruttori ed imprenditori americani, quindi si rivolge tanto ad una platea che idealmente abbraccia tutto il mondo.
La cosa che ha colpito molto il vostro affezionato Panda è che l’esperienza di Open Source Ecology si è rapidamente “contaminata” con quella della permacultura e con l’esperienza dell’architettura ecologica fai da te di Earthship. Gli obiettivi di Open Source Ecology (in sintesi maggior efficienza, economicità, equità, autosufficienza nonchè sostenibilità ambientale) sono certamente molto ambiziosi, ma la cosa più stupefacente è che, visto la sua attuale forte espansione, paiono obiettivi alla portata persino nel giro di pochi anni.
Open Source Ecology è un esempio eccellente dell’espansione della mentalità open source (tradizionalmente legata al mondo del software) nell’ambito dell’hardware, ma non è certamente l’unico esempio. Vi sono altre realtà estremamente interessanti, anche di tipo imprenditoriale, alcune delle quali molto più vicine di quel che si credi. Mi riferisco in primis a quel capolavoro d’ingegno tutto italiano che è il caso di Arduino, una piattaforma hardware può essere utilizzata per lo sviluppo dei più disparati oggetti interattivi. Benchè Arduino sia generalmente distribuito dai suoi creatori in versione pre-assemblata, in vendita in Internet ed in negozi specializzati, le informazioni sul suo progetto hardware sono rese disponibili a tutti in modo. In altre parole, chiunque lo desideri, può legalmente costruirsi un clone o una versione modificata di Arduino.
La commistione tra cultura ecologista, tecnica, imprenditoriale e l’open source in Internet rappresenta una miscela esplosiva, la cui deflagrazione e successiva maturità comporterà un mondo più vario, bello, ricco, giusto e pulito. Sarebbe auspicabile quindi che fosse concesso più spazio dal mondo non solo dell’informazione, ma anche della cultura, a questo nuovo tipo di esperienze. Questo vale soprattutto per realtà culturalmente arretrate ed economicamente depresse come quella italiana.
Buon futuro (e presente) a voi tutti dal Panda.
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