Oggi il vostro affezionato Panda parlerà di nepotismo, ossia della tendenza, da parte dei detentori di specifici poteri, a favorire i propri parenti a causa della loro relazione familiare, senza tener conto delle loro reali abilità e competenze. Il ragionamento riguarderà il fenomeno non su un piano astratto, ma calato nella realtà italiana, quindi, col termine nepotismo, si dovrà qui intendere per estensione anche il clientelismo, la corruzione ed i favoritismi illeciti di ogni genere e tipo che tanto ci ammorbano la vita.
Sosteneva il buon John Stuart Mill che “dovunque non vi è concorrenza, vi è monopolio” ed aggiungeva poi che” il monopolio in tutte le sue forme, è una tassazione sugli uomini attivi per il mantenimento dell’indolenza, se non della ruberia”. Da bravo pensatore ottocentesco ci aveva visto piuttosto bene, non trovate? Questo pensiero merita d'essere valutato attentamente...
Ora se il nepotismo di italica ed attualissima fattura è per antonomasia l’illecita eliminazione della concorrenza, si può concludere che i sudditi d’Italia sopravvivono a stento tra gli interstizi degli ingranaggi ben oleati dei tanti “amabili” monopoli che incrostano la loro società, economia e politica. La corruzione dilagante tra politici e funzionari, ad esempio, altro non è che il frutto più in vista di tale sistema malato. Il sistema è infettato a tutti i livelli e in tutti gli ambiti: dalla politica alla sanità, dal mondo accademico al giornalismo, dal mondo del lavoro a quello dello spettacolo. Da questa vastità di corrotti e corruttori, procedendo col pensiero di Mill, si può quindi dedurre che, in Italia, chi lavora o è disposto a farlo (gli “uomini attivi”, siano essi politici, giudici, maestri, ricercatori scientifici o latro poco importa) è letteralmente in balia di un’infinita ed agguerrita schiera di indolenti e ladri. Questa triste situazione, benché generalmente non analizzata razionalmente nè misurata adeguatamente, viene tuttavia ben percepita visceralmente dai sudditi d’Italia.
Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, va detto che questa sensazione è decisamente un male. E’ un male perché questo atteggiamento di pancia spinge i sudditi italici ad abbracciare il cinismo e a sposare gli stessi metodi nepotismo. E’ un male perché favorisce lo sconforto e con esso l’inattività, ingessando ancor più il sistema. E’ un male anche e soprattutto perché, quei pochi posti di potere non ancora contagiati da questo odioso sistema clientelare sono travolti anch’essi dalla valanga di fango smossa dalla mentalità del “così fan tutti” che molto spesso accompagna tale atteggiamento di pancia. L’interpretazione dei mali d’Italia che ne deriva finisce così per indebolire, isolare ed attaccare proprio quei pochi che tentano di resistere all’assalto degli “indolenti” anziché gli “indolenti” stessi. Va poi aggiunto che, gli “indolenti” non stanno a guardare. A scapito della loro nomea, sono assai attivi nel contrastare gli onesti che si oppongono ai loro monopoli. Il complottare ed il calunniare sono, alla fin fine, attività che richiedono un assai limitato sforzo ed è quindi ovvio che figurino tra le attività preferite da ladri ed indolenti. Neppure il più indolente degli indolenti si sognerebbe di sottrarsi alla pregiata arte della calunia. La strategia più economica ed efficace attuata da questi “simpatici” parasiti è quindi quella di travolgere e sommergere tutti e tutto con una bella montagna di fango. Poco importa che il fango coinvolga anche loro stessi, l’importante è che ricopra per bene tutti. L’importante è che nessuno sia messo in grado fare facili distinzioni tra chi è ladro e chi no. L'importante è fiaccare la capacità di indignarsi. Il fango è il miglior amico dei buoni a nulla. Quando il fango sommerge ogni cosa, infatti, basta il sospetto per delegittimare un onesto ed assolvere un disonesto. A cosa serve al mariuolo di turno faticare tanto per tener nascoste le proprie “marachelle” quando chi lo dovrebbe giudicare affoga nel cinismo? Perché faticare a tentar di occultare o di difendersi quando al mariuolo basta dire “così fan tutti”?
Roberto Saviano l’ha chiamata “la macchina del fango”. E’ una definizione quasi perfetta. Il vostro affezionato Panda precisa “quasi” perché, in tutta onestà, lui stesso ha fin qui parlato di “fango”, ma la parola più appropriata sarebbe un’altra. Una parola che richiama l’idea di qualcosa assai simile al fango per valore, consistenza e colore, ma assai più maleodorante.Una parola sporca e sgradevole che ben rappresenta ciò in cui noi tutti siamo immersi fino al collo.
Come ci si difende da questo po’ po’ di roba?
Semplice, basta avere un pizzico di memoria. Pare poca cosa, ma grazie ad un po' di memoria si è in grado di attribuire, a distanza di tempo, le affermazioni ed i fatti, belli o brutti che siano, alle giuste persone e questo, nel caos di questi tempi, poco non è di certo. Chi è al potere lo chiama “fare dossieraggio” e di solito lo fa con mezzi illeciti ed abnormi, con l’unico scopo di alimentare la macchina del fango e del ricatto (si pensi ad esempio allo scandalo Telecom di pochi anni fa). Chi impedisce però, a chi il potere non lo ha per niente, di fare altrettanto, ma in modo del tutto lecito e trasparente? Non serve carpire chissà quali segreti, non servono servizi segreti e microspie, serve solo avere buona memoria, citare le fonti (pubbliche “of course”), incrociarle e verificare il tutto a distanza di qualche giorno, mese o anno. Questo tipo sano di dossieraggio permette senz’altro di fare, almeno ex-post, delle belle distinzioni e quindi di isolare le famose “mele marce” da quelle mature e polpose. Inoltre questa attività trasforma chi l'esegue da ascoltatore passivo di notizie spesso incontrollabili ad ascoltatore attivo ed attento alle incoerenze. Se fosse fatto in modo estensivo, sarebbe persino possibile disarmare l'intera macchina del “fango” rendendola inutile. Sarebbe possibile, di conseguenza, restituire il merito a chi si è comportato bene ed il biasimo a chi non lo ha fatto, giungendo infine a schiacciare il nepotismo in quanto sistema. Un sano dossieraggio diffuso permetterebbe inoltre di avere una memoria storica almeno in parte condivisa e quindi faciliterebbe la coesione e la collaborazione. Permetterebbe di fare discorsi supportati dai fatti e non dalle pure opinioni (giuste o meno che siano). Isolerebbe gli strilli di chi non ha nulla da dire e tanto da far dimenticare. Tutto questo, se trasformato in realtà, per i sudditi italiani, avrebbe delle conseguenze inimmaginabili. Si potrebbe persino giungere un giorno a tornare ad essere cittadini! Alla lunga, date le dimensioni astronomiche del carico di ingiustizie, inefficienze, corruzione ed estorsioni da cui sarebbero sgravati gli attuali sudditi sarebbe possibile di nuovo alzare la testa come di fatto si addice ad un vero cittadino. I vantaggi sarebbero molto più che morali e civili, sarebbero economici! E, con la crisi che c'è oggigiorno, il vostro affezionato Panda non si vergogna d'essere un po' materialista. Certo, per ottenere tutto questo, serve un minimo di impegno e costanza, ma non è ben meglio faticare prima che lamentarsi poi?
Nell’era di Internet e dei pc domestici a portata di tutti, far dossieraggio “sociale” non è poi questa gran cosa. Più che altro serve un po’ di pazienza, ma si sa la pazienza è la virtù dei forti. Inoltre, come ci rammenta un altro celebre detto: “l’unione fa la forza”. Perché non unire quindi le due cose (Internet e la collaborazione) ed organizzarsi per una sorta di dossieraggio di massa? Una sorta di Wikileaks made in Italy, in cui gli unici segreti svelati sono quelli creati dal tempo, ovvero dalla dimenticanza e dall’oblio, sarebbe una vera e propria manna dal cielo. Sarebbe il terrore degli “opinionisti” di regime. Sarebbe lo spauracchio delle sparate da campagna elettorale. Sarebbe il castigatore del giornalismo lobbyzato e prezzolato al servizio del potente di turno. Sarebbe il castigatore dei tanti “passati in giudicato” che se la cavano tra il marasma del “nessuno può dare lezioni morali” e del “scurdammoce ‘o passato”. Inoltre nessun potente in smania di censura potrebbe appellarsi a segreti di stato, all’alto tradimento o a menate varie sulla privacy per zittir il tutto.
Buon dossieraggio a tutti dal Panda.
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