domenica 10 aprile 2011
Le Good News per un futuro radioso
In questo brevissimo video, Daniel Nocera, che ha guidato il team di ricerca del MIT che ha annunciato la creazione di un processo di fotosintesi artificiale economicamente allettante, spiega in poche parole la sua scoperta. A differenza del solare fotovoltaico e di quello termico, la fotosintesi estrae energia dalla luce solare per via chimica. Come il professor Nocera ha riconosciuto, la prima "foglia artificiale" è stata sviluppata più di dieci anni fa da John Turner della National Renewable Energy Laboratory di Boulder. Già la fotosintesi artificiale di Turner mostrava una buona efficienza energetica, ma a costi improponibili. La grande notità apportata dal team del MIT, infatti, è che non c'è più bisogno di far ricorso a metalli rari e molto costosi come in precedenza. Il dispositivo creato dal team di Nocera utilizza, per accelerare le reazioni chimiche, dei catalizzatori in nichel e cobalto che non rappresentano una spesa proibitiva. Questa foglia artificiale, delle dimensioni approssimative di una carta da gioco, scinde l'acqua in idrogeno ed ossigeno in un processo che, dal punto di vista energetico, risulta circa 10 volte più efficiente di una foglia naturale. Per il professor Nocera la sua foglia artificiale rappresenterebbe "una svolta epocale in particolare come fonte economica di energia elettrica nelle case rurali dei Paesi in via di sviluppo". Per il professore basterebbe un piccolo impianto e circa quattro littri d'acqua al giorno per donare l'autosufficienza energetica alle case dei paesi del terzo mondo.
Si tratta di una tecnologia recentissima e solo il futuro potrà stabilire se l'ottimismo sfoggiato dal MIT sia ben riposto. Fatto sta che il colosso industriale indiano della Tata Group, fiutando l'affare, si è già accordata per la realizzazione di una piccola centrale elettrica basata proprio sulla foglia artificiale di Nocera.
Non è finita qui...
Questa bella notizia va ad aggiungersi ad una lunga sequela di notizie che spaziano dai forti miglioramenti apportati alla tecnologia delle celle a combustibile alla creazione di batterie sempre più efficienti, all'invenzione di ultracondensatori, da carburanti sintetizzati dall'idrogeno a nuove prospettive di sviluppo sul solare a concentrazione fino a progressi nella costruzione di nanoantenne solari dai rendimenti energetici stratosferici, dalle tecnologie industriali per il rifornimento di auto elettriche alla creazione di reti di trsmissione dell'elettricità espressamente create per supportare le energie rinnovabili. Insomma, non solo l'energia solare, non solo le energie rinnovabili in generale, ma persino tutte quelle le tecnologie ad esse collegate quali l'accumulo d'energia ed i trasporti ecologici, a detta dell'intera comunità scentifica mondiale offrono possibilità di sviluppo quasi illimitate. La lentezza con cui il sistema politico recepisce da un lato l'urgenza di arrestare i cambiamenti climatici, il picco del petrolio, la sovrapopolazione e la perdita di biodiversità e dall'altro lato l'indulgenza e la mitezza con cui lo stesso sistema politico pare sopportare le più cocenti delusioni tecnologiche riguardanti le fonti tradizionali (disastro petrolifero del Golfo del Messico firmato BP e disastro nucleare nipponico targato Tepco in primis) lasciano sbigottiti. Si fa fatica a non concordare con il premio Nobel Carlo Rubbia quando, ormai diversi anni fa, disse con amarezza che il problema energetico non è un problema tecnologico, ma esclusivamente politico. Quel che manca, a differenza di quanto sostengono i soliti noti, non sono nè le tecnologie, nè le prospettive di ricerca, nè le possibilità di sviluppo. Manca solo la volontà di cambiare.
Mentre l'MIT, Carlo Rubbia e tanti altri sfornano soluzioni a getto continuo altri fanno finta di non vederli e continuano a parlare di "Nucleare sicuro", "Carbone Verde", "nuove tecnologie di trivellazione", "sabbie bituminose", "cattura della CO2", "biocarburanti" (di vecchia generazione quali quelli derivati dalla soia o dalla canna da zucchero", ecc...
A questa "elité" politica mondiale, il vostro affezionato Panda rivolge una semplicissima domanda: ma ci fate o ci siete? Forse parrà una domanda irriguardosa, ma visto quel che noi tutti rischiamo (l'uragano Katrina, il Golfo del Messico e Fukushima non sono altro che tiepidi assaggi), la domanda è di una gentilezza infinita.
Il Panda augura a tutti noi un radioso futuro.
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