Quante volte, chi si occupa di picco del petrolio, si è sentito controbattere dal campo avverso che, se anche fosse vero che il petrolio a basso prezzo sia ormai agli sgoccioli, non ci sarebbero comunque problemi veramente catastrofici dato che abbiamo gas e carbone in abbondanza, addirittura per centinaia di anni?
Il discorso non regge. Per renderlo vagamente accettabile bisognerebbe, infatti, ignorare il fatto che è praticamente impensabile riconvertire dall’oggi al domani tutta l’agricoltura, i trasporti e l’industria attualmente basati sul petrolio ed i suoi derivati. Non solo, bisognerebbe anche ignorare del tutto i costi stratosferici dell’aggravamento dei cambiamenti climatici (costi non solo umani e monetari, ma anche energetici). Bisognerebbe inoltre ignorare del tutto il trend della domanda di energia a livello mondiale (che non è e non è mai stato rettilineo). Il discorso non regge inoltre perché, ad esempio, fino a poco tempo fa, si diceva anche che il nucleare ci avrebbe salvato, dando per scontata una vastissima disponibilità di combustibile fissile per centrali nucleari attuali e future, salvo poi scoprire che la carenza di combustibile fissile già anni fa era tale da costringere Usa e Russia a smantellare una cospicua fetta dei loro arsenali missilistici pur di garantire i rifornimenti alle attuali centrali nucleari. Il discorso rassicurante su gas e carbone, infine, non regge per lo stesso motivo per cui le ottimistiche previsioni sull’estrazione di petrolio si sono rivelate clamorosamente errate, ossia, in primis, il fatto che le stime delle riserve sono completamente inattendibili e gonfiate al rialzo, poiché provengono esclusivamente da chi produce tali commodities. E' un po' come chiedere ai boscaioli dati attendibili sul consumo di legna e sullo stato di disboscamento delle foreste, oppure credere che i boscaioli, dinnanzi a tali sollecitazioni, possano rispondere: "Eh sì, siamo messi male, anzi malissimo. Cambiate subito le vostre vecchie stufe a legna finché siete in tempo e sbrigatevi a farlo, prima che il prezzo della legna da ardere schizzi alle stelle! Non preoccupatevi se noi rimarremo disoccupati, preoccupatevi solo di non rimanere al freddo e dell'integrità delle foreste".
Di carbone e gas (o shale gas) ce n’è a non finire? Per secoli ancora? Sicuri?
Per chi “sicuro sicuro” non lo è, ma anche e soprattutto per chi non teme di mettere le proprie convinzioni alla prova, ecco un interessantissimo e semplice articolo (vedi qui). Meglio un futuro verde piuttosto che uno nero, in tutti i sensi, quindi...
Il discorso non regge. Per renderlo vagamente accettabile bisognerebbe, infatti, ignorare il fatto che è praticamente impensabile riconvertire dall’oggi al domani tutta l’agricoltura, i trasporti e l’industria attualmente basati sul petrolio ed i suoi derivati. Non solo, bisognerebbe anche ignorare del tutto i costi stratosferici dell’aggravamento dei cambiamenti climatici (costi non solo umani e monetari, ma anche energetici). Bisognerebbe inoltre ignorare del tutto il trend della domanda di energia a livello mondiale (che non è e non è mai stato rettilineo). Il discorso non regge inoltre perché, ad esempio, fino a poco tempo fa, si diceva anche che il nucleare ci avrebbe salvato, dando per scontata una vastissima disponibilità di combustibile fissile per centrali nucleari attuali e future, salvo poi scoprire che la carenza di combustibile fissile già anni fa era tale da costringere Usa e Russia a smantellare una cospicua fetta dei loro arsenali missilistici pur di garantire i rifornimenti alle attuali centrali nucleari. Il discorso rassicurante su gas e carbone, infine, non regge per lo stesso motivo per cui le ottimistiche previsioni sull’estrazione di petrolio si sono rivelate clamorosamente errate, ossia, in primis, il fatto che le stime delle riserve sono completamente inattendibili e gonfiate al rialzo, poiché provengono esclusivamente da chi produce tali commodities. E' un po' come chiedere ai boscaioli dati attendibili sul consumo di legna e sullo stato di disboscamento delle foreste, oppure credere che i boscaioli, dinnanzi a tali sollecitazioni, possano rispondere: "Eh sì, siamo messi male, anzi malissimo. Cambiate subito le vostre vecchie stufe a legna finché siete in tempo e sbrigatevi a farlo, prima che il prezzo della legna da ardere schizzi alle stelle! Non preoccupatevi se noi rimarremo disoccupati, preoccupatevi solo di non rimanere al freddo e dell'integrità delle foreste".
Di carbone e gas (o shale gas) ce n’è a non finire? Per secoli ancora? Sicuri?
Per chi “sicuro sicuro” non lo è, ma anche e soprattutto per chi non teme di mettere le proprie convinzioni alla prova, ecco un interessantissimo e semplice articolo (vedi qui). Meglio un futuro verde piuttosto che uno nero, in tutti i sensi, quindi...
...Buon futuro a tutti dal Panda
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