giovedì 26 gennaio 2012

Fukushima 2012: la realtà torna a galla

La reale gravità dell’incidente nucleare ai reattori della centrale Fukushima Dai-ichi, avvenuto a seguito del terremoto/maremoto del 11 marzo 2011, incomincia a trapelare solo ora attraverso documenti ufficiali. Nonostante la gestione “catastrofica” delle informazioni da parte sia della TEPCO sia del governo nipponico, anche qui in Italia si sono levate non poche voci a favore della presunta sicurezza di tali impianti. Il ragionamento era: vedete, anche dinnanzi allo scenario peggiore, non ci sono stati morti, quindi finiamola di dire che il nucleare è pericoloso. Inutile ragionare su cosa sia il MOX e sul suo grado di pericolosità. Inutile parlare di studi epidemiologici e di effetti a lungo termine dell’esposizione di milioni di persone alle radiazioni. Inutile persino parlare delle catastrofiche conseguenze della possibile contaminazione delle falde acquifere. Occhio non vede cuore non duole vince su qualsiasi altra considerazione.

Anche se aggiunge poco a quanto già si supponeva, l’uscita di documenti riservati in merito all’accaduto va ad incidere proprio in quel senso. Perché un documento ufficiale non è come una statistica o uno studio epidemiologico: lo puoi vedere, toccare e persino comprendere senza essere un analista, un ingegnere specializzato od un fisico nucleare. Ed ecco quel che si è venuto ora a sapere…

…mentre il governo giapponese emanava comunicati rassicuranti, si stava segretamente preparando a questo tipo di scenari: vedi qui. Il vostro affezionato Panda ritiene che la notizia si commenti da sola ed aggiunge solo che pare veramente incredibile il sostanziale silenzio della stampa internazionale su una vicenda tanto grave e grottesca. La superficialità con cui le informazioni in merito al disastro sono state (e sono tuttora) trattate, sottovalutate o taciute del tutto (anche fuori dal Giappone) fa pensare molto male della professionalità giornalistica e politica (nel suo complesso) e molto “bene” del potere apparentemente assoluto di determinate lobby.

Non permettiamo che disastri come quelli di Bhopal, della Deepwater Horizon o di Fukushima siano il seme da cui nascerà il futuro che ci attende. Possono sembrare nomi esotici, posti lontani nel tempo e nello spazio, ma il mondo è troppo piccolo per restare indifferente (o smemorato) come ha fatto finora. Davvero troppo piccolo.


Buon futuro a tutti dal Panda

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