domenica 27 marzo 2011

Desertec e la "Fukushima" del 2007



Ecco una valida dimostrazione del perchè un filmato vecchio fa buon brodo. In questo breve video (in italiano) un relatore del Convegno organizzato dal Kyoto Club (tenutosi il 16 Luglio 2009 a Roma) parla delle prospettive delle rinnovabili a confronto con i combustibili fossili ed il nucleare. Ormai siamo nel 2011! Che ci sarà mai di interessante in un filmato di quasi 2 anni fa? Anche il vostro affezionato Panda in effetti stava ascoltandosi il video piuttosto distrattamente, quando una parolina magica ha attratto la sua curiosità. Quella parolina, scandita distintamente dal relatore, era...

...Tepco!
Tepco? Quella Tepco lì che, in questi giorni, da "brava" compagnia privata, sta gestendo (molto male) questo po' po' di disastro nipponico in salsa nucleare a causa dei guai ai 6 reattori (su 10) della sua centrale atomica a Fukushima?

Eh sì! Proprio quella! La Tokyo Electic Power (alias Tepco).

Ascoltando la relazione del video quel che oggi non si può far meno di notare è che già nel 2009 si parlasse (per lo meno negli ambienti ben informati) dei disastri che tale società privata aveva già allora combinato. Facciamo mente locale: il relatore del video parla nel 2009, ma, riferendosi in modo molto critico al "presunto" Rinascimento Nucleare tanto sbandierato già allora dai sostenitori dell'energia nucleare, cita dati del 2007 e del 2008. In particolare il relatore faceva notare come, sia nel 2007 sia nel 2008, la produzione di elettricità tramite nucleare anzichè aumentare fosse diminuita. Diminuita?

Sì, diminuita a causa del "pensionamento" di diverse vecchie centrali non sostituite (chissà perché se il nucleare è questo gran affarone). Diminuita però anche a causa di un grosso incidente nucleare. Quale? Quello accoduto ad una centrale nucleare giapponese. Non una centrale nucleare qualsiasi, bensì l'allora centrale più grande del mondo. Ebbene quella centrale giapponese fu chiusa a seguito di un terremoto nel luglio 2007!!! La Tepco, che gestiva quella centrale, continua il relatore, a seguito di quella chiusura forzata ha perso qualcosa come 10 miliardi di euro, ossia l'equivalente della costruzione di due centrali nucleari. Come riportato anche dal Sole24Ore, infatti, nel luglio del 2007 un terremoto di "soli" 6,8 gradi della scala Richter bastò a mandare in avaria la centrale Kashiwazaki Kariwa (che per l'appunto era la più grande centrale atomica del mondo) con conseguente sversamento di 1000 litri di acqua contaminata da sostanze radioattive. Seguì una chiusura di due anni della centrale in questione, chiusura che, nonostante l'imponente portafoglio di centrali elettriche della Tepco, bastò da sola a trascinare la Tepco per ben due anni in profondo rosso. Dalle indagini fatte in quella circostanza emerse che la centrale nucleare più grande del mondo era stata costruita direttamente sopra una faglia sismica attiva, ma poteva reggere una scossa pari solo alla metà di quella subita (cioè "appena" 6,8 gradi Richter). Consideranto che le scosse di assestamento del terremoto che ha provocato questo disastro sono state sopra i 7 gradi Richter, c'è di che riflettere su come siano costruite e progettate le centrali. Come se tutto questo non bastasse la Tepco in questione è la stessa che, pochi anni prima, aveva visto dimettersi i suoi vertici per "l'inezia" di aver falsificato per appena 15 anni i rapporti sulla sicurezza delle centrali. Cosa voui che sia! E stiamo parlando del Giappone, non di Napoli.

Vabbè la Tepco è una ciofa e allora? Allora, dopo tutto questo, la politica italiana e quella internazionale fanno ancora finta di cadere dalle nuvole. Un disastro imprevedibile? Ma questa cos'è, politica o cabaret? Se fosse cabaret non farebbe ridere neppure un po' e i giapponesi che già hanno dovuto subire due esplosioni nucleari, nei prossimi anni avranno assai poco da ridere grazie alla Tepco. La politica internazionale ce la ritroviamo lì a fare la parte di quello che si stupisce e scandalizza e dice "ma allora forse dovremmo ripensarci un po' sopra ancora un pochino". Quella italiana, in un primo momento, ha perfino avuto l'arroganza di dire che avrebbe tirato dritto per la sua strada, una strada nucleare ovviamente.

Ma non è finita qui, c'è un altro "fronte" della questione, un fronte meno noto, un fronte africano. Si sa che tutti i paesi del nord Africa sono in subbuglio per le insostenibili condizioni economiche cui le loro giovani popolazioni sono sottoposte da regimmi corrotti. Desertec, ossia il megaprogetto da 400 miliardi di euro che vuole trasformare il Sahara in una distesa di pannelli solari e pale eoliche per rifornire tutto il bacino del mediterraneo (Europa compresa) di energia pulita, avrebbe come effetto secondario quello di creare milioni di posti di lavoro nonché acqua dolce in abbondanza proprio in nord Africa.

Ebbene, nonostante i fatti del Maghreb e la guerra il Libbia, nonostante il picco del petrolio, nonostante il surriscaldamento globale, nonostante Three Mile Island, Černobyl' ed i misfatti nucleari di militari e scietà private come la Tepco, nonostante Fukushima e tutti gli altri incidenti nucleari, nonostante i rischi terroristici legati a possibili bombe sporche tanto sbandierati un tempo ed ora rimossi, nonostante nessuno abbia mai trovato una vera soluzione alle scorie nucleari, nonostante il MOX e i gravi rischi che comporta, nonostante tutto questo e tanto tanto altro ancora, la politica oggi (o, se ci va bene, fra un anno) è ancora intenta a domandarsi con fare pensante se dovremmo oppure no usare soldi pubblici per sostenere e finanziare generosamente le aziende private che operano nel settore nucleare, ma, la stessa politica non accenna neppure per sbaglio a progetti come Desertec. Non li cita mai. Non si muove concretamente e pubblicamente per farli decollare alla velocità della luce. Non fa nemmeno divulgazione in merito.

Tenendo presente questo quadretto, il Panda vi porge questa domanda irrisolta: ma secondo voi, questi politicanti del c#@zo ci sono o ci fanno? Forse sono già dei mutanti con una logica tutta loro che nulla ha a che fare con la nostra. Forse non sono poi tanto stupidi, ma sperano ardentemente che noi lo si sia. Forse seguono il dio denaro con la stessa passione con cui un tossico segue una striscia di coca. "Forse" si fanno di coca. Forse sarebbero pronti a dar fuoco alla loro nonna per un barile di petrolio. Forse sarebbero pronti a fare solo Dio sa cosa alla nonnina per un po' di MOX. Forse...

Forse è ora che iniziamo tutti quanti a pretendere qualcosa di meglio di questa cosiddetta real politik che di reale non ha nulla e che, al posto dei pur discutibili affari di stato di una volta, ora si occupa solo ed esclusivamente di affari, grandi, grandissimi affari privati. Che se la tengano loro questa real politik del c#@zo, tanto rassicurante quanto inaffidabile, amica di tutti i più feroci dittatori e guerrafondaia fino al ridicolo, schiava delle multinazionali, dei grandi gruppi bancari, dei servizi segreti deviati, pronta a passare da un ridicolo baciamano al lancio di un missile cruise come se nulla fosse, pronta a giocarsi la salute di milioni di persone ed il futuro del pianeta alla roulette. Questa sottospecie di politica moderna non ha nulla nemmeno del pragmatismo macchiavelliano di una volta, è solo raggiro pubblico istituzionalizzato. Questa real politik del c#@zo non scende mai a compromessi, semplicemente perché non ha nessun valore da compromettere: tutto quel che fa e dice, lo fa e dice per servire al meglio delle sue possibilità i poteri forti (gruppi di pressioni e lobby facenti capo alle industrie militari, ai grandi gruppi finanziari e bancari, ai petrolieri).

Nei prossimi anni e decenni, in Giappone e nel resto del mondo, aumenteranno tumori e leucemie (anche infantili ovviamente) "grazie" a Fukushima. Non si dica che il Panda è volgare se scrive "real politik del c#@zo", perché, di fronte a un bambino che muore tra atroci sofferenze o ad uno che nasce orribilmente deformato, è molto ma molto più volgare ed inaccettabile l'ipocrisia untuosa e radioattiva di questa real politik.

A giugno, col referendum sul nucleare, facciamoci sentire tutti quanti insieme.


Buon futuro a voi tutti dal Panda

2 commenti:

  1. bisogna fare come i tedeschi: alla sola parola "nucleare" togliere il voto a chiunque la pronunci!!

    Al voto in massa a Giugno... senza dimenticare!

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  2. Il vostro affezionato Panda sottoscrive in pieno gli appelli dell'amico anonimo. Sia quello a togliere il voto a chiunque (e ripeto chiunque) riproponga il nucleare sia ad appore un voto molto netto e chiaro a giugno per il referendum contro il nucleare.
    Questa volta facciamogli arrivare il messaggio ben forte e chiaro.


    Un saluto a tutti dal Panda

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