Nel video qua sopra Rachel Botsman spiega le virtù e la potenza del consumo collaborativo.
Nel video qui sopra Yochai Benkler parla invece dell'economia open-source e dei suoi vantaggi.
Ecco qui sotto, infine, Howard Rheingold che parla della collaborazione e della necessità di studiarla a fondo.
A questo punto forse qualcuno di voi si domanderà cosa cavolo centrano le api con questi 3 video-gioiellini esposti. Vediamo un po'...
…cosa li accomuna? Tutti e tre i video parlano di collaborazione. Tutti e tre i filmati inoltre provengono da TED che consente a chiunque abbia un sito od un blog di mostrarli liberamente, in una logica collaborativa di mutuo interesse. Beh, certo tutti e 3 i video sono stati tradotti e sottotitolati in diverse lingue (italiano incluso) grazie al lavoro di tantissimi volontari che hanno collaborato con TED per rendere i video fruibili anche da chi non conoscesse l'inglese.
Sì, insomma, direte voi, qui la collaborazione gronda da ogni dove e si sa che le api vanno forte in quel campo, ecco la connessione!
Certo questo è un ottimo legame tra quel capolavoro di collaborazione ed efficienza che sono quei minuscoli esserini alati che chiamiamo api ed i filmati, ma ne esiste anche un altro meno evidente. Di recente, come riportato anche da Reuters, l'Onu ha lanciato un allarme in merito alla moria di api in tutto il mondo. La preoccupazione non è da poco, perchè la moria delle api potrebbe essere solo la famigerata punta dell'iceberg. In altre parole può darsi che la moria di api sia ciò di cui abbiamo iniziato ad accorgerci. Le api producono il miele ed impollinano i nostri campi, data la loro vicinanza a noi, le abbiamo sott’occhio, ma il problema potrebbe essere più generalizzato e riguardare molte altre forme di insetti. L'aspetto puramente economico della questione è impressionante: secondo alcune stime gli impollinatori producono ogni anno153 miliardi di euro. Non bisogna trascurare neppure l’aspetto umanitario: la produttività agricola, già in crisi per molte ragioni, se ulteriormente aggravarla farebbe ulteriormente lievitare i prezzi del cibo con ulteriori tensioni sulle popolazioni povere tipo quelle già avvenute nel Maghreb. A queste due possenti ragioni di preoccupazione, va ovviamente aggiunta quella di tipo ecologico. Parrebbe quasi secondario rispetto alle precedenti questioni, ma non lo è. E’ un aspetto anzi molto inquietante. Il motivo non è solo la scala a cui avviene il fenomeno, ossia quella planetaria, ma anche il fatto che il declino delle api sia multifattoriale. Se gli alveari si estinguessero per un'unica causa, trovare soluzioni sarebbe molto più facile. La moria delle api invece è dovuta a numerosi fattori che vanno dal declino delle angiosperme, alla diffusione di parassiti, all'uso dei pesticidi, all'inquinamento atmosferico e via dicendo. Questo fenomeno, in altre parole, così come i mutamenti climatici, la desertificazione e l'acidificazione degli oceani è un ulteriore campanello d'allarme sul livello di degrado ambientale raggiunto a livello intercontinentale. Un campanello d'allarme molto importante in quanto collegato ad un possibile collasso ecologico planetario. Gli insetti, al pari del fitoplancton nel mare, stanno infatti alla base delle catene alimentari. Da qui l'importanza di dare immediato ascolto ai consigli dell'Onu di agire subito per porre rimedio, come dare incentivi agli agricoltori per tenere parte del terreno incolto ed incontaminato e, più generale, riconvertire l'agricoltura a livello mondiale verso forme più sostenibili ed ecologiche. Peter Neumann, uno degli autori dello studio sui "disordini globali delle colonie di api da miele e altre minacce per gli insetti impollinatori", ha giustamente fatto notare che: "Gli esseri umani si sono fabbricati l'illusione che nel 21esimo secolo dispongono del valore tecnologico necessario a essere indipendenti dalla natura. Le api ricordano la realtà: che siamo più, e non meno, dipendenti dai servizi della natura in un mondo con quasi 7 miliardi di abitanti".
Per questo preciso motivo, il vostro affezionato Panda ritiene che la moria delle api deve assolutamente spingerci a un'economia più efficiente e parca, ossia deve spingerci ad un'economia realmente sostenibile. La collaborazione, oltre ad essere un bene di per sè stessa, potrebbe rivelarsi la chiave vincente in tal senso. La collaborazione, intesa sia come coevoluzione sia come generica empatia inter o intra specie, ha avuto un ruolo chiave in Natura e lì abbiamo ancora un sacco di cose da imparare. Detto in modo più diretto: non dobbiamo limitarci a proteggere le api, dobbiamo imparare da loro e farlo alla svelta perchè mamma Natura è un'insegnante piuttosto brutale quando è scontenta dei suoi alunni.
Un saluto a tutti dal Panda.
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