L'impianto nucleare di Marcoule in Francia, dove è avvenuto l’esplosione di cui parlano in questi giorni giornali e telegiornali, non è un reattore nucleare, ma più precisamente un impianto per il trattamento dei combustibili nucleari. In pratica l’esplosione è avvenuta in un forno per la produzione del MOX (Mixed Oxide Fuel). Sfortunatamente per noi, questa è una pessima notizia, perché il Mox non è un combustibile fissile tradizionale, ma viene ricavato dal riprocessamento delle testate nucleari dismesse. In altre parole il MOX è una lega di plutonio ed uranio la cui elevata pericolosità deriva dal tasso di radiotossicità drasticamente superiore a quella dell’uranio utilizzato nei reattori tradizionali. Nel caso francese, quindi, si tratta di un incidente potenzialmente molto pericoloso. Per stabilire l’effettiva gravità però bisognerebbe conoscere i dettagli dell’incidente, ossia cosa è stato coinvolto nell’esplosione (nessun combustibile, una parte, un semilavorato o il prodotto finale cioè il MOX appunto). Questo purtroppo è proprio il genere di notizie che il governo francese non sta fornendo, ricalcando apparentemente la pantomima del governo nipponico: minimizzare, rassicurare, censurare. Questo, va da sé, non significa automaticamente che sia avvenuto il peggior caso ipotizzabile a Marcoule, ma, altrettanto certamente, non rassicura affatto gli animi.
Al di là delle ovvie questioni di sicurezza ed ambientali, comunque, è avvilente vedere come, in caso di incidenti nucleari, paesi che si suppone democratici seguano ormai di routine la “migliore” tradizione sovietica, ossia uno stile comunicativo del tipo: “Incidente? Quale incidente?”
La questione si fa ancora più avvilente, se si tiene conto del livello giornalistico medio, diviso equamente tra sensazionalismo, superficialità ed ignoranza gratuita. In altri termini, gli incidenti nucleari, oltre ad essere una fonte di preoccupazione in quanto tali, mettono in luce un pericoloso indebolimento dei regimi democratici occidentali. Lo si vede con istituzioni governative che si screditano pubblicamente pur di proteggere i soliti interessi forti e lo si vede con mezzi d’informazione viscidamente servili in bilico tra complicità presunte ed incompetenze manifeste. Come si può biasimare, in questa situazione, chi viene additato come vittima della sindrome di NIMBY (Not In My Back Yard, letteralmente "Non nel mio cortile")? In questo clima di discredito generalizzato e diffuso a livello patologico, come biasimare chi non vuole i lavori della TAV, dell’ennesimo inceneritore o discarica oppure di una centrale nucleare dietro a casa propria? Il problema, infatti, non è più se le tecnologie adottate da questi mega-progetti siano effettivamente sicuri o meno, ma se lo siano le classi dirigenti che li propongono. Tecnologie pericolose potrebbero essere concesse sotto stretta sorveglianza ad una classe dirigente responsabile, ma tecnologie pericolose in mano a gente pericolosa è un po’ troppo. Non si da una bomba a mano a Giamburrasca! Con un sistema politico screditato e tanto vicino alle esigenze dei big della finanza da renderlo praticamente indistinguibile da quel mondo e con un sistema di mass-media pateticamente propagandistico e servile, chi può sinceramente fidarsi di quel che dice questo o quel politico? Perché d’altra parte ci si dovrebbe fidare di istituzioni cosi solerti nel “lisciare il pelo” ai grandi capitali e contemporaneamente così fulminee a sottostimare e minimizzare sistematicamente qualsiasi rischio ambientale, economico e di salute pubblica?
Il vostro affezionato Panda si rende conto che qualcuno potrebbe considerare questi dei pericolosi discorsi da anti-politica. Di fatto però non sono altro che una triste constatazione della situazione della politica. La democrazia, quella vera, non ammette paraocchi. La democrazia, quella vera, non ammette nemmeno la rassegnazione o l’ipocrisia. C’è una questione morale più che evidente che riguarda non solo la politica, ma più in generale l’intera classe dirigente a livello planetario. Alla corruzione, all’affarismo ed alla degenerazione dei rapporti sociali si deve aggiungere una sempre più manifesta incompetenza tecnica e disattenzione verso tutto ciò che rappresenta un vero pericolo per la società nel suo complesso. In questo clima si giunge al paradosso in cui non solo il trattamento del MOX diventa un pericolo insostenibile, ma persino quello della comunissima spazzatura urbana. La democrazia, se non vuol soffocare sotto montagne di rifiuti (radioattivi e non) deve assolutamente trovare il modo di rinnovare e migliorare la propria classe dirigente.
La triste realtà è che la sindrome di NIMBY, semplicemente non è più una sindrome. La sindrome vera, al contrario, si annida nel capitalismo senza freni che passa sulle nostre vite come una nube tossica. Non è un problema tecnologico. Il MOX (francese o nipponico che sia) non è il guaio principale del nucleare. Il guaio vero per il nucleare come per ogni altra cosa è una classe dirigente grottescamente asservita alla lobby di turno, tanto da preferire un suicidio politico piuttosto che rischiare uno “sgarro” verso tali potenti gruppi di pressione.
C’è qualcosa più tossico del MOX e sta prendendo decisioni cruciali per il futuro di tutti noi. Saranno buone decisioni? Il vostro Panda crede di no e crede anche che non siano decisioni che competano a quei decisori. Quelle decisioni riguardano noi tutti, quindi competano a noi tutti. Serve perciò più consapevolezza, più attivismo, più partecipazione. Ripigliamoci il nostro futuro e…
…buon futuro a tutti dal Panda
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