Dopo le rivelazioni di Wikileaks dell’anno scorso secondo cui persino l’ambasciatore USA a Roma considerava il decreto Romani come un tentativo di censurare Internet; dopo l’assurda ed infamante sentenza nientemeno che di “stampa clandestina” al blogger Carlo Ruta impegnato a denunciare il malaffare e le connivenze tra politica e criminalità in Sicilia; ora ci tocca pure l’AGCOM (cioè l’Agenzia per le Garanzie nelle Comunicazioni) che con la scusa della tutela dei diritti d’autore vorrebbe censurare Internet senza passare attraverso l’autorità giudiziaria. In altri termini l’AGCOM potrà imporre agli Internet Service Provider di eliminare contenuti on-line attraverso una banale procedura amministrativa semplicemente sulla base di segnalazioni dei detentori dei diritti.
Il blocco di qualsivoglia sito Internet, per qualsivoglia motivo, essendo a tutti gli effetti una censura e dunque una limitazione delle libertà fondamentali di parola ed opinione, dovrebbe sempre passare tramite una sentenza della magistratura. Per ora si tratta “solo” di una delibera in lavorazione della stessa AGCOM, ma per il prossimo 6 luglio si prevede che possa essere approvata.
Le basi giuridiche di detta delibera appaiono a dir poco discutibili e configurano un caso senza precedenti in quanto potrebbero portare a una censura su internet che non ha paragoni nel mondo civile. L’occidente, da sempre, ha pesantemente ed unanimemente criticato la Cina per la sua tendenza a censurare contenuti on-line, presto l’Italia potrebbe essere al suo fianco con un gesto senza eguali tra i paesi industrializzati. A seguito dell’inaspettato peso giocato da Internet nella passata tornata referendaria e nell’incredibile affluenza riscontrata, la minaccia assume connotati ancora più preoccupanti. Nell’accaduto, infatti, si potrebbe leggere (senza troppo sforzo) un aggressivo e maldestro tentativo da parte di un mondo politico agonizzante di ripristinare la cara, vecchia ed incontrastata supremazia televisiva (centralizzata), passando oltretutto attraverso gli ingranaggi di un ente amministrativo anziché quelli più consoni del Parlamento.
Avaaz.org, un portale internazionale di attivismo online, ha lanciato lo scorso 28 giugno una petizione per invitare l' AGCOM a non censurare Internet. Utenti ed associazioni si stanno mobilitando in vari modi per scongiurare quest’ulteriore degradante minaccia alla libertà d’espressione degli utenti Internet italiani. Non si tratta di una mobilitazione solo on-line, ma che coinvolgerà anche le piazze con una serie di azioni di protesta. Il 4 luglio sono previste azioni dimostrative dinnanzi alla sede romana dell’AGCOM. Altre iniziative sono previste a Milano e Napoli, ad opera di degli Amici di Beppe Grillo e Qui Milano Libera di Piero Ricca. Agorà digitale, insieme ad associazioni dei consumatori, rappresentanti di Confcommercio, Confesercenti e all'avvocato Fulvio Sarzana sta promuovendo un'altra raccolta firme attraverso sitononraggiungibile.it (l’indirizzo web stesso vi lascia intendere cosa prevedono i promotori in caso passasse la delibera AGCOM). Un ulteriore incremento di manifestazioni ed azioni di contrasto avverrà poi in vista del 6 luglio, giorno in cui è prevista l’approvazione della delibera. Il Panda invita tutti (utenti, cittadini, partiti politici, movimenti, giovani, vecchi, ecc… ecc… ecc…) a prendere immediata posizione a difesa dei più elementari diritti democratici sanciti nella nostra Costituzione e quindi a condannare, contrastare e contestare “senza se e senza ma” la delibera AGCOM in questione.
Buona resistenza a tutti dal Panda.
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