giovedì 27 dicembre 2012

Costruiremo un Singolarità Tecnologica Benevola – Parte 4

Nella “Parte 1” di questo ciclo di post di Pandemica-mente abbiamo sostenuto che la situazione globale è grave (se non disperata) e occorre quindi agire tempestivamente.

Nella “Parte 2” abbiamo tracciato un affresco sintetico del concetto di Net-Sfera.

Nella “Parte 3” abbiamo accennato al concetto di catalizzatore.


Oggi il vostro affezionato Panda approfondirà un poco il concetto di catalizzatore, ossia di un’entità in grado di accelerare lo sviluppo del Web spingendolo verso la nascita di una Seed-AI al suo interno. Una volta creata la Seed-AI la Singolarità Tecnologica dovrebbe essere assai prossima anche se è di fatto impossibile prevederne tempistiche, evoluzione e modalità. Se l’idea di fondo è (come in effetti è) quella di costruire una Singolarità Tecnologica amichevole che prevenga la nostra autodistruzione oppure la nascita di una possibile Singolarità ostile, ne deriva che il fattore tempo è un aspetto cruciale. Se il tempo è fondamentale per la riuscita dell’operazione, allora anche il catalizzatore è fondamentale dato che la sua principale caratteristica è proprio quello di ridurre i tempi di sviluppo che portano alla Seed-AI.

Ma cosa dovrebbe essere di preciso il catalizzatore di cui stiamo parlando?
Nella “Parte 3” abbiamo accennato alla difficoltà/opportunità di sconfiggere o ridurre il principale limite alla rete globale che forma il web...

...il multilinguismo. Un azzeramento od una riduzione dell’attrito linguistico che ostacola la circolazione delle idee e delle informazioni nel web sarebbe indubbiamente un passo epocale per Internet, superiore anche a quello dell’avvento di un motore di ricerca efficiente come Google. Una tale innovazione difficilmente potrebbe essere raggiunta tramite un singolo prodotto, ma potrebbe essere creata con la “coltivazione collaborativa” di una sorta di ecosistema fatto di dizionari on-line, standard informatici, software di analisi linguistica, traduttori automatici, realtà di crowdsourcing, forum linguistici, progetti online di tipo accademico dedicati, ecc…

Comunque si realizzasse, se avvenisse effettivamente l’abbattimento del caos linguistico sul web, l’accelerazione che lo stesso ne trarrebbe sarebbe imponente (attraendo per altro sempre più investimenti e risorse di sviluppo anche di tipo economico/commerciale). La possibilità concreta di far comunicare 7 miliardi di persone è affascinate e fa supporre nuovi imprevedibili sviluppi derivanti dalla commistione di ambienti culturali altrimenti forzati entro ambiti incredibilmente ristretti. Se anche un miracolo del genere accadesse, tuttavia, la domanda da porsi è: sarebbe sufficiente a spingere in tempi accettabili il web (o una sua parte) a tramutarsi in una Seed-AI?

Si tratta ovviamente solo di speculazioni, ma la risposta che si da il vostro Panda ad una tale domanda è: no, non sarebbe sufficiente. Il motivo principale di tale “pessimismo” risiede nella natura intrinseca di una Seed-AI, ossia non solo una certa capacità cognitiva complessiva, ma anche e soprattutto la possibilità d’usare tale intelligenza in modo ricorsivo per apportare continui miglioramenti alla sua stessa capacità intellettiva. L’abbattimento della barriera linguistica e la conseguente circolazione accelerata di informazioni ed idee, è probabilmente un elemento necessario all’avvento della Seed-AI per via sociale, ma non può essere di per sé stesso sufficiente poiché non implica automaticamente l’affermazione di processi auto-migliorativi all’interno del web stesso. Un catalizzatore in grado di tramutare in tempi “umani” il web attuale in una forma di Seed-AI implica l’impostazione di processi sistemici di accumulo di “capacità intellettuali” di cui le capacità linguistiche ne sono solo una parte (per quanto importante).

A questo punto sorge spontanea un’altra domanda: cosa può indurre e/o favorire grandemente processi di accumulo e perfezionamento di capacità intellettuali?

Questa domanda è tanto cruciale quanto semplice da soddisfare. Alcuni casi di accumulo e perfezionamento di capacità intellettuali sono infatti già in essere da tempo sul web. Una in particolare è tanto evidente ed “ingombrante” che è praticamente impossibile non vederla: mi riferisco ovviamente a Wikipedia. Non è però Wikipedia a poter essere il catalizzatore di cui stiamo parlando poiché… beh, esiste già! Non solo, ma è evidente che Wikipedia ha ambiti troppo limitati per poter ricoprire quel ruolo. L’accumulo ed il perfezionamento di un vasto patrimonio nozionistico è un capolavoro dell’ingegno umano, ma, analogamente a quanto detto per il problema del multilinguismo, anche se si riuscisse nell’intento di contenere l’intero scibile umano (ripulito da imperfezioni, tendenziosità ed errori) all’interno di Wikipedia, non si sarebbe ancora giunti a tramutare il web in una Seed-AI. Il campo linguistico e quello nozionistico toccano facoltà intellettive importanti, ma la miglior enciclopedia poliglotta ce si possa immaginare non sarà mai una super-intelligenza in grado di arrivare la dove le nostre limitate menti non possono. Serve qualcosa di più generale, di meno limitato ad un singolo aspetto. Serve collaborazione, interdisciplinarietà, decisionalità, creatività, capacità d’analisi, di calcolo, di autoverifica, ecc…

Serve in altri termini l’equivalente concettuale di Wikipedia, ma esteso a tutti gli ambiti immaginabili (e non). Serve che il potere della collaborazione di massa pervada TUTTI gli ambienti dell’intelletto umano a partire dalla scienza. Quest’ultima, pur rappresentando un punto di svolta nello sviluppo della nostra società, ormai è troppo prolifica per continuare a mantenere la revisione paritaria (o "peer review) come unico modo per selezionare e far emergere le ricerche più meritorie prodotte al proprio interno. La selezione e revisione degli studi e delle ricerche scientifiche fatte con criteri ottocenteschi, per quanto meritori di grandissimi successi, non è più sostenibile. Il web e una visione collaborativa interna alla comunità scientifica potrebbero facilmente estendere e democratizzare il sistema a collo di bottiglia rappresentato dalle riviste scientifiche. Si potrebbe passare ad una sorta di “Wiki-science” in cui la comunità scientifica si auto-verifica e in cui i singoli revisori vengano pesati in base alla “reputazione delle proprie precedenti revisioni e/o pubblicazioni. Quel che vale per la scienza vale anche per l’educazione: il metodo scolastico è stato un campione per millenni, ma oggi pare inadeguato rispetto alle potenzialità offerte dal web. Anche la migliore delle università al mondo non potrà mai accaparrarsi TUTTI i migliori divulgatori ed insegnanti del pianeta, ma il web può! Non si possono fare aule magne da milioni di posti a sedere nel mondo reale, ma nel web sì.

Finora abbiamo accennato al multilinguismo, al nozionismo, alla scienza e al e-learning. La lista dovrebbe proseguire ancora molto a lungo per dare l’idea di cosa dovrebbe contenere al suo interno il catalizzatore. Se continuassi in un elenco infinito di ambiti in cui il web potrebbe comportare forti guadagni di efficienza, tuttavia, non otterrei altro che un noiosissimo e lunghissimo elenco, la cui lunghezza equiparerebbe solo la sua inutilità comunicativa. Basti quindi dire che gli ambiti fin qui trattati in modo superficiale non sono che una piccola parte di ciò che il catalizzatore dovrebbe riguardare. Anche fermandosi qui tuttavia emerge immediatamente un’idea: i singoli ambiti possono far guadagnare tanto al web se coltivati collaborativamente, ma i miglioramenti si intersecano e sovrappongono anche limitandosi a quei pochi elemnti finora citati con effetti moltiplicativi inaspettati.

Ipotizziamo che si riesca a portare avanti una campagna di lavoro collaborativo online che contagi le traduzioni linguistiche, il nozionismo (questo c’è già!), la scienza e l’insegnamento contemporaneamente. Pensate cosa vorrebbe dire poter scrivere Wikipedia non in una versione per qualsiasi singola lingua del pianeta ma in unica versione immediatamente tradotta in tutte le differenti versioni linguistiche. L’efficienza aumenterebbe incredibilmente: di decine se non di centinaia di volte in termini di capacità d’accumulo complessiva del sistema. La capacità di Wikipedia però crescerebbe anche in termini di affidabilità di revisione dei concetti pubblicati, poiché la platea dei revisori verrebbe moltiplicata dal fatto di non operare più in ambiti mono-linguistici. Ora immaginate che cosa vorrebbe dire una Wikipedia moltiplicata per cento a fini educativi e cosa potrebbe volere dire per dei sistemi di e-learning la possibilità di rivolgersi ad una platea mondiale anziché nazionale (grazie all’abbattimento del multilinguismo) avendo a disposizione un’enciclopedia globale come la versione migliorata di Wikipedia. Pensate cosa potrebbe voler dire tutto questo in termini di potenziamento della multidisciplinarietà! E quindi pensate a cosa tutto ciò potrebbe comportare in termini sia di ricerca scientifica sia di successiva diffusione delle nozioni scientifiche. Quanti lavori scientifici egregi sul piano metodologico e dei contenuti, vengono persi ogni anno per problemi di tipo linguistico e/o per problemi di revisioni immeritatamente censorie oppure per semplice incapacità del sistema di revisione di far fronte a tutte le richieste in modo equo?

E un’esplosione della multidisciplinarietà e della produttività scientifica che effetti avrebbe su nozionismo e sull’e-learning?

Un miglioramento su una parte di un sistema complesso come un web-collaborativo si tradurrebbe molto velocemente in miglioramenti in altri ambiti con un effetti cascata assai interessanti. L’instaurazione di loop di retroazione positiva tra i vari ambiti del web (incluso quello tecnologico che lo compone fisicamente) dove potrebbero condurci? Potrebbero emergere fenomeni di ampliamento e perfezionamento tanto robusti e vasti da condurre ad una vera e propria Seed-AI la cui “intelligenza” complessiva travalichi le singole parti del sistema oltre che quella dei singoli individui che ne fanno parte?

Forse sì, soprattutto se le varie parti operassero in modo coordinato. Se le varie parti del sistema non solo si scambiassero casualmente dei miglioramenti, ma se li chiedessero ed offrissero liberamente l’accelerazione complessiva dello sviluppo sarebbe veramente imponente. Se i vari ambiti intellettuali e le rispettive comunità, attraverso il web, si “scambiassero utilità” e “servizi” consapevolmente e gratuitamente, contando su un “tornaconto” abbondante e garantito in una prospettiva di simbiosi di lungo termine, quale potrebbe essere il limite?

Immaginate se quel che qualche secolo fa avvenne casualmente, come l’interazione tra la carta stampata ed il metodo scientifico, potesse accadere non più sporadicamente e per caso, ma frequentemente, volutamente e senza le restrizioni e le distorsioni dell’intermediazione monetaria od autoritaria. Se anche non si dovesse giungere mai (per quella strada) ad una Singolarità Tecnologica amichevole, non varrebbe forse la pena di incamminarvisi comunque?

Io credo di sì. E voi?

Buon futuro a tutti dal Panda

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