Di solito la diatriba tra fumatori e non-fumatori è vista come una sorta di scontro tra opposte ed acerrime fazioni. Il vostro affezionato Panda prova qui a dare una sua particolare visione della questione del fumo e del tabacco. Una visione che vede i fumatori e i non fumatori alleati anziché nemici. Attenzione però, il Panda, avendo un papà che è passato sotto chemio e radio-terapia a causa del “maledetto” pacchetto di sigarette, è tutto fuorché neutrale in questa “diatriba”. Essere schierati ed avere delle forti convinzioni comunque non vuol dire necessariamente essere fanatici, né tantomeno essere nemici di chicchessia.
La visione del Panda sulla questione “fumo” può essere condensata in un paio di semplici domande: perché un fumatore dovrebbe essere percepito solo come un nemico o un problema anziché come una splendida possibilità di miglioramento collettivo? E perché un non-fumatore dovrebbe essere considerato dai tabagisti solo come uno sconosciuto scocciatore che si intromette dove non gli compete?
Mi spiego meglio…
…nessun uomo (o donna) è un’isola separata dalla realtà che la circonda. Un fumatore non fa eccezione. Questa affermazione può far pensare immediatamente al problema del fumo passivo ed in effetti il fumo passivo può essere un buon esempio del concetto, ma il fumo passivo non è il concetto per intero.
Se c’è qualcuno che fuma allora deve esserci anche qualcuno che vende le sigarette, qualcuno che produce le sigarette e qualcuno che coltiva il tabacco. Dev’esserci ovviamente anche qualcuno che trasporta tabacco, carta, filtri, pacchetti, cartelloni pubblicitari ecc… ossia tutto quel che occorre (e dove occorre) per tener in piedi il mercato delle sigarette. In un ottica di crescita economica tutto ciò è un bene: più posti di lavoro, più scambio di moneta, più tasse, più PIL…
Quindi tutti felici e contenti. O no? Beh, tutti a parte i malati di cancro, gli infartuati, e i milioni di vittime dell’avvelenamento da sigaretta (consapevoli o meno che siano del fatto che i loro guai dipendono dalle sigarette). Lo stesso poi può essere detto per i loro cari, costretti, loro malgrado, a vivere paure e dolori del tabacco. Non bisogna poi scordarsi tutti gli incendi (domestici e non) causati dalle sigarette (e le loro pesanti conseguenze umane, ecologiche ed economiche). Sicuramente non ci si può scordare facilmente dei tanti problemi sessuali legati all’uso del tabacco (impotenza, minor qualità dei preliminari, mutazioni genetiche, danni in gravidanza, ecc.).
E’ tutto?
Beh, no! Vogliamo parlare del contrabbando e della criminalità ad esso connessa? Vogliamo parlare degli enormi costi economici sobbarcati dallo stato per tentare di rimediare agli infiniti danni di salute in cui inevitabilmente incappano i fumatori? Vogliamo parlare delle enormi disponibilità di liquidità in mano ad entità aggressive come la lobby del tabacco in un periodo di forte crisi e quindi speculazione finanziaria? E che dire poi, in un mondo in cui milioni di uomini, donne e bambini muoiono letteralmente di fame (ogni anno), in merito alle piantagioni di tabacco? Milioni d’ettari di coltivazione di una pianta non commestibile che ha come uniche proprietà il creare dipendenza e comportare infiniti danni alla salute (esattamente come ogni altra droga).
Si può poi sorvolare solo per ignoranza sul problema dei mozziconi abbandonati e più in particolare dei filtri delle sigarette. Eppure basterebbe un po’ di buon senso per capire la portata del problema, considerando quanti mozziconi possono essere gettati ovunque dai circa 1,5 miliardi di fumatori che si trovano in giro per il mondo ogni giorno (e notte). Non è però solo una questione di quantità. I mozziconi, infatti, sono intrisi di tutte le sostanze tossiche e cancerogene proprie del fumo di sigaretta e stiamo parlando di più di 4.000 sostanze! Quasi sempre poi i mozziconi contengono un filtrino di plastica (fatto di acetato di cellulosa) che non si dissolve certo come neve al sole. In pratica si parla di qualcosa come 72 miliardi di cicche/anno, ossia una vera e propria contaminazione su scala planetaria di uno dei più pazzeschi mix di inquinanti mai creati dall’uomo. Nei mozziconi si possono trovare tracce di un quantitativo mostruosamente variegato di sostanze tossiche che comprende persino composti radioattivi come il polonio-210. I mozziconi di sigaretta, che sono forse l’ultimo dei problemi sollevati quando si parla di fumo, sono tutt’altro che un problema decoro urbano come tutt’ora ci si ostina a considerarli. Il loro posto ancor più che il portacenere, dovrebbe essere un fusto sigillato come si fa per gli inquinanti pericolosi. Il vuoto culturale e scientifico però fa sorvolare su questioni come queste con una leggerezza ed una superficialità sconfortanti. Le generazioni future non ci ringrazieranno per questo, sia che si fumi sia che non lo si faccia.
Tutte queste “sottovalutazioni” non sono casuali. Sono frutto di una precisa dottrina ideologica che nulla ha a che fare con il tabagismo pur favorendolo in ogni possibile modo. Un’ideologia mercantilistica pronta a minimizzare qualsiasi disastro umano, ecologico, civile e sociale pur di auto-conservarsi ed accrescersi. In definitiva, una visione ideologica che ritiene la crescita economica un bene assoluto a prescindere dal come la si ottiene. Una vera e propria macchina di morte ed infelicità che stupra incessantemente l’ambiente in cui viviamo, la nostra salute, la nostra economia e persino i nostri comportamenti (la nicotina come noto crea dipendenza). In quest’ottica, non solo le sigarette sono un bene, ma anche le medicine create per curare i tumori polmonari dei fumatori sono un bene e persino le corone di fiori ai funerali di chi non ce l’ha fatta lo sono, così come gli psicofarmaci che magari assumeranno le persone che lo amavano e che gli sono sopravvissute. Il dolore, l’infelicità, le emergenze ed i disastri muovono un sacco di soldi: quindi, in quest’ottica malata sono un bene.
I fumatori però possono anche decidere di smettere di fumare e stroncare con questo loro gesto questo enorme girone infernale che coinvolge il mondo intero. Sì, ma con quali conseguenze per loro personalmente? Di star meglio di salute (foss’anche solo per il fiatone nel salir le scale), di risparmiare un sacco di soldi (le sigarette non le regalano ed in tempi di crisi risparmiare fa comodo), di far felice chi li ama e si preoccupa per loro, di tornare a sentire i sapori di ciò che si mangia e i baci che si ricevono, di avere una vita sessuale più soddisfacente, di essere più sereni (la calma associata alle sigarette è un’illusione creata dalla dipendenza da nicotina), di risparmiare soldi per medicine e cure varie, di risparmiare tempo (ammalandosi meno e passando meno tempo a fumare), di migliorare la loro produttività sul lavoro, ecc...
Ma non finisce qui! Smettere di fumare (o anche solo ridurre il numero di sigarette fumate) non solo ha effetti pesanti sul mondo e su sé stessi. Ha effetti pensanti anche sulle persone a cui si vuol bene e non solo per il fumo passivo, le minori preoccupazioni, i minori rischi di incendio e le migliori prospettive economiche. È stato provato che le persone che si amano o stimano tendono ad influenzarsi reciprocamente. Chi ha persone care obese, ad esempio, ha una probabilità d’essere pure lui obeso assai maggiore della media. Non conta se si è vicini o lontani, quel che conta è l’affetto. Fumare non fa eccezione. Se si vuol bene ai propri figli e non si desidera che prendano il vizio del tabacco, non basta dirgli con fare perentorio di non fumare (magari con la sigaretta in bocca). Il fumo, come la felicità, l’obesità e tante altri aspetti si diffonde come un contagio tra persone che si stimano. Smettere è quindi doppiamente un gesto d’amore verso di loro.
Siete fumatori o conoscete qualcuno che lo è? Smettete di fumare od aiutate a smettere: salverete una vasta fetta di mondo. Senza violenza, né manifestazioni di piazza, né elezioni politiche, né sconvolgimenti di sorta.
Qualcuno potrebbe dire: Lascia perdere il PIL, ma i posti di lavoro? Non ci pensi al povero tabaccaio? E ai poveri contadini che vivono coltivando tabacco?
Beh, pensate veramente che le lobby del tabacco si siano amorevolmente presi cura di loro per tutto questo tempo anziché sfruttarli? Non è questione di ferocia e malvagità: è la logica del profitto “costi-quel-che-costi”. I soldi sprecati in sigarette, inoltre, per quale motivo non possono essere usati per qualcosa di utile e che generi persino ancor più posti di lavoro? Ha senso giustificare lo spaccio di droghe (alcool, tabacco e psicofarmaci) in nome del “dio PIL crescente” e lamentarsi contemporaneamente dei mancati investimenti in risparmio energetico, energie verdi, stato sociale, cultura, scuola, ricerca e sviluppo, cooperazione, formazione e tanto altro ancora? Siamo veramente divenuti così ottusi da non riuscire più a concepire che le energie spese in “vizi” possano anche essere investite in “virtù”? Siamo tutti divenuti così cinici da credere solo alle debolezze e mai alle incredibili risorse che albergano nell’animo umano?
Se la risposta è no, allora è il momento di agire. C’è la crisi economica, qualcosa andrà fatto comunque, volenti o nolenti, tanto vale fare la cosa giusta.
Attualmente, la crescita economica è sempre giustificata quando ha a che fare con monopoli ed oligopoli, e sempre rimpianta e sospirata (con non poca ipocrisia e cinismo) quando ha a che fare con tutti noi. Il vostro amico Panda, cari i miei fumatori o non-fumatori, crede proprio che sia ora di cambiare. Iniziare dal tabacco (un’industria che ha stroncato milioni di vite umane e sottratto miliardi e miliardi di euro all’anno all’economia "che ha un senso"), sarebbe un modo splendido per dare un segnale (forte) che le cose stanno per cambiare. In meglio, tanto per “cambiare”!
Buon futuro a tutti, fumatori e non, dal Panda
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