Spesso tale teoria è associata a quella della seed-AI ossia l'ipotesi che si possa, prima o poi, creare (volontariamente o meno) una forma di intelligenza “artificiale” forte in grado di migliorarsi ricorsivamente fino al punto di superare grandemente le capacità intellettive del genere umano in tutti i campi. La seed-AI è una forma di intelligenza artificiale in grado di migliorarsi tramite auto-modificazioni oppure generazione di versioni potenziate di se stessa (che a loro volta ripetono il processo ad un ritmo sempre crescente).
La seed-AI, per questo motivo, è letteralmente una “Intelligenza-Atificiale-seme” da cui germoglierebbe in seguito la Singolarità Tecnologica vera e propria. La creazione effettiva di una seed-AI non sarebbe quindi paragonabile a nessun altra scoperta fatta finora. Essa oltrepasserebbe per importanza ed implicazioni invenzioni come quelle del fuoco, della ruota, della stampa a caratteri mobili o dei pc. Non rappresenterebbe semplicemente un nuovo strumento tecnico, per quanto rivoluzionario, ma piuttosto una tappa evoluzionistica, al pari della comparsa della vita sul pianeta o dell’homo sapiens. La seed-AI, innescando la Singolarità Tecnologica, sarebbe l’inizio del primo balzo evoluzionistico a cui l’homo sapiens abbia mai avuto l’onore di assistere in tutta la sua pluri-millenaria esistenza. Sarebbe un punto di svolta verso un era post-umana e anche post-biologica, ossia un’era in cui la biologia è fusa con la coscienza e decide autonomamente e consapevolmente i propri sviluppi aumentando indefinitivamente le proprie potenzialità evolutive.
La Singolarità Tecnologica può essere vista come un'opportunità unica e meravigliosa, in grado di elevare l'umanità su un piano semi-divino (rispetto alla condizione attuale). Un'opportunità in grado di farci scavalcare d'un colpo tutti i più grandi problemi presenti e futuri (dalle malattie all'invecchiamento, dalle guerre all'inquinamento, dai limiti umani congeniti a quelli esistenziali, dall’esplorazione dell’intelligenza stessa a quella spaziale, ecc...). Questa visione positiva dipende però dal presupposto che l'intelligenza artificiale (intesa nel senso più ampio e generico del termine) che innescherà la Singolarità Tecnologica sia benevola verso il genere umano ed adotti una condotta empatica e caritatevole verso i suoi limitati creatori (noi). Al contrario, una seed-AI malevola od indifferente verso le sorti degli esseri umani potrebbe far coincidere la Singolarità Tecnologica con l'estinzione od il completo assoggettamento dell'umanità e forse dell'intera biosfera.
La seed-AI è spesso immaginata come una qualche forma di supercomputer o di super-programma di intelligenza artificiale di tipo informatico/elettronico, ma nulla vieta che essa possa essere qualcos'altro di completamente differente (ad esempio una nuova e rivoluzionaria interfaccia uomo-macchina, in grado di aumentare vertiginosamente la produttività intellettuale). Personalmente il vostro affezionato Panda crede che sia di gran lunga più realistico e probabile uno scenario in cui la seed-AI derivi da un processo auto-emergente piuttosto che da un progetto pianificato a tavolino. Effettivamente un’interfaccia, in forma ancora molto embrionale, che possa evolvere in seed-AI, già esiste. Tale “interfaccia” si chiama Internet. In Internet, infatti, nel corso degli anni si sono aggiunti via via delle applicazioni e dei sistemi che ne hanno aumentato grandemente l’efficienza ed il potere. Inizialmente la rete si è espansa in ambito militare, poi è "trabordata" nei laboratori di ricerca e nelle università, quindi, grazie al CERN, si è rinnovata sotto forma del “www” ossia delle pagine web interattive che l'hanno lanciata presso il grande pubblico. A quel punto sono apparsi i primi motori di ricerca, quindi sono apparsi Google, i Blog, Wikipedia, YouTube, WolframAlfa, Facebook ecc...
Questo perfezionamento e potenziamento tumultuoso è stato accompagnato da un altrettanto tumultuoso sviluppo numerico (utenti connessi, velocità di trasferimento dati, memoria disponibile ecc…). Nulla fa pensare che questo andamento non debba continuare anche in futuro. Ci sono anzi delle evidenze che lascerebbero supporre un ulteriore incremento di velocità di sviluppo della capacità complessiva di Internet nei prossimi anni.
Proprio questa esplosiva espansione di Internet, fa pensare che essa sia un ottimo candidato a divenire una seed-AI. A differenza di altri candidati quali marchingegni progettati o creati involontariamente, ma comunque integralmente artificiali, Internet mostrerebbe tre grandi vantaggi: da un lato integra in sé stesso la componente umana (limitando quindi il rischio di una seed-AI ostile al genere umano), dall'altro lato è una tecnologia già esistente, scalabile e perfezionabile all'inverosimile, infine Internet non si basa su una teoria da verificare e far affermare e non ha problemi di finanziamento (quindi non deve affrontare i tipici ostacoli che incontrano le innovazioni scientifiche/tecnologiche, giuste o sbagliate che siano). In altre parole Internet ha aspetti di pragmatica fattibilità che, allo stato attuale, mancano ai futuristici progetti di interfacce neurali, nanotecnologie, programmi evolutivi, simulazioni neurali, ecc... Tutto questo sempre tacendo il fatto che Internet, in futuro, potrebbe integrare in sé anche quel genere di tecnologie.
Il vero ostacolo per mutare Internet da una bellissima “rete di computer” in una seed-AI vera e propria non è di stampo tecnologico, ma culturale ed organizzativo. Il web esiste da appena 20 anni, un lasso di tempo non sufficiente a far cogliere alla neonata e distratta società globale la sua vera natura. Una natura unica e poliedrica, vasta e multiforme. Una natura tanto diversa da qualsiasi altra cosa sia mai stata creata dall’uomo da causare un vero e proprio vuoto culturale. La brezza di novità del web ha distolto e tuttora distoglie da un’analisi intellettuale approfondita delle possibili implicazione del mezzo nel suo complesso. Le vecchie generazioni sono impreparate, mentre i giovani sono largamente disinteressati a comprendere “filosoficamente” il fenomeno Internet, preferendo viverlo ed esplorarlo. Anche rimanendo ad un livello molto superficiale, si riscontra una diffusa sottovalutazione del fenomeno Internet. La maggior parte delle persone, comprese quelle che lo usano esclusivamente per socializzare, considerano Internet come una rete di computer, ossia di macchine, tralasciando totalmente la componente umana che ne sta alla base. Ciò porta a travisare completamente l’attuale stadio di sviluppo della rete sottovalutando ad esempio l’impatto che i limiti linguistici pongono alla Rete. La mancanza di traduttori automatici affidabili fa sì che in realtà oggi non esista veramente la rete mondiale (di cui si va tanto parlando), ma tante reti nazionali i cui confini non sono tracciati su mappe, ma intrinseci nelle diversità degli alfabeti e dei linguaggi umani. Oggi siamo ancora ad un Internet inglese, un’Internet cinese, un’Internet italiana, ecc… Dato che il potere del web consiste nella capacità di mettere in contatto e condividere dati ed opinioni, tale limite pesa come un macigno e il suo sorpasso aprirebbe una nuova era senza precedenti nel web. Un centinaio di reti di qualche milione di utenti l’una, non sono la stessa cosa di un’unica rete da più di un miliardo di persone.
Altro aspetto completamente trascurato è la presenza di sistemi emergenti dal web o, se si preferisce, di sistemi nati da Internet stessa e non dalla logica sequenziale e dalla volontà consapevole dei suoi utilizzatori e creatori. Il fatto denota in sé stesso un grado di complessità elevato.
La pervasività del web sfugge spesso ai suoi utenti più distratti. Internet si è progressivamente espanso in ambiti quali la ricerca, l’informazione, l’intelligence, la medicina, l’editoria, la cinematografia, la pubblicità, la discografia, la consulenza, il commercio, l’elaborazione dati, i servizi, la cultura, la filantropia, la finanza, ecc…
Ciò nonostante, a livello culturale, Internet riveste tuttora un ruolo di poco superiore alla bizzarria ludico-tecnologica o all’opportunità di lucro di tipo “ .com”. Si tralascia di trarre conseguenze dal suo tasso di sviluppo attuale e futuro, limitandosi a meravigliarsi della crescita senza osare fare previsioni. Anche a livello politico si è fortemente sottovalutato il peso di Internet considerandolo marginale se non perfino una fastidiosa novità. La campagna elettorale di Obama ha solo parzialmente cambiato questo approccio. Addirittura a livello amministrativo non si colgono i potenziali del web, così ben pochi comuni, ad esempio, sfruttano a pieno le opportunità offerte da Wikipedia, OpenStreetMap, Facebook ecc… per promuovere il territorio, sviluppare servizi ed abbattere costi.
Per tramutare Internet in una seed-AI, occorre semplicemente coltivare la Rete come si farebbe con un buon orto. In particolare andrebbero rafforzati i suoi componenti ossia:
1) Le persone (attraverso corsi, dibattiti, interazione, fornitura di consigli e servizi ecc… ovvero qualsiasi cosa aumenti il grado di consapevolezza in merito al web e le realtà che lo circondano)
2) L’infrastruttura elettronica (perfezionamento e potenziamento dei pc, dei software, della cablatura, della codifica dati, dell’organizzazione del traffico ecc…)
3) Le interazioni sia tra utenti (organizzazione della convivenza e dei rapporti in Internet), sia tra macchine (standard condivisi, tecnologie open, ecc…), sia tra macchine ed utenti (interfacce user friendly, intelligenza artificiale, web semantico, ecc…).
Ciascuno di questi componenti può essere migliorato indipendentemente dagli altri, ma gli effetti di tali miglioramenti hanno delle conseguenze anche sugli altri elementi. Un aumento dell’ampiezza di banda, ad esempio, rappresenterebbe un progresso dell’infrastruttura di Internet, ma amplierebbe anche il bacino di utenti e di servizi a loro disposizione e permetterebbe interfacce uomo-macchina più complesse. Forti miglioramenti su tutti e tre i fronti potrebbero quindi portare a drastici aumenti della capacità cognitiva del mondo nel suo complesso. Un’esplosione dei video su web (già in corso) associato a traduzioni affidabili, larghezza di banda, elevata usabilità e possibilità di ricerche semantiche efficaci potrebbe portare ad un’ondata culturale senza precedenti nella storia. Un’alta marea di sapere rapida e profonda. Questa diffusione e contaminazione di sapere a sua volta provocherebbe nuovi ed impredicibili sviluppi del web. E così via.
Affinché tali scenari passino dalla speculazione alla realtà, devono essere affrontati e risolti diversi problemi, ma nessuno di essi appare insuperabile. La complessità e difficoltà da affrontare per ottenere ciascun singolo tassello necessario a trasformare Internet in una seed-AI è incomparabilmente più bassa rispetto a sviluppare teorie e tecnologie esotiche in grado di comprendere, raggiungere e quindi sorpassare l’intelligenza umana a partire da progetti e piani stabiliti a tavolino da un relativamente ristretto numero di persone (i ricercatori e scienziati). Non solo. Affinché la ricerca possa ambire a scalare la vetta della consapevolezza e dell’intelligenza artificiale, sono necessarie ingenti risorse tecniche e finanziarie, risorse a disposizione di militari, servizi segreti e multinazionali. Un progetto di ricerca che portasse alla creazione di una seed-AI nata in ambito militare, sotto ristretta o nulla supervisione da parte di un numero ristrettissimo di esperti, sarebbe un progetto molto pericoloso per il genere umano. Un azzardo che potrebbe condurre a scenari simili a quelli di noti film di fantascienza, ma senza nessun lieto fine per noi. Un’eventuale conflitto che veda esseri umani contro scimpanzé avrebbe un esito assai scontato a nostro favore. A maggior ragione, un’eventuale guerra che vedesse contrapposti esseri umani (dall’intelligenza e dalle necessità biologiche fisse) da una parte ed esseri artificiali caratterizzati da un’intelligenza superiore e in continuo sviluppo ed un’anatomia multiforme ed in altrettanto rapido sviluppo, avrebbe un esito altrettanto scontato e non a nostro vantaggio.
Se poi non fosse mai creata nessuna seed-AI e non si verificasse mai nessuna Singolarità Tecnologica, i rischi di estinzione del genere umano non calerebbero di certo, data la nostra naturale propensione a creare problemi e corre rischi del tutto inutili come sovrappopolazione, guerre termonucleari, pandemie, esaurimento delle risorse disposizione prima della creazione di alternative di sostentamento, inquinamento incontrollato, desertificazione, innalzamento degli oceani, abbassamento della biodiversità, indifferenza verso rischi esistenziali in genere quali ad esempio impatti con asteroidi di grandi dimensioni, ecc…
Ecc…
Ecc…
Oltre ad un’opportunità pratica a coltivare Internet, se ne aggiunge quindi una di carattere morale e prudenziale piuttosto forte: evitare la nostra stessa estinzione. La “coltivazione di Internet” inoltre potrebbe regalare frutti inaspettati e dolci indipendentemente da tutte queste considerazioni. Il tentativo di trasformare Internet in una seed-AI (al di là del successo o meno nel raggiungere tale obiettivo) potrebbe condurre a quello spirito di collaborazione e positività tanto sognato e desiderato da tante diverse “utopie”. In fondo si è sempre saputo che l’unione fa la forza.
Buon futuro e buon presente a voi tutti dal vostro affezionato Panda.
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