domenica 5 giugno 2011

Ode ai buoni, ovvero della crisi: pericoli ed opportunità.

Piccola premessa: come s’evince dal titolo, quanto sotto riportato, nonostante le apparenze, vuol’essere un’ode alle persone buone (e sono tantissime) che calcano il suolo di questo strepitoso pianeta, omaggiandoci tutti con la loro presenza.

Viviamo in un mondo in crisi globale. Il vostro affezionato Panda si riferisce non solo alla crisi economica, ma anche a quella ecologica, a quella energetica, a quella etica, a quella militare, ecc… ecc… ecc…

Prima ancora che avanzare proposte su come sorpassare tutte queste crisi globali, occorrerebbe chiedersi cosa sia una crisi a prescindere dal caso specifico. Cos’è una crisi? Qual è la sua natura intrinseca? Cosa è una crisi in quanto tale?

Sicuramente una crisi denota un problema sottostante, ma anche un’unghia incarnita può essere considerata un problema, eppure non è certamente una crisi. Che cos’è dunque una crisi? Vediamo…



Il Panda pensa che una crisi sia un punto di svolta determinato da un problema. Quando i problemi sono sottostimati o trascurati o trattati in modo non adeguato tendono ad aggravarsi. Crescendo nel tempo, i problemi giungeranno (prima o poi) ad un punto di svolta, ossia ad un punto in cui o si prende una decisione sul da farsi oppure sarà il problema stesso ad imporre un cambiamento. Ogni punto di svolta ha in sé due diversi aspetti: il pericolo e l’opportunità. Dal momento che nessuno conosce il futuro, questi due aspetti contrapposti convivono durante lo svolgimento di una crisi e sono entrambi ineliminabili.

Il pericolo è quello di non riuscire a superare l’ostacolo o, peggio ancora, quello di cadere in una situazione persino più sgradevole a causa di una scelta errata.

L’opportunità è quella di sfruttare la pressione del problema oggetto della crisi per trovare soluzioni originali in grado di spalancare le porte verso nuove, inesplorate e spesso inaspettate potenzialità.

La crisi però non è neutrale, nel senso che ci obbliga sempre e comunque ad effettuare una scelta. Non si può scappare da ciò, anche il non effettuare alcuna scelta è una scelta essa stessa.

Da queste semplici e scontate premesse deriva un’importante conclusione: se durante la crisi si vedono solo i pericoli o solo le opportunità, vuol dire che si sta prendendo una decisione utilizzando solo la metà degli strumenti a disposizione. Non è fondamentale essere ottimisti o pessimisti, non è di questo che il vostro Panda sta parlando. Ciò che è assolutamente fondamentale è essere consapevoli. Una scelta, giusta o sbagliata che sia, per essere definita veramente tale deve essere innanzitutto consapevole, ossia deve tener conto di tutto ciò di cui è possibile tener conto. Se di fronte ad un bivio ci sono due porte chiuse e ne vedo una sola, potrò fare solo tre cose: fermarmi lasciandola chiusa, oppure aprire la porta che vedo senza però procedere od infine aprile la porta ed oltrepassarne la soglia. Se invece vedo tutte e due le porte, non solo avrò un’opzioni in più, ma almeno quattro in più: aprire solo la seconda porta, aprirla ed oltrepassarla, aprirle entrambe e star fermo od infine aprirle entrambe e passare una delle due. Anche in una crisi tanto semplice e schematica, si può quindi facilmente notare come un solo punto di vista in più arricchisca enormemente lo scenario. Anche in un caso così estremamente semplificato, un punto di vista in più, giusto e meno che sia, fa una grande differenza in termini di libertà d’azione, conoscenza e consapevolezza.

Con un punto di vista che mi permetta di scorgere entrambe le porte e non una soltanto, infatti , avrò non solo più alternative di scelta tra cui optare, ma anche più elementi per valutare la bontà delle singole opzioni. La consapevolezza della scelta indica quindi la qualità della scelta effettuata al di là degli esiti che essa produrrà. In altre parole la consapevolezza della scelta implica la qualità di vita al momento della scelta. Dal momento che, nonostante convinzioni più o meno solide, nessuno conosce effettivamente il futuro e dal momento che siamo tutti destinati a vivere sempre e solo il momento presente, quando quest’ultimo ci impone una scelta è fondamentale essere consapevoli.

Tornando alle varie crisi globali (che saremo presto costretti ad affrontare ci piaccia oppure no) il semplice ragionamento qui sopra svolto ha pesanti implicazioni. Ovviamente le crisi globali riguardano scelte complesse e collettive e ciò comporta ancor più che sia fondamentale ricordarsi sempre che il favorire, mantenere e preservare il maggior numero di punti di vista possibili su tali crisi è un bene assoluto. Ciò, dal punto di vista individuale, significa che è cruciale un approccio tollerante e democratico verso gli altri, così come il mantenersi curiosi ed informati ed, in ultima analisi, è cruciale dare spazio al dubbio e persino all’errore (poiché ciò che consideriamo tale è solo un punto di vista, per quanto possiamo esservi affezionati).

A questo punto si può obbiettare che aumentando i punti di vista e di conseguenza aumentando esponenzialmente gli elementi di scelta e le alternative possibili, si complicherà enormemente il processo di scelta rendendolo difficile e gravoso. Questa però è una falsa preoccupazione, poiché lo scopo della scelta non dovrebbe essere la facilità con cui l’eseguiamo, ma, come per tutto il resto, la felicità con cui l’eseguiamo. Qualsiasi scelta, facile o difficile che sia, conterrà sempre dei rischi e delle opportunità, è inevitabile. Autoingannarsi semplificando il proprio piano di scelta (negando agli altri dignità o diritto di d’ascolto, sbraitando offese, zittendosi e disprezzandosi a vicenda, ecc…) equivale ad automutilarsi per pigrizia. Non fa bene alla nostra dignità, né alla nostra convivialità e sicuramente non aiuta a prendere decisioni più pacate. Essendo noi esseri imperfetti non abbiamo modo di sottrarci al rischio delle scelte che facciamo, siano esse prese singolarmente oppure collettivamente. Se tentiamo di farlo, inganniamo noi stessi, deludiamo gli altri e riduciamo la nostra stessa libertà. Sarà pure la strada più comoda, è vero, ma vale la pena percorrerla?

Una vita più variegata, meno pervasa da ostilità, più curiosa e dotta è una vita che merita d’essere vissuta al di là degli errori che inevitabilmente comunque commetteremo. Siamo esseri imperfetti e rimarremo tali nonostante qualsiasi sforzo di giungere alla perfezione, nonostante la forza delle nostre convinzioni, nonostante tutto. Non solo il rischio è inevitabile, ma pure l’errore lo è. Prendiamone atto e godiamoci finalmente le infinite e spettacolari potenzialità che la nostra imperfezione ci consente.

A tutte quelle brave persone che, già da tempo immemorabile, sono riuscite a realizzare in sè tutto ciò, con pazienza, perseveranza e coraggio, il Panda dice: grazie! Grazie di esistere od essere esistiti e grazie di aver reso questo mondo un posto molto migliore in cui vivere per tutti. Grazie per aver reso,crisi o non crisi, questo mondo un mondo pieno di tesori meravigliosi da scoprire ed assaporare da parte di esseri imperfetti almeno quanto voi. Da essere imperfetto ad esseri imperfetti: grazie!

Un saluto affettuoso a noi tutti ed ai nostri infiniti modi d’essere, di errare e di ingannarci da parte del pasticcione numero uno: il vostro Panda ovviamente.

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