giovedì 18 aprile 2013

Il giardino foresta secondo Robert Hart



Robert Hart, o meglio Robert Adrian de Jauralde Hart, noto orticoltore inglese, fu un pioniere in quello che oggi è conosciuto col nome di giardino foresta, ossia "un giardino di piante utili all’uomo (direttamente utili, come le piante che producono cibo, oppure indirettamente utili, come le piante che attraggono insetti benefici) modellato sulla struttura di una foresta giovane". Questo video, curato da l'Istituto Italiano di Permacultura descrive i fondamenti base di tale meraviglioso modo di coltivare la terra, prendendo come spunto il caso pratico proprio del pioneristico Robert A. de J. Hart.

Il vostro affezionato Panda vi ha parlato di un modo "meraviglioso" di coltivare la terra, intendendo dire meraviglioso sotto tutti i punti di vista: estetico, culturale, economico ed umano.

Facciamo un confronto per capire:

Ø  Un campo agricolo tipico della “moderna” agricoltura industriale usa molti composti chimici non rinnovabili, molto lavoro (gran parte del quale di tipo meccanico che consuma grandi quantità di combustibili fossili), moltissima acqua e tutto per coltivare un'unica varietà di prodotto su un solo livello.

Ø  Un giardino foresta non usa nessun composto chimico, richiede poco lavoro (e nessun trattore per arare o cose simili), consuma poca acqua e coltiva una grandissima varietà di prodotti (vegetali e non) su ben 7 livelli:

1.      Uno strato di copertura composto dalle chiome degli alberi da frutto
2.      Uno strato di bassi alberi da frutta o da noci
3.      Uno strato di cespugli da frutta come ribes o lamponi
4.      Uno strato di verdure ed erbe perenni
5.      Uno strato di copertura del terreno con piante commestibili che si diffondono orizzontalmente
6.      Uno strato sotterraneo dove si trovano radici e tuberi
7.      Uno strato verticale di viti o piante scalatori

Chi credete sia effettivamente più "moderno"? Il nostro contadino tipo, col suo costosissimo trattore da 200 cavalli con aria condizionata inclusa (comprato con un altrettanto costoso finanziamento bancario), oppure il buon Robert che se ne va a zonzo nella sua “foresta”?

Un’ultima osservazione, un uso meno intensivo di pesticidi, fertilizzanti e anticrittogamici non vuol dire solo inquinamento, danno alla salute dei contadini e dei loro clienti, esaurimento di risorse non rinnovabili ed impoverimento del terreno, vuol dire anche un ingente costo in più. Un costo che qualcuno deve pagare (il contadino prima e il consumatore poi).  


Buona visione e buon futuro a tutti

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