Peccato che i “monelli”, per così dire, è già da diversi anni PRIMA dell’inizio della crisi che arrancavano, mentre i soliti “nuovi”, pii e savi cultori del libero mercato, fin da allora, ci raccontavano di un futuro dorato e perfetto grazie alla perfetta-perfezione-sberluccicante di sua Maestà in persona, ossia il Mercato. Ora che quel favoloso futuro ci è piombato addosso insieme ai mercati che l’hanno generato, tutta quella “perfezione” mercatofila dovrebbe aver un po’ stancato. Non vi pare? E invece no! Tutto il contrario...
Oggi la parola d’ordine è “niente discussioni, lacrime e sangue subito, altrimenti i mercati si arrabbiano e ci fanno a pezzetti”. E allora daje di “lacrime e sangue”!
Scusate un momento, ma il vostro Panda, nella sua infinita ingenuità, è un po’ confuso. Una volta non erano gli Stati a fare le leggi, le regole e gli accordi internazionali? Non erano gli Stati a stabilire le regole del gioco, persino quelle che regolano i mercati finanziari? Com’è allora che adesso, in nome dei mercati finanziari, perfetti, invincibili e spietati, tutto, ma proprio tutto, sia reputato sacrificabile (pensioni, lavoro, stato sociale, case di proprietà, consumi, ecc…).
Ma siamo poi sicuri che tutto, ma proprio tutto, è considerato sacrificabile?
Beh, proprio tutto-tutto no! Non i mercati finanziari ovviamente, quelli non si toccano, e neppure le rendite, e nemmeno i grandi capitali, non la corsa agli armamenti (anzi quella va a gonfie vele, come ai tempi d’oro della Guerra Fredda), non parliamo poi della corruzione e certo anche l’evasione fiscale gode di sonni tranquilli (quella con la e maiuscola per lo meno), le corporazioni non sono sacrificabili, i monopoli poi nemmeno a pensarci, ecc... Insomma ci sono un sacco di eccezioni alla politica “lacrime e sangue, ma con equità”. Come possiamo sintetizzare il tutto? Ah sì, ecco! Possiamo sintetizzare così: le vite di chiunque possegga meno di un miliardo di euro (o giù di lì) è sacrificabile in ogni suo singolo aspetto. In nome dei mercati, infatti, si è immediatamente sacrificata la democrazia (niente elezioni), i diritti acquisiti (pensioni & Co.), il potere d’acquisto (con l’aumento dell’IVA ed analoghi), la proporzionalità nella tassazione (aumentando le tasse indirette e le accise), ecc... Vabbè, direte voi, ma l’equità che fine ha fatto allora?
Ha-ha-haa-haaa!!! Scusate le grasse risate, ma il vostro affezionato Panda è felice per lo meno di non essere stato l’unico ingenuo in questo frangente.
Sì vabbè, facile criticare e far dell’ironia, ma che si può fare in alternativa?
Innanzitutto cominciare a parlare seriamente delle risorse del pianeta (petrolio, gas, carbone, solare, eolico, derrate agricole, pesce, acqua dolce, minerali, ecc…) che insieme alla pesante sovrappopolazione sono la reale causa della situazione attuale. Se non si parte dalla realtà da dove? Poi si potrebbe proibire la speculazione finanziaria abolendo la possibilità di vendere i titoli derivati (che essendo nati come forma di copertura del rischio e non come merce di scambio potrebbero tornare ad essere quello e solo quello), tassano le transazioni (Tobin tax) e anche la durata dell’operazione (più è breve la durata più alta la tassa), poi si potrebbe annullare qualsiasi forma di leva finanziaria (o si acquistano/vendono titoli con i soli mezzi economici propri o non lo si fa affatto), poi si potrebbero mettere fuorilegge le società di rating e di certificazione (per palese inefficienza), poi si potrebbero riportare le banche a fare le banche (raccolta e prestito di denaro rispettando i vincoli di buonsenso imposti dopo la crisi del ’29). Si potrebbe poi andare sul piano delle forme societarie con accordi internazionali volti a stroncare il “gioco” delle “scatole cinesi”, ossia quelle società costituite al solo ed unico scopo di evadere od eludere le tasse (quando non peggio con il riciclaggio di denaro sporco ed il finanziamento di attività illecite). Si potrebbe semplificare la persecuzione dei crimini legati alla corruzione e riformare i servizi di dogana in modo da evitare il sistematico sistema di truffe fiscali legate all’import-export delle grandi e grandissime aziende a danno dello stato. Si potrebbe portare qualsiasi multa da un importo prefissato ad una percentuale del reddito. Si potrebbero istituire anagrafi fiscali per tutti i pubblici ufficiali (quando lo si diventa ci si deve sottoporre ad un accertamento fiscale e patrimoniale ed altrettanto quando si smette di esserlo o si è sospettato di attività illecite). Si potrebbero tassare le attività produttive in base al loro impatto ambientale per coprire quei costi finora scaricati sul buon vecchio stato sociale e anche per sovvenzionare qualsiasi attività economica sostenibile. Si potrebbe costringere ad applicare ai prodotti etichette comprensibili e trasparenti per penalizzare anche sugli scaffali dei negozi le aziende che delocalizzano o attuano scelte “moralmente discutibili”. Si potrebbero fare le liberalizzazioni per spezzare regole per definizione anti-meritocratiche. Si potrebbero costringere aziende e privati ad adottare pacchetti tecnologici strategici (come risparmio energetico, fotovoltaico, mini-eolico, solare termico, Internet a banda larga, ecc…). Si potrebbero coltivare i mari con allevamenti ittici sostenibili. Si potrebbe adottare strategie volte a sostenere la cura del ferro (ossia un passaggio dal sistema di trasporto privato e su gomma a pubblico e su rotaia). Si potrebbe favorire e velocizzare la standardizzazione dei prodotti di base (vedi carica batterie ed analoghi). Si potrebbero proibire in toto le luci degli stand-by sugli apparecchi domestici. Si potrebbe estendere la raccolta porta a porta dei rifiuti su tutto il territorio nazionale: un massiccio recupero dei materiali, dovrebbe essere un aspetto primario per una nazione priva di materie prime. Si potrebbero pianificare la pannellizzazione solare sistematica di scuole, ospedali ed edifici pubblici per diminuire sul lungo periodo le spese correnti per elettricità, riscaldamento e raffrescamento degli stabili di proprietà pubblica. Si potrebbero adottare politiche agricole volte a favorire le aziende agricole virtuose, limitando gli sprechi d’acqua dolce e l’abuso di sostanze chimiche che, oltre che dannose per la salute e l’ambiente, implicano per l’Italia l’importazione di materie prime non necessarie. Si potrebbero approntare piani di sviluppo decennali per dare stabilità legislativa alla tanto declamata quanto snobbata green-economy (e non solo).
Queste idee non sono altro che un microscopico assaggio di quel che si potrebbe fare. Il punto della questione è perché non si fa nulla di tutto ciò, dato che gran parte di queste iniziative sarebbero a costo zero per le casse statali e garantirebbero risparmi ed entrate consistenti e stabili nel tempo. La questione, come se non bastasse, riguarda l’Italia, ma anche l’Europa intera, anzi il mondo intero.
Si può chiedere “lacrime e sangue” a fronte di situazioni di estrema emergenza, ma non in assenza totale di qualunque politica virtuosa e a costi zero. In assenza totale di quel genere di politica economica, lo slogan “lacrime e sangue con equità” è una presa in giro a prescindere dai dettagli tecnici. Peggio ancora, senza parlar d’altro che di “lacrime e sangue” e limitando l’equità ad un 1,5% di tassazione extra sui cosiddetti scudati, il tutto assume tinte molto, molto fosche. L’impressione è che la classe dominante stia sottintendendo un ragionamento piuttosto sgradevole e lugubre, del tipo: “L’uguaglianza è finita, la democrazia è morta e in futuro voi straccioni sarete tutti un po’ più poveri, malati, tristi e schiavi! Ed ora basta parlare, al lavoro svelti e muti o vi facciamo sbranare dal mercato!”.
Il mercato? Cioè loro stessi!
E li stiamo pure ad ascoltare?
Lacrime e sangue?
No, grazie!
Buon futuro a tutti, ricchi e non, dal Panda.
Ciao caro panda,
RispondiEliminabellissimo post semplice ed evidente.. cosa aggiungere.. forse solo una similitudine, le persone che mettono in atto queste "manovre" (persone che dovrebbero vegliare sulla cittadinanza italiana, europea ma anche mondiale) sono equiparabili ad un pompiere che per spegnere un incendio butta benzina nel fuoco.
Se io che ho cultura e conoscenze limitatissime mi rendo conto che il sistema è al collasso non posso concepire in nessun modo una scusa plausibile a difesa della buona fede di questi esseri pensanti al di sopra di qualunque giudizio. Mi sembra che si sia andati a sbattere contro un muro e la soluzione del problema sia fare una retromarcia per guadagnare lo spazio che ci permetta di riprendere il cammino con velocità nella stessa direzione da cui siamo venuti.
Nel frattempo mentre le coscienze si risvegliano (e il muro non si muove) l'unica cosa che vedo perseguibile è fare quanto in potere dei singoli per ridurre i danni e parlare, parlare, parlare fino allo sfinimento per intrufolare l'idea che la crescita infinita è stata una bella favola.. ma ora ci tocca la realtà. Ciao e grazie. Mara
Ciao Mara, grazie per le tue belle parole. Il Panda concorda pienamente su tutto. Mi ha colpito soprattutto la frase: “…la crescita infinita è stata una bella favola.. ma ora ci tocca la realtà”. Trovo che sintetizzi magistralmente l’attuale situazione, non solo dal punto di vista economico e politico, ma anche dal punto di vista culturale. Se, come suggerisci, non si riuscirà a far passare il l’idea che la crescita economica infinita è un miraggio pericoloso, temo che ben poco o nulla potrà accadere sul piano economico e politico (se non per vie estremamente traumatiche e violente).
RispondiEliminaPenso che, chi ha consapevolezza di ciò, oltre ad avere l’innegabile merito di non essersi lasciato trascinare acriticamente dalla cultura dominante, abbia anche l’obbligo morale di tentare di insinuare il dubbio nella società PIL-centrica in cui viviamo. Non è un’impresa facile, ma è una battaglia che merita d’essere combattuta. Anche per questo, il Panda rinnova i ringraziamenti a te ed a tutti quelli che, come te, hanno già colto quella sfida.
Un salutone dal Panda
Solo limitando un poco le spese militari il bilancio dell'Italia sarebbe risanato in pochi anni! E dunque che bisogno c'è di mettere le mani in tasca ai pensionati e di stroncare ogni possibile speranza nel futuro di una intera generazione oggi trentenne?? Per avere qualche cacciabombardiere in più che non servirà mai a nulla se non a bombardare gente inerme? Lacrime e sangue sempre ai soliti e per giunta inutilmente... io comincio a stancarmi davvero!
RispondiEliminaPura vida a todos! Pier
Comprimere la spesa sanitaria, le pensioni e l'intero welfare italiano per mantenere (e adirittura espandere) quella militare è senza dubbio quello che tutti gli italiani segretamente desiderano. E le motivazioni certo non mancano. Perchè, ad esempio, si dovrebbe desiderare di mandare i propri figli all'asilo, quando si possono sterminare quelli degli altri bombardandone gli asili nido? Perchè preservare la propria democrazia quando si può benissimo "esportarla" a casa di qualcun altro per fregargli una goccia in più di petrolio (meglio ancora se l'ultima)? Perché sperperare soldi in attività produttive e benefiche, quando si può dare tutta la colpa ad un drone o ad un missile "intelligente" o che so io, alle armi di distruzione di massa? Perchè difendere una Costituzione schifosamente pacifista, quando si possono fare affari d'oro in tutto il mondo a suon di piombo piombo? La trasmutazione alchemica dal piombo all'oro esiste! E l'hanno trovata gli armaioli. Ahhh, le armi e la guerra che delizia! Una fulgida dimostrazione di equità e lungimiranza. Un esempio morale per i figli di chiunque riesca a sopravvivere (finchè qualcuno ci riuscirà). Forse sporcano un po', ma non si può fermare il PROGRESSO! In tanti ci hanno provato e sono tutti morti. Quindi W il PIL, le armi e la guerra! E abbasso il welfare, la solidarietà ed i pensionati (parassiti improduttivi altro che nonni)!
RispondiEliminaO no?!
Un salutone a Pier e a voi tutti dal Panda