Viviamo tempi difficili e il governo Monti non sembra in grado di poterli migliorare. Inizialmente si parlava di rilancio dell’economia e di sviluppo, criticando il governo Berlusconi per essersi concentrato solo sulla tenuta dei conti (per altro discutibili) e non abbastanza sul rilancio dell’economia del paese. Poi, come per incanto, si è parlato solo di “lacrime e sangue”, indorando un po’ la pillola con l’aggiunta “ma con equità”. Ora che si incomincia ad intravvedere la reale linea di condotta montiana, la parte “ma con equità” si è sciolta come neve al sole, lasciando gli attoniti (e sempre più poveri) cittadini italiani con l’amaro in bocca. Un amaro pungente e sgradevole, per un’illusione durata troppo poco persino per valer come cura palliativa. Ora, ai poveri ed all’intera classe media italiana, non rimane più nulla, fuorché la certezza che il meglio è alle spalle.
E' tutto? Non direi...
Se la situazione così descritta non fosse già abbastanza deprimente, si aggiungano i dati scientifici sempre più allarmanti sulla situazione climatica ed ambientale del pianeta (erosione della biodiversità, acidificazione degli oceani, cambiamenti climatici, perdita di suolo fertile, dissesti idrogeologici, desertificazione, inquinamento da plastica, diossina, nanopolveri, buco dell’ozono, deforestazione, ecc…). Se n’è sempre parlato, ma, dopo la valanga di acqua, fango e morti che ha recentemente devastato l’Italia, si sta incominciando a parlarne con un tono diverso. I disastri ecologici non sono più, psicologicamente, qualcosa di percepito come lontano nello spazio e nel tempo. Se anche questo non vi basta, si consideri poi che la tensione militare, a livello internazionale, è drasticamente salita in questi ultimi anni, con un ritorno in sordina ad una sorta di Guerra Fredda multilaterale (con tutte le incertezze della precedente e nessuna delle sue certezze). La corsa agli armamenti da una parte e l’allentamento dei trattati su missili balistici dall’altra, oltre alla proliferazione di potenze nucleari e di tecnologie di distruzione di massa a basso costo, hanno reso questo pianeta un posto sempre meno sicuro in cui vivere.
A quanto già detto va poi aggiunta la constatazione tanto semplice quanto terribile che l’umanità ha raggiunto e superato il picco del petrolio senza alcuna preparazione preventiva e, analogamente, il picco delle risorse planetarie si estende sempre più, incurante persino dell’attuale crisi economica. Non si deve poi dimenticare la crisi delle democrazie occidentali, con uno scollamento senza precedenti tra cittadini ed istituzioni, con la “morte” della rappresentatività, con la caduta dei diritti acquisiti e l’erosione continua di quelli fondamentali, con tensioni istituzionali endemiche e persistenti e con una generale disaffezione alla politica che sta rapidamente trasformandosi in odio dichiarato dei cittadini verso l’intera classe politica mondiale.
Sul piano sociale tutto questo si traduce ovviamente in spaesamento, paura, frustrazione, rabbia, disillusione e rassegnazione.
Con questa valanga di brutte notizie è inevitabile quindi che si continui a far un gran parlare del 2012, della fine del mondo e dell’Apocalisse nelle sue mille diverse accezioni e sfumature.
Il vostro affezionato Panda non sa quale sarà il futuro. Come essere umano accetta questa sua ignoranza esistenziale e la faticosa prudenza e moderazione che tale ignoranza dovrebbero comportare. O almeno ci sta provando. Quel che però il vostro amico Panda sa per certo è che c’è di peggio dell’Apocalisse. Sì d’avvero! Di molto peggio! E non riguarda il futuro, ma il nostro presente. Il peggio è proprio la rabbia, l’odio, la rassegnazione che questa situazione alimenta. Il peggio è il disimpegno politico, civile e solidaristico. Il peggio è l’egoismo sempre più ottuso e farsesco su cui l’umanità si sta ripiegando. Il peggio è l’indifferenza ed l’ansia di “divertimento” disperati propri di chi ha troppa paura di vedere una realtà diversa da come se l’era immaginata fino a poco prima. Il peggio è il rancore crescente.
Il bello è che la cura al rancore è stato inventato tanto tempo fa ed è anche una cura a tutti i mali presenti e futuri. Quella “misteriosa” cura non è una finanziaria, né un piano di riposizionamento strategico degli assetti militari, né una rivoluzione politica e/o violenta. Questa cura già esiste e si chiama AMORE.
Troppo facile? Semplicistico? Banale? Bello ma impossibile?
Ecco i dubbi più dannosi e vecchi della storia dell’umanità. Quanto ancora dovremo aspettare prima di sorpassarli?
Speriamo poco, comunque molte, molte, moltissime grazie a chi già li ha sorpassati o ci sta provando.
Volete risolvere i mali del mondo? Serve una costituzione nuova di pacca. Con un solo articolo. Scritto nei cuori di chi l’adotta e non sulla carta di chi la legge svogliatamente e distrattamente sui banchi di scuola. Una costituzione con un solo articolo per tutte le fedi, per tutte le appartenenze politiche e sociali. Un articolo rubato ad un celebre santo: “Ama e fai quel che vuoi”. Perché? Perché se ami sei felice e rendi felici gli altri, ma anche perché, come ricordava Benigni in un suo spettacolo, se ami non uccidi, non ferisci, non sfrutti (e si potrebbe aggiungere non inquini, non rubi, non corrompi né ti fai corrompere, non offendi né permetti che ti offendano, ecc... ecc... una lista lunghissima!). Se ami non resti indifferente, né apatico, né rassegnato (neppure quando sembreresti avere ottime ragioni per esserlo). Se ami perdoni, se ami proponi, se ami agisci. Se ami non ti arrendi mai ossia, se ami: resisti, resisti, resisti! Se ami non hai bisogno di avere delle speranze per il futuro, perché tu sei la speranza e ciò va ben al di là dei risultati che otterrai (e li otterrai) o di ciò che penseranno o diranno gli altri (buono o cattivo che sia).
Buon futuro a tutti dal Panda
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