martedì 18 ottobre 2011

Il complottista, la luna ed il link


Il vostro affezionato Panda non vorrebbe mai apparire un “complottista” (che orribile parola!). Questo desiderio non nasce però dal rifiuto di accettare la possibilità che le proprie convinzioni possano essere semplici elucubrazioni strampalate e prive di consistenza. Errare è umano ed il vostro Panda, in questo, è un vero campione d’umanità. Esiste una ragione ben più consistente per desiderare di non apparire complottista. Quale? Il non ritenere giusta né accettabile la storpiatura di linguaggio e, con esso, del buonsenso. La parola “complottista”, infatti, indica...

...un visionario che vede complotti ovunque, letteralmente un estremista dei complotti. Eppure, fateci caso, il più delle volte è utilizzata per indicare chi si rivela critico verso una versione ufficiale di un qualche evento. Perché non usare allora la parola “scettico”? Forse perché chi utilizza la parola “complottista” non desidera descrivere un atteggiamento quanto piuttosto denigrare. La calunnia è propria di chi, pur a corto d’argomentazioni, non rinuncia allo scontro. Mostrando in questo la sua umanissima debolezza. Qualche esempio: non credi alla versione ufficiale della strage dell’11 settembre 2001 (vedi qui)? Complottista! Ha-ha-ha! Pensi che le guerre che avvengono in paesi stracarichi di petrolio (o strategici per gasdotti ed oleodotti) siano causate da interessi petroliferi/finanziari e non per esportarvi la democrazia o limitare la diffusione di armi di distruzione di massa? Complottista che non sei altro, vergognati! Pensi che i governi siano ormai i poggiapiedi dei gruppi di pressione di multinazionali, banche e colossi finanziari? Complottista! Pensi che i governi abbiano dato gli ultimi soldi a disposizione alle banche, anziché ai poveri, per motivi che non hanno nulla a che fare con il "salvarci tutti" dalla crisi? Complottista! Complottista! Complottista!

Essere definiti scettici e persino “in errore” è cento volte preferibile ad essere definiti “complottisti”, poiché lo “scettico” o “chi sbaglia” sono almeno presi in considerazione. Chi è etichettato come complottista, invece, non viene mai preso veramente in considerazione. Peggio ancora, non viene preso mai sul serio. Anche quando lo si ascolta, infatti, lo si ascolta come si farebbe con le allucinazioni di un folle, oppure con un racconto fantastico. Se si ascolta un “complottista” lo si fa per curiosità e per divertirsi, non per informarsi. Se poi le argomentazioni del presunto complottista iniziassero (per un qualche strano motivo) a far breccia nella mente di chi ascolta, l’incredulità e l’imbarazzo, avranno il sopravvento sulla ragione (“Suvvia, se avesse ragione lui, come mai nessuno…”). Se infine ci si lascia convincere, non si fa altro che venir etichettati a propria volta come complottisti. Il discredito è un muro cognitivo che ostacola enormemente la diffusione delle idee. A scoprirlo, all’inizio, furono i giullari che l’usarono contro il potere costituito. Oggi il potere costituito si sta prendendo la rivincita. Nulla, infatti, scredita lo scetticismo (e quindi la critica al potente) più dell’accusa d’essere un complottista. Non servono vere argomentazioni all’infuori di un generico e sottinteso: “tutti pensano che le cose stiano così e tu solo pensi invece che…”. La morte dello spirito critico.

Ma senza senso spirito critico, cosa resta di un libero intelletto?

Questa probabilmente è la domanda che dev’essersi posto chi, di professione, si occupa di disinformazione. “Assolutamente nulla!” è, altrettanto probabilmente, la risposta che si sarà dato subito dopo, accompagnandola con un ampio sorriso stracolmo di soddisfazione. Ecco quindi spiegata l’insana mania mostrata con sempre più insistenza dai mass-media in merito ai complottisti (quelli veri, ossia quelli che una volta erano chiamati “fanatici” o “balordi”). Pensate a quante trasmissioni televisive piene di ridicoli misteri misteriosi.

Il complottismo, paradossalmente, fa parte di ogni complotto moderno. Seppellire il buon senso sotto una montagna d’ilarità distratta e qualunquista (cioè di un tipo che non sta lì a far troppi distinguo) è l’albero della cuccagna del provetto manipolatore. Dopo la propaganda, la strategia della tensione, il terrorismo, gli agitatori prezzolati, i segreti di stato ed i depistaggi degli immancabili servizi segreti deviati, il potere s’è munito di un nuovo potente strumento dietro cui celare comodamente i propri misfatti: il complottismo. Infestare lo spazio informativo di bugie e stupidaggini palesi per screditare il dubbio e far sembrare “sensate” risposte “ufficiali” palesemente assurde. Il “complottismo” è un mezzo di disinformazione facile, economico ed estremamente efficace. E’ meglio della censura! Più efficacia della retorica! Più prudente della menzogna diretta! Meno impegnativa del segreto! Più economico della corruzione!

Certo, non è un mezzo raffinato, ma funziona alla grande. Detto in altri termini, fa sì che milioni di divertiti spettatori buttino via il bambino insieme all’acqua sporca, senza che sorga loro il minimo sospetto. Quest’ultimo, infatti, viene espulso dalle menti, ingannate da un narcisistico e ridanciano senso di superiorità rispetto ad un “ridicolo” preparato ed esibito ad hoc nonché generosamente somministrato da valanghe di tv spazzatura.

D’altra parte, a forza di sentire ripetere sempre e solo sciocchezze alienanti, replicate dalla mattina alla sera con ossessiva disumanità da tv, tg, radio e giornali, è ovvio che, in giro, qualche complottista (vero s’intende) ci deve pur essere. Su 7 miliardi di persone alienate, quanti “patetici” si possono generare? Molti e, se li si stuzzica un po’, se gli si concede spazio e visibilità, esplodono letteralmente, contagiandosi l’un l’altro in una deflagrazione di assurde congetture l’una più strampalata dell’altra. Così si crea una diluizione di informazioni sensate, all’interno di un oceano di “balordaggini a cascata”. E’ anche questo “il bello” del complottismo basta una piccola spinta iniziale e lui si auto-genera! Una vera manna per i disinformatori!

Come dice il detto, tuttavia, "quando il dito indica la luna, lo sciocco guarda il dito". Il fatto è che, nell'attuale situazione, la "luna" dovrebbe attrarre la nostra attenzione assai più del dito "complottista". Il fatto che esista un fenomeno chiamato “complottismo”, infatti, dovrebbe incuriosire assai più di quel che viene detto a torto o a ragione contro il complottismo. La luna, in questa “stralunata” allegoria, rappresenterebbe proprio questo o, come qualcuno ha giustamente detto: “Non è un sintomo di buona salute vivere ben adattati in una società profondamente malata”. Non è realistico pensare di vivere in un mondo profondamente malato e rimanere sani (in ogni senso). Che questo mondo sia malato fino al midollo è un’ovvietà resa ancor più lampante dall’esistenza del “complottismo”: sia di quello che andrebbe più propriamente chiamato “scetticismo incompreso”, sia di quello che andrebbe chiamato “alienazione”. Le menti ed i dialoghi sono inquinati da una realtà economica malata ed agonizzante, un’economia culturalmente invadente, una sorta di cancro sociale che tenta disperatamente di autoperpetuarsi. Il vostro Panda tenterà d’essere ancora più esplicito: viviamo tutti (ma proprio tutti) all’interno di un'economia globale profondamente malata che limita la capacità di giudizio di tutti noi con l’unico scopo di continuare ad esistere foss’anche per un secondo di più. Spettatori, complottisti, anti-complottisti e complottanti vivono tutti all’ombra di questo mostro ammorbante.

Se volete scoprire quanto è grave la malattia ed avete il tempo ed il coraggio per ascoltare la risposta, il Panda vi suggerisce di guardare qui. Lo so, detta così, la cosa sa terribilmente di “complottismo”, di rivelazione iniziatica, di mistero misterioso, ma dire qualcosa di drasticamente in contrasto con le idee dominanti, per quanto ovvio e scontato ciò che si dice possa essere, non può che apparire tale in questo clima culturale. Il vostro affezionato Panda non vuol certo apparire “complottista”, ma preferisce apparire tale, piuttosto che tacere in rassegnato sconforto.

P.S. - Beh sì, quel link il vostro Panda ve lo aveva già segnalato (qui), ma val pur la pena di ripetersi per ciò che è giusto ed importante, tanto più quanto quel che si segnala richiede un minimo d’impegno da parte di chi ascolta. L'originalità, in fin dei conti, non è tutto nella vita e, se anche voi la pensate così, magari potreste far circolare quel link tra conoscenti ed amici. Più gente conosce il mondo ed il modo in cui oggi si vive e più probabilità ci sono che si riesca a trovare una cura efficace per questo nostro bellissimo pianeta.

Buon futuro a tutti, complottisti e non, dal vostro affezionato Panda

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