sabato 11 dicembre 2010

Viva l'azione ed il co-coraggio

Siamo a dicembre e fra qualche settimana diremo addio anche al 2010. E' tempo di bilanci. Il primo anno di vita di questo piccolo blog è stato per chi scrive un'esperienza unica. Un'esperienza incredibilmente positiva che il vostro dilettantesco ed affezionato Panda desidera protrarre il più a lungo possibile. Un'esperienza da consigliare a chiunque. Nei pochi mesi trascorsi sono stati toccati numerosi argomenti in questo angolino di Internet: la Singolarità Tecnologica, i problemi ambientali, la giustizia sociale, le questioni culturali, il Picco del Petrolio, i problemi della libertà d'informazione, ecc...
Un sacco di argomenti, apparentemente distanti tra loro, ma accumunati da un'unica visione del futuro. Una visione preoccupata, ma non rassegnata. Una visione del futuro che si tramuta in un presette fatto d'azione. Una visione che congiunge presente e futuro all'interno di una solidarietà che non si lascia scoraggiare facilmente. Una visione che vuole spingere all'azione prima che convincere qualcuno.



Il vostro Panda, infatti, crede fermamente che, come qualsiasi altro individuo, nonostante tutti i suoi sforzi, non sarà mai in grado di concepire un'idea all'altezza di quella che una moltitudine di persone che si parlano e si ascoltano possono facilmente partorire insieme. Idee piccole oppure grandiose come Wikipedia, il metodo scientifico e la democrazia possono crescere solo collettivamente. Le intuizioni anche geniali dei singoli sono uno spunto ed un aiuto prezioso, ma è solo con il lavoro intellettuale di massa che una società può relmente progredire. Internet, in questo senso, offre un'incredibile opportunità di comunicazione, di condivisione e di fratellanza. Internet è uno strumento culturale in grado di far comprendere finalmente che siamo tutti accumunati da un destino collettivo: abitiamo lo stesso pianeta, respiriamo tutti la stessa aria e beviamo la stessa acqua, condividiamo le stesse speranze, amiamo, soffriamo e siamo tutti vittime di noi stessi e di qualcun altro che a sua volta è vittima e carnefice. Inutile perder tempo a scaricarsi le colpe gli uni con gli altri. Occorre agire ed Internet è ottimo anche per questo. Più di ogni altra cosa Internet permette di stendere ponti di amicizia che scavalcano distanze fisiche, culturali e sociali. Ponti preziosissimi in una terra martoriata dall'inadeguatezza degli attuali sistemi politici. Diversamente da una tristemente diffusa convizione, il vostro Panda crede che la politica sia una nobilissima attività. Non ci sarà mai Pace senza della buona politica. Per dirla con le sagge e semplici parole di Don Milani: "Se c'è un problema e se ne esce da soli, questa è cupidigia, se se ne esce insieme, questa è politica". La vera politica è la Pace. Quella con la P maiuscola. Non semplicemente una pace fatta d'assenza di guerra. La vera politica è la Pace fatta di cooperazione, solidarietà, coesione, scambi culturali e tolleranza. In questo senso Internet è incerdibilmente politicizzata. Internet meriterebbe il Nobel per la Pace per il semplice fatto di essere la più promettente macchina da Pace che il Pianeta abbia mai visto finora. Sfruttiamola fino all'osso! I sistemi politici attuali purtroppo si sono fossilizzati in strutture rigide ed inadeguate. Le istituzioni politiche nazionali ed internazionali si scontrano tragicamente con una loro palese e totale inadeguatezza storica. Siamo tutti ostaggi di governi locali su un pianeta con gravi ed immediati problemi globali. Forti strutture politiche locali associate ad una completa assenza di istituzioni politiche sovranazionali, rende i problemi più grandi (quelli globali appunto) non solo ingestibili, ma totalmente ingestiti. Non è che il mondo sembra andare allo sbando, il mondo è allo sbando. L'ONU non basta. I vari tentativi di accordi internazionali non bastano. Benvengano, ma non bastano. Serve molta, molta più azione. Tutti sembrano rendersene conto, ma non accade nulla. Sembriamo tutti ingessati nei nostri limitati punti di vista nazionalistici, ostaggi di paure assurde e ancor più assurde avidità.
I rischi derivanti dal Picco del Petrolio, dai cambiamenti climatici, dall'esaurimento delle riserve naturali (in primis l'acqua dolce) insieme ai rischi derivanti dall'inquinamento, dall'iperconsumismo e dall'iperspeculazione, nonchè i rischi connessi all'attuale boom tecnologico e demografico rappresentano un unicum, un intreccio super-massivo di guai all'ennesima potenza. Questa matassa di guai, complessivamente considerata, attenta seriamente alla soppravvivenza stessa della civiltà così come la conosciamo. Non si può sprecare altro tempo a discuterne. Servono azioni immediate per porre rimedio all'inalzamento delle temperature e dei livelli oceanici, per stabilizzare la biodiversità e ridurre le emissioni di CO2 e metano, per ridurre il tasso di mortalità e con esso quello di natalità nei paesi del terzo mondo, ecc... Servono azioni grandi o piccole che siano. Ogni contributo, per quanto microscopico va incoraggiato, elogiato e sostenuto. Nessuno, persona fisica o istituzione che sia, può chiamarsi fuori. Non si tratta di essere o non essere catastrofisti. Non si tratta di "roba da ecologisti" di cui lavarsene le mani allo stesso modo in cui, il chiudere la falla in una nave che affonda, non può essere ridotto a "roba da marinai" da parte dei passeggeri di quella nave. In effetti siamo tutti  passeggeri di una nave su cui non esistono nè scialuppe nè salvagenti. Siamo tutti passeggeri del pianeta Terra e non c'è comandante a cui appellarsi. Dobbiamo per forza agire e cooperare o saranno guai tremendi per tutti.
Purtroppo abbiamo già sprecato fin troppo tempo, ipnotizzati da mass midia criminogeni, paralizzati da stalli politici ed economici assurdi ed anacronistici. Il risultato di tutto ciò è una cultura dominante basata sulla paura e la sfiducia reciproca, sulla rassegnazione e sulla rimozione. Il mondo ha deciso di risolvere i suoi problemi facendo finta che non esistano, sottovalutandoli ipocritamente, rimandando tutto ad un lontano futuro. La tecnologia risolverà ogni cosa, si sente spesso dire. Il guaio è che si sente ancor più spesso dire che non si investe abbastanza nella ricerca. La falsa gioia dei programmi TV scacciapensieri, l'abuso di droghe e psicofarmaci d'ogni tipo, l'ultra-tecno-ottimismo, la sistematica tendenza previsionale a spostare i problemi avanti di decenni rispetto al loro reale manifestarsi sono sintomi di una società terrorizzata da ciò che in fondo sa perfettamente che potrebbe accadere tra pochissimi anni e non tra molti decenni. Per questo nessuno intraprende passi coraggiosi: perchè manca il coraggio.
Oggi siamo arrivati al punto di innescare vere e proprie campagne denigratorie verso intere categorie di tecnici le cui affermazioni non si adeguano alla rassicurante versione dei mass media. Il climagate e la censura sul picco del petrolio non colpiscono più questo o quel tecnico, colpiscono l'intera categoria dei climatologi e dei geologi. Tale isterica avversione alla razionalità deve assolutamente essere superata. L'ottismismo statico, acritico e cieco, quello cioè che non spinge all'azione, ma al dolce far nulla, deve essere rapidamente spazzato via o saremo noi homo sapiens ad essere spazzati via dagli eventi. Oggi siamo giunti al punto da dover ammettere, se si guarda ai fatti con onestà, che non esistono più soluzioni semplici ed indolori da poter intraprendere. Questo però, lungi dal fermarci o dal farci tentennare, deve essere di stimolo per agire subito. Servono piccoli gesti di bontà quotidiana e grandi visioni di solidarietà collettiva. Servono azioni piccole e grandi: purchè vadano anche solo vagamente nella direzione voluta benvengano. Tutto ciò vale per i governi, ma ancor più vale per tutte quelle persone che direttamente o indirettamente li sostengono quei governi. "Cosa posso farci io?" è una domanda che non dovrebbe più essere tollerata. Vi pare una bella idea, quando la casa va a fuoco, attendere l'arrivo dei soccorritori fermi sotto la trave portante in fiamme, chiedendosi in continuazione "E io cosa ci posso fare?", irremovibili ed ostili verso chiunque tenti di fare qualcosa? Fare spallucce vi pare una bella idea di fronte a guai molto maggiori di una casa in fiamme?
Che fare? La risposta ovviamente è: qualsiasi cosa! Qualsiasi azione o tentativo è più che ben accetto purchè sia fatto subito ed in buona fede. Va bene tutto. Tutto fuorchè l'inattività. Se proprio non viene in mente nulla allora ci si può informare, ma non essere passivi. Ne va del nostro futuro. Ne va del futuro dei nostri figli e del futuro di tutto quanto il pianeta. E non stiamo parlando di un futuro remoto e lontano. Non è tempo d'essere pigri, scoraggiati od abbattuti. Se quel coraggio non lo si trova in se stessi lo si può ricercare presso chi ce lo ha già. Se quel coraggio lo si ha già, allora va condiviso con chi ne è privo. Per uno sforzo collettivo ed un'azione rapida e poderosa serve un coraggio collettivo. Serve un coraggio condiviso. Serve un coraggio contagioso ossia un co-coraggio. Passate parola!

Buone azioni e tanto co-coraggio a tutti voi dal Panda

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