mercoledì 29 dicembre 2010
Picco del Petrolio & Co.
Ecco un interessante intervento del prof. Ugo Bardi dell'Aspo sui limiti della crescita economica.
Il professor Bardi ha tenuto questo suo intervento nel 2007, quindi il video è vecchio ormai di tre anni, ma haimè attualissimo. Il professor Bardi sostiene che fin dagli anni '60 era stato compreso il picco del petrolio e che, soli pochi anni dopo, si sarebbero svolte delle previsioni piuttosto precise in merito alle catastrofi che, volenti o nolenti, ora stiamo per dover affrontare. Il riferimento ovviamente è al Club di Roma e al suo celebre "I limiti dello sviluppo" del 1972.
Se ciò fosse vero, penserà però qualcuno di voi, allora non ci dovremmo trovare a questo punto. Se fossero state effettivamente svolte delle previsioni scientifiche attendibili e soprattutto verificabili fin dagli anni settanta, penserete infatti, di certo non ci troveremmo oggi a dover penare come matti per accordi mondiali sulla riduzione della CO2 oppure a vedere il petrolio a 90 $ al barile nonostante la più grave crisi economica dal dopoguerra in corso. Ebbene...
Ebbene, il fatto piuttosto spiacevole per chi si appassiona di queste tematiche, è proprio la consapevolezza che si è fatto quel che si è fatto e si sta facendo quel che si sta facendo a questo pianeta pur sapendo esattamente (o quasi) quel che sarebbe accaduto e quel che accadrà. Non solo il sapere le cose per tempo non ci ha impedito di andare allo sbaraglio verso il dirupo, ma chi ha generato quel sapere (ossia chi, per così dire, ha dato l'allarme quand'era il momento) è stato ridicolizzato, emarginato e censurato.
La disinformazione è stata l'unica vera iniziativa presa da chi si è trovato al potere fino ad ora in tutto il mondo. Nonostante l'evidenza dei fatti, è ancora un problema politico apparentemente insuperabile anche solo abbandonare l'uso del PIL per misurare i progressi economici. Il fatto è che i "poteri forti" che si sono venuti a creare nel tempo stanno lottando disperatamente per mantenere i loro privilegi rinviando il più tardi possibile il momento dell'inevitabile cambiamento.
Non c'è però da stupirsi o da indignarsi: nessuno, nemmeno la persona più influente del mondo, può opporsi al mondo intero, tantomeno quando sono coinvolti interessi tanto enormi. Se ci sono stati errori (ed è evidente che ce ne sono stati di colossali), è bene ricordarsi che non possono essere stati che errori collettivi. Le politiche economiche ed ambientali disastrose degli ultimi 30 anni non possono essere attribuite esclusivamente ai capi ed alle lobby che ci governano. Leader e lobby hanno certamente responsabilità maggiori, ma non esclusive, poichè anch'essi sono stati forgiati e plasmati da questo mondo. In altre parole, se si ha il coraggio di abbandonare anche solo per un'istante ipocrisie, autovittimismo ed autoassoluzioni, la realtà delle cose ci apparirà da sola: la massa di persone che popola questo pianeta ha di fatto desiderato e voluto per decenni l'iper-consumismo e non può ora lavarsene le mani dicendo "io non c'entro nulla, è tutta colpa loro". In fondo anche quei "poteri forti" che spesso si vorrebbe totalmente responsabili dei disastri in corso, se sono per l'appunto "forti" lo devono solamente alla "generosa" concessione della società che li circonda.
Informarsi su tutto ciò allora a che serve? Serve tantissimo. Non serve solo a capire che abbiamo sbagliato troppo e stiamo continuando a farlo. Non serve solo a capire cosa occorre fare ora ed in futuro. Serve anche per rendersi conto che il tempo a disposizione per tentare di porre rimedio è assai scarso ed i rischi sono altissimi. Informarsi su queste cose serve quindi per capire che è davvero giunto per tutti il momento di agire. Si deve intervenire con forza e risolutezza e nessuno può chiamarsi fuori. Non è più tempo per rinviare. Non è più tempo per scuse e menzogne. O smettiamo di comportarci come bimbi viziati, come se fossimo batteri privi di cervello, oppure faremo esattamente la stessa fine dei batteri dopo essersi moltiplicati senza sosta ed aver esaurito tutto il cibo a loro disposizione. Non una bella fine.
Vediamo di non farla. Per noi stessi, per il pianeta e per tutte le persone care che ci stanno a cuore, vediamo di costruirci un futuro bello e prosperoso. Un futuro grasso e bello. Un futuro intelligente e previdente. Non lasciamoci distrarre.
Buona azione e buon futuro a tutti voi dal vostro affezionatissimo Panda.
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