martedì 14 dicembre 2010
Darwin, il complotto delle piante commestibili e la Permacultura
Salve a tutti. Ancora una volta il vostro Panda vi propone un filmato tratto da TED (come al solito è possibile vederlo con i sottotitoli in italiano). Nel video, Michael Pollan spiega alcune cose molto interessanti sull'agricoltura. Pollan, in particolare, mostra l'agricoltura da un punto di vista molto insolito, ossia quello delle piante. Nella parte conclusiva del suo intervento, inoltre ci racconta un piccolo, ma bellissimo esempio concreto del tipo di interazioni complesse che avvengono all'interno di una fattoria basata sulla Permacultura.
Questo intrigante filmato genera infiniti spunti di riflessione.
Eccovi quella del vostro Panda.
Il delirio di onnipotenza tecnofila dovuta alla temporanea abbondanza di petrolio, ha partorito una cultura drogata, che ha reinterpretato l'agricoltura in chiave acritica ed ignorante. La cultura dominante considera solo gli aspetti industriali del processo agricolo, a scapito di tutti gli altri, compresi quelli evoluzionistici. Il consumismo ha permeato l'agricoltura in profondità, tradendone la natura. Così si è passati da un'attività rinnovabile, basata sulla conoscenza pratica, ad consumo aggressivo (di pesticidi, diserbanti, concimi sintetici, acqua, energia, trattori, ecc...) che, proprio grazie alla forza bruta, si può permettere di ignorare completamente il patrimonio di conoscenze accumulate nei decenni dalla scienza. L'agricoltura moderna, rispecchiando il resto della società, è divenuta usa-e-getta.
La Permacultura, una materia troppo vasta e complessa per poter essere qui sintetizzata, si oppone a quella visione aggressiva e consumistica del rapporto uomo-piante-animali. La Permacultura reinventa tale rapporto in modo più equilibrato, solidale e produttivo. Se non avete mai sentito parlarne, è solo perchè la Permacultura soffre del peccato mortale (per il consumismo): quello di incrementare la produttività abbassando l'intensità di lavoro ed azzerando completamente l'acquisto di prodotti industriali (quali trattori, concimi sintetici, diserbanti, ecc...). Tale peccato, come sempre, è punito con l'oblio mediatico totale.
Non si creda che l'argomento sia marginale o di nicchia. Se siamo ciò che mangiamo, allora siamo petrolio. Se sapete qualcosa del picco del petrolio, sapete anche che, lungi dal riguardare "solo" l'energia e i trasporti, esso riguarderà anche la produzione di cibo. Se hanno ragione quelli che dicono che siamo già giunti al picco e se ha ragione chi sostiene che ci vogliono almeno 10 anni per ripristinare la normale fertilità del suolo dilavato dall'agricoltura moderna, allora abbiamo seri motivi per preoccuparci tutti di argomenti come questi. Quando si parla di inquinamento, inoltre, l'immaginazione corre subito allo smog automobilistico, a paesaggi colmi di ciminiere e discariche. Raramente però, parlando di inquinamento, si pensa all'agricoltura. La così detta agricoltura moderna, fatta di monoculture, sfruttamento intensivo del suolo, enormi sprechi idrici, concimi chimici non-rinnovabili, diserbanti, ecc... è invece una delle principali, se non la principale fonte di inquinamento ed alterazione del clima. Non tutti, ad esempio, sanno che l'allevamento ed il consumo della sola carne bovina ha un'impronta ecologica di proporzioni bibliche. Ecco quindi la necessità di parlare di agricoltura con un'ottica che va molto oltre quella della "semplice" agricoltura biologica. Ecco la necessità di iniziare a parlare di Permacultura anche in Italia. Sperando sinceramente che se ne parli e se ne pratichi sempre di più.
Un saluto a tutti dal Panda.
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