Chi avesse pensato, fidandosi della cappa di silenzio calata sulla vicenda ormai da mesi, che il disastro nucleare di Fukushima fosse ormai un capitolo chiuso, avrà purtroppo un’amara sorpresa leggendo la notizia riportata da LaStampa.it secondo cui non solo si sarebbe ben lontani da una soluzione definitiva, ma vi sarebbero persino diffusi timori a livello internazionali su possibili catastrofici peggioramenti. Il timore sarebbe tale da spingere la diplomazia a far pressione sul governo giapponese affinché accetti aiuti internazionali per scongiurare il peggio.
Per chi avesse ancora dei dubbi su quanto il nucleare comporti in termini di pericoli e problemi, ecco qui un’analisi ancor più allarmante dei possibili scenari del nucleare a livello mondiale. La crisi colpisce duro anche sulla sicurezza nucleare purtroppo. Il picco del petrolio incombe anche sul nucleare. Più precisamente la scarsità del gasolio che alimenta i sistemi di raffreddamento delle centrali nucleari in caso di blackout unito all'aumentato rischio proprio di blackout, pende come una spada di Damocle sui sogni dorati di chi si immagina un'era nucleare finalmente sicura. Lo scenario energetico mondiale si complica sempre più, facendo emergere relazioni e fragilità a lungo ignorate solo grazie ad una sovrabbondanza di risorse di cui però dovremo presto imparare a far meno.
E con il declino rovinoso dell’energia atomica da un lato ed il picco del petrolio dall’altro, qual è la posizione del governo italiano? Quella di un’eterna ostilità verso le rinnovabili. Il fatto che le energie verdi non pongano problemi di sicurezza, né di problemi ambientali (che anzi contribuiscono ad attenuare) e che, come noto, favoriscano l’occupazione ed ostacolino i monopoli, non sembrano essere motivi sufficienti a piegare il collo alla politica. Il fatto poi che le banche, con i loro mega-finanziamenti garantiti dall’intervento statale, siano le prime a trarre vantaggio da eventuali investimenti sul nucleare o sui grandi impianti a carbone o a petrolio, pare non faccia sorgere nessun dubbio a nessuno. E neppure il fatto che tali decisioni politiche siano prese o influenzate da persone vicine a tali potenti interessi.
Fukushima non è solo il simbolo della natura che riporta l’arroganza tecnologica degli uomini al suo giusto posto, non è solo l’emblema del fallimento della tecnologia nucleare e delle sue rassicurazioni, non è solo l’apoteosi della falsificazione mediatica e dell’assenza di trasparenza e non è neppure solo l’ennesima vicenda in cui gli interessi di una grande azienda sovrastano clamorosamente quelli del mondo intero. Fukushima è tutto questo insieme e molto più. È il prototipo dei disastri in cui vogliamo a tutti i costi infilarci. Quando sono i soldi a contare e non più le vite delle persone e nemmeno la sicurezza planetaria, c’è da stupirsene?
C’è di peggio di uranio, plutonio, carbone, gas e petrolio. Si chiamano soldi e ci stanno uccidendo più delle radiazioni, più delle polveri sottili, più degli inquinanti che ingeriamo, beviamo e respiriamo ogni giorno. Con le radiazioni basta una schermatura in piombo, ma contro i soldi che si può fare?
Resistere! Resistere! Resistere! Che, oggi come oggi, vuol dire cambiare.
Buon futuro a tutti dal Panda
Nessun commento:
Posta un commento